«Tua madre ti ha mai raccontato del sogno che ho fatto? Subito dopo che voi… ve n’eravate andati.» Non poté fare a meno di guardarsi oltre la spalla, per essere sicuro che non ci fosse nessuno a portata d’orecchio.
«No.» Lei lo stava guardando con profondo interesse, una piccola ruga tra le sopracciglia, e lui non poté fare a meno di sorriderle. «Era un sogno divertente?» chiese.«Och, no. Stavo solo sorridendo perché somigli molto a Claire, in questo momento. Quando cerca di capire qual è il problema con qualcuno, cioè.»
Lei non rise ma la fossetta momentanea che ogni tanto le compariva sulla guancia destra apparve per un attimo.
«Nessuno ha mai detto che somiglio a Mamma,» disse. «Continuano tutto il tempo a dire quanto somiglio a te.»
«Oh, somigli spesso a tua madre,» le assicurò. «Solo che non è una questione di capelli o occhi o di quanto sei alta. È lo sguardo sul tuo viso quando tocchi Jem o Mandy—o quando stai parlando con Roger Mac la sera sotto il portico, e la luce della luna nei tuoi occhi.»
La sua voce era morbida e roca e abbassò lo sguardo sul terreno, la sovrapposizione di strati di foglie morte, come stelle morenti sotto i suoi stivali.
«Somigli a tua madre nell’amore, voglio dire. Esattamente come lei.»
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