Outlander terza stagione. Sam Heughan parla delle tribolazioni di Jamie e della ricerca di speranze.
Quando erano appena cominciate le riprese di Outlander in Scozia, ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo di giornalisti a cui è stata data l’opportunità di visitare il set e parlare con il cast di quello che i fan possono aspettarsi dalla stagione in arrivo. Dopo i drammatici eventi del finale della seconda stagione che hanno lasciato Claire(Caitriona Balfe) e Jamie (Sam Heughan) alla deriva, tutti vogliamo sapere quanto ci vorrà per vederli riuniti, ma anche, quanto la serie mostrerà delle loro vite nei venti anni che sappiamo passano separati.
Anche se impegnato nelle riprese (dato che nel primo episodio gran parte della storia riguarda Jamie), Sam Heughan ha potuto sedersi con noi per pochi minuti e parlare di quale sarà lo stato mentale di Jamie quando lo incontreremo di nuovo, com’é per lui vivere da solo senza Claire, e le ombre che il suo personaggio affronterà sulla scia di questo trambusto.
Potresti cominciare descrivendo lo scenario per Jamie all’inizio di questa terza stagione: dove lo troviamo, e in che condizioni.
Immagino una piccola partenza dai libri, in un certo senso da dove eravamo rimasti. Jamie ha perso Claire. L’ha rimandata indietro nel futuro. È andato in battaglia pensando di avere solo una cosa da fare, che è morire al fianco dei suoi uomini. Non si aspetta di sopravvivere. E perciò, quando succede, è uno shock per lui. Andando attraverso i primi episodi vediamo che effetto questo ha su Jamie, sul suo modo di vivere senza Claire, e sulla guarigione dagli effetti della battaglia.
Quindi è una partenza accennata dai libri, ovviamente nei libri di Diana Jamie non ricorda la battaglia. E in effetti, durante la battaglia appare Black Jack Randall, c’è una sorta di resa dei conti finale tra di loro. È un viaggio straordinario per Jamie, davvero. Sono pochi episodi molto interessanti. I primi episodi.
Com’è quando è solo Jamie e non Jamie e Claire.
Penso che, per lui, ci sia un percorso specifico. Voglio dire, i primi episodi sono davvero una specie di viaggio. Copriamo anche un periodo lungo. Succedono molte cose nel libro che abbiamo dovuto ridurre, ovviamente, in pochi episodi. Ma, lo vediamo perdere tutto, e per questo cercare una ragione di vita, che è la sua famiglia...è tutto ciò che ha da perdere. E senza rivelare troppo, sacrifica se stesso per salvarli dalle giubbe rosse. Così va in prigione, ed è lì che incontra un altro grande personaggio, Lord John Grey. E tra loro si intravede un rapporto davvero interessante.
Parlando di John Grey, hai già girato alcune scene con David Barry (che lo interpreta)?
Vorrei dire che abbiamo finito di girare la maggior parte delle cose che lo riguardano. Come tutte le cose in Outlander, è una vera prova del fuoco per molte persone che ci entrano. È un mondo così grande che ti senti spinto dentro. È arrivato, è stava girando il giorno dopo con il jet lag dall’Australia, e sua moglie era in procinto di partorire il giorno dopo che lui ha finito.
Perciò, aveva molto da fare! Ed è straordinario. C’è un rapporto interessante tra i due. Loro sviluppano questa amicizia che vediamo rivelarsi attraverso gli altri episodi e probabilmente la stagione, o quello che è. Ma sì, è anche un’amicizia molto complessa. E specialmente per Jamie, che venendo dalla sua storia con le giubbe rosse, è una sorta di barriera difficile da superare per lui. Ma poi, sì, loro sviluppano questa amicizia piuttosto intima.
Puoi dirci, come, nel corso di questi 20 anni e quanto Jamie è cambiato?
Nella stagione 1 ho cominciato a vederlo come questa specie di ragazzo senza legami diventare uomo. Nella Stagione 2 è diventato il capo di uomini che doveva essere. E la stagione 3 è stata davvero una scoperta. Perché, come ho detto, lui ha perso Claire. E passa attraverso molti momenti bui. Parlando di spoiler, ma devono accadere grandi cose nella sua famiglia allargata per fargli capire che ci sono ancora persone per cui vivere, e cose per cui vivere. Ma sì, assolutamente, lui cambia. Inoltre deve passare tutte le fasi del dolore per la perdita di Claire, sai, dalla perdita alla rabbia e alla fine all’accettazione.
C’è qualcosa che hai fatto fisicamente per interpretare Jamie più vecchio? O se non hai ancora girato, ci hai pensato?
Sì, ci sono diverse fasi nel processo di invecchiamento. E a essere onesti, non è molto più vecchio di me quando ci arriviamo. Perciò, era più l’esperienza di quello che gli accade. Del suo staccarsi dal mondo. È un uomo affascinante, capace, illuminato, e io volevo vederlo fermarsi e perdere quella scintilla e quell’energia in lui. Perciò, sì, ha un gran peso su di lui e penso, fisicamente, non ne è fiero, ma, in qualche modo, la sua personalità forte si è leggermene affievolita. Ma tutto è dovuto al fatto di aver perso Claire, perso sua moglie. E così, speriamo di vederlo tornare l’uomo che era. Solo un po’ più vecchio e qualche ruga in più.
È davvero una stagione buia per Jamie all’inizio. È duro anche per te interpretare queste scene come attore?
Siamo stati davvero fortunati, abbiamo avuto un grande regista, Brendan, che ha fatto i primi episodi. È stato una grande guida per noi. Ed è stata una grande sfida per Jamie. Questo personaggio è formidabile. In ogni stagione, sento sempre di avere una sfida. Qualcosa di nuovo da imparare e da dare. Perciò, sento che, senza dubbio, il suo viaggio è stato abbastanza solitario e rivelatore. Non è così buia come la stagione 1 in questo senso, ma ha altri luoghi. L’invecchiamento è qualcosa che abbiamo dovuto discutere e penso anche molto, perché non vogliamo rappresentare queste persone con bastoni da passeggio e molti capelli grigi. Ma solo fare la differenza con quello che erano all’inizio.
Qual è stata la scena più impegnativa da girare per te nella stagione 3?
Penso, che Culloden sia un colossal. È come essere in un film di guerra. In una specie di film sulla seconda guerra mondiale. È stato molto divertente. Probabilmente è stata la più grande scena d’azione che abbiamo fatto. L’episodio in cui troviamo Jamie anni dopo, una sorta di ombra. Quasi come se non volesse più essere Jamie Fraser. Essere qualcun altro. Queste sono alcune delle cose più difficili finora. Ma ogni episodio ha un proprio tipo di sfida unica, tornando a quello che Outlander sembra essere. È sempre impegnativo. Non c’è un giorno in cui non ci sediamo in circolo e beviamo un caffè e parliamo. C’è sempre qualcosa in corso. Perciò, sì è una bella sfida.
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