Sia il copione che il cast avrebbero potuto andare terribilmente male, ma a dire il vero, dice Emily Hourican, Caitriona Balfe conduce Outlander in modo ammirevole.
Aveva tutti gli elementi per un potenziale disastro: romanzo con corpetti squarciati, trama bizzarra che coinvolge viaggi nel tempo, una serie di accenti scozzesi e una modella diventata attrice nel ruolo principale. Ma si è rivelato essere altamente gradevole; un grosso budget, una storia di notevole evasione dalla realtà nel quale Caitriona Balfe nei panni di Claire Randall, si destreggia in una performance molto credibile.
La serie – chiaramente punta al mercato di Game of Thrones – è basata sui popolarissimi libri dell'autrice americana Diana Gabaldon, che ha venduto 25 milioni di copie e generato eserciti di fans eccitate, che hanno ampiamente approvato il casting di Caitriona per il ruolo di Claire, un'infermiera della seconda Guerra Mondiale, sposata che viene misteriosamente trasportata indietro nel tempo nelle Highlands Scozzesi del 1743, dove viene presa sotto l'ala protettrice di un Laird ribelle e tenuta come ospite contro la sua volontà nel suo castello. La sua vita è in pericolo, ed è in costante minaccia di stupro, ma Claire mostra l'intraprendenza della sua formazione medica e l'educazione del 19° secolo, comportandosi con audacia e integrità senza fine.
Sì, ci sono un bel po' di scrollate di capo e 'vergognati, mio signore', ma in realtà non più di quanto sia sopportabile. In generale, la forza di Claire come personaggio sta nel senso più sviluppato di umanità che lei porta in un mondo molto duro e pronto, così come l'equilibrio e la sicurezza sessuale di una donna sposata, ma senza un marito che inibisca il suo modo di fare. E anche se il nocciolo della serie è una suggestiva storia d'amore – ci sono un sacco di sfarfallii di luce del fuoco su spalle nude e i petti ansanti, sguardi persistenti alla luce delle torce - piuttosto che qualcosa di più esplicito, c'è una buona dose di nudità ed esplicite.
“Penso di aver avvertito in precedenza i miei genitori sul fatto che ci sarebbero state un paio di scene durante le quali loro avrebbero potuto uscire dalla stanza e prendere una tazza di tè,” è così che la Balfe ha risposto ridendo, alle domande sui suoi momenti più rivelatori.
Nata a Monaghan, figlia dei sette di un Sergente Garda, la Balfe venne scoperta da un model scout fuori dal Swan Centre a Rathmines, e da lì a qualche mese calcava le passerelle per Kenzo a Parigi, uscendo subito dopo Iman.
Ha ottenuto copertine per Elle e Vogue, e passerelle per Gucci, Calvin Klein e Chanel, si è trasferita a NY e ha lavorato per Dolce&Gabbana, Narciso Rodriguez e Victoria's Secret. Ma ha mantenuto i piedi per terra e la consapevolezza di sé stessa; “Le mie amiche ed io siamo il tipo di ragazze dal colletto blu, più da lavoro manuale.” è così che lei descrive lo stare nel dietro le quinte con Gisele, Naomi e Tyra Banks.
È una prospettiva piuttosto pungente, che viene capita meglio nel contesto della sua principale ambizione: “Fare la modella non era la mia passione quindi questo ha fatto sì che diventasse ben presto qualcosa di stantio. Stavo diventando molto frustrata.” Quindi, nei suoi vent'anni, ha fatto il passo che molti sognano. Che lei avesse avuto l'opportunità non sorprende dopo questo tipo di carriera; ma il fatto che sapesse davvero recitare, sì. Piccole parti nei blockbuster su alieni come Super 8 e Now You See Me, in cui interpreta la figlia di Michael Caine, infine giunta fino ad Outlander, e il ruolo di avvocato della Cia in Escape Plan con Arnold Schwarzenneger e Sylvester Stallone. In Outlander, la Balfe dimostra che è in grado di essere leader in una serie e che ha il talento per restare in piedi in quella che è una produzione da grande budget in cui è pienamente possibile, per gli attori, perdersi, inghiottiti dalla crinolina e dagli oggetti di scena storicamente accurati.
Come qualsiasi buon leader, lei trae supporto e forza dal cast intorno a lei, ma domina in modo naturale la ribalta.
Outlander è stato definito come un Game of Thrones per femministe, il che è certamente un po' superficiale, ma sulla forza dei primi episodi, la serie ha potenziale, e molto di questo è dovuto alla sua star.
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