Jamie
si svegliò in uno stato d'animo piuttosto piacevole; non riusciva a
ricordare chi fosse, per non parlare del dove si trovasse, ma non sembrava avere
importanza. Era disteso su un letto che non si muoveva. Nella stanza la luce guizzava come la luce del sole si riflette sulle onde del mare, ma in realtà era opera di un grande albero che poteva vedere fuori dalla finestra con le foglie che si muovevano in modo annoiato. Sapeva che non c'erano alberi in mare, ma non se la sentiva di giurarlo, date le strane immagini che ancora gli galleggiavano languidamente avanti e indietro nella testa.Chiuse
gli occhi per esaminarne meglio una, che sembrava essere una
sirena con tre seni che lo stava indicando in modo
seducente.
"Vuole un pò di caffè, signore?" Disse. Il suo seno cominciò a sprizzare caffè nero mentre l'altra mano teneva al di sotto una tazza per raccoglierlo.
"L'altro seno sprizza whisky?" Chiese. Ci
fu un improvviso sussulto nel suo orecchio e riuscì ad aprire un occhio a fessura, tenendo l'altro chiuso così da tenere sotto controllo la sirena, per paura che se ne nuotassee fuori con il suo caffè.
Stava guardando una esile ragazza con cuffietta e grembiule, che lo fissava a bocca aperta. Aveva un naso lungo e ossuto, rosso sulla punta. Aveva anche una tazza di caffè in mano, cosa abbastanza strana. Nessun seno, però.
"Nessuna possibilità per la crema, allora, suppongo," mormorò e chiuse gli occhi.
"Fareste meglio a lasciarci, signorina" disse una voce inglese dal tono piuttosto presuntuoso.
"Sì", disse un'altra voce, anch'essa inglese, ma irritata. "Lascia anche il caffè, per l'amor di Dio".
C'era
una piccola luce verde sulla sirena, e un piccolo pesce a strisce nuotò
fuori dai suoi capelli per andare a curiosare tra i suoi seni. Pesce fortunato.
"Cosa ne pensa, mio Signore?" disse la prima voce, ora dubbiosa. "Acqua fredda sul collo, forse?"
"Splendida idea," disse la seconda voce, ora allegra. "Fallo."
"Oh, dovrei rifiutarmi, mio Signore".
"Sono sicuro che non sia violento, Tom."
"Come vuole, mio Signore. Ma potrebbe arrabbiarsi, vero? I signori lo fanno, a volte, dopo una nottataccia."
"Stai parlando per esperienza personale, Tom?"
"Certo che no, mio Signore!"
"L'oppio non ti concia così, comunque" disse la seconda voce, avvicinandosi. Sembrava distratta. "Dà dei sogni più particolari, però."
"E' ancora addormentato, pensa?" Anche la prima voce si avvicinava. Poteva sentire il respiro di qualcuno sul suo volto. La sirena offesa per questa familiarità, scomparve. Lui aprì
gli occhi e Tom Byrd, che era proteso sopra di lui con una spugna
bagnata, si lasciò sfuggire un piccolo grido e gliela lasciò cadere sul
petto.
Con
un senso di distaccato interesse, vide la sua mano alzarsi in aria e
prendere la spugna e toglierla dalla camicia, dove si stava formando una macchia bagnata. Non aveva nessuna idea particolare sul cosa farci dopo, però, e la lasciò cadere sul pavimento.
"Buongiorno." Il volto di John Grey gli entrò nel campo visivo dietro Tom, che sfoggiava un'espressione di cauto divertimento. "Ti senti un po' più umano questa mattina?"
Non ne era sicuro, ma annuì comunque e si mise a sedere, dondolando le gambe oltre il bordo del letto. Non si sentiva male, solo molto strano. Aveva un cattivo sapore in bocca, però, e tese la mano a Tom Byrd che lentamente stava avanzando verso di lui tenendo il caffè davanti come
una bandiera bianca di tregua.
La coppa che Tom gli mise in mano era calda, e lui restò seduto per un momento a recuperare i suoi sensi. L'aria
sapeva di fumo di torba, di carne cotta e di qualcosa di vagamente
sgradevole di natura vegetale...cavolo bruciato. Lentamente la sua mente trovò le parole.
Prese un sorso di caffè e mise insieme una frase.
"Siamo in Irlanda, quindi, vero?"
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2 comments:
^__^ povero Jamie, un'altra vittima del mal di mare! :D
Ma esce o no questo libro in Italia?
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