Il Ridge era un posto grande e le montagne circostanti molto più grandi. Se volevi perderti per un po’, non c’erano grandi ostacoli. D’altra parte, se stavi portando con te un poppante e non eri personalmente equipaggiato per dargli da mangiare, c’erano chiari limiti alla tua passeggiata.
Fortunatamente, Bree aveva rimpinzato il bambino e cambiato il suo pannolino prima di passarglielo, e il piccolo David stava dormendo nella fascia contro il petto di suo padre, russando come un ubriaco al terzo giorno di sbornia. Roger suppose che Brianna intendesse che lui parcheggiasse Davy nella culla e trascorresse il pomeriggio a scrivere sermoni e lettere mentre lei si divertiva con Rachel, ma era una giornata troppo bella per stare al chiuso, e dopo tutto il bambino era portatile…
Roger voleva anche un po’ di tempo per pensare. Da solo. La fitta oscurità della Grotta dello Spagnolo era ancora con lui e anche le parole di Jamie. Lascio a te la responsabilità delle cose, Roger Mac. E l’oro.
Jamie avrebbe potuto intenderla come una formalità, riconoscendo che Roger avrebbe badato alla bottega fino al ritorno del laird. Ma non era questo che intendeva, e lo sapevano entrambi.
Quello che voleva dire era, Devo andare e penso che potrei non tornare. Ma poi aveva sorriso e strizzato la spalla di Roger, e i suoi occhi si erano riempiti di nuovo di luce.
Roger aveva raggiunto l’orto di Claire. Lei era andata con Bree a trovare i Murray e a occuparsi della gamba di Ian, prendendo un grosso cesto di verdura. Poteva rimanere da solo per un po’, con nessuno a parte le api.
Chiuse il cancello dietro di sé e si diresse verso la panca dell’orto, che Jamie aveva costruito in modo che Claire potesse sedersi e sgusciare piselli e arachidi o riposarsi dalle sue fatiche all’ombra increspata delle zucche rampicanti che coprivano quel lato delle palizzate dell’orto. Se sedette e stese il braccio sinistro, indolenzito per aver tenuto in braccio il bambino, ancora profondamente addormentato sotto la sua cuffietta.
Roger chiuse gli occhi e cercò di lasciare che le cose si sistemassero.
Non che non gli fosse mai stata lasciata la responsabilità del Ridge prima. Certo, in una di quelle occasioni, aveva offerto terra e riparo a un certo Thomas Christie, sapendo di lui solo che era uno dei compagni di Jamie prigionieri ad Ardsmuir. Ma Thomas Christie aveva avuto una figlia…
Suo malgrado, si guardò alle spalle e strinse Davy più vicino. Attraverso gli alberelli del recinto per i cervi dietro di lui, riusciva appena a intravedere il Vecchio Orto, come lo chiamava la gente. Nessuno - tranne Claire, molto in privato, visitava mai il luogo in cui Malva Christie era morta. Alla natura selvaggia era stato permesso di entrare, soffocando o unendosi alle piante domestiche che erano rimaste.
Davy fece un ruttino improvviso e leggero, e il latte gli colò sul mento. Roger lo asciugò, sentendosi tenero. Non si era aspettato di avere un altro figlio e questo ragazzino minuscolo, dalla testa rotonda, con le sue lunghe ciglia, la bocca dolce e morbida - e la voce forte, be’, molto forte - era un dono prezioso.
Grandi cose e piccole cose.
Iniziavi con pani e pesci, e la cosa successiva che conoscevi era il Calvario. O il Paradiso.
Be’, c’era il germe di un sermone. Si allungò automaticamente, con una sola mano, verso la borsa della cintura dove teneva alcuni fogli di carta ruvida piegati, un temperino e una delle nuove matite di grafite di Bree, grande e rotonda come quelle che venivano date ai bambini al primo anno di scuola, e altrettanto eccitanti da usare. Ricordava l’emozione, scrivere il suo nome per la prima volta, in grandi, scure lettere estese (si era ricordato di premere forte, come diceva l’insegnante). che barcollavano ubriache nella pagina
Germe, scarabocchiò, grano orzo morbillo… piccologrande… bambino… DavyCyrus… confondere Corinto.
Le idee stavano arrivando rapide e abbondanti, e sperò di ricordarsi a cosa stava pensando quando avrebbe letto questi appunti…
Davy fece un piccolo suono e Roger guardo in basso automaticamente, in tempo per vedere un enorme grumo di latte eruttare e inondare tutto ciò che era a vista, inclusa la fronte di Davy e il grembo di Roger. Tentò freneticamente di mettere i suoi appunti fuori pericolo e contemporaneamente di mettere in ordine Davy e di chinarlo nel caso ne fosse seguito un altro.
Immerso nell’emergenza, non notò lo scricchiolio del cancello dell’orto, e fu sorpreso quando William apparve all’improvviso davanti a lui, piegato su un ginocchio e che iniziava a raccogliere i fogli sparpagliati.
«Oh – grazie,» disse
«Piacere mio, sir,» disse William sorridendo. Tirò fuori un voluminoso fazzoletto e lo porse a Roger, poi mise una mano a coppa e mosse le dita in segno di invito.
«E grazie di nuovo.» Roger gli cedette Davy senza obiezioni, e si mise a fare piccole riparazioni
«Oh! Non sapevo che stavate lavorando – vi chiedo scusa…» William fece un gesto di scuse e di congedo, ma Roger scosse la testa, e gli fece segno di venire a sedersi su una pietra comoda, cosa che William fece con cura esagerata, tenendo Davy come se fosse una bomba che ticchettava.
«A lui non darà fastidio, purché non ti agiti e non urli.»
William annuì, ma diede un’occhiata sospettosa alla fila di alveari, l’aria intorno a loro densa di api.
«Penso di potermi trattenere, a patto che nessuno di quei piccoli bastardi mi punga».
«Secondo Claire, sono tutte femmine, perciò suppongo che debbano essere delle bastarde, e non sono sicuro che sia possibile nel mondo degli insetti. »
William strinse le labbra in un sorriso per trattenere una risata, annuì e si sedette.
«Sembra un bravo ometto» disse, facendo un cenno verso Davy. «L'ultimo che ho conosciuto - un neonato, intendo - poteva urlare al punto da svegliare i morti».
«Oh, può farlo anche questo qui», lo rassicurò Roger. «Anche se a suo merito, non fa davvero caso a un pannolino bagnato. Sua sorella diventava viola e urlava come un...» Si fermò di colpo, dato che stava per dire “scimpanzé infuriato”, e invece sollevò delicatamente la cuffia di Davy per rinfrescargli la testa. Erano all'ombra, ma lui teneva d'occhio gli insetti volanti.
Fortunatamente, Bree aveva rimpinzato il bambino e cambiato il suo pannolino prima di passarglielo, e il piccolo David stava dormendo nella fascia contro il petto di suo padre, russando come un ubriaco al terzo giorno di sbornia. Roger suppose che Brianna intendesse che lui parcheggiasse Davy nella culla e trascorresse il pomeriggio a scrivere sermoni e lettere mentre lei si divertiva con Rachel, ma era una giornata troppo bella per stare al chiuso, e dopo tutto il bambino era portatile…
Roger voleva anche un po’ di tempo per pensare. Da solo. La fitta oscurità della Grotta dello Spagnolo era ancora con lui e anche le parole di Jamie. Lascio a te la responsabilità delle cose, Roger Mac. E l’oro.
Jamie avrebbe potuto intenderla come una formalità, riconoscendo che Roger avrebbe badato alla bottega fino al ritorno del laird. Ma non era questo che intendeva, e lo sapevano entrambi.
Quello che voleva dire era, Devo andare e penso che potrei non tornare. Ma poi aveva sorriso e strizzato la spalla di Roger, e i suoi occhi si erano riempiti di nuovo di luce.
Roger aveva raggiunto l’orto di Claire. Lei era andata con Bree a trovare i Murray e a occuparsi della gamba di Ian, prendendo un grosso cesto di verdura. Poteva rimanere da solo per un po’, con nessuno a parte le api.
Chiuse il cancello dietro di sé e si diresse verso la panca dell’orto, che Jamie aveva costruito in modo che Claire potesse sedersi e sgusciare piselli e arachidi o riposarsi dalle sue fatiche all’ombra increspata delle zucche rampicanti che coprivano quel lato delle palizzate dell’orto. Se sedette e stese il braccio sinistro, indolenzito per aver tenuto in braccio il bambino, ancora profondamente addormentato sotto la sua cuffietta.
Roger chiuse gli occhi e cercò di lasciare che le cose si sistemassero.
Non che non gli fosse mai stata lasciata la responsabilità del Ridge prima. Certo, in una di quelle occasioni, aveva offerto terra e riparo a un certo Thomas Christie, sapendo di lui solo che era uno dei compagni di Jamie prigionieri ad Ardsmuir. Ma Thomas Christie aveva avuto una figlia…
Suo malgrado, si guardò alle spalle e strinse Davy più vicino. Attraverso gli alberelli del recinto per i cervi dietro di lui, riusciva appena a intravedere il Vecchio Orto, come lo chiamava la gente. Nessuno - tranne Claire, molto in privato, visitava mai il luogo in cui Malva Christie era morta. Alla natura selvaggia era stato permesso di entrare, soffocando o unendosi alle piante domestiche che erano rimaste.
Davy fece un ruttino improvviso e leggero, e il latte gli colò sul mento. Roger lo asciugò, sentendosi tenero. Non si era aspettato di avere un altro figlio e questo ragazzino minuscolo, dalla testa rotonda, con le sue lunghe ciglia, la bocca dolce e morbida - e la voce forte, be’, molto forte - era un dono prezioso.
Grandi cose e piccole cose.
Iniziavi con pani e pesci, e la cosa successiva che conoscevi era il Calvario. O il Paradiso.
Be’, c’era il germe di un sermone. Si allungò automaticamente, con una sola mano, verso la borsa della cintura dove teneva alcuni fogli di carta ruvida piegati, un temperino e una delle nuove matite di grafite di Bree, grande e rotonda come quelle che venivano date ai bambini al primo anno di scuola, e altrettanto eccitanti da usare. Ricordava l’emozione, scrivere il suo nome per la prima volta, in grandi, scure lettere estese (si era ricordato di premere forte, come diceva l’insegnante). che barcollavano ubriache nella pagina
Germe, scarabocchiò, grano orzo morbillo… piccologrande… bambino… DavyCyrus… confondere Corinto.
Le idee stavano arrivando rapide e abbondanti, e sperò di ricordarsi a cosa stava pensando quando avrebbe letto questi appunti…
Davy fece un piccolo suono e Roger guardo in basso automaticamente, in tempo per vedere un enorme grumo di latte eruttare e inondare tutto ciò che era a vista, inclusa la fronte di Davy e il grembo di Roger. Tentò freneticamente di mettere i suoi appunti fuori pericolo e contemporaneamente di mettere in ordine Davy e di chinarlo nel caso ne fosse seguito un altro.
Immerso nell’emergenza, non notò lo scricchiolio del cancello dell’orto, e fu sorpreso quando William apparve all’improvviso davanti a lui, piegato su un ginocchio e che iniziava a raccogliere i fogli sparpagliati.
«Oh – grazie,» disse
«Piacere mio, sir,» disse William sorridendo. Tirò fuori un voluminoso fazzoletto e lo porse a Roger, poi mise una mano a coppa e mosse le dita in segno di invito.
«E grazie di nuovo.» Roger gli cedette Davy senza obiezioni, e si mise a fare piccole riparazioni
«Oh! Non sapevo che stavate lavorando – vi chiedo scusa…» William fece un gesto di scuse e di congedo, ma Roger scosse la testa, e gli fece segno di venire a sedersi su una pietra comoda, cosa che William fece con cura esagerata, tenendo Davy come se fosse una bomba che ticchettava.
«A lui non darà fastidio, purché non ti agiti e non urli.»
William annuì, ma diede un’occhiata sospettosa alla fila di alveari, l’aria intorno a loro densa di api.
«Penso di potermi trattenere, a patto che nessuno di quei piccoli bastardi mi punga».
«Secondo Claire, sono tutte femmine, perciò suppongo che debbano essere delle bastarde, e non sono sicuro che sia possibile nel mondo degli insetti. »
William strinse le labbra in un sorriso per trattenere una risata, annuì e si sedette.
«Sembra un bravo ometto» disse, facendo un cenno verso Davy. «L'ultimo che ho conosciuto - un neonato, intendo - poteva urlare al punto da svegliare i morti».
«Oh, può farlo anche questo qui», lo rassicurò Roger. «Anche se a suo merito, non fa davvero caso a un pannolino bagnato. Sua sorella diventava viola e urlava come un...» Si fermò di colpo, dato che stava per dire “scimpanzé infuriato”, e invece sollevò delicatamente la cuffia di Davy per rinfrescargli la testa. Erano all'ombra, ma lui teneva d'occhio gli insetti volanti.
«È meglio tenere gli occhi aperti,» disse a William. «Le api mellifere non ci daranno fastidio, ma Claire mi ha detto che c’è una cosa come un’ape del sudore, e i bambini sudano se stanno troppo al caldo.» Le guance morbide di Davy portavano una peluria quasi invisibile, e le minuscole gocce di sudore brillavano e tremavano.
«Ci sono insetti del genere». William si srotolò la sciarpa e si asciugò il viso. «Se stai nei campi d'estate, ti atterrano addosso e se non le scacci, puoi vederli bere il tuo sudore … per il sale, credo. Non mordono se glielo lasci fare, però.»
«Campi… intendi campi di battaglia?» lì gli uomini sicuramente sudavano …
«Alcuni. Stavo pensando ai campi di tabacco, comunque. Per alcuni anni, Papà - Lord John, intendo – e io abbiamo vissuto in una piccola piantagione di tabacco chiamata Mt. Josiah. È vicino Richmond, sul Lynch.»
Roger fece un piccolo mormorio di attenzione, ma sembrava che fosse tutto ciò che William aveva da dire sull'argomento agricoltura. Le api riempivano il giardino con il loro ronzio indaffarato, ma William non le stava davvero guardando; la sua attenzione era fissa su qualcosa di interiore.
«Quasi pronti?» chiese Roger. Riconobbe facilmente i segni di un’anima oppressa in cerca di qualcosa – anche solo pochi istanti di compagnia. «Jamie ha detto che partirete domani mattina, se sarà tutto in ordine. E conoscendo Jamie, lo è. O lo sarà.»
«Sì.» William accarezzò la schiena grassoccia di Davy, senza guardare Roger. «Mi ha portato con sé… a parlare con i suoi fittavoli. Mettere le cose in ordine, come dite voi. Non mi ero reso conto… della portata delle cose, suppongo».
«Aye, al Ridge ci sono circa un centinaio di anime, ormai,» Roger fu sorpreso di sentire la nota di orgoglio nella sua stessa voce, e sorrise tra sé. «E Lui li conosce tutti.»
William annuì ma non alzò lo sguardo.
«Dipendono da lui, non è così?» disse a bassa voce. C’era un tono leggermente sorpreso nella voce di William e Roger lo guardò più attentamente. C’erano rughe di preoccupazione sul suo viso, ma ovviamente era così, data la situazione pericolosa del suo patrigno. C’era qualcosa in più, comunque…
«Be’, Jamie è quel tipo di uomo che non si tira indietro da ciò che pensa sia compito suo,» disse Roger, e sollevò un po’ le spalle. «Questo include i suoi fittavoli – e il loro bestiame» aggiunse. «Brianna ti ha parlato della Scrofa Bianca?»
Questo fece sorridere William.
«Spero di incontrare questa temibile bestia a un certo punto.»
«Consiglierei di incontrarla con una pistola a portata di mano.» Qualcosa aveva tormentato la memoria di Roger e l'attuale menzione dei maiali lo fece emergere alla coscienza.
«La tua proprietà in Inghilterra,» disse con naturalezza. «Ci sono molti maiali lì?»
La faccia di William divenne tesa, le labbra premute insieme.
Colpito…
«Suppongo che ci siano. Io … non vado a vedere la proprietà da un po’ di tempo.»
«Aye, be’ hai avuto altre cose che ti preoccupavano. La Guerra, il tuo reggimento, tuo…um… padre…»
«Padri,» disse William bruscamente. «Sì, è vero. Ellesmere – la tenuta, intendo – ha un buon fattore. Mi manda regolarmente delle lettere circa… ehm…lo stato delle cose.»
E tu non le leggi …
William tacque, gli occhi sul pollice, che Davy stava rosicchiando con piacevole concentrazione. Roger aveva imparato il valore del silenzio e sedeva tranquillo, guardando il giovane zio e il nipote più giovane.
«Volevo chiedere – be’ piuttosto dire…» cominciò William all’improvviso, poi si interruppe, sforzandosi di trovare le parole. «È che… ho visto quante persone dipendono da Mr. Fraser, inclusi sua moglie e la sua famiglia. E sento che sarebbe sbagliato da parte mia farlo venire via da loro solo per aiutarmi. Ma…»
«Hai bisogno di lui,» disse Roger semplicemente. «Lui lo sa.»
«Ma – ma- sono spuntato dal nulla, mi conosce a malapena… e gli sto chiedendo, be’, neanche lo so cosa potrei chiedergli, ma potrebbe essere molto pericoloso.»
«Se non fosse così non avresti bisogno di lui,» disse Roger seccamente. «È abituato al pericolo, credimi. Quanto al fatto di conoscerti--» si piegò in avanti e solleticò la guancia rotonda e morbida di Davy e il bambino lasciò andare il pollice di William con un umido “pop!” e disse “Gwah” molto chiaramente.
«Lo conosco da cinque mesi,» disse Roger, e lisciò la piccola striscia di capelli castani fini che scorreva in mezzo alla testa rotonda di Davy. «E darei la mia vita per lui senza pensarci un minuto.» Alzò lo sguardo, per vedere gli occhi di William fissi sul bambino che dormiva, la sua faccia con gli occhi dolci.
«Pensi che Jamie non si sentisse così quando sei nato?» Chiese Roger sommessamente. «Pensi che non si senta così adesso?»
«Questo è -» William si fermò e deglutì, stringendo forte le labbra per un momento, pensando. «Perdonatemi, ma non pensate che sia… piuttosto un peso?»
«Per te o per lui?»
William si accigliò pensieroso, e Roger pensò quanto somigliasse a Jamie mentre lo faceva – anche se lui piegava il labbro inferiore in modo diverso da Jamie, e, per la prima volta, Roger si chiese a proposito della madre del ragazzo.
«Intendevo per lui, » disse William lentamente. «Ma forse lo è per tutti. Almeno ogni tanto.»
«L’amore è un peso,» disse Roger, allungando il braccio verso Davy che aveva cominciato a contorcersi. «Ma non è uno di quelli che vuoi mettere giù per molto tempo.»
[fine della sezione]
«Ci sono insetti del genere». William si srotolò la sciarpa e si asciugò il viso. «Se stai nei campi d'estate, ti atterrano addosso e se non le scacci, puoi vederli bere il tuo sudore … per il sale, credo. Non mordono se glielo lasci fare, però.»
«Campi… intendi campi di battaglia?» lì gli uomini sicuramente sudavano …
«Alcuni. Stavo pensando ai campi di tabacco, comunque. Per alcuni anni, Papà - Lord John, intendo – e io abbiamo vissuto in una piccola piantagione di tabacco chiamata Mt. Josiah. È vicino Richmond, sul Lynch.»
Roger fece un piccolo mormorio di attenzione, ma sembrava che fosse tutto ciò che William aveva da dire sull'argomento agricoltura. Le api riempivano il giardino con il loro ronzio indaffarato, ma William non le stava davvero guardando; la sua attenzione era fissa su qualcosa di interiore.
«Quasi pronti?» chiese Roger. Riconobbe facilmente i segni di un’anima oppressa in cerca di qualcosa – anche solo pochi istanti di compagnia. «Jamie ha detto che partirete domani mattina, se sarà tutto in ordine. E conoscendo Jamie, lo è. O lo sarà.»
«Sì.» William accarezzò la schiena grassoccia di Davy, senza guardare Roger. «Mi ha portato con sé… a parlare con i suoi fittavoli. Mettere le cose in ordine, come dite voi. Non mi ero reso conto… della portata delle cose, suppongo».
«Aye, al Ridge ci sono circa un centinaio di anime, ormai,» Roger fu sorpreso di sentire la nota di orgoglio nella sua stessa voce, e sorrise tra sé. «E Lui li conosce tutti.»
William annuì ma non alzò lo sguardo.
«Dipendono da lui, non è così?» disse a bassa voce. C’era un tono leggermente sorpreso nella voce di William e Roger lo guardò più attentamente. C’erano rughe di preoccupazione sul suo viso, ma ovviamente era così, data la situazione pericolosa del suo patrigno. C’era qualcosa in più, comunque…
«Be’, Jamie è quel tipo di uomo che non si tira indietro da ciò che pensa sia compito suo,» disse Roger, e sollevò un po’ le spalle. «Questo include i suoi fittavoli – e il loro bestiame» aggiunse. «Brianna ti ha parlato della Scrofa Bianca?»
Questo fece sorridere William.
«Spero di incontrare questa temibile bestia a un certo punto.»
«Consiglierei di incontrarla con una pistola a portata di mano.» Qualcosa aveva tormentato la memoria di Roger e l'attuale menzione dei maiali lo fece emergere alla coscienza.
«La tua proprietà in Inghilterra,» disse con naturalezza. «Ci sono molti maiali lì?»
La faccia di William divenne tesa, le labbra premute insieme.
Colpito…
«Suppongo che ci siano. Io … non vado a vedere la proprietà da un po’ di tempo.»
«Aye, be’ hai avuto altre cose che ti preoccupavano. La Guerra, il tuo reggimento, tuo…um… padre…»
«Padri,» disse William bruscamente. «Sì, è vero. Ellesmere – la tenuta, intendo – ha un buon fattore. Mi manda regolarmente delle lettere circa… ehm…lo stato delle cose.»
E tu non le leggi …
William tacque, gli occhi sul pollice, che Davy stava rosicchiando con piacevole concentrazione. Roger aveva imparato il valore del silenzio e sedeva tranquillo, guardando il giovane zio e il nipote più giovane.
«Volevo chiedere – be’ piuttosto dire…» cominciò William all’improvviso, poi si interruppe, sforzandosi di trovare le parole. «È che… ho visto quante persone dipendono da Mr. Fraser, inclusi sua moglie e la sua famiglia. E sento che sarebbe sbagliato da parte mia farlo venire via da loro solo per aiutarmi. Ma…»
«Hai bisogno di lui,» disse Roger semplicemente. «Lui lo sa.»
«Ma – ma- sono spuntato dal nulla, mi conosce a malapena… e gli sto chiedendo, be’, neanche lo so cosa potrei chiedergli, ma potrebbe essere molto pericoloso.»
«Se non fosse così non avresti bisogno di lui,» disse Roger seccamente. «È abituato al pericolo, credimi. Quanto al fatto di conoscerti--» si piegò in avanti e solleticò la guancia rotonda e morbida di Davy e il bambino lasciò andare il pollice di William con un umido “pop!” e disse “Gwah” molto chiaramente.
«Lo conosco da cinque mesi,» disse Roger, e lisciò la piccola striscia di capelli castani fini che scorreva in mezzo alla testa rotonda di Davy. «E darei la mia vita per lui senza pensarci un minuto.» Alzò lo sguardo, per vedere gli occhi di William fissi sul bambino che dormiva, la sua faccia con gli occhi dolci.
«Pensi che Jamie non si sentisse così quando sei nato?» Chiese Roger sommessamente. «Pensi che non si senta così adesso?»
«Questo è -» William si fermò e deglutì, stringendo forte le labbra per un momento, pensando. «Perdonatemi, ma non pensate che sia… piuttosto un peso?»
«Per te o per lui?»
William si accigliò pensieroso, e Roger pensò quanto somigliasse a Jamie mentre lo faceva – anche se lui piegava il labbro inferiore in modo diverso da Jamie, e, per la prima volta, Roger si chiese a proposito della madre del ragazzo.
«Intendevo per lui, » disse William lentamente. «Ma forse lo è per tutti. Almeno ogni tanto.»
«L’amore è un peso,» disse Roger, allungando il braccio verso Davy che aveva cominciato a contorcersi. «Ma non è uno di quelli che vuoi mettere giù per molto tempo.»
[fine della sezione]
*Ritratto di Theodore Rousseau (1812 - 1867)
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