mercoledì 11 aprile 2012

Nomi...

«Lo sai?» domandò in un sussurro in qualche punto del cuore buio della notte. «Lo sai come sia vivere con qualcuno così? Compiere ogni sforzo possibile, senza mai riuscire a capire il suo segreto?»
«Sì», risposi pensando a Frank. «Sì, lo so».
«Me lo immaginavo, che forse lo sapevi». Rimase in silenzio per qualche istante, poi la sua mano mi accarezzò piano i capelli, una macchia sfumata alla luce del fuoco.
«E poi...» bisbigliò, «poi ritrovarla di nuovo, la capacità di capire. Essere libero in tutto ciò che fai e che dici, e sapere che va bene».
«Dire ‘ti amo’ e sentirlo dal profondo del cuore», gli sussurrai di rimando nell’oscurità.
«Aye», rispose, a voce talmente bassa che quasi non riuscii a udirlo. «Dire così».
La sua mano restò sui miei capelli e, senza sapere bene come, mi ritrovai rannicchiata contro di lui, con la testa nell’incavo della sua spalla.
«Per tanti anni», riprese, «per tanto tempo sono stato molti uomini diversi». Lo sentii deglutire e cambiare leggermente di posizione, il lino della sua camicia frusciante di amido.
«Ero Zio per i figli di Jenny, e Fratello per lei e Ian. ‘Milord’ per Fergus e ‘Signore’ per i miei fittavoli. ‘MacDubh’ per gli uomini di Ardsmuir e ‘MacKenzie’ per gli altri servi di Helwater. Dopodiché sono stato ‘Malcolm il tipografo’ e ‘Jamie Roy’ giù al porto». La sua mano mi accarezzava i capelli, lentamente, in un bisbiglio simile a quello del vento fuori. «Ma qui», disse pianissimo, «qui al buio, con te... io non ho nome».
Sollevai il viso verso di lui e presi il suo respiro caldo tra le mie labbra.
«Ti amo», risposi, senza bisogno di dirgli quanto lo sentivo dal profondo del cuore.

Il Cerchio di Pietre