venerdì 10 maggio 2013

MOBY: consulenza prematrimoniale

"Sì, beh. E' solo che...tua zia Claire era vedova quando la sposai, eh?"
"Oh, davvero?"
"Così ero io quello vergine la prima notte di nozze."
Ian non credeva di essersi mosso, eppure Rollo sollevò la testa e lo guardò, sorpreso. Ian si schiarì la gola.
"Oh. Aye? "
"Sì", disse lo zio, acido come un limone. "E mi è stata data anche una grande quantità di consigli prima, da mio zio Dougal e dai suoi uomini."
Dougal MacKenzie era morto prima della nascita di Ian, ma ne aveva sentite un bel po' su quell'uomo, in un modo e l'altro. La sua bocca si contrasse.

"Vorresti farmi la cortesia di passarmene qualcuno?"
"Dio, no." Jamie si alzò e spazzolò dei pezzetti di corteccia dalle code della giacca. "Credo che tu sappia che dovrai essere gentile, aye?"
"Sì, ci avevo pensato," Ian lo rassicurò. "Nient'altro?"
"Sì, beh." Jamie si fermò, riflettendo. "L'unica cosa utile che mia moglie mi disse quella notte. 'Vai lentamente e presta attenzione.' Penso che tu non possa sbagliare". Si sistemò la giacca sulle spalle. "Oidche Mhath*, Ian. Ci vediamo all'alba, se non un po' prima."
"Oidche Mhath*, zio Jamie."
Mentre Jamie raggiunse il limite della radura, Ian lo chiamò.
"Zio Jamie!"

Jamie si girò a guardarlo da sopra la spalla. "Sì?"
"E lei è stata gentile con te?"
"Dio, no", disse Jamie e fece un largo sorriso.


*buona notte

 da Written in my own Heart's Blood

mercoledì 8 maggio 2013

The Scottish Prisoner: Lord John e Jamie...e anche Tom Byrd

Jamie si svegliò in uno stato d'animo piuttosto piacevole; non riusciva a ricordare chi fosse, per non parlare del dove si trovasse, ma non sembrava avere importanza. Era disteso su un letto che non si muoveva. Nella stanza la luce guizzava come la luce del sole si riflette sulle onde del mare, ma in realtà era opera di un grande albero che poteva vedere fuori dalla finestra con le foglie che si muovevano in modo annoiato. Sapeva che non c'erano alberi in mare, ma non se la sentiva di giurarlo, date le strane immagini che ancora gli galleggiavano languidamente avanti e indietro nella testa.Chiuse gli occhi per esaminarne meglio una, che sembrava essere una sirena con tre seni che lo stava indicando in modo seducente. 
"Vuole un pò di caffè, signore?" Disse. Il suo seno cominciò a sprizzare caffè nero mentre l'altra mano teneva al di sotto una tazza per raccoglierlo.
"L'altro seno sprizza whisky?" Chiese. Ci fu un improvviso sussulto nel suo orecchio e riuscì ad aprire un occhio a fessura, tenendo l'altro chiuso così da tenere sotto controllo la sirena, per paura che se ne nuotassee fuori con il suo caffè.
Stava guardando una esile ragazza con cuffietta e grembiule, che lo fissava a bocca aperta. Aveva un naso lungo e ossuto, rosso sulla punta. Aveva anche una tazza di caffè in mano, cosa abbastanza strana. Nessun seno, però.
"Nessuna possibilità per la crema, allora, suppongo," mormorò e chiuse gli occhi. 
"Fareste meglio a lasciarci, signorina" disse una voce inglese dal tono piuttosto presuntuoso.
"
Sì", disse un'altra voce, anch'essa inglese, ma irritata. "Lascia anche il caffè, per l'amor di Dio". 

C'era una piccola luce verde sulla sirena, e un piccolo pesce a strisce nuotò fuori dai suoi capelli per andare a curiosare tra i suoi seni. Pesce fortunato. 
"Cosa ne pensa, mio Signore?" disse la prima voce, ora dubbiosa. "Acqua fredda sul collo, forse?" 
"Splendida idea," disse la seconda voce, ora allegra. "Fallo." 
"Oh, dovrei rifiutarmi, mio Signore".
"Sono sicuro che non sia violento, Tom." 
"Come vuole, mio Signore. Ma potrebbe arrabbiarsi, vero? I signori lo fanno, a volte, dopo una nottataccia."
"Stai parlando per esperienza personale, Tom?"
"
Certo che no, mio Signore!" 

"L'oppio non ti concia così, comunque" disse la seconda voce, avvicinandosi. Sembrava distratta. "Dà dei sogni più particolari, però." 
"E' ancora addormentato, pensa?" Anche la prima voce si avvicinava. Poteva sentire il respiro di qualcuno sul suo volto. La sirena offesa per questa familiarità, scomparve. Lui aprì gli occhi e Tom Byrd, che era proteso sopra di lui con una spugna bagnata, si lasciò sfuggire un piccolo grido e gliela lasciò cadere sul petto. 
Con un senso di distaccato interesse, vide la sua mano alzarsi in aria e prendere la spugna e toglierla dalla camicia, dove si stava formando una macchia bagnata. Non aveva nessuna idea particolare sul cosa farci dopo, però, e la lasciò cadere sul pavimento. 
"Buongiorno." Il volto di John Grey gli entrò nel campo visivo dietro Tom, che sfoggiava un'espressione di cauto divertimento. "Ti senti un po' più umano questa mattina?" 
Non ne era sicuro, ma annuì comunque e si mise a sedere, dondolando le gambe oltre il bordo del letto. Non si sentiva male, solo molto strano. Aveva un cattivo sapore in bocca, però, e tese la mano a Tom Byrd che lentamente stava avanzando verso di lui tenendo il caffè davanti come una bandiera bianca di tregua. 
La coppa che Tom gli mise in mano era calda, e lui restò seduto per un momento a recuperare i suoi sensi. L'aria sapeva di fumo di torba, di carne cotta e di qualcosa di vagamente sgradevole di natura vegetale...cavolo bruciato. Lentamente la sua mente trovò le parole.
Prese un sorso di caffè e mise insieme una frase. 
"Siamo in Irlanda, quindi, vero?"

lunedì 6 maggio 2013

Virgins: mercenari molto giovani...

Piccola premessa: Virgins è una novella (ambientata nel 1740 circa quindi antecedente a La Straniera) non ancora pubblicata che narra alcune vicende dei giovani Jamie Fraser e Ian Murray, partiti come soldati mercenari in Francia, alle prese con le prime esperienze amatorie -__^

"Ian" disse con una voce tagliente. "Che cosa hai fatto a quella ragazza? Se le hai preso la virtù, hai sbagliato alla grande. Soprattutto per il suo fidanzato. Oh" un pensiero gli venne in mente e si sporse un po' più vicino, abbassando la voce. "Non era vergine? Così le cose cambiano." Se la ragazza era una vera e propria libertina, forse... probabilmente scriveva poesie, a ben pensare...
Ian aveva ormai piegato le braccia sulle ginocchia e ci stava appoggiando la fronte sopra, con la voce soffocata tra le pieghe del plaid. "...non lo so..." emerse con una voce strozzata.
Jamie si allungò e affondò le dita nel polpaccio duro di Ian, facendo lanciare al suo amico un grido spaventato che fece grugnire nel sonno qualcuno che stava dormendo nella stanza.
"Cosa significa che non lo sai? Come hai potuto non notarlo?" Sibilò.
"Ah...beh...lei...ehm...ha usato la sua mano" Ian sbottò. "Prima che io potessi...beh."
"Oh." Jamie rotolò sulla schiena, un pò mesto nello spirito, se non nella carne. Il suo uccello sembrava si aspettasse ancora di sentire i dettagli.

"E' così tanto sbagliato?" Chiese Ian, voltando di nuovo la faccia verso Jamie. "Oh, beh, non posso dire di aver dato il mio pieno consenso perchè non era proprio quello che avevo in mente di fare, ma..."
"Penso che tu sia diretto all'inferno," Jamie lo rassicurò. "Volevi farlo, che tu ci sia riuscito o meno. E come è successo, se è per questo? Ti ha soltanto...preso in mano?"
Ian emise un lungo, lungo sospiro, e affondò la testa tra le mani. Sembrava gli facesse male. 

"Beh, ci siamo baciati per un po' e c'era molto brandy, un sacco di brandy. Lei...ehm... lei ne ha presa una sorsata e mi ha baciato e ehm...me l'ha versato in bocca, e... "
"Ifrinn!"
"Non volevi intendere 'all'inferno', vero, per favore? Non voglio pensarci."


sabato 4 maggio 2013

Lord John e la Piaga degli Zombie

Un movimento attirò lo sguardo di Grey. Con sua grande sorpresa, il piccolo serpente, dopo essersi lanciato in avanti e indietro con la lingua che assaporava l'aria, aveva iniziato ad attraversare il tavolo con quella che sembrava determinazione, e ondeggiando, si diresse verso di lui. Di riflesso, sollevò una mano per prendere quella piccola cosa affinché non precipitasse a terra.
 Il governatore lo vide, lanciando un forte grido, e si allontanò dal tavolo. Grey lo guardò con stupore, il piccolo serpente gli si arrotolava tra le dita.'Non è velenoso,' disse il più tranquillamente che poteva. Almeno lui non lo pensava. Il suo amico Oliver Gwynne era un filosofo naturale e amante dei serpenti; Gwynne gli aveva mostrato tutti i pezzi della sua collezione durante un pomeriggio da brivido, e gli sembrava di ricordare Gwynne dire che non c'erano rettili velenosi in tutta la Giamaica. Inoltre, quelli cattivi avevano le teste triangolari, mentre i generi innocui le avevano smussate, come questo piccino.
Warren non era disposto ad ascoltare una lezione sulla fisionomia dei serpenti. Tremante di terrore, si appoggiò al muro.
'Dove?' Ansimò. 'Da dove è venuto?' 
'Era appoggiato sul tavolo da quando sono entrato...umm...pensavo fosse...' Beh, chiaramente non era un animale domestico, per non parlare di essere destinato a decorare la tavola. Tossì, e si alzò così da poter mettere fuori il serpente attraverso le porte francesi che davano sul terrazzo.
Warren scambiò il suo intento, però, e vedendolo avvicinarsi, annodandosi il serpente tra le dita, scappò attraverso le porte francese, attraversò la terrazza con un salto e corse lungo la passeggiata lastricata, il cappotto con le code volava come se il diavolo lo stesse inseguendo.Grey lo stava ancora fissando incredulo quando un discreto colpo di tosse dalla porta interna dietro di lui lo fece voltare.
'Gideon Dawes, signore.' Il segretario del governatore era un uomo basso e grassoccio con un viso tondo e rosa, probabilmente di natura piuttosto allegra. Al momento aveva uno sguardo di profonda diffidenza. 'Lei è il tenentecolonnello Grey?'Grey riteneva improbabile che ci fosse una folta schiera di uomini che indossassero la divisa e le mostrine da  tenentecolonnello nelle stanze della Casa del Re in quel momento, ma comunque si inchinò, mormorando: 'Servo vostro, Mr Dawes. Temo che il signor Warren sia stato preso ...emmm...' Fece un cenno verso le porte francesi aperte. 'Forse qualcuno dovrebbe andargli dietro?'

giovedì 2 maggio 2013

MOBY: al posto dei genitori...

"Ahh ...zio", disse Ian con un tono casuale che fece immediatamente focalizzare l'attenzione di suo zio su di lui.
"Cosa?" Disse lo zio con circospezione. "Non hai messo incinta la ragazza, vero?"
"Certo che no!" disse Ian, offeso. "E perché pensi una cosa del genere, mente perversa di uno zio?"
"Perché so abbastanza bene cosa significa di solito un Ahh...zio," Jamie lo informò cinicamente. "Significa che hai in testa una confusione che coinvolge una ragazza e che sei in cerca di consigli. E non so proprio come potresti essere confuso con una ragazza come Rachel. Non ho mai incontraro una ragazza più trasparente - oltre a tua zia Claire ", aggiunse con un breve sorriso.
"Mmphm", disse Ian, non tanto felice per l'acutezza di suo zio, ma costretto ad ammettere la verità. "Bene, allora. E' solo... " Nonostante l'intento benevolo - ed anche innoncente- della domanda, si sentiva la faccia prendere fuoco.
Jamie sollevò le sopracciglia.
"Beh, se hai bisogno di saperlo allora...non ho mai giaciuto con una vergine." Una volta sputato il rospo, si rilassò un po', anche se le sopracciglia di suo zio si alzarono quasi fino ai capelli. "E sì, sono sicuro che Rachel lo sia", aggiunse sulla difensiva.
"Ne sono sicuro anche io," lo zio lo rassicurò. "La maggior parte degli uomini non lo considererebbero un problema."
Ian lo guardò.
"Sai cosa intendo. Voglio che le piaccia."
"Molto lodevole. Hai mai avuto qualche lamentela da altre donne in passato?"
"Hai un atteggiamento strano, zio," disse Ian freddamente. "Sai benissimo cosa voglio dire."
"Dimmi, Ian," disse lo zio, dopo una pausa, "Faresti questa stessa conversazione con tuo padre?" 

"Dio, no."
"Ne sono lusingato", disse Jamie seccamente.


 da Written in my own Heart's Blood

mercoledì 1 maggio 2013

Buon Compleanno Jamie!!!