domenica 16 ottobre 2011

Incontri

Brianna non ebbe alcun dubbio sin dalla prima occhiata, al tempo stesso molto e per nulla sorpresa; lui non era esattamente come se lo era immaginato - sembrava più piccolo, delle normali dimensioni di un uomo - ma il suo viso aveva gli stessi tratti del proprio: il lungo naso diritto e la mandibola tenace, oltre agli allungati occhi da gatto incastonati in ossa massicce.
Mentre usciva dall'ombra degli aceri, il sole gli accese tra la chioma sprazzi ramati. Quasi inconsciamente lei  sollevò una mano e si ravviò una ciocca dei propri capelli dal viso, notando con la coda dell'occhio il medesimo luccichio d'oro rosso.
« Chi stai cercando, ragazza? » domandò. Brusco, ma non scortese. La sua voce era più profonda di quanto si fosse immaginata, la erre arrotata delle Highlands leggera ma ben distinguibile.
«Te», rispose lei tutto d'un fiato. Le parve che il cuore le si fosse incastrato in gola, bloccandole l'uscita delle parole.
Le stava abbastanza vicino perché potesse annusare un vago sentore del suo sudore misto all'effluvio del legno segato di fresco: notò una spolverata di segatura dorata nelle maniche arrotolate della sua camicia di lino. Lui socchiuse gli occhi, divertito, mentre lei lo squadrava in ogni dettaglio del suo abbigliamento, poi sollevò un sopracciglio rossiccio e scosse la testa.
«Spiacente, figliola», si scusò con un mezzo sorriso. «Sono sposato. »
Fece per oltrepassarla, e lei emise un piccolo suono strozzato, tendendo la mano per fermarlo senza però osare del tutto toccargli la manica. Lui si fermò e la guardò con maggior attenzione. « No, guarda che parlavo sul serio: ho una moglie a casa, e casa mia non è molto lontana», soggiunse, nell'evidente desiderio di mostrarsi gentile.
« Sei... tu sei Jamie Fraser, non è vero? »
Lui le lanciò un'occhiata dura.
«Sì», rispose. Il suo volto era di nuovo guardingo, gli occhi stretti contro il sole. Si guardò rapidamente alle spalle in direzione della taverna, ma nulla si muoveva nel vano della porta aperta.
Avanzò di un passo verso di lei.
« Chi ti manda? » domandò piano. « Hai un messaggio per me, figliola? »
«Mi chiamo Brianna», rispose. Lo vide corrugare la fronte, incerto, e poi i suoi occhi ebbero un guizzo. Lo sapeva! Aveva già sentito quel nome e significava qualcosa per lui. Deglutì a fatica, sentendosi avvampare le guance come se se le fosse scottate alla fiamma di una candela.
« Sono tua figlia », dichiarò, con una voce che suonò strozzata alle sue stesse orecchie. « Brianna. »
Lui rimase immobile, senza cambiare minimamente espressione. L'aveva sentita, tuttavia; impallidì, dopodiché un intenso, doloroso rossore gli salì su dalla gola e gli inondò il viso, improvviso come un fuoco tra le stoppie e altrettanto vivido di quello di lei.


Passione oltre al tempo