sabato 22 dicembre 2018

Outlander S4: Intervista a Tim Downie

Parlare con Tim Downie è molto informale, il tipo di intervista che è introdotta dicendo “Salve Governatore!” e invece di confondersi, lui prende e va avanti. Siamo entrati rapidamente in confidenza parlando del suo ruolo di Governatore William Tryon, una figura storica reale, nella serie Outlander. Dopo una lunga mancanza, l’amata serie finalmente è partita con la sua quarta stagione recentemente, basata su Tamburi d’Autunno di Diana Gabaldon.
Abbiamo fatto una richiesta speciale di parlare con Downie e siamo stati contenti di sentirlo raccontare aneddoti interessanti su molti argomenti. Le sue apparizioni nello show andando avanti saranno molto attese, anche se saranno fatte senza i suoi baffi abituali. Tim Downie è quel tipo di persona da cui assaggerei sicuramente una birra. Abbiamo parlato al talentuoso attore al telefono dall’UK, e quanto segue è una versione condensata e revisionata di quell’allegra conversazione.
Brief Take: Come si inserisce Outlander nel tuo percorso di recitazione?
Tim Downie: Va molto bene. Molto, molto bene! Faccio un sacco di cose storiche. Passo molto tempo in parrucca e giacche in broccato molto pesanti. Perciò si adatta molto bene. Sembra essere nella mia opera, se vuoi. Ma è bello poter fare qualcosa con grande entusiasmo. Faccio molte commedie, perciò è bello in un certo senso avvicinarsi a qualcuno, farsi coinvolgere da loro e interpretare qualcuno che… sai, c’è molto in lui, e può essere abbastanza oscuro. Non sai a che punto sei con lui – è un amico o un nemico? Chi è? C’è molto da indossare ed è bello da interpretare, molto bello.
BT: Qual è la tua base per il Governatore? Hai guardato al libro, alla storia o al copione?
TD: Sono stato guidato dal copione. Faccio molte letture ed è bello interpretare qualcuno reale, qualcuno a cui puoi ripensare, o tornare indietro al personaggio, e il tipo di scoperta “okay, questi sarebbero alcuni eventi della sua vita, che cosa ha fatto, da dove viene, dove è stato educato?”, e questo potrebbe contribuire a creare un’opinione su come il personaggio collabora con certe persone, con i gradi della vita, questo genere di cose. Specialmente a quel tempo, era molto classista, sarebbe interessante vedere come avrebbe reagito di fronte a certe persone di certe classi. Penso che questo sia il punto in cui alcune letture di contesto aiutano davvero perché costruiscono alcuni elementi del personaggio, il che è affascinante. Ho visto un bel po’ sui social di quando l’uragano è arrivato a Wilmington e ha allagato la casa di Tryon. Ed è stato interessante nel momento in cui ho finito, improvvisamente è stato come la vita che imita l’arte. Qualcuno di cui non avevo mai sentito parlare prima di interpretarlo, improvvisamente era chiaro, era una storia recente e stava accadendo proprio in quel momento. È sorprendente che abbiamo a che fare con qualcosa che è accaduto più di trecento anni fa, e che avrebbe potuto essere letteralmente ieri.
BT: I fan di Outlander sono stati d’aiuto affinché tanta gente ti scoprisse?
TD: Sicuramente sì, ed è successo molto velocemente, ed è stato grandioso! E finora, sono stati tutti adorabili, [ride] una cosa bellissima e penso che questo dica molto dei fan – sono molto leali e innamorati dei libri, del mondo e dei personaggi, ed sono molto coinvolti emotivamente. Sono stati molto accoglienti e amichevoli verso di me. Sono stato accolto molto bene, è stato grandioso, veramente carino, non si può chiedere di meglio.
BT: Tu e Sam Heughan avete lavorato insieme negli spot di Tennent’s Lager. Siete in contatto da allora?
TD: Sì, siamo stati in contatto da quando abbiamo fatto quegli spot, che era, Dio, probabilmente otto, nove anni fa? Perciò sì, siamo rimasti amici da quando abbiamo fatto quelle pubblicità. Voglio dire là abbiamo girato durante l’eruzione del vulcano in Islanda, se te lo ricordi. C’erano aeroplani a terra e noi dovevamo volare in Repubblica Ceca per le riprese e non potevamo, perciò abbiamo dovuto prendere un pullman. Così abbiamo passato due giorni insieme, senza esserci mai incontrati, ficcati in un pullman, guidando attraverso l’Europa verso la Repubblica Ceca [ride] e questo avvicina le persone. Quando sei messo insieme in questo modo, sai di avere incontrato uno buono. Se riesci a superare tutto questo e ti svegli e fai “dove siamo? In Germania? Sono le tre del mattino, un cartello stradale tedesco, grandioso!” [ride]
BT: È vero che Diana Gabaldon non ti ha riconosciuto nel personaggio?
TD: Sì, è assolutamente vero. Assolutamente vero. So che lei sapeva quando ho annunciato di essere stato scritturato, perché ci seguivamo a vicenda su twitter, le capitò di accennare al fatto che aveva visto il primo episodio, e io le dissi, sai, “Spero che sia andato tutto bene”, o “Spero di essere stato bravo”, o “Spero che ti sia piaciuto”, e lei mi ha detto “Quale sei tu? Non ne ho idea ma ho pensato che tu fossi formidabile!” Perciò ho pensato “grande trasformazione!”
BT: Com’è vedere parti della Scozia trasformarsi nella prima America coloniale?
TD: È meraviglioso! Voglio dire il team di progettisti in Outlander è straordinario. In effetti, ogni reparto in Outlander è straordinario Lo stesso reparto guardaroba, tutti i costumi sono fatti a mano e vedi i dettagli di tutti quei costumi e le fasce, anche le fasce sono vere fasce e sono intrecciate con il metallo e sono pesanti e hai questa sensazione. Ogni cosa è più dettagliata possibile e più reale possibile, così quelle giubbe rosse sono pesanti, come dovrebbero essere. Sarebbe un’esperienza molto diversa se fossero di materiale leggero. Senti davvero, camminando per Wilmington e vedendo cosa hanno fatto, come se fossi lì. È straordinario. È un incredibile lavoro di carpenteria, di costruzione. Fanno cose incredibili. Questo rende il tuo lavoro molto più semplice, perché è tutto davanti a te. I palazzi sono lì, puoi toccarli, sentirli, vederli, sono segnati dalle intemperie, è incredibile quello che hanno fatto.
BT: Il tuo maggiore arco arriva tardi in questa stagione. Cosa non vedi l’ora che gli spettatori vedano?
TD: Ciò che trovo eccitante è l’arco del personaggio nel senso che, al momento, sai, Tryon è molto amichevole con Jamie e vuole il meglio e vuole aiutare qualcuno. E penso che ciò che è interessante sono questi alti e bassi nell’influenza dell’impero, questa sorta di minaccia dell’impero britannico che cova, non si ottiene mai niente per niente. Niente viene dato solo per amore dell’amicizia o per dare una mano a qualcuno. C’è sempre una spina, c’è sempre qualcosa, ma cosa sia è sempre una sorpresa.
BT: Quali sono dei ruoli per i quali la gente ti riconosce?
TD: Paddington assolutamente. C’è una serie che faccio che credo sia ancora su Netflix chiamata Toast of London, una commedia che abbiamo fatto che ha avuto un grande seguito ed è andata su Netflix, è stata menzionata da The New York Times come: “se non vedete nient’altro questo fine settimana, dovete guardare Toast of London”. Sono un maestro del travestimento e la gente dice “Io ti riconosco. Perché?”, ma i baffi aiutano. Ero ne’ Il Discorso del Re, ho ottenuto dei riconoscimenti anche per quello. Anche quello era un serio lavoro da baffi.
BT: Com’è fare un lavoro di Tom Hopper?
TD: È grande! È davvero bello. È abbastanza sciolto in alcuni punti, e lo intendo in maniera molto positiva, dato che gli attori possono trovare il loro palcoscenico, trovare il ritmo della scena dentro di loro. Mi ricordo che quando ho fatto Il Discorso del Re ci fu una grossa nevicata quando stavamo facendo una delle sequenze in cui la cameriera entra e dice qualcosa come “il padre sta morendo”. Durante quella scena della grande tavolata nevicava, a Lancaster House, nevicava, non si poteva entrare, non si poteva uscire, perciò eravamo tutti bloccati lì. Ti trovi a fare le parole crociate con Derek Jacobi e Michael Gambon, cose del genere, quindi arrivi ad un certo punto. Quello che è stato grandioso in proposito era che eravamo in un certo senso legati insieme. Quando è arrivato il momento di fare effettivamente la scena, togliere tutti dalla scena e girare la scena, trovarti dove dovresti essere semplicemente seduto per avere queste conversazioni, è stato bello. Era un modo di lavorare molto fluido. È stata una grande esperienza.
BT: Potresti raccontare un po’ del tuo lavoro di beneficenza?
TD: Assolutamente. Sono ambasciatore di due meravigliose organizzazioni benefiche per bambini, The Sick Children’s Trust che fa un lavoro incredibile assicurando ai genitori di poter stare vicini ai loro bambini quando sono in ospedale e per tutto il tempo di cui hanno bisogno; e Blue Sky Autism che lavora instancabilmente con bambini che utilizzano una terapia cruciale di riposta all’interno spettro autistico sia a Londra che in Scozia.
(X)

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