domenica 2 dicembre 2018

Bees: L'anima dei cani

Guardai la discesa e vidi Jamie emergere dai salici che orlavano il Deep Eddy Creek, spingendo i bambini davanti a sé come un gregge di piccole, disobbedienti pecore, sbattendo l’uno contro l’altro e ridacchiando. Non per la prima volta sentii la mancanza di Rollo, che avrebbe preso la situazione in mano – o nelle zampe – con gusto, e mi feci il segno della croce al pensiero con un sorriso mesto.
“Pensi che sia appropriato pregare per l’anima di un animale?” chiesi a Roger, che stava costruendo il fuoco per la cucina, assistito a Mandy, che si stava rendendo utile porgendogli bastoncini e altri oggetti che pensava dovessero essere inclusi. Si raddrizzò, spolverandosi le mani e mi sorrise.
“Penso che ogni preghiera sia una buona preghiera, ma non penso che i Presbiteriani abbiano una qualche dottrina sugli animali. Quale anomale avevi in mente? Perché se è la Scrofa Bianca…”
“No,” dissi pensierosa. “Sono ragionevolmente sicura che la Scrofa Bianca sia al di là della redenzione, se non un demone di qualche tipo. Stavo pensando a Rollo.”
“Oh, cani. No, tesoro, il fuoco è abbastanza alto ora – dobbiamo lasciare che bruci un poco così che Nonnina possa cucinare la nostra cena. Vai a lavarti le mani – e magari anche la faccia mentre sei lì, aye?”
“E chiedi a Germain di portarmi un secchio d’acqua per favore, Mandy” La chiamai. Lei annuì affabilmente saltellò verso il pozzo, Esmeralda nell’incavo del suo braccio e il suo scamiciato logoro – ora macchiato di carbone di legna – che svolazzava intorno alle sue gambe.
“Cani,” ripeté voltandosi verso di me. “Be’…una volta incontrai un prete cattolico a Inverness…cantava nel coro di St. Stephen, per divertimento, sai; bel baritono… ad ogni modo, una sera l’ho invitato per una pinta e nel corso della conversazione siamo arrivati ai cani. Lui aveva appena perso uno dei suoi animali, un piccolo cane davvero dolce e soffice, che era venuto con lui come d’abitudine e si rannicchiato tra i suoi piedi mentre il canto andava avanti. Perciò io proposi di brindare a Tippy, e tutti nel bar si unirono – be’, comunque, qualcuno chiese a Peter – Peter Drummond, lo chiamavano Padre Peter, - gli chiese se i cani hanno un’anima.”
“Be’, ovvio che ce l’hanno.” Jamie aveva disperso il suo gregge ed era venuto sulla collina in tempo per sentire questo. “Come potresti guardare negli occhi di un cane e dubitarne?”

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