domenica 25 novembre 2018

Bees: Buon compleanno Brianna

Il capanno di Ian era affascinante. Non che fosse molto diverso da qualsiasi altro capanno di montagna che Brianna avesse mai visto, ma si trovava in mezzo a un boschetto di pioppi e le foglie al vento rompevano la luce del sole in un turbinio di luce e ombre, così che il capanno aveva un’aria magica – come se potesse sparire completamente tra gli alberi se uno avesse distolto lo sguardo.
Quattro capre e due agnelli infilarono le teste oltre il loro recinto e iniziarono un cordiale frastuono di saluto, ma nessuno uscì per vedere chi fossero i visitatori.
“Devono essere da qualche parte,” osservò Jamie, strizzando gli occhi verso la casa. “È un biglietto quello sulla porta?”
Lo era; un pezzetto di carta fissato sulla porta con una lunga spina, con una riga di parole incomprensibili che Bree alla fine riconobbe essere gaelico.
“La moglie del Giovane Ian è scozzese?” chiese, con un’espressione accigliata davanti alle parole. Le uniche che era capace di capire erano – pensava – “MacCree” e “capra”.
“Nay, è da parte di Jenny,” disse suo padre, tirando fuori gli occhiali e esaminando la nota. “Dice che lei e Rachel non ci sono per un quilting e se Ian arriva a casa prima di loro, dovrà mungere le capre e mettere da parte metà del latte per il formaggio.
Come se avessero sentito il loro nome, un coro di mehh venne da recinto delle capre.
“Evidentemente neanche Ian è ancora a casa,” osservò Brianna. “Pensi che abbiano bisogno di essere munte adesso? Probabilmente mi ricordo come si fa.”
Suo padre sorrise al pensiero, ma scosse la testa. “Jenny le avrà scritte non più di qualche ora fa – staranno bene fino a stasera.”
Fino a quel momento, aveva svogliatamente immaginato che “Jenny” fosse il nome di una domestica – ma sentendo il tono in cui Jamie lo aveva detto, sbatté gli occhi.
“Jenny. Tua sorella Jenny?” disse, incredula. “È qui?”
Lui sembrava in parte sorpreso.
“Aye, è lei. Mi dispiace, ragazza. Non mi sono mai soffermato a pensare che non lo sapessi. Lei – aspetta.” Alzò una mano, guardandola con attenzione. “Le lettere. Abbiamo scritto – be’, Claire ha scritto la maggior parte di esse – ma-”
“La abbiamo ricevute.” Si sentì senza fiato, la stessa sensazione che aveva provato quando Roger aveva portato la scatola di legno con il nome completo di Jemmy inciso sul coperchio, e loro l’avevano aperta trovando le lettere. E la travolgente sensazione di sollievo, gioia, e rimpianto, quando aveva aperto la prima lettera e visto le parole “Siamo vivi…”
La stessa sensazione si diffuse rapidamente in lei adesso, e le lacrime la colsero di sorpresa, al punto che ogni cosa intorno a lei tremolò e si offuscò, come se il capanno, suo padre e lei stessa stessero per scomparire completamente, dissolversi dentro la luce scintillante dei pioppi. Fece un piccolo suono strozzato, e il braccio di suo padre la avvolse, tenendola stretta.
“Non abbiamo mai pensato che vi avremmo rivisti,” sussurrò tra i suoi capelli, la sua stessa voce strozzata. “Mai, a leannan. Avevo paura – tanta paura che non aveste trovato la salvezza, che… foste morti, tutti voi, persi lì – lì dentro. E noi non lo avremmo mai saputo.”
“Non potevamo dirvelo.” Alzò la testa dalla sua spalla e si asciugò il naso sul dorso della mano. “Ma voi potevate dirlo a noi. Quelle lettere… sapere che eravate vivi. Voglio dire…”. Si fermò all’improvviso, e scacciò le ultime lacrime, vide Jamie distogliere lo sguardo, scacciando le lacrime lui stesso.
“Ma noi non lo eravamo,” disse con dolcezza. “Noi eravamo morti quando avete letto quelle lettere.”
“No, non lo eravate,” disse con fervore, afferrando la sua mano. “Non ho voluto leggere tutte subito. Le ho distanziate – perché finché c’erano ancora lettere non aperte… voi eravate ancora vivi.”
“Niente di questo importa, ragazza,” disse alla fine, molto piano. Alzò la sua mano e le baciò le nocche, il suo respiro caldo e leggero sulla sua pelle. “Sei qui. E così noi. Null’altro importa.”

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