domenica 12 agosto 2018

Intervista a Susanna Fogel

La regista di “The Spy Who Dumped Me (Il tuo ex non muore mai)” Susanna Fogel sull’amicizia tra donne e Sam Heughan
Mentre molti registi-autori riempiono i loro film con elementi autobiografici, Susanna Fogel dice che il presupposto principale di “The Spy Who Dumped Me” è pura invenzione. “Mi piacerebbe dirti che ho avuto una fantastica avventura di spie piena di inseguimenti d’auto e intrighi, ma non è quello che è successo,” dice ridendo.
Fogel ha scritto la commedia d’azione in collaborazione con David Iserson e debutta nei cinema giovedì con Mila Kunis che interpreta Audrey, la scaricata titolare, e Kate McKinnon, come la sua migliore amica, Morgan. Dopo che Audrey apprende che il suo ex era una spia della CIA, lei e Morgan sono catapultate in una serie di viaggi internazionali che coinvolgono un altro agente governativo (la star di “Outlander” Sam Heughan), avventure dinamiche, e telefonate frenetiche dai suoi genitori (Jan Curtine Paul Reiser) che sono più concentrati su come funziona la tv da remoto.
Quello che c’è di personale per la Fogel è la profonda amicizia tra due donne vista sullo schermo, qualcosa che lei dice non si vede molto nei film con le donne. “Ho queste amiche meravigliose e sono solidali e affettuose e puoi veramente essere te stessa con loro in un modo in cui alcune persone non possono nemmeno con i loro partener,” fa notare. “David e io volevamo mostrare quello, perciò quello è autobiografico. Quello, e i genitori ebrei concentrati su un problema minore quanto c’è in gioco la salvezza del mondo.”

Mila e Kate sono perfette per i loro ruoli. Come sono state scelte?
Kate ebbe una piccola parte nel mio primo film, “Life Partners,”; era anche il suo primo film. Questo è stato prima che diventasse un’icona della commedia. Perciò è stata anche la prima persona che abbiamo avvicinato. È perfetta perché Morgan è quel tipo di persona che cerca un’opportunità per girare la manopola fino a 11 e agitare le mani. Inoltre, è anche una persona ponderata, presente, introversa che può dare umanità a un personaggio come quello. E Mila è proprio la controparte perfetta perché sembra una ragazza che ha delle amiche ed è alla mano ma intelligente e sicura di sé. È facile identificarsi con lei. E può mostrare insicurezza in maniera credibile e questa donna intelligente e bella può anche sentirsi vulnerabile.

L’intesa tra Mila e Kate è fantastica: Si erano incontrate in precedenza?
Si sono incontrate alla lettura delle tabelle e ovviamente, se non avessero avuto intesa, non avrebbe funzionato. Ma è stata quasi istantanea. Le donne hanno tra loro così tanta semplificazione, sembrava che si conoscessero da sempre. Il primo giorno della prova costumi a Kate piaceva questa tuta di lino che Mila stava indossando casualmente e Mila se l’è tolta e l’ha data da indossare a Kate. Hanno creato velocemente una vera amicizia.

Recentemente ho parlato con Mila a proposito del lavorare con una regista donna e lei ha notato che una differenza era “nessuno sta urlando con un altro.”
(Ride) L’ho sentito. Abbiamo una grande esperienza. Non riesco a immaginare di riuscire a finire una giornata in maniera efficiente se ti stai prendendo una pausa per avere una crisi di nervi con qualcuno. Non riesco a immaginare l’inefficienza di urlare. Come stai nei tempi previsti?

Una vera svolta in questo film è Sam Heughan, la star di “Outlander”, ma non avevo molta familiarità con lui prima di questo. Rivela di essere bravo con la commedia.
Neanch’io avevo familiarità con lui, a quanto pare a differenza di ogni altra donna sul pianeta. Dopo averlo scritturato, le mamme, le zie e le amiche di molte persone erano come, “Mi piace quel tipo!”. Per pura coincidenza, pochi giorni prima che lui fosse coinvolto, un amico tentò di spiegarmi la trama di “Outlander” e io mi persi completamente. Ma lui ispira così tanta tenerezza. Il ruolo non era stato scritto per un tipo così muscoloso com’è lui naturalmente, ma è così dolce e naturale da renderlo abbordabile. Per noi era come “Non dobbiamo rimproverarlo per essere così attraente!”

Il film è un crescendo fantastico, con grandi scene d’azione; hai sempre saputo che lo avresti diretto?
Quando abbiamo cominciato a scriverlo, volevamo solo vedere il film realizzato. Ne avevo diretti alcuni, ma il salto da un film indipendente a uno con molte parti movimentate è un prodotto più difficile da vendere. Penso che se qualcuno avesse detto, “Voglio fare questo ma non con te che dirigi” noi avremmo discusso e non l’avremmo impedito. Voglio dire, non avevo ancora nessuna prova che potevo dirigere un film d’azione e io dovevo capire questo. Ma mentre facevamo la lista di altri registi che avremmo potuto contattare, diventava chiaro che un regista con esperienza in film d’azione – come ad esempio un uomo di mezza età – poteva non comprendere il legame di amicizia. Se un tipo Michael Bay non realizza quell’amicizia femminile il film non funzionerà. Invece io potevo sfidare me stessa a lavorare con un direttore delle acrobazie e mi sembrava una curva di apprendimento più realistica.

Ha finito per essere intimidatorio?
In astratto, sì. Sembrava una prospettiva molto scoraggiante ma continuavo a chiedermi un uomo in questa situazione potrebbe esprimere dubbi o piuttosto fingere fino a che non lo ha fatto? Così mi sono presentata come del tutto sicura di me, anche se sapevo che avrei dovuto capire le cose velocemente. Come spettatore mi piacciono i film d’azione e ho molte opinioni su come le commedie d’azione non rendono davvero giustizia a ciò che trovo emozionante in un film d’azione, che è il brivido genuino di vedere qualcosa che sembra davvero una posta in gioco alta. Molto tempo è recitato in risate e azione, che annacquano la sensazione di pericolo.

Come ci si sente a essere un regista donna in un periodo in cui l’industria ne parla, e noi speriamo di vederne sempre di più?
È un onore essere una persona che può parlare di questo, sono emozionata ad essere nella posizione per incoraggiare altre donne a farlo. È un po’ deprimente sentire le statistiche e vorrei che ci fossero così tante donne che non dovremmo nemmeno fare la domanda. Ma finché non lo faremo prendo la responsabilità seriamente, Non avevo molti uomini a cui fare domande quando stavo cominciando. C’erano due registe donne con cui le persone mi hanno suggerito di parlare quando stavo cominciando ed erano Nancy Meyers e Kathryn Bigelow. Gli uomini che iniziano hanno così tante scelte di registi a cui collegarsi artisticamente e da cui essere guidati e con cui collaborare. Io non avevo una me stessa più vecchia, con più esperienza di me che mi aiutasse. Perciò spero che tutte le donne che fanno film ora siano consapevoli che abbiamo l’opportunità di essere quei nuovi registi.
(X)

0 comments: