martedì 14 agosto 2018

Diana Gabaldon, Outlander e il Jamie di Sam Heughan


Diana Gabaldon parla della scrittura di Outlander e di Sam Heughan come Jamie

Alla rassegna stampa della TCA (Television Critics Association) sulla prossima serie della PBS (Public Broadcasting Service) The Great American Read, era presente anche l’autrice di Outlander Diana Gabaldon (assieme a Meredith Viera e Nicholas Sparks) che ha parlato del diventare scrittori, del vedere l’adattamento televisivo della propria opera e di alcuni dei suoi romanzi preferiti. Nella serie di otto puntate, Meredith Viera analizzerà i 100 romanzi americani più amati (scelti tramite il sondaggio ancora in corso) e analizzerà cosa queste scelte possono dirci della cultura americana. Alla Gabaldon è stato ovviamente chiesto del suo libro preferito: “Oh bè, scegliere un solo libro preferito in un universo di libri è impossibile,” ha detto. “E’ un testa a testa tra Alice nel Paese delle Meraviglie e Un volo di colombe. E presa questa decisione mi sono chiesta ‘Cos’hanno in comune questi libri? Perché mi piacciono entrambi così tanto?’ Alla fine ho deciso che è perché condividono quello che mio marito dice, riferendosi al mio lavoro, quella scuola narrativa chiamata ʿuna dannata cosa dopo l’altra.ʾ
Alcuni dei punti più interessanti della discussione sono stati, effettivamente, le affermazioni della Gabaldon riguardo scrittura e processo creativo. “Non scrivo in linea retta e non pianifico le storie in anticipo. In effetti non so davvero cosa succederà in un libro,” dice. “Ho iniziato a scrivere Outlander per esercitarmi. Sapevo che sarei dovuta essere una scrittrice, ma non sapevo come fare; perciò ho deciso che l’unico modo per imparare era di scrivere concretamente un romanzo. Quindi, Outlander è stato il mio libro degli esercizi. Non l’avrei mostrato a nessuno, quindi non importava cosa ci avrei fatto. Non doveva avere un genere preciso, quindi ci ho messo qualsiasi cosa mi piacesse. Leggo da quando ho tre anni, mi piacciono un sacco di cose e perciò ce le ho messe tutte.
La Gabaldon ha raccontato di come è stata scoperta: postando su una bacheca del server  CompuServe, che trattava di discussioni di letteratura. “Ho sempre saputo di dover essere una scrittrice, e a 36 anni mi son detta, ‘Bè, allora ti converrà iniziare a scrivere un romanzo.’ O meglio, quello che ho detto realmente era ʿMozart è morto a 36 anni. Ti conviene darti una mossa.ʾ E così ho fatto.” E’ iniziato tutto quando stava discutendo con un uomo che stava tentando di dirle cosa volesse dire essere incinta (lei ha tre figli), e lei l’ha corretto condividendo un estratto della storia che aveva scritto, dove una donna ne parlava al fratello. Le persone lo lessero e chiesero di più, quindi continuò a scrivere estratti fino a quando qualcuno, in bacheca, le ha consigliato un agente letterario. “Mio marito dice che sono geneticamente incapace di perdere una discussione, e ha ragione. Ecco perché ho superato le mie paure di mostrare cosa stavo scrivendo, per vincere una discussione. E per la cronaca l’ho fatto, ho vinto.”
Una delle domande più interessanti del panel è stata: “Dopo che un’opera è stata adattata in un film o in uno show televisivo, quando gli autori scrivono, vedono nella propria testa gli attori, o vedono ancora le fattezze originali dei loro personaggi?”. La Gabaldon ha risposto in riferimento alla serie Starz, “So che per molti lettori –e lo so perché me lo scrivono sulla mia pagina facebook e simili– il vedere gli attori sostituisce, in effetti, la versione originale. Con me non accade. Rimangono stessi di sempre.
Tuttavia, quando è stato fatto il casting a Sam Heughan, ha capito subito che era giusto per la parte:
La prima volta che ho visto Sam Heughan, mi avevano mandato questa audizione per Jamie Fraser, e stavo guardando le sue fotografie in viaggio, ovunque stessi andando, e aveva una filmografia molto ridotta, non molte fotografie, e, a essere onesta, quelle che aveva dato erano strane. Ad ogni modo, quando ho visto l’audizione non sapevo proprio cosa aspettarmi. E’ comparso. Cinque secondi che lo guardavo e stavo dicendo che non assomigliava per niente a quelle foto. Stava benissimo. Cinque secondi in più e se n’era andato, lì davanti c’era solo Jamie Fraser. L’ho riconosciuto subito.

La Gabaldon sta attualmente lavorando al nono libro di Outlander, e ha detto che sta rileggendo il suo predecessore, Written in My Own Heart’s Blood, perché “mi sono imbattuta in alcuni pezzi, sapete, una traccia di grande impatto che ho lasciato nell’ultimo libro. Quindi tornerò indietro a rileggerlo e per riprenderla, così che possa ricomparire nel nuovo libro con la stessa forza emotiva.
E per quanto riguarda le sue abitudini di scrittura ha detto: “Quando ho deciso di scrivere un romanzo avevo due lavori a tempo pieno e 3 bambini sotto i sei anni, quindi che nessuno mi venga a dire che non ha tempo per scrivere. Io ho imparato a scrivere nel mezzo della notte e lo faccio ancora. Quindi metto a letto mio marito alle 9 o giù di lì, e poi io e i cani ci sdraiamo sul divano per un po’ e mi addormento per un’ora o due. Poi mi alzo, i cani si prendono un osso e io una Diet Coke. Torniamo al lavoro fino alle 4 del mattino. E’ il momento migliore. Posso scrivere ad altre ore del giorno, basta che mi si lasci sola.” E ha continuato dicendo, "ho imparato come evitare il blocco dello scrittore quando stavo scrivendo la mia tesi di dottorato, perché lì ne ho avuto terribile, come chiunque. Si chiamava La scelta del sito del nido della Gymnorhinus Cyanocephalus, la ghiandaia dei pini, o, come dice mio marito, “Perché gli uccelli costruiscono nidi e dove lo fanno, e comunque a chi importa?” 

[E’ stato] l’unico momento della mia vita in cui sono stata depressa, ma lo sono stata. In ogni caso, ho imparato velocemente che passare tutto il giorno a leggere i gialli di “Nero Wolfe”, mi avrebbe depressa ancora di più. Invece, il poter annotare i progressi, scrivere le analisi dei dati per la figura 2.2, mi avrebbe invece trasmesso una spinta positiva di incoraggiamento.
Quindi ho imparato a sforzarmi di scrivere con il fine di fare un resoconto, per così dire. Tengo nota di ogni singola parola che scrivo. Quando mi fermo e vado al bagno o altro, scrivo in cima al mio file quante parole ci sono in più rispetto all’ultima volta che ho spento il pc. Così puoi vedere il totale aumentare pian piano. Alcuni giorni sono 40 parole. Altre sono 1500, ed è quando lavoro su una determinata scena o a più scene in una volta. E’ così che funziona con alcune scene: a volte vengono fuori da sole. Altre no. In pratica, la morale della favola è che si continui a scrivere.”
The Great American Read arriverà l’11 settembre sulla PBS, mentre Outlander questo novembre su Starz.

Traduzione di Chiara R
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