Non parlarono molto durante la modesta colazione; entrambi erano mossi da un crescente senso di urgenza. William pensava che fossero a buon punto, ma era limitato nelle sue stime dal fatto di non sapere esattamente dove fossero. Stavano decisamente scendendo, comunque, e il bosco sembrava meno fitto. Fraser aveva detto che probabilmente sarebbero arrivati ai piedi della montagna in due giorni, dove le strade erano migliori e avrebbero viaggiato più velocemente. William sperava che fosse così.
Irritato com’era dalla distanza e dalle ripetute difficoltà nell’attraversare ruscelli, alberi caduti e smottamenti, tali difficoltà gli impedivano temporaneamente di pensare. Non spesso, ma qualche volta.
La strada si allargò e Fraser gli si avvicinò.
Fraser sembrava stare riflettendo su qualcosa. Giustamente, pensava William; anche lui. Anche se in realtà, si rese conto che lui stava più che altro provando a non esaminare la questione. Papà, principalmente, e cosa gli stava succedendo – cosa poteva essergli già successo, in tutto il tempo che ci era voluto… e se fossero arrivati tardi? E se fosse stato già ferito – o ucciso? Scacciò tutti quei pensieri con forza – per la centesima volta – stringendo i denti.
E nel momento in cui la sua mascella si rilassò, ecco Amaranthus. Di nuovo. Sbatté gli occhi.
Dannazione, come sei entrata qui? Chiese in silenzio. Perché era lì, palesemente nella sua mente, il suo fichu allentato, che pendeva dalla sua mano e i seni bianchi che si incurvavano nell’ombra del suo abito… i suoi occhi erano diventati grigi, come quando era pensierosa o spaventata.
«Va via,» mormorò. «Vai via e basta!»
«Cosa?» La voce di Fraser lo colse di sorpresa, e Amaranthus sparì, lasciando lo scozzese che lo guardava un po’ perplesso.
«Un tafano,» Disse William bruscamente, e strofinandosi l’orecchio con irritazione.
Fraser emise un suono che indicava accettazione e non si dissero nient’altro fino a che non si fermarono presso un piccolo torrente per abbeverare i cavalli e urinare.
«Non so molto della tua vita di recente,» disse Fraser con naturalezza, mentre stavano per rimontare a cavallo, «e tu non sai niente della mia. Se c’è qualcosa che vuoi sapere, chiedi e te lo dirò. Qualsiasi cosa a patto che la storia riguardi me.»
Senza aspettare una risposta, balzò in sella — con la grazia di un uomo più giovane, pensò William. Doveva avere cinquant’anni, almeno…
«Grazie,» disse William, per mancanza di altro da dire.
[fine della sezione]
Irritato com’era dalla distanza e dalle ripetute difficoltà nell’attraversare ruscelli, alberi caduti e smottamenti, tali difficoltà gli impedivano temporaneamente di pensare. Non spesso, ma qualche volta.
La strada si allargò e Fraser gli si avvicinò.
Fraser sembrava stare riflettendo su qualcosa. Giustamente, pensava William; anche lui. Anche se in realtà, si rese conto che lui stava più che altro provando a non esaminare la questione. Papà, principalmente, e cosa gli stava succedendo – cosa poteva essergli già successo, in tutto il tempo che ci era voluto… e se fossero arrivati tardi? E se fosse stato già ferito – o ucciso? Scacciò tutti quei pensieri con forza – per la centesima volta – stringendo i denti.
E nel momento in cui la sua mascella si rilassò, ecco Amaranthus. Di nuovo. Sbatté gli occhi.
Dannazione, come sei entrata qui? Chiese in silenzio. Perché era lì, palesemente nella sua mente, il suo fichu allentato, che pendeva dalla sua mano e i seni bianchi che si incurvavano nell’ombra del suo abito… i suoi occhi erano diventati grigi, come quando era pensierosa o spaventata.
«Va via,» mormorò. «Vai via e basta!»
«Cosa?» La voce di Fraser lo colse di sorpresa, e Amaranthus sparì, lasciando lo scozzese che lo guardava un po’ perplesso.
«Un tafano,» Disse William bruscamente, e strofinandosi l’orecchio con irritazione.
Fraser emise un suono che indicava accettazione e non si dissero nient’altro fino a che non si fermarono presso un piccolo torrente per abbeverare i cavalli e urinare.
«Non so molto della tua vita di recente,» disse Fraser con naturalezza, mentre stavano per rimontare a cavallo, «e tu non sai niente della mia. Se c’è qualcosa che vuoi sapere, chiedi e te lo dirò. Qualsiasi cosa a patto che la storia riguardi me.»
Senza aspettare una risposta, balzò in sella — con la grazia di un uomo più giovane, pensò William. Doveva avere cinquant’anni, almeno…
«Grazie,» disse William, per mancanza di altro da dire.
[fine della sezione]
[Incontro con cattivi, che rubano i loro cavalli — Jamie ne uccide uno? Che ha uno scalpo biondo alla cintura]
«Cosa—» La bocca di William era secca e dovette mettere in moto la lingua per produrre abbastanza umidità per parlare. Accennò all’ammasso di capelli biondi che giaceva sul terreno, sfilacciato e aggrovigliato.
Fraser fece una smorfia, ma annuì e scuotendo un fazzoletto macchiato di fumo, si accovacciò e gentilmente mise l’orribile reliquia nella stoffa, che annodò in un accurato pacchetto.
«Accenderemo un fuoco quando ci fermeremo per la notte. Diremo una preghiera e lo bruceremo,» disse, ficcando con cautela il pacchetto nella sacca.
«Io— sì, va bene.»
[Lo fanno, e Jamie recita parte della preghiera per la Guida dell’Anima. Restano in silenzio per un poco, guardando i capelli andare in fumo (odore di capelli bruciati).]
[Mosso da un impulso, (un giorno o giorni dopo) William chiede a Jamie se possono recitare una preghiera per sua madre, quando si fermano la sera. Jamie dice di sì e dopo un silenzio condiviso, chiede a William se pensa spesso a sua madre.]
«Pensi spesso a tua madre?»
William prese un respiro profondo.
«Ogni tanto. Voi?»
[reazione]
«Non spesso. Di più, comunque, da quando sei arrivato. Hai il suo sguardo, a volte.»
Cavalcarono per un paio di ore in silenzio, William rimuginava sulle cose nella sua mente, Fraser apparentemente perso nei suoi pensieri. La strada era tranquilla, e non avevano incontrato nessun altro, da mezzogiorno del giorno prima. [Perdere temporaneamente la strada e trovarsi in una fitta vegetazione – scendere per la collina- comincia la pianura?]
«Mia madre non seppe nulla di me,» disse William brevemente. «È morta quando sono nato — lo saprete sicuramente.»
Fraser scosse la testa.
«Nay, a bhailach. Lei ti ha conosciuto.»
«Cosa vi fa dire questo?» chiese William bruscamente. Non gli piaceva parlare di sua madre.
«È morta il giorno in cui sei nato, aye,» disse Fraser. Aveva le redini raggruppate in una mano, e con l'altra spingeva via i rami bassi mentre si chinava sotto di essi, mentre le sue parole risuonavano tra le foglie, leggermente attutite, ma abbastanza chiare. «Ma non quando sei nato.»
William si irrigidì sulla sella, e Trajan sbuffò in una mezza domanda. William spinse frettolosamente il cavallo tra le foglie e lo fece uscire dall'altro lato. Fraser lo stava aspettando, la sua faccia attentamente inespressiva.
«Io—pensavo— mia nonna mi disse che ero la causa della sua morte!»
«No, non hai fatto neanche questo,» lo corresse Fraser. «Geneva è stata bene per alcune ore dopo che sei nato, e stava seduta, tenendoti in braccio, accarezzandoti e ridendo. È stato più tardi quel giorno — ore dopo — che il sanguinamento è ricominciato e il dottore non ha potuto arrestarlo.»
Diede un colpetto al suo cavallo per farlo muovere e si chinò per passare sotto un grosso ramo di sicomoro, mentre la sua voce risuonava dietro le spalle.
«Lei ti conosceva.»
William riuscì a malapena ad afferrare il ramo che si ritrasse di scatto, inondandolo di [foglie?]. (profumate? Che odore hanno i sicomori?)
«Non lo sapevo.» William si sentì come se qualcuno gli avesse dato un pugno nello stomaco con una mano avvolta intorno a qualcosa di pesante — anche qualcosa di prezioso, come un pezzo d’oro. «Pensavo… mi hanno detto che è morta quando sono nato, pensavo che era stato allora che è morta, durante il parto.» La sua bocca era diventata secca e si leccò le labbra. «Non sapevo che mi avesse…visto.»
«Lei ti vide,» disse Fraser, la sua voce quieta. «E ti ha amato. Ti è stata portata via — ma non ti avrebbe lasciato. Non se ne sarebbe andata, se avesse potuto rimanere.»
Quella frase trafisse il cuore di William, che per un attimo respirò a bocca aperta, incapace di parlare per paura di scoppiare a piangere.
Più tardi…
«Voi mi avete lasciato.»
«Sì.» Fraser esitò, che fosse per riluttanza, o semplicemente per il peso delle sue parole. La seconda, evidentemente, perché si spostò per guardare William direttamente e incontrare il suo sguardo.
«Come tua madre,» disse con calma, «sarei rimasto se avessi potuto.»
William fece un suono che non era esattamente un “hmpf” ma vicino. «Voi non siete morto. Cosa vi ha fatto partire, dunque?»
La bocca di Fraser si arricciò un poco nell’angolo, un movimento troppo piccolo per essere un sorriso.
«Quando avevi sei anni,» disse con precisione, «il tuo naso ha cominciato a crescere.»
«Il mio cosa?»
Fraser si toccò il naso, lungo e dritto, e di riflesso, William toccò il suo… lungo ed ugualmente dritto.
«E le tue sopracciglia cominciarono a inspessirsi — non rosse, grazie a Dio, ma spesse e della stessa forma delle mie. E i tuoi occhi cominciarono a scurirsi.» Prese un respiro profondo, ma continuò.
«Le tue spalle erano da sempre come le mie, da quando potevi stare in piedi, ma nessuno nota queste cose in un bambino. Ma quando hai cominciato ad allungarti, le tue gambe lunghe e dritte…»
Si fermò, stringendo le labbra per un momento come a decidere se andare avanti o no, ma lo fece.
«Parlai con John Grey —quando decisi che dovevo andarmene. Ero prigioniero della Corona, sai; lui era responsabile della mia libertà vigilata — aveva fatto in modo che lavorassi a Helwater. Non ha mai chiesto perché; quello che disse fu, ‘Tutti gli uomini hanno dei segreti. Il tuo se ne va in giro.’»
William vide la gola di Fraser andare su e giù mentre deglutiva, una volta.
«Così mi sono spezzato il cuore in silenzio,» disse con calma, «e forse il tuo, anche se spero non troppo — e me ne andai. Ti lasciai.»
Prese un profondo respiro, e alla fine, abbassò lo sguardo, schiarendosi la gola con un lieve “hem”
William aprì la bocca, ma non poté fare altro che respirare attraverso di essa. Le sue ginocchia sembravano ormai staccate dal corpo, ma riuscì ad alzarsi, a voltare le spalle al padre e ad allontanarsi. C'era un piccolo alberello di pino a pochi metri di distanza e si fermò lì, aggrappandosi con entrambe le mani al tronco elastico, dalla corteccia ruvida e profumato, come se la sua vita dipendesse dal non lasciarlo andare.
[fine della sezione]
*Ritratto: Uomini a cavallo sulla spiaggia, Max Lieberman (1847 - 1935)








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