lunedì 16 novembre 2015

Estratto 9° libro: Indagini

William aveva una mezza speranza che le sue indagini su Lord John Grey sarebbero finite in nulla o con la notizia che Sua Signoria era tornato in Inghilterra. Nessuna di queste fortune. L'assistente di Sir Archibald Campbell aveva potuto indirizzarlo subito alla volta di una casa in Garden Street, ed era con il cuore che batteva forte e con del piombo nello stomaco che scese le scale del quartier generale di Campbell per incontrare Cinnamon che aspettava in strada.
La sua ansia si disperse l'attimo dopo, però, appena Sir Archibald in persona entrò accompagnato da due aiutanti. L'impulso di William fu di indossare il cappello, abbassare il viso e muoversi velocemente nella speranza di non essere riconosciuto. Il suo orgoglio, al contrario, non ne voleva sapere nulla e invece marciò a testa alta, e fece un freddo cenno a Sir Archibald al suo passaggio.
"Buon giorno a voi, Signore," disse. Campbell, che aveva detto qualcosa ad uno dei collaboratori, alzò lo sguardo assente, poi si fermò di colpo, irrigidendosi.

"Cosa diavolo ci fate qui?", disse con la faccia scura come una braciola bruciata.
"I miei affari, sir, non la riguardano," disse William cortesemente, e fece per andarsene.
"Codardo", disse sprezzante Campbell alle sue spalle. "Codardo e magnaccia. Andatevene dalla mia vista prima che vi faccia arrestare."

La mente logica di William gli stava dicendo che erano i rapporti di Campbell con lo zio Hal a stare dietro a questo insulto e non doveva farne una questione personale. Doveva camminare dritto, come se non avesse sentito.
Si voltò, la ghiaia schiacciata sotto il tacco, e la sua sola espressione del suo volto fece impallidire Sir Archibald che saltò indietro dando tempo a John Cinnamon di avanzare di tre enormi passi e afferrare da dietro le braccia di William.

"[Andiamo, idiota - in francese]," sibilò all'orecchio di William. "Veloce!" Cinnamon superava William di venti chili e sapeva il fatto suo, motivo per cui William non lo contrastò. Non si girò, comunque, ma indietreggiò - sotto la stretta di Cinnamon - lentamente verso la porta, gli occhi fiammeggianti fissi sul viso chiazzato di Campbell.
"Cosa c'è che non va, gonze?" Domandò Cinnamon, una volta al sicuro fuori dal cancello e fuori dalla vista della guardia del palazzo. La semplice curiosità nella sua voce calmò un po' William e si passò una mano sul viso prima di rispondere.
"Scusa," disse, e prese fiato. "Quel...lui...quell'uomo è responsabile della morte di una...una giovane donna. Che conoscevo."

"Merde", disse Cinnamon, girandosi verso la casa. "Jane?"
"Cosa...come...dove hai sentito quel nome?" Chiese William. Il piombo nel suo ventre aveva preso fuoco e si era sciolto, lasciandosi dietro un vuoto ustionante. Poteva ancora vedere le sue mani, dalle lunghe dita bianche, mentre gliele sistemava sul suo petto, incociandole delicatamente i polsi lacerati fasciati di nero.
"Lo pronunci nel sonno, a volte", disse Cinnamon con un alzata di spalle dispiaciuta.

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