lunedì 24 agosto 2015

Estratto 9° libro: Spedizione

Più affilato del dente di un serpente

Si stavano dirigendo a nord-ovest. Roger aveva imparato a orientarsi con il sole e le stelle, quando aveva esaminato i confini delle terre di Jamie, anni prima, ma non era un'abilità di cui aveva avuto molto bisogno in Scozia. Pensava che ora fossero vicini al limite della concessione terriera; pensava di ricordarsi di quello sperone di roccia. Certo, ce n'erano migliaia di formazioni rocciose simili in North Carolina occidentale, ma qualcosa in questa qui gli fece squillare un campanello mentale.
"C'è odore d'uva", disse Jemmy, annusando profondo. "Lo senti, papà?"
"Aye, lo sento." C'era; l'intera collina era costellata di pallidi massi enormi, inusuali tra le roccie scure vicino al terreno - ma ancora più inusuale era il vasto groviglio di viti selvatiche che strisciavano sopra i massi e si arrampicavano sui radi alberi che spuntavano in mezzo a loro. I grappoli erano maturi da tempo, la maggior parte di loro mangiucchiati da uccelli, insetti, lupi, orsi e chiunque altro con un debole per il dolce. Eppure, il lieve profumo di uva passa si stendeva come un velo nell'aria e il pungente aroma delle viti essiccate era tagliente.
Jamie sciolse una lunga vite legnosa per la sua lunghezza ed era impegnato a tagliarla in diversi bastoni nodosi, ciascuno lungo circa tre piedi. Ne diede uno a Jem e un altro a Roger, con una laconica parola, "Serpenti".

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