mercoledì 24 giugno 2015

Sam Heughan e il viaggio di Jamie nella S2 di Outlander

**Attenzione Spoiler: questa intervista contiene dettagli della trama dell'intera prima stagione di Outlander**

La corsa agli Emmy come attore protagonista in una serie tv è stata per molto tempo dominata da antieroi torturati e da cattivi impenitenti, come se "i bravi ragazzi" non potessero più essere abbastanza interessanti da prendere il primo premio. Il protagonista di Outlander, Sam Heughan sfida questa ipotesi interpretando un personaggio simbolo del tradizionale eroe - Jamie Fraser, un guerriero alto e focoso delle Highlands - che segue una direzione poco esplorata in qualsiasi programma tv: un protagonista maschile romantico che diventa vittima di una brutale aggressione fisica e sessuale da parte di un sadico capitano dell'esercito inglese chiamato Black Jack Randall (Tobias Menzies), sovvertendo la tradizionale trama delle serie storico fantasy in cui sono i personaggi femminili a venir violentati come apparentemente "inevitabile" conseguenza di quel tempo.
Nell'Outlander di Starz, Jamie e sua moglie, Claire (Caitriona Balfe) sono entrambi dei personaggi capaci e dalle grandi risorse che si imbattono in diversi casi di violenza sessualizzata, ma sovvertendo la trama con cui solitamente la televisione ritrae i personaggi maschile e femminile (e gli appetiti dei cattivi), la serie storica di Ron Moore - tratta dal romanzo di Diana Gabaldon con lo stesso nome - costringe il pubblico a confrontarsi con i propri preconcetti sul cosa costituisca "forza" e "debolezza", mentre si esplora il grande prezzo di un calvario devastante che viene spesso trattato come una situazione usa e getta in molte serie TV, destinato a scioccare il pubblico o a fungere da catalizzatore per i suoi eroi, prima di venir messi sotto il tappeto con un espediente narrativo. Questo improbabile arco del personaggio ha permesso a Heughan di proporre una delle più coraggiose ed interessanti performance della stagione televisiva, abilmente condotta su alcuni argomenti veramente impegnativi con pathos ed intensità.
Variety ha parlato con Heughan sul difficile viaggio di Jamie nel corso della prima stagione, il costo emotivo del suo incontro con Randall e ciò che accadrà a Jamie e Claire nella seconda stagione.

I fan dei libri di Diana si aspettano di vedere il viaggio di Jamie sullo schermo ormai da anni, e abbiamo parlato della sua direzione nella stagione uno da quando hai iniziato a fare interviste per promuovere lo show. Come ci si sente ora che l'ìintera stagione è andata in onda per intero?
Inizialmente, il sollievo è stata probabilmente la prima emozione perché è un grande evento e abbiamo lavorato veramente molto su quelle scene e ne sono davvero orgoglioso. Ne abbiamo ovviamente parlato per un po' - ed ero eccitato di vedere cosa la gente avrebbe pensato e anche nervoso di averlo fatto bene. In definitiva, ne sono molto orgoglioso e la reazione è stata incredibile.

Gran parte del penultimo episodio della prima stagione, "Wentworth Prison," è stato tra te e Tobias in una cella scarsamente illuminata e la tensione era palpabile - eravate come un paio di animali in gabbia che vi soppesavate a vicenda. Come hai affrontato quelle scene?
E' piuttosto epico. Abbiamo provato le scene forse una settimana prima, abbiamo analizzato tutto il testo con gli scrittori e il regista. Sia Tobias che io veniamo da un background teatrale quindi ci è sembrato abbastanza confortevole e ci sentivamo come se ci sostenessimo l'un l'altro ed entrambi abbiamo dato suggerimenti sui personaggi, sulla sceneggiatura - abbiamo fatto fare qualche modifica. Era solo per tracciare la relazione e la sua direzione, penso che praticamente sia finita nelle due settimane in cui abbiamo girato, penso di averne parlato appena, ad essere onesti [ride]. Era una stanza molto buia, molto claustrofobica, piuttosto deprimente e quel genere funzionava per quelle scene. E' terribilmente fantastico lavorarci e ci sono state alcune risate, ma come la scena progrediva e diventava più scura, entrambi si siamo piano piano rinchiusi in noi stessi, e ho cercato di mantenere la concentrazione.

Indossavi anche una serie di elaborate protesi per gran parte degli ultimi due episodi, che immagino ti abbia probabilmente posto in una condizione mentale piuttosto scura?
Questo è esatto. Ci volevano per applicare le protesi ben quattro ore la mattina dalle 04:00; la sveglia era anche prima, alle 3:30 o qualcosa del genere e tutto il giorno c'era gente che mi faceva il solletico e mi toccava e faceva ogni genere di cose con le protesi - le pitturavano e ripitturavano. Onestamente, ci si sentiva un pò come in una sorta di mite tortura, era molto facile entrare in quella concezione in un primo momento. E certamente ci sono stati alcuni grandi momenti in cui ho potuto tirarmi fuori e prendere una pausa, ma toglierle la sera era un modo per uscire dal personaggio, era il momento in cui godevo nello strapparmele dalla schiena. [Ride.] Hanno fatto un lavoro fantastico e mi sono appoggiato davvero al team del trucco - abbiamo parlato molto della progressione di Jamie, il modo in cui è coperto di sangue e fango, e alla fine l'ho voluto ferino quasi come un animale selvaggio, abbattuto.

Che cosa ha proposto la regista Anna Foerster in quegli ultimi due episodi?
Lei era eccezionale, era molto diligente e ha fatto molta preparazione. Mi ha davvero spinto molto, continuava a sfidare ed era quasi un gioco mentale, è stato molto interessante. Era molto attenta e premurosa, ma ha sicuramente cercato di tirarci fuori alcune prestazioni interessanti e credo che l'abbia fatto. Forse sarebbe stato diverso nelle mani di un altro regista, questo è certo.

Nel finale, "To Ransom a Man's Soul / Riscattare l'anima di un Uomo", si arriva davvero a vedere le conseguenze emotive del calvario di Jamie, che è altrettanto forte come lo stupro in sé. Vedere questo personaggio che è sempre stato stoico, venir spezzato è un'immagine molto potente. Come ci si sente ad esplorare un aspetto così inaspettato di Jamie?
Mi è piaciuto molto, mi è piaciuto molto. [Ride.] Perché può essere molto forte, non molte cose lo abbattono veramente e con questo, tutto il suo essere viene chiamato in causa; la sua umanità; il suo carattere; chi è; e il suo rapporto con Claire è messo in discussione. Prova vergogna e senso di colpa e tutte queste emozioni diverse lo colpiscono ed è una cosa davvero difficile da affrontare. Mi è piaciuto molto e sicuramente verrà analizzato nella stagione due.

E' così raro per uno spettacolo prendersi realmente il tempo di esplorare le conseguenze fisiche ed emotive dello stupro nelle sue sfaccettature. In realtà, si tratta di qualcosa che una persona porta con sé per il resto della vita e dai davvero quel senso di gravità in quell'episodio.
Lo script era eccezionale. Avere un personaggio che va lì e non si scrolla tutto di dosso - è qualcosa che cambierà Jamie; è una persona diversa ora - e penso che sia la bellezza del nostro show, che è sempre in movimento. Il rapporto che abbiamo visto iniziare [fra Claire e Jamie] con il matrimonio è completamente diverso da quello che abbiamo ora, e penso che sia come un rapporto moderno e si spera che evolverà.

So che sei stato in contatto con Diana durante tutto il processo - ti ha dato qualche consiglio per affrontare l'ultima parte del viaggio di Jamie?
In quel momento credo che lei ci abbia lasciati libreri di fare da noi. Siamo molto in contatto e sicuramente abbiamo parlato di dove Jamie si trovi ora, ma sicuramente negli ultimi due episodi mi ha lasciato libero, mi ha permesso di fare le mie cose ed è stato davvero bello quando lei li ha visti. Ne guardava degli spezzoni, li guardava praticamente ogni giorno, cosa che può essere terrificante - vedevi una mail del giorno prima e lei era tipo "Cosa stai facendo?" o "Fantastico, mi è piaciuto molto". E' fantastico avere che il giudizio, perché in tv o nei film non ce l'hai davvero, quindi è bello avere un membro del pubblico che conosce lo spettacolo profondamente. E' davvero gratificante averla a bordo e lei è una grande cassa di risonanza per ampliare le idee.

Cosa ti ha colpito di più dell'evoluzione di Jamie nella prima stagione?
Volevo che all'inizio lui fosse un ragazzo abbastanza spensierato. Ha questa forte testardaggine, ma è un ragazzo molto giovane senza grandi responsabilità, e poi lo vediamo crescere e diventare un uomo con delle responsabilità, e deve anche decidere ciò che vuole fare della sua vita e chi vuole essere. E poi nella seconda stagione, sarà molto diverso - è proiettato in un mondo con cui non ha familiarità.

Lui e Claire sono sulla via per la Francia, ma ovviamente questa sciagura è ancora piuttosto recente. A che punto lo troviamo all’inizio della seconda stagione?
È difficile, dopo quello che è successo alla fine della prima stagione – non ha del tutto ritrovato le sue radici e si trova ancora su un terreno impervio, ma è uno che si sa adattare molto bene e si sta adattando alla situazione, ha un talento naturale [per questo]. Alla fine, cresce con questo, ma abbiamo girato solo i primi tre episodi, quindi stiamo ancora cercando di vedere come se la cava.

Come pensi che le recenti esperienze lo abbiano cambiato?
Ruota tutto intorno a Claire, davvero, perché lei gli ha dato uno scopo e una ragione. Si tratta di una fase di cambiamento, adesso che lei è anche incinta – lui ha questa responsabilità e quest’ eccitazione e paura. Ma penso che lo rende semplicemente più completo come personaggio, pensa di più alle conseguenze delle cose, ed è toccato dalla sua mortalità, cosa che certamente lo farà crescere e infine lo renderà un personaggio più forte e più abile nell’affrontare le situazioni che si presenteranno. Ma sarà un processo piuttosto lungo questo, credo.

La relazione fra Claire e Jamie ha continuato ha cambiare e a diventare più profonda nel corso della prima stagione – a che punto sono adesso che ognuno ha visto l’altro nel suo momento di maggiore vulnerabilità?
È buffo – ci sono dei voti nuziali che fai “per amarti e onorarti, nella gioia e nel dolore”, ma loro si sono davvero visti l’un l’altro al peggio. Jamie era assolutamente pronto a uccidersi, perché non poteva più essere un marito, non poteva esserle fedele, si sentiva in colpa per averla tradita, non era ancora sceso a patti con l’intera idea di quello che gli era successo e con quello che aveva fatto, e quindi il fatto che lei lo tiri fuori di lì e gli dica che si sarebbe uccisa gli fa realizzare che lui ha lei, che deve restare vivo per salvare lei, per prendersi cura di lei. Così lei è il centro del suo mondo e lui è lì per lei. Finché lui ha lei, penso che sia piuttosto felice. In definitiva renda la loro relazione più forte e più complessa, più ricca di sfumature. È lo stesso intero sviluppo di una relazione, della crescita.

La seconda stagione sembra essere costruita tutta in direzione della storica Battaglia di Culloden, che Claire e Jamie stanno tentando di evitare – come ti senti nell’avventurarti  ulteriormente nella Storia?
Sono entusiasta di farlo. Ci sono due parti nel secondo libro – la prima metà in Francia e la seconda in Scozia, e penso che sarà così anche per lo show. Non vedo l’ora di tornare in Scozia, nella sicurezza e nel conforto di questo Paese, e Jamie sentirà la stessa cosa. La Francia è incredibile, ma l’avanzare degli eventi verso Culloden è il motivo per cui sono in Francia, per impedire che questa terribile cosa accada, e sanno dalla storia che è una terribile tragedia per la cultura delle Highland, quindi... È anche qualcosa che non è stato filmato da molto tempo, quindi il fatto che stiamo per ritrarre questo momento storico è grandioso. Credo ci sia un altro film che ci batterà su questo, sono abbastanza arrabbiato della cosa.

Quali sono alcune delle sfide e degli aspetti più interessanti del ritrarre eventi storici reali nello show?
È un periodo davvero interessante. Continuiamo ad avere parti della sceneggiatura e le la leggerò e ci saranno cose della sceneggiatura che mi salteranno all’occhio e penserò “non è davvero di quel periodo, dovremmo cambiarlo” e darei un’occhiata online o farei una piccola ricerca e scoprirei che un sacco di modi di dire moderni, molte delle parole moderne o delle cose che usano [nella sceneggiatura] sono stati inventati a quei tempi. È sorprendente: stavamo parlando della polizia, stavo leggendo un riferimento alla polizia in un punto dell’episodio e per me era un termine molto moderno, ma in realtà, a Parigi a quel tempo, la forza di polizia era stata creata nel 1600. Era una cosa peculiare di Parigi, che avessero la loro forza di polizia, e poi arrivò in Scozia e si diffuse nel resto del Regno Unito, ma la Scozia fu la successiva ad avere la propria forza di polizia a Glasgow, quindi quell’antica alleanza è lì. Ci sono un sacco di piccole cose come quella che io trovo molto sorprendenti, quindi la storia è molto presente. E poi giungeremo a tutto quello che è successo a Culloden, che sono storie con cui sono cresciuto.

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