lunedì 14 luglio 2025

Libro 10: Claire & Minnie

[No, non vi dirò dove - o precisamente – quando ha luogo questo estratto. Fuirich agus chi thu che significa “Aspettate e vedrete”, in Gaelico]

«Ho conosciuto vostro marito, tempo fa,» disse la duchessa, con naturalezza, porgendomi un bicchiere di cristallo con del vino rosso frizzante. «Era bello e affascinante, ed ero pazzamente innamorata di lui. O così pensavo.»
Non mi ero mai imbattuta nello champagne rosso prima, se si trattava di questo, ma il bicchiere era pesante nella mia mano, e il contenuto aveva un profumo divino.
«Ho conosciuto vostro marito poco tempo fa,» risposi tranquillamente. «Era un completo idiota, ma non senza un certo fascino.»
Si diede un colpetto della mano sulla bocca, e uno spruzzo di bollicine rosse le uscì dal naso.
Risi anch’io, ma trovai un fazzoletto in tempo per raccogliere il vino che mi scorreva lungo il mento. «Ecco,» dissi, porgendoglielo. Fece un cenno della testa in ringraziamento, tossendo un poco, si tamponò la faccia e me lo restituì.
«Grazie,» disse, «Sì, lo è, cosa che è un vantaggio a metà. Fastidiosamente testardo, ma smuoverebbe cielo e terra per fare ciò che pensa sia giusto, a prescindere da quanto gli costi personalmente. O a chiunque altro.»
«So perfettamente cosa intendete,» dissi mestamente. «Uomini del genere sono pericolosi.»
«Vero,» disse. «Ma mai noiosi. » Ebbi la chiara impressione, dal suo tono di voce, che non vedesse di buon occhio gli uomini noiosi.
«Devo ammettere che un uomo noioso non è molto bravo in un salotto,» dissi, lanciando un’occhiata a un grande vaso di rose rosse su un tavolino con il ripiano di marmo vicino alla porta. 
«E neanche in camera da letto,» concordò
«Fortunatamente non ne ho mai incontrato uno in simili circostanze,» dissi educatamente, «ma quello che voglio dire è che l’essere noioso non è di per sé senza valore. Un uomo noioso mi ha salvato la vita una volta.»
«In virtù dell’essere noioso?» Si sporse in avanti interessata, e versò altro vino nel suo bicchiere, poi sollevò un sopracciglio, e al mio cenno di assenso, riempì anche il mio.
«Esattamente. Rischiavo di essere bruciata come strega – in Scozia,» aggiunsi, e lei annuì come se questo spiegasse tutto, e così fu. «Era un avvocato. Respinse le accuse degli inquisitori della Chiesa, parola per parola, frase per frase, letteralmente per ore. Io stessa, sono quasi morta per la noia,» aggiunsi sinceramente. «ma li trattenne abbastanza  a lungo perché mio marito arrivasse e, ehm, si rendesse conto della cosa.»
«Oh, avrei volute vederlo! Sia la performance del vostro galante avvocato che l’arrivo giusto in tempo di vostro marito.» Sembrava sinceramente dispiaciuta. Sorrisi, ma per un istante sentii il vento freddo del lago e trasalii, aspettandomi un altro colpo sulla schiena nuda.
«Quando è successo?» chiese. «Non siete veramente una strega, suppongo?» Sembrava speranzosa e io risi.
«Alcuni anni fa,» dissi, «e quanto all’essere una strega, sembra essere discutibile, ma no.» Bevvi un sorso piuttosto abbondante. Andò giù liscio, ma con un tocco di insolita acidità. Mi schiarii la gola. «Ehm. Avete visto mio marito di recente?»
«L’ho visto proprio là, ieri pomeriggio,» disse, indicando il tappeto con il motivo a margherite. «Gli ho offerto un letto, naturalmente.»
«Ovviamente,» con un’attenta mancanza di enfasi. «Molto ospitale da parte vostra.»
Mi rivolse un largo sorriso, e mio malgrado, sorrisi a mia volta. La Duchessa di Pardloe era piccola, bionda, elegante – e senza dubbio, una peste. Inoltre, era evidente – non lo stava nascondendo – che amava suo marito ed era preoccupata per lui.
«E dal momento che immagino che attualmente mio marito non sia in nessuno dei vostri letti, vi ha per caso detto dove stava andando?»
[fine dell’estratto]

*Ritratto: Pierre-Auguste Renoir: Confidenze, 1878 


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