domenica 21 giugno 2020

Bees: Tutti a tavola

La cena era semplice perché durante il giorno non c’era stato nessuno in casa per cucinarla. Avevo preparato un grande calderone di zuppa di mais al latte la mattina, con cipolle, pancetta e patate a fette per irrobustirla, e dopo il solito ossessivo controllo del focolare e delle braci, avevo coperto il calderone e lo avevo lasciato cuocere a fuoco lento, insieme a una preghiera perché la casa non andasse a fuoco in nostra assenza. C’era del pane dal giorno prima, e quattro tortine di mele fredde come pudding con un po’ di formaggio.
“Non è un pudding,” aveva detto Mandy, accigliandosi quando mi aveva sentito dire questo. “È una torta!”
“Vero, Tesoro,” dissi, “È solo un modo di dire inglese, chiamare tutti i dolci “pudding”
“Perché?”
“Perché gli inglesi non conoscono niente di meglio,” le disse Jamie.
“Dice lo scozzese che mangia “burrata di panna” per dessert,” risposi, facendo rotolare Jem e Mandy su pavimento per le risate, mentre ripetevano “burrata di panna” l’uno all’altra tutte le volte che si fermavano per respirare.
Germain, che aveva mangiato burrata di panna per dolce da quando era nato, scosse la testa nella loro direzione e sospirò in modo navigato, lanciando un’occhiata a Fanny per condividere la sua aria di superiorità. Fanny, che, probabilmente, non si era imbattuta in nient’altro che torte in fatto di dolci, sembrava confusa.
“Comunque,” dissi, versando con il mestolo la zuppa nelle ciotole. “Prendi il pane, per favore, Jem? Comunque,” ripetei, “è bello potersi sedere per la cena, non è vero? È stata una giornata piuttosto lunga,” aggiunsi sorridendo a Roger e poi a Rachel.
“Sei stato meraviglioso, Roger,” disse Rachel sorridendogli. “Non avevo mai sentito un canto come quello (line-singing n.d.r.) prima. Tu, Ian?”
“Oh, aye. C’era una piccola chiesa presbiteriana a Skye dove mi fermai una volta con mio Pa’, quando andai con lui per comprare una pecora. Non c’è nient’altro da fare a Skye la domenica”, spiegò.
“Mi sembra familiare,” osservai, scrollando un grosso pezzo di burro freddo dal suo stampo. “Questo tipo di canto, voglio dire, non Skye. Ma non so perché dovrebbe.”
Roger sorrise leggermente. Non poteva parlare oltre un sussurro, ma la felicità brillava nei suoi occhi.
“Gli schiavi africani,” disse, appena udibile. “Loro lo fanno. Chiamata e risposta, viene chiamato così ogni tanto. Forse li hai… sentiti a River Run?”
“Oh. Sì, forse,” dissi, un poco dubbiosa. “Ma sembra più…recente?” Un’alzata di una sopracciglia scura indicò che aveva colto il mio senso di “recente”.
“Aye.” Alzò la sua birra e prese un gran sorso. “Aye. I cantanti neri, poi altri… lo fanno. È una delle…” diede un’occhiata a Fanny e poi a Rachel. “Una delle origini, vedi, della musica più moderna.”
Immaginai che intendesse Rock’n roll o forse rhythm and blues – non ero una studiosa di musica.
“Parlando di musica, Rachel tu hai una bella voce,” disse Bree, piegandosi sul tavolo per agitare un pezzo di pane sotto il naso di Oggy.
“Ti ringrazio Brianna,” disse Rachel e rise. “Come un cane.” Prese il pane e lasciò che Oggy lo schiacciasse nel pugno, dal momento che preferiva schiacciare il cibo prima di mangiarlo. “Sono contenta che così tanta gente abbia scelto di condividere il nostro incontro – anche se suppongo che fosse per lo più curiosità. Ora che sanno la terribile verità sugli Amici, probabilmente non torneranno.”
“Qual è la terribile verità sugli amici, zia Rachel?” chiese Germain, affascinato.
“Che siamo noiosi,” gli disse Rachel. “Non lo hai notato?”

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