Perché Outlander ha usato la canzone più triste di sempre per chiudere il penultimo episodio
Qualcosa può essere sembrato – o suonato – vagamente familiare alla fine dell’episodio di domenica di Outlander.
Quando Roger (Richard Rankin) torna al villaggio Mohawk dopo aver provato a scappare, trova il prete gesuita di cui era diventato amico che sta bruciando al palo. Non ci sono parole pronunciate tra Roger e il Mohawk ma le parole non erano necessarie: la melodia strappalacrime ha detto tutto.
Si chiama “Adagio per Archi”, un’opera angosciante di Samuel Barber che è diventata la canzone triste da eseguire quando un film o uno show televisivo vuole descrivere, be’, una scena molto triste. Scritto negli anni ’30, il pezzo è stato usato anche per i funerali delle persone importanti nella vita vera. Ma l’uso più famoso è stato nel 1986 nel film di guerra Platoon, durante l’iconica scena della morte di Willem DaFoe.
I produttori di Outlander non avevano intenzione di usare la composizione strausata per la conclusione di “Providence”. Era stata messa nella prima versione come traccia dalla regista Mairzee Almas perché servisse come musica temporanea. Nella maggior parte dei casi la musica provvisoria viene sostituita con una nuova o diversa composizione. Ma quando i produttori hanno visto la scena, hanno capito che l’Adagio per Archi doveva rimanere.
“Eravamo tutti, whoa,” dice il produttore esecutivo Toni Graphia a EW. “Voglio dire, stavamo piangendo. Stavamo proprio piangendo. Era un pezzo musicale perfetto. Qualche volta uno è accusato di ciò che si chiama amore temporaneo, come ‘non innamorarti di questa musica temporanea perché cambierà’ perché è davvero intesa come provvisoria. Ma questa era una di quelle rare, rare volte in cui abbiamo detto, ‘Sai una cosa? Questo brano musicale è proprio perfetto per questa scena.' Ci siamo innamorati e non volevamo lasciarlo andare.”
Questo non significa che abbiano ignorato il lungo retaggio della musica. “C’era gente nella sala di montaggio che diceva 'Sapete, viene da Platoon.’ È stato tanto tempo fa. La musica mi sembrava familiare, ma non l’avevo collegata a Platoon, perché non me lo ricordavo. Così abbiamo pensato, ‘Ci sono persone che se la ricorderanno? Che diranno, Oh sì, questa è la musica di Platoon? Alla fine abbiamo detto, alcune persone potrebbero ricordarsela, altri no. Abbiamo deciso di sceglierla perché sembrava davvero perfetta per noi.”
mercoledì 23 gennaio 2019
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