sabato 27 gennaio 2018

Bees: luci blu

“L’hai mai vista tu stessa, a nighean?” chiese Jamie, quando ebbi finito. “Una luce blu, come dice lui?”
Mi attraversò un piccolo, profondo brivido che non aveva niente a che fare con l’aria fredda. Distolsi lo sguardo, verso un passato sepolto. O uno che avevo cercato di seppellire
“Io…be’, sì,” dissi, e deglutii. “Ma a quel tempo pensai di aver avuto un’allucinazione, ed è piuttosto possibile che io fossi…sono abbastanza sicura in effetti che stessi per morire a quel tempo, e la morte imminente può benissimo alterare le percezioni di qualcuno.”
“Aye, sì,” disse, piuttosto secco. “Ma questo non significa che quello che vedi in un tale stato non sia vero.” Esaminava da vicino il mio viso, scrutandolo.
“Non c’è bisogno che me lo racconti” disse calmo, e mi toccò la spalla. “Non c’è bisogno di vivere di nuovo queste cose, se non tornano di propria volontà.”
“No,” dissi, forse un po’ troppo velocemente. Mi schiarii la gola, e presi un saldo appiglio sulla mente e sulla memoria.
“Non lo farò. È solo che avevo una brutta infezione, e…e Mastro Raymond…” Non lo stavo guardando direttamente, ma sentii la sua testa sollevarsi all’improvviso a quel nome. “Venne e mi guarì. Non ho idea di come abbia fatto, e non stavo pensando a nulla coscientemente. Ma io vidi…”. Strofinai lentamente una mano sul mio avambraccio, rivedendolo. “Era blu, l’osso nel mio braccio. Non un blu acceso, non come quello...” feci un gesto in direzione delle montagne, dove il cielo della sera al di sopra delle nuvole aveva il colore del delfinio. “Un blu molto debole, tenue. Ma era – brillante non è la parola giusta, veramente. Era…vivo.”
Lo era stato. Avevo sentito il blu diffondersi fuori dalle mie ossa, scorrere attraverso di me. E avevo sentito i microbi bruciare nel mio sistema, morendo come stelle.
La sensazione del ricordo mi fece drizzare i peli sulle braccia e sul collo, e mi riempì di una strana sensazione di benessere, come miele caldo che viene mescolato.
Un urlo selvaggio dai boschi in alto ruppe l’atmosfera, e Jamie si girò, sorridendo.
“Och, c’è il piccolo Oggy. Sembra un felino che va a caccia.”
“O forse una sirena antiarea, a seconda del tuo punto di riferimento.” Dissi tra i denti, strofinandomi l’erba dalla gonna. “Penso che sia il bambino più rumoroso che io abbia mai sentito.”
Come se l’urlo fosse stato un segnale, sentii urlare dalla piccola valle sottostante, e un gruppo di bambini sbucò dagli alberi vicino al torrente, seguiti da Roger e Brianna, che camminavano lentamente, le teste tese l’una verso l’altra, immersi in quella che sembrava una conversazione serena.
“Avrò bisogno di una casa più grande,” disse Jamie pensieroso.
by Diana Gabaldon

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