Aveva visto la grande casa mentre andavano a cavallo nella piantagione, una struttura disordinata di stanze aggiunte negli anni, strane ali che spuntavano da luoghi inaspettati, ammassi di fabbricati raggruppati vicini in una costellazione disordinata…Uno di quelle complicate...pensò, guardando verso di esso…Cassiopea, forse o l’Aquario. Una di quelle dove occorre semplicemente la parola degli antichi astronomi per quello che si sta guardando.
Le finestre della casa principale erano illuminate, con la servitù che andava avanti e indietro come ombre nel crepuscolo, ma erano stati troppo lontani per sentire qualsiasi rumore del posto e lui era rimasto con una sensazione strana di aver visto qualcosa di spettrale, che poteva essere inghiottito improvvisamente dalla notte.
Infatti, lo era stato, nel senso che la fattoria era invisibile dalla sua posizione attuale…e una buona cosa, anche. I suoi abiti da viaggio giacevano in una pozza su una forma di foglie nella quale affondavano i suoi piedi nudi e piccoli insetti stavano trattando le sue parti intime con una familiarità sconveniente. Questo lo spinse a rovistare nel suo zaino innanzi tutto per trovare la bottiglia di essenza di menta e cocco e applicarla abbondantemente prima di vestirsi.
Non per la prima volta…né per l’ultima, era sicuro… rimpianse profondamente l’assenza di Tom Byrd. Era in effetti capace di vestirsi da solo, sebbene sia lui che Tom agissero in base al tacito presupposto che non lo fosse. Ma quello che gli mancava di più al momento era la sensazione della solenne cerimonia che accompagnava la sua vestizione in alta uniforme da parte di Tom. Era come se assumesse un’altra personalità con la giacca scarlatta e la stringa d’oro, con il rispetto di Tom che gli dava fiducia nella sua autorità come se avesse indossato non solo l’uniforme ma anche un armatura e un ruolo.
Poteva utilizzare questa dannata convinzione proprio ora. Imprecò sottovoce tra i denti mentre si dibatteva nelle braghe di fustagno e si spazzolava i pezzi di foglie dai piedi prima di tirare su le calze di seta. Era un azzardo, ma sentiva che le possibilità che questi uomini lo prendessero sul serio, ascoltandolo e...sopratutto...credendogli sarebbero aumentate se fosse apparso non come un sostituto di Malcom Stubbs, ma come l’incarnazione dell’Inghilterra, per così dire, e vero rappresentante del Re. Avrebbero creduto che poteva fare quello che diceva avrebbe fatto per loro, o sarebbe andato a baracca e burattini per i proprietari terrieri e per lui.
“Non farebbe bene la dannata marina”. Mormorò annodando la sua cravatta al tatto
Fatto finalmente, i suoi abiti da viaggio chiusi nello zaino, tirò un sospiro di sollievo e stette ancora per un minuto per concentrarsi e sistemarsi nell’uniforme.
Non aveva idea che gli alberi di mango crescessero fino a quelle dimensioni; questo era un vecchio boschetto; gli alberi ognuno alto più di cento piedi, le foglie che si alzavano a cadevano gentilmente nella brezza serale, producendo un suono come il mare di sotto. Qualcosa scivolò pesantemente sulle foglie cadute vicino a lui e lui si bloccò. Ma il serpente...se era quello...continuò per la sua strada, indisturbato dalla sua presenza.
Rodrigo, Azeel e Innocencia erano dove li aveva lasciati, lontani non più di cento iarde, ma si sentiva completamente solo. La sua mente si era svuotata e accolse quella tregua. Frutti acerbi caduti per il vento di una tempesta giacevano tutto intorno come pallide palle verdi da cricket tra le foglie, ma i frutti ancora sugli alberi erano diventati gialli...li aveva visti nella penombra appena arrivati nel boschetto...e avevano cominciato a tingersi di cremisi. Ora era buio, e sentiva solo i mango quando sfiorò un ramo basso e sentì la pesante oscillazione del frutto.
Stava camminando senza aver pensato di farlo e non ricordando di aver fatto il primo passo, ma camminava, spinto all’azione da una sensazione che fosse tempo.
Scese attraverso il boschetto e trovò Rodrigo e le ragazze in piedi, in una conversazione sussurrata con una giovane donna alta di scorta..la cugina di Innocencia. Alejandra, che li avrebbe portati nel capannone del tabacco.
E tutti si voltarono a guardarlo, e gli occhi di Alejandra si allargarono, scintillanti nel chiaro di luna.
“…figlio…” disse
“Grazie, madam,” disse e si inchinò a lei. “Vogliamo andare?"
Traduzione di Iolanda
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