lunedì 27 aprile 2015

MOBY: Brian e Jenny

"Me l'ha mandato mio fratello," gli disse Jenny con orgoglio, aprendo il libro su una doppia pagina del continente indiano, dove il cerchio che indicava Bombay era circondato da piccoli disegni di palme, elefanti e qualcosa che da vicino si era rivelato essere una pianta del tè. "E' all'Universitè."
"Davvero?" Roger sorrise, assicurandosi di sembrare impressionato. Lo era, tanto per lo sforzo che per la fatica legata dal passaggio da quella remota e deserta montagna a Parigi. "Da quanto tempo è là?"

"Oh, sono quasi due anni ormai," rispose Brian. Allungò una mano e toccò la pagina con delicatezza. "Il ragazzo ci manca terribilmente, ma scrive spesso. E ci manda i libri."
"Tornerà presto", disse Jenny, ma con un'aria di convinzione che sembrava un pò forzata. "Ha detto che sarebbe tornato."
Brian sorrise, ma anche questo era un pò forzato.
"Sì. Ne sono sicuro, a nighean. Ma sai che potrebbe aver trovato delle opportunità che lo terranno all'estero per qualche tempo."

"Opportunità? Intendi la De Marillac?" Chiese Jenny, una sfumatura tagliente nella sua voce. "Non mi piace il modo in cui scrive di lei. Neanche un pò."
"Avrebbe potuto scegliere di peggio per una moglie, ragazza." Brian sollevò una spalla. "Viene da una buona famiglia."
Jenny emise un suono indecifrato in gola, indicando sufficiente rispetto per suo padre da evitare di esprimere un giudizio più completo su "quella donna". Suo padre si mise a ridere.
"Tuo fratello non è un completo sciocco," la rassicurò. "Dubito che sposerebbe una sempliciotta o una..." Aveva ovviamente pensato di dire "puttana"...le sue labbra avevano cominciato a formulare la parola, ma non riuscì a pensare in tempo ad un sinonimo.

"Lo sarebbe," sbottò Jenny. "Finirebbe dritto nella tela di un ragno con gli occhi spalancati, se il ragno avesse un bel viso e un culo rotondo." 

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