domenica 3 gennaio 2016

Miraphora in Scozia - 3° Tappa, Inverness: Culloden, Clava Cairns, Fort George, Elgin

Giorni: 16 - 22 Agosto
Soggiorno: Ardross Glencairn Guesthouse
Spostamenti: in macchina
Budget medio: 60/70£ al giorno

Attrazione più bella: Clava Cairns
Biggest regret: essere arrivate 5 minuti dopo l'orario di chiusura della cattedrale di Elgin.

Nel momento in cui ti svegli la mattina e sai con matematica certezza che entro sera sarai a Inverness sale una certa ansia. Non tanto per la strada quanto per l'incredulità. Ma sul serio, dopo così tanti anni a fantasticarci sopra, sarò a Inverness? E sul serio andrò a visitare Culloden?
Sono certa che mi capirete, questa tappa è stata quella più emozionante, emotivamente forte di tutto il viaggio. Lo volevamo da tanto e arrivarci è stato stressante e bellissimo allo stesso tempo.

Naturalmente, essendo Inverness la tappa principale di tutto il viaggio, è stata anche il punto di partenza per tutti gli spostamenti che avevamo organizzato in giornata. Il primo è stato proprio il campo di battaglia di Culloden, poi le pietre di Clava Cairns e - per chiudere il giro, Fort George e Elgin.

Culloden è stato il primo stop. Ci siamo alzate presto e ci siamo dirette verso il campo con un certo anticipo. Arrivare a Culloden da Inverness è piuttosto facile. Le strade da fare sono poco trafficate, certo, ma è stato comunque necessario un navigatore perché i cartelli erano pochi, piccoli, e solo in prossimità del campo. Insomma, se siete agitati è meglio che qualcuno vi sollevi dall'incombenza di guardare le indicazioni, ma se avete la mia stessa fortuna di trovarvi a vostro agio con la guida e con le strade piccoline l'esperienza sarà per niente pesante.
L'ingresso
L'arrivo è stato tranquillo, pacifico, un inizio di giornata veramente perfetto. A parte la fortuna sfacciata di aver trovato una bellissima giornata di sole con temperature miti, arrivare presto è stata una scelta intelligente: i pochissimi visitatori e l'avere gran parte del percorso solo per noi ha reso questa esperienza veramente intensa.

Il parcheggio è gratuito e, se posteggiate la macchina verso l'esterno, vi troverete di fronte anche le mucche tipiche della Scozia, marroni a pelo lungo con i corni lunghissimi. Ci è venuto il dubbio che quelle poverine fossero state messe lì apposta per i turisti, ma alla fine chi se ne importa sono state le uniche che abbiamo visto da vicino!
L'ingresso è il Visitor Center, un edificio che contiene lo shop, la biglietteria, il bar e la mostra obbligatoria per passare poi al campo. Il costo del biglietto è di 11£ e comprende la visita alla mostra, al campo e un'audio guida in diverse lingue compreso l'italiano. La cosa figa è che l'audio guida è necessaria solo per la visita al campo ed è automatica: riconosce i punti del percorso e parte la spiegazione corrispondente, voi dovete solo metterla in pausa se volete o andare avanti e indietro. Insomma, una pacchia.

La mostra interna, purtroppo, è solamente in inglese e se non masticate bene la lingua - soprattutto se non la capite - ascoltare le spiegazioni di alcuni pannelli può rovinare in parte la visita. Io, che modestamente ho una comprensione scritta e orale più che discreta, nei punti di ascolto a volte facevo fatica a distinguere le parole, ma mi sono accontentata di guardare. I reperti presentati sono tantissimi e veramente interessanti, soprattutto la parte finale con tutte le armi ritrovate nel campo - compresi i proiettili, i cannoni, i fucili - e il video finale è qualcosa da brividi. Se aspettate i pochi minuti che ci vogliono perché il video termini, entrate nella saletta e preparatevi: il museo ha ricreato un filmato di pochi minuti che rievoca la prima carica della battaglia, con tanto di attori, di rumori e di spiegazioni. La cosa emozionante, però, è che il film è proiettato sui quattro muri della stanza, così che contemporaneamente da un lato e dall'altro vedete i due schieramenti correre verso di voi. E' come se foste in mezzo al campo, tra le due parti, proprio in mezzo alla battaglia. Da brividi, ve lo assicuro.

Appena finite il giro del Visitor Center, c'è un bancone dove vi danno l'audio guida e subito all'uscita inizia il percorso - obbligato, non c'è modo di sbagliare - per il campo vero e proprio.
Il campo di battaglia
Dopo la visita al museo, il campo di battaglia è un'esperienza sacra. C'è un cartello - che Eleonora ha visto subito - dove il personale chiede di rispettare i luoghi di sepoltura e di evitare di farsi le foto con le lapidi. Insomma, Culloden non è solo il luogo di una battaglia, è anche il posto dove centinaia di persone sono tutt'ora sepolte e merita di essere visitato con il rispetto che dareste a un qualsiasi luogo sacro. Del resto l'aria che si respira è proprio di sacralità: la consapevolezza di camminare su un terreno intriso di sangue e disperazione è fortissima, e il silenzio, la pace, la cura che le persone ci hanno messo per mantenere tutto così com'era sono tangibili.

Fa impressione camminare lungo il percorso e scoprire piccole lapidi con incisi i nomi dei clan e sapere che lì sotto ci sono delle persone. Ma, per forza di cose, l'emozione più grande è stata trovarsi di fronte al piccolo masso del clan Fraser, quasi isolato dagli altri e l'unico - tra tutti - ad avere dei fiori davanti. Non c'è molto da dire, tranne che i ricordi del romanzo e la realtà si sono fuse per un momento e la lacrimuccia è scappata.

Alla fine del giro si torna all'interno del Visitor Center dove, se volete, potete pranzare, prendere un caffé e poi fare un giro nello shop. Noi abbiamo mangiato e poi speso una quantità di soldi in gadgets. Dopo la botta emotiva una carica di zuccheri e shopping ci vuole.

Godutoci Culloden con tutto il cuore, siamo partite alla volta delle famosissime pietre funerarie di Clava Cairns che - si dice - abbiano ispirato Diana Gabaldon. Ve lo dico, guidare da Culloden a Clava Cairns è stato uno spasso: mulattiere, stradine strettissime in mezzo ai campi, il nulla cosmico - ci siamo fermate per chiedere indicazioni quando abbiamo incontrato l'unico essere umano (un giovane ciclista) ma anche lui si era perso...insomma, già il tragitto di per sé è stato bellissimo.

Se anche voi farete quella strada, sappiate che le Clava Cairns arrivano all'improvviso: un secondo c'è solo verde e quello dopo si aprono sul lato strada e le vedi lì, enormi e placide che ti aspettano. Il sito è gratuito, con annesso parcheggio, ed è un posto poco frequentato dai turisti. Badate bene, qualcuno c'è sempre e c'è anche la possibilità di fare un tour guidato, ma noi - allo sbaraglio - siamo entrate con i cuoricini negli occhi e una smania tremenda di trovare delle pietre che assomigliassero anche solo da lontano a quelle del romanzo. Che ve lo dico a fare, le abbiamo trovate e il servizio fotografico che abbiamo fatto passerà alla storia.

Aneddoto: una coppia di turisti stava facendo il tour con una guida, un omone in kilt, che vedendoci fare le foto di gruppo si è offerto di aiutarci. La sua frase di apertura? "You girls here for Outlander?" (siete qui per Outlander?), evidentemente non eravamo le prime. Simpaticissimo, l'omino, e veramente gentile. Il posto è bellissimo, silenzioso e ricco di storia. Bastano due passi per avere tutto intorno a voi e ci vuole veramente poco per visitare il sito. 
Se passate da quelle parti merita sicuramente di essere visitato. E' magico quasi quanto Culloden, se non di più.

Terzo stop della giornata l'enorme, ordinatissimo, quasi inquietante Fort George.
Per arrivare a Fort George la strada è semplicissima, dritta, senza traffico, e si arriva direttamente al parcheggio del sito che si affaccia sul Moray Firth. Sembra di essere al mare, con questa distesa blu piatta dove si riflettono le cime delle colline, le nuvole e il profilo della gigantesca fortezza. Se pensate che risale a subito dopo Culloden (1748) la sua conservazione è fantastica: addirittura alcune zone sono tutt'ora utilizzate come caserme per i soldati (visti, di sfuggita ma visti!) e la parte iniziale è adibita a mostra. La parte più bella, secondo me, è il camminamento sopraelevato che percorre quasi tutto il perimetro e che permette di avere una visione dall'alto sia del forte che della costa, dal Firth al Great Glen. In teoria - secondo me lo dicono per attirare i turisti - si possono vedere i delfini che passano lo stretto ma, come sempre, noi non ne abbiamo visto nemmeno la pinna.

La visita è piuttosto lunga, almeno due ore, e l'audio guida è compresa nel biglietto. Vi suggerisco di farla quando siete freschi e riposati perché noi - dopo già un'intensa mattinata - eravamo abbastanza stanche alla fine della visita.

L'ultima tappa della giornata, e anche la più lontana, è stata la cattedrale di Elgin situata nell'omonima cittadina.
La strada che va da Fort George a Elgin, per quanto sia dritta, è infinita. Una noia mortale senza stop, semafori, curve, niente se non strada dritta. Certo, è piuttosto trafficata ma niente che un guidatore normale non possa affrontare. Tenete presente, però, che ci si mette almeno 1 ora e mezzo ad arrivare e trovare parcheggio è una fatica. Fate gli italiani - come noi - e parcheggiate nel grande Tesco che si trova proprio in centro. Vi salva la vita.
Elgin - sapevatelo - chiude alle 17,30 e se arrivate anche solo alle 17,25 non vi fanno entrare. Siccome è una cattedrale in rovina veramente spettacolare è consigliabile organizzarsi per bene e arrivare almeno 1 ora prima. L'unica cosa positiva - dopo un'intera giornata fuori, stanche morte e deluse di non poterla visitare - è che tutto il perimetro è circondato da cancelli e quindi si vede tutto, si possono fare anche foto discrete. Non è la stessa cosa, per niente proprio, però a volte gli imprevisti capitano e bisogna prenderla con filosofia. 

La nostra lunghissima giornata si è conclusa con un giro da Tesco e altre 2 ore interminabili di macchina per tornare a Inverness.
Bilancio della giornata? Magica, intensa, emozionante. 

Chiudo questo post lunghissimo e ci rivediamo alla prossima puntata!

1 comments:

Unknown ha detto...

Ho visto gli stessi luoghi la scorsa estate ma non avendo la macchina il mio percorso è stato diverso. Si molte gambe anche se le mie non sono affatto buone.
E allora questa la mia esperienza, giusto per dare un'altra versione.
Ho dormito a Inverness e al mattino ho preso il bus per andare a Culloden ti porta proprio di fronte all'entrata del centro visitatori....( e si le mucche ho avuto l'impressione anch'io fossero li apposta, cmq le ho viste anche altrove). Poi però visto che volevo assolutamente andare a Clava Cairns, io e la mia amica siamo andate a piedi, sotto una pioggerellina fine che ogni tanto ci bagnava, con le pecorelle che ci guardavano passare e le macchine che ogni tanto ci sorpassavano per andare dove stavamo andando noi a piedi. Tornate indietro abbiamo visitato il centro visitatori di Culloden e il campo, un pò in velocità cmq perchè al pomeriggio dovevamo essere nuovamente in Inverness per andare al lago di Loch Ness con un tour.
Fort George l'ho visitato il giorno dopo, sono partita sempre in bus e questo ti butta letteralmente giù ad Ardesier un paesino di quattro case e una chiesetta. La camminata non è corta neppure qui, cmq un addetto al Forte ci ha detto di scrivere all'associazione che si occupa dei beni culturali per lamentare questa mancanza di un mezzo che arrivi al forte. Devo dire però che la ritorno prendendo una strada proprio sul fronte dell'acqua ho fatto delle fotografie meravigliose....No, neppure io ho visto i delfini....accidenti. Forse per vedere quelli bisogna andare a Fortrose. Di per sè ripensandoci anche se tutto ciò mi faceva molta paura per il poco allenamento a camminare, ho apprezzato veramente tanto e ancora ho negli occhi quei chilometri fatti fra il verde, i cardi i fiori gialli e fucsia che si alternavano le pecore e un allevamento di centomila galline. Splendida esperienza :)