Davanti sento deboli voci.
Accelero, ma costeggio il lato della strada, fuori dalla vista, e presto mi imbatto in un altro gruppo di prigionieri che raccolgono torba. I pezzi di muschio grossi come mattoni, scomposti in una sostanza nera e pesante, sono stati staccati dal suolo con pertiche con lame angolate alla fine. La loro presenza mi da una speranza. Potrei aspettare e seguirli nel castello, da cui sono usciti ieri. Anche se non necessariamente un posto sicuro, non voglio rischiare di passare un’altra notte nella brughiera. Non ci sono in vista guardie vestite di rosso. Ma individuo un piccolo riparo di tela, ben lontano dai prigionieri, un pennacchio blu di fumo che sale da un fuoco all’interno. Evidentemente le guardie si tengono al riparo dall’umido.
Mi avvicino con cautela al gruppo di lavoro, non sicuro se parlare con uno dei prigionieri o uno dei soldati. Entrambi possono essere amici o nemici. Arrivando più vicino, vedo che è lo stesso gruppo di ieri e individuo la stessa testa rossa alta, con i ceppi, salire da una ampia scura fossa nel verde della brughiera. Anche Big Red mi vede e si dirige verso di me con passo veloce. Un rumore di ferro accompagna ogni passo.
“Come mai indossate un tartan, a charaidh?” dice l’uomo guardandomi con gli occhi stretti.
Sto fermo. “È la Scozia? Non lo fanno tutti?"
L’uomo fa una breve risata senza allegria. “Nessuno in questi ultimi dieci anni, signore. Rischiate che vi sparino sul posto, se i soldati dovessero vedervi con questo. O forse solo di essere arrestato e impiccato dopo, se sono troppo pigri per spararvi."
Big Red volge lo sguardo verso la tela e così faccio io. Voci crescono per una discussione all’interno.
“Venite,” disse lo scozzese, afferrandomi per il braccio, e spingendomi in fretta nella fossa. “Raggiungete il muschio. E restate fermo.”
Lo scozzese si allontana e io eseguo l’ordine, saltando giù e premendo la schiena contro il muro nero di torba sbriciolata. Sento che più in alto viene parlato un rapido gaelico e mormorii da parte degli altri prigionieri. Risate distanti e i discorsi delle guardie aumentano di intensità. Poi le voci inglesi si allontanano e Big Red scende nella fossa accanto a me.
“Chi siete, signore? Non siete uno scozzese, e neanche un tedesco o un irlandese, e questo non è un tartan di nessuno dei reggimenti delle Highlands che conosco.”
“Il mio nome è Cotton Malone. E il vostro?”
“Io sono Jamie Fraser.”
Accelero, ma costeggio il lato della strada, fuori dalla vista, e presto mi imbatto in un altro gruppo di prigionieri che raccolgono torba. I pezzi di muschio grossi come mattoni, scomposti in una sostanza nera e pesante, sono stati staccati dal suolo con pertiche con lame angolate alla fine. La loro presenza mi da una speranza. Potrei aspettare e seguirli nel castello, da cui sono usciti ieri. Anche se non necessariamente un posto sicuro, non voglio rischiare di passare un’altra notte nella brughiera. Non ci sono in vista guardie vestite di rosso. Ma individuo un piccolo riparo di tela, ben lontano dai prigionieri, un pennacchio blu di fumo che sale da un fuoco all’interno. Evidentemente le guardie si tengono al riparo dall’umido.
Mi avvicino con cautela al gruppo di lavoro, non sicuro se parlare con uno dei prigionieri o uno dei soldati. Entrambi possono essere amici o nemici. Arrivando più vicino, vedo che è lo stesso gruppo di ieri e individuo la stessa testa rossa alta, con i ceppi, salire da una ampia scura fossa nel verde della brughiera. Anche Big Red mi vede e si dirige verso di me con passo veloce. Un rumore di ferro accompagna ogni passo.
“Come mai indossate un tartan, a charaidh?” dice l’uomo guardandomi con gli occhi stretti.
Sto fermo. “È la Scozia? Non lo fanno tutti?"
L’uomo fa una breve risata senza allegria. “Nessuno in questi ultimi dieci anni, signore. Rischiate che vi sparino sul posto, se i soldati dovessero vedervi con questo. O forse solo di essere arrestato e impiccato dopo, se sono troppo pigri per spararvi."
Big Red volge lo sguardo verso la tela e così faccio io. Voci crescono per una discussione all’interno.
“Venite,” disse lo scozzese, afferrandomi per il braccio, e spingendomi in fretta nella fossa. “Raggiungete il muschio. E restate fermo.”
Lo scozzese si allontana e io eseguo l’ordine, saltando giù e premendo la schiena contro il muro nero di torba sbriciolata. Sento che più in alto viene parlato un rapido gaelico e mormorii da parte degli altri prigionieri. Risate distanti e i discorsi delle guardie aumentano di intensità. Poi le voci inglesi si allontanano e Big Red scende nella fossa accanto a me.
“Chi siete, signore? Non siete uno scozzese, e neanche un tedesco o un irlandese, e questo non è un tartan di nessuno dei reggimenti delle Highlands che conosco.”
“Il mio nome è Cotton Malone. E il vostro?”
“Io sono Jamie Fraser.”
Traduzione di Iolanda