domenica 17 gennaio 2021

Bees: Lavori in corso

 Il primo piano era stato racchiuso da mura dall’esterno, anche se la maggior parte degli interni era ancora solo perni di legno, il che dava al luogo un bel senso di informalità, mentre camminavamo allegramente tra le paresti scheletriche 
Il mio ambulatorio non aveva coperture per le sue due ampie finestre, né aveva una porta – ma aveva pareti complete (anche se non intonacate), un lungo bancone con un paio di mensole sopra per le mie bottiglie e i miei strumenti, un alto, largo tavolo di pino liscio (lo avevo carteggiato io stessa, mettendoci molto impegno per proteggere i miei pazienti dalle schegge nel fondoschiena) su cui fare le visite e i trattamenti chirurgici, e un alto sgabello sui cui potevo sedermi mentre li somministravo.
Jamie e Roger avevano cominciato il tetto, ma per il momento c’erano solo travetti che correvano in alto, con pezze di tela di un marrone sbiadito e grigio sporco (recuperate da una pila di decrepite tende militari trovate in un magazzino a Cross Creek) che fornivano l’attuale riparo dagli elementi atmosferici.
Jamie mi aveva promesso che il secondo piano – e il mio tetto – sarebbe stato posato entro la settimana, ma per il momento avevo una grande ciotola, un vaso da notte di stagno ammaccato e il braciere spento strategicamente sistemati per raccogliere le perdite. Aveva piovuto il giorno prima, e io guardai verso l’alto per essere sicura che non ci fossero pezzi afflosciati nella tela umida che trattenevano l’acqua in alto prima di estrarre il mio libro dei casi dalla sua borsa di tela cerata.
“Cos’é quello?” Chiese Fanny, notandolo. L’avevo messa a lavoro per eliminare e raccogliere le bucce simile a carta da un grande cesto di cipolle da mettere a macerare per fare una tintura gialla, e lei allungò il collo per vedere, tenendo accuratamente lontane le dita odorose di cipolla.
“Questo è il mio libro dei casi,” dissi con un senso di soddisfazione al suo peso. “Annoto i nomi delle persone che vengono da me con problemi medici, e descrivo le condizioni di ciascuno, e poi segno cosa gli ho fatto o prescritto e se ha funzionato o no.”
Guardò il libro con rispetto – e interesse.
“Guariscono sempre?”
“No,” ammisi. “Temo che non lo facciano sempre – ma molto spesso. ‘Sono un dottore, non una scala mobile’, citai, e risi prima di ricordarmi che non stavo parlando con Brianna.
Fanny semplicemente annui con serietà, evidentemente archiviando questo pezzo di informazione.
Tossii.
“Um, Questa era una citazione di un, er, un dottore mio amico di nome McCoy. Penso che l’idea generale sia che non importa quanto abile possa essere una persona, ogni abilità ha i suoi limiti e uno fa bene ad attenersi a ciò in cui è bravo.
Annui ancora, gli occhi ancora fissi con interesse sul libro.
“Pensate… che potrei leggerlo?” chiese timidamente. “Solo una pagina o due,” aggiunse frettolosamente.
Esitai per un attimo, ma poi posai il libro sul tavolo, lo aprii e lo sfogliai nel punto dove avevo preso nota sull’uso sull’unguento di bacche di agrifoglio per la malaria di Lizzie Wemyss, dato che non avevo della corteccia dei Gesuiti. Avevo detto a Roger che ne avevo bisogno, ma finora non si era presentato nessuno. Fanny mi aveva sentito parlare della situazione con Jamie e la febbre malarica ricorrente di Lizzie era di dominio pubblico al Ridge.
“Sì, puoi – ma solo le pagine prima di questo segno.” Presi una sottile piuma di corvo nera dal barattolo di penne e l’appoggiai accanto al dorso del libro sulla pagina di Lizzie.
“I pazienti hanno diritto alla riservatezza,” spiegai. “Non dovresti leggere di persone che sono nostri vicini. Ma queste prime pagine riguardano persone che ho trattato in altri posti e – per la maggior parte – molto tempo fa.”
“Lo prrrometto,” disse, la sua sincerità che dava enfasi alla sua r, e io sorrisi. Conoscevo Fanny a malapena da appena un anno, ma non l’avevo mai vista mentire – su niente.