domenica 21 maggio 2023

Diana Gabaldon tra finzione e realtà

Diana Gabaldon, la mente dietro la serie Outlander, parlerà al Santa Fe Literary Festival
Diana Gabaldon, la mente dietro le popolari serie di romanzi Outlander e Lord John Grey, sarà una relatrice di spicco al Santa Fe International Literary Festival, che si svolgerà dal 19 al 21 maggio.
Gabaldon ha parlato con KUNM delle connessioni tra finzione e realtà e delle profonde radici della sua famiglia a Belen, nel New Mexico.
DIANA GABALDON: Mio padre è nato a Betlemme [Belén, NM] ultimo di 13 figli di un importante agricoltore del New Mexico che è morto tre mesi dopo la sua nascita. Quindi, è cresciuto in quella che si potrebbe chiamare una povertà estrema, poiché non avevano abbastanza da mangiare. Finì per essere l'unico membro della sua famiglia ad andare al college e laurearsi e poi in seguito divenne senatore dello stato dell'Arizona.
KUNM: Vorrei che mi parlassi un po' della vita molto diversa che avevi prima di scrivere romanzi.
GABALDON: Ero una biologa e in generale una scienziata. All'età di otto anni, sapevo bene che non dovevo dire ai miei genitori che volevo scrivere romanzi, perché mio padre, a causa della sua educazione e così via, era profondamente conservatore. Avrebbe detto, "Non farlo! Non potresti mai fare soldi in questo modo! Fai qualcos'altro!" Non lo avrei sopportato, quindi non gliel'ho detto. Così, mi sono dedicata alla scienza. Mi piaceva la scienza. Ero brava. Mi è piaciuto. Ma sapevo di dover scrivere romanzi.
All'età di 35 anni, ci pensavo occasionalmente da diversi anni, stavo per iniziare a scrivere un romanzo. Solo per imparare come di faceva. Non perché fosse pubblicato. Non avevo intenzione di mostrarlo a nessuno o di dire a qualcuno cosa stavo facendo, figuriamoci a mio marito perché avrebbe cercato di fermarmi.
KUNM: Beh, per essere onesti con te, la tua serie Outlander ora è un grande successo negli Stati Uniti e persino oltreoceano. Perché pensi che le persone siano così affascinate da storie di romanticismo e fantasia come le tue?
GABALDON: Oh, be’, entrambe sono tipi di storie molto, molto vecchie. Ed è abbastanza ragionevole che entrambe parlino di: cosa siamo? come ci completiamo? cosa cerchiamo nella vita? La maggior parte delle persone è alla ricerca di una relazione stabile, qualunque sia la sua idea, forse vogliono avere una famiglia qualunque forma prenda.
KUNM: Quali connessioni fai personalmente, quando guardi indietro ai tuoi scritti, e cosa sta succedendo attualmente?
GABALDON: Il caos umano è fondamentalmente qualcosa con cui ho a che fare tutto il tempo. E guardate cosa sta succedendo in televisione. Vedi, a parte l'introduzione della tecnologia, le cose non sono cambiate molto. Le persone vogliono ancora lapidarsi a vicenda per aver creduto alla cosa sbagliata. La gente vuole ancora gridare e andare avanti e parlare a vanvera. Voglio dire, guardare la gente in TV che protesta per strada, e così via. Non è così diverso da quello che vedi nella giungla. Il comportamento umano è istintivo, piuttosto che ragionato. È fin troppo facile per le persone abbandonare la ragione e comportarsi istintivamente. E l'istinto è una cosa con una miccia molto corta.
KUNM: Quale pensi che sia il tuo messaggio da portare a casa per chi prende in mano uno dei tuoi romanzi?
GABALDON: Spero che ne traggano il senso dell'innata bontà delle persone. Raggiungo persone che vedono qualcosa nel libro che spesso parla loro a un livello molto profondo e viscerale.
Ho scritto il primo libro, come ho detto, per pratica, non avevo intenzione di pubblicarlo. Quindi, quando venne pubblicato, mi chiedevo come avrebbe reagito la gente. Perché non ho tirato alcun pugno. Ho detto: "Se hai intenzione di scrivere questo libro, devi essere onesta", e così sono stata onesta. E di conseguenza, è un libro molto potente. Ha roba molto scura qua e là. Mi chiedevo cosa avrebbero fatto le persone al riguardo… Avrebbero bruciato il libro? Mi avrebbero messa al bando, ecc.?
Ho ricevuto tantissimi messaggi e lettere da persone che avevano avuto terribili esperienze sessuali… Chi aveva subito stupri, torture o altre cose. Ma quello che tutti hanno detto è stato: "Grazie mille per aver scritto questo". Hanno detto: "È immensamente catartico vederlo affrontato in questo modo così onestamente, e ho potuto vedere me stesso nella storia, e mi ha sollevato dalla mia colpa… Ho capito che non era colpa mia…"
Quindi, è molto commovente quando le persone rispondono in questo modo. Ma non è qualcosa che avrei potuto prevedere che accadesse. Quando scrivi un libro, lo approfondisci nel modo più onesto possibile. E dici la verità.

lunedì 24 aprile 2023

Libro 10: È venuto armato?

Jamie incontrò sua sorella a mezzo miglio dal capanno dei Murray e con un aspetto preoccupato. Le sue sopracciglia si sollevarono un po’ quando lo vide e di più quando adocchiò il cane.
«Eccoti qui, piccolo furfante!» Il cucciolo abbaiò felice vedendola e si arrampicò correndo sulla salita. Jenny lo intercettò prima che potesse saltarle sulla gonna con le zampe infangate, e lo spinse con decisione verso il basso, afferrandogli la collottola e strofinandogli le orecchie mentre lui si dimenava di gioia e cercava di leccarle le mani. «Che stai facendo con lui?» chiese al cane, agitando una mano in direzione di Jamie. «E che ne hai fatto dei tuo padrone, eh?»
«Il suo padrone? Vuoi dire il Giovane Ian?»
«Sì.» Allungò il collo per guardare intorno a lui, nell’evidente speranza che Ian fosse dietro di lui. «Non è ancora tornato a casa. Dato che Rachel ha le sue nausee e Oggy voleva il suo piccolo cu, ho pensato che il segugio fosse con Ian e il meglio che potevo fare era scendere e scovarli in qualunque posto abbiamo dormito la notte scorsa.
Jamie avvertì una sensazione di disagio tra le spalle.
«Questo è quello che volevo fare anche io. Ho trovato il cane che dormiva con Meyers, ma non c’era nemmeno l’ombra del Giovane Ian.» Jenny sollevò un lucido sopracciglio nero.
«Quando lo hai visto l’ultima volta?»
Tutte le donne che conosceva dicevano questo ogni volta che qualcosa andava perso. Lanciò a Jenny un'occhiata intesa a suggerire che non lo riteneva più utile delle ultime mille volte che l'aveva sentito. Comunque rispose. 
«Ieri, dopo il matrimonio, mentre ballava con Silvia Hardman e Patience—Higgins, voglio dire. Forse un’ora prima…» Si fermò all’improvviso. Stava per dire, «Prima di William», ma non voleva essere trascinato in una discussione su William proprio adesso. Jenny, Rachel e Oggy avevano lasciato la festa presto; Rachel si sentiva pallida e malaticcia e sua sorella aveva bisogno di mungere le sue capre. La notizia le aveva già raggiunte?
No, pensò, ben consapevole degli occhi di sua sorella, fissi con interesse sulla sua faccia. Se sapesse di lui, sarebbe stata la prima cosa che mi avrebbe detto.
E mi ucciderà se non glielo dico adesso, concluse.
«È arrivato mio figlio,», disse all’improvviso. «William.»
Il suo viso divenne assente per un secondo e poi passò attraverso una tale raffica di espressioni che lui non riuscì a seguire del tutto. Alla fine fu uno sguardo di pura gioia, però, e la sua gola si fece stretta a quella vista. Lei rise forte e lui sorrise, timido riguardo ai propri sentimenti.
«È venuto armato?» chiese poi, una leggera sfumatura di dubbio nella sua voce.

domenica 16 aprile 2023

Libro 10: Memorie dal passato

[In cui Jamie e William stanno attraversando una macchia di terra selvaggia.]
Jamie sentì strisciare e si schiaffeggiò forte sulle costole. Lo schiaffo gli intorpidì la pelle per un momento, ma passato l’istante, sentì solleticare di nuovo—e in diverse parti allo stesso tempo, incluso il—
[Imprecazione in gaelico]! Earbsa!
Stappò un lembo dei suoi calzoni e le spinse in basso lungo le gambe, in tempo per catturare la zecca che strisciava verso le sue palle prima che vi affondasse le zanne. La strappò via con un colpo d'unghia e si tirò il colletto della camicia sopra la testa.
«Non andare tra i cespugli!» urlò da dentro la camicia. «Sono pieni di zecche!» William disse qualcosa, ma Jamie non capì, la sua testa avvolta nella pesante camicia da caccia. La sua pelle era piena di sudore e di graffi.
Si strappò la camicia e la buttò via, grattandosi e schiaffeggiandosi. Con le orecchie ora libere, sentì la cosa successiva che William disse. Chiaramente.
«Oh, Gesù.» Non fu più di un sussurro, ma lo shock in esso bloccò Jamie per la comprensione. Di riflesso, si chinò, il braccio teso verso la camicia, ma era troppo tardi. Lentamente, si rialzò. Una zecca stava avanzando lungo la curva del suo petto, proprio sotto la cicatrice della sciabolata. Allungò una mano per scacciarla, e vide che le sue dita stavano tremando.
Strinse brevemente il pugno per fermarle, poi chinò la testa, si staccò altri tre piccoli bastardi dal collo e dalle costole, poi si grattò a fondo il sedere, per ogni evenienza, prima di tirarsi su i calzoni. Il suo cuore batteva all'impazzata e il suo stomaco era vuoto, ma non c'era niente da fare. Prese un respiro profondo e parlò con calma, senza voltarsi.
«Ne vedi altre sulla mia schiena?»
Un momento di silenzio, e un respiro lasciato andare. Passi scricchiolanti dietro di lui e una tenue sensazione di calore sulla sua schiena nuda.
«Sì,» disse William. «Non si muove, penso che si sia attaccata. Io—la toglierò»
Jamie aprì la bocca per dire no, ma poi la chiuse. Il fatto che William vedesse le sue cicatrici da vicino non avrebbe peggiorato la situazione. Invece chiuse gli occhi, sentendo lo swish di un coltello che veniva estratto dal suo fodero. Poi una grossa mano scese sulla sua spalla, e sentì il respiro di suo figlio caldo sulla parte posteriore del collo. Notò a malapena la puntura della lama o il solletico di una goccia di sangue che gli scorreva lungo la schiena.
La mano lasciò la sua spalla, e con sua sorpresa, sentì la mancanza di quel tocco confortante. Il tocco ritornò un attimo dopo, quando William premette un fazzoletto sotto la sua scapola per fermare il sangue.
Un momento, e il panno si sollevò, solleticandogli la schiena. Si sentì improvvisamente calmo, e indossò la camicia, dopo averla scossa con forza per rimuovere eventuali scalatori.
«Taing,» disse, girandosi verso William. «Sei sicuro di non averne nessuna addosso?»
William sollevò le spalle, la faccia attentamente inespressiva.
«Lo saprò presto.»
Continuarono a camminare senza parlare fino a quando il sole cominciò a toccare gli alberi nella parte più alta del crinale. Jamie stava cercando un posto decente per accamparsi, ma William si mosse all'improvviso, indicando un boschetto di querce intricate vicino alla cima di una piccola collinetta a destra.
«Là,» disse. «un riparo, avremo una buona visuale del sentiero e c’è acqua che viene giù dal lato di quel punto ghiaioso.
«Aye.» Jamie si girò in quella direzione, chiedendo dopo un momento. «Dunque, è stato l’esercito che ti ha insegnato la castrametazione, o Lord John?»
«Un po’ tutti e due.» William parlò con naturalezza, ma c’era una sfumatura di orgoglio nella sua voce, e Jamie sorrise tra sé.
Si accamparono — un processo rudimentale che comprendeva nient’altro che raccogliere legna per il fuoco, prendere l’acqua dal ruscello e trovare delle pietre abbastanza piatte su cui sedersi. Mangiarono il resto del pane e della carne fredda e un paio di piccole mele farinose bucherellate dai morsi degli insetti, e bevvero acqua, dato che non c’era nient’altro.
Non ci fu conversazione, ma tra loro c'era una consapevolezza che prima non c'era. Qualcosa di diverso dal loro solito garbato imbarazzo, ma altrettanto imbarazzante
Vuole chiedere, ma non sa come. Non voglio parlarne, ma lo faro. Se lo chiede.
Mentre l'oscurità si faceva più profonda, Jamie udì un suono lontano e voltò bruscamente la testa. Anche William l'aveva sentito; fruscii e strascichi di sotto, e ora un coro di grugniti e forti rumori gutturali che rendevano chiaro chi fossero i visitatori.
Vide William girare la testa, in ascolto, e allungare una mano in basso alla ricerca del suo fucile.
«Di notte?» chiese Jamie. «Ce ne sono almeno una dozzina. E se ne uccidessimo uno senza essere fatti a pezzi dagli altri, lasceremmo la maggior parte ai corvi. Hai davvero voglia di macellare un maiale in questo momento?»
William si raddrizzò, ma stava ancora ascoltando i maiali di sotto.
«Sapete se riescono a vedere al buio?»
«Non credo che se ne andrebbero in giro adesso, se non ci riuscissero. Ma non credo che la loro vista sia migliore della nostra, anche se altrettanto buona. Sono stato vicino a un branco di loro, a non più di dieci metri di distanza - controvento, bada - e non si sono accorti che ero lì finché non mi sono mosso. Non c'è niente che non vada nelle loro orecchie, pelose come sono, e tutto ciò che può sradicare dei tuberi ha un senso dell'olfatto migliore del mio.»
William emise un piccolo suono divertito, e attesero, ascoltando, finché i suoni dei maiali selvatici svanirono nei crescenti suoni notturni — un frastuono di grilli e rospi striduli, punteggiato dal richiamo degli uccelli notturni e dal bubolare dei gufi.
«Quando stavate a Savannah,» chiese William all’improvviso. «Avete mai incontrato un gentiluomo di nome Preston?»
Jamie si aspettava quasi una domanda, ma non quella.
«No,» disse, sorpreso. «O almeno non penso. Chi è?»
«Un…ehm… sottosegretario di basso livello nell’Ufficio della Guerra. Con un interesse particolare per il benessere dei prigionieri di guerra britannici. Ci siamo incontrati a un pranzo a casa del Generale Prevost, e poi più tardi quel pomeriggio, per discutere… la questione… più in dettaglio.»
«La questione,» ripeté Jamie, con cautela.
«Le condizioni dei prigionieri di guerra, principalmente,» disse William, con un breve gesto della mano. «Ma è stato da Mr. Preston che ho scoperto che mio padre una volta è stato governatore di una prigione in Scozia. Non lo sapevo.»
Oh, Gesù…
«Aye,» disse Jamie, e si fermò per respirare. «Un posto chiamato Ardsmuir. È stato là che ho conosciuto per la prima volta—» Si fermò, ricordando all’improvviso tutta la verità della questione. Glielo racconto? Aye, suppongo di sì…
«Aye, be’, ho incontrato tuo padre lì, questo è vero— tuttavia lo avevo incontrato alcuni anni prima, sai. Durante la Rivolta.»
Avvertì un improvviso formicolio nel sangue al ricordo.
«Dove?» chiese William, la curiosità evidente nella sua voce.
«Nelle Highlands. Io e i miei uomini eravamo accampati nei pressi del Passo di Carryarick— stavamo tenendo d’occhio le truppe che portavano un cannone al Generale Cope.»
«Cope. Non credo di ricordare il gentiluomo…»
«Aye, bene. Mettemmo fuori uso il suo cannone. Perse la sua battaglia. A Prestonpans.» Nonostante l’attuale situazione, in quel ricordo c’era ancora una profonda sensazione di piacere.
«Davvero,» disse William secco. «Non avevo sentito neanche quello.»
«Mmphm. Era tuo zio, Sua Grazia, che aveva il compito di trasportare il cannone, e si era portato dietro il suo fratello minore perché avesse un, um, assaggio dell’esercito, suppongo. Era Lord John.»
«Giovane. Quanti anni aveva?» chiese William curioso.
«Non più di sedici. Ma abbastanza audace da tentare di uccidermi, da solo, quando si è imbattuto in me seduto accanto a un fuoco con mia moglie.» Nonostante la sua convinzione che questa conversazione non sarebbe finita bene, aveva cominciato, e doveva finire, dovunque portasse.
«Aveva sedici anni,» ripeté Jamie. «Palle in abbondanza, ma non molto cervello, sai.»
La faccia di William si contrasse leggermente.
«E voi quanti anni avevate, se posso chiedere?»
«Ventiquattro,» disse Jamie e provò un'ondata di sensazioni così inaspettate che lo soffocò. Non aveva pensato a quei giorni per molti anni, pensando che avrebbe dimenticato, ma no— era tutto lì in un batter d'occhio: il viso di Claire alla luce del fuoco e i suoi capelli al vento, la sua passione per lei che eclissava tutto, i suoi uomini lì vicino, e poi il momento di stupore e rabbia istantanea e l'aver preso a pugni un adolescente a terra, il coltello caduto che luccicava sul terreno accanto al fuoco.
E tutto il resto—la guerra. Perdita, desolazione. La lunga morte del suo cuore.
«Gli ho rotto il braccio,» disse all’improvviso. «Quando mi attaccò. Non avrebbe parlato, quando gli ho chiesto dove fossero le truppe britanniche, ma lo indussi a parlare. Poi dissi ai miei uomini di legarlo a un albero dove gli uomini di suo fratello lo avrebbero trovato… e poi andai a occuparmi del cannone. Non rividi Sua Signoria fino a--» Alzò le spalle. «Molti anni dopo. Ad Ardsmuir.»
La faccia di William era chiaramente visibile alla luce del fuoco, e Jamie poteva vedere facilmente l’interesse lottare con la cautela, mentre il ragazzo— Cristo, ha… ventitré anni? Più vecchio di me quando…
«È stato lui?» chiese William all’improvviso.
«Cosa?»
William fece un piccolo movimento con una mano e fece un gesto verso di lui.
«La vostra… schiena. È stato Lord John a farvi… quello?
Jamie aprì la bocca per dire no, perché tutti i suoi ricordi erano stati concentrati su Jack Randall, ma ovviamente…
«Una parte,» disse, e cercò la sua borraccia a terrà, evitando gli occhi di William. «Non molto.»
«Perché?»
Jamie scosse la testa, non in negazione, ma provando a organizzare i suoi pensieri.
«L’ho costretto io,» disse, chiedendosi Cosa c’entro io? È la verità, ma—
«Perché?» William chiese di nuovo, in un tono di voce più duro. Jamie sospirò profondamente; poteva essere irritazione, ma non lo era; era rassegnazione.
«Avevo infranto le regole e lui mi ha punito per questo. Sessanta frustate. Non ebbe scelta in realtà.»
William fece il suo profondo sospiro ed era irritazione.
«Ditemelo o no,» disse e si alzò, lanciando uno sguardo truce in basse a Jamie. «Voglio sapere, ma non vi obbligherò, dannazione!»
Jamie annuì, la sua sensazione immediata di sollievo contaminata dai ricordi. La schiena gli prudeva come se milioni di piedini vi marciassero sopra, e la minuscola ferita bruciava. Sospirò.
«Ho detto che ti avrei raccontato tutto quello che volevi sapere, e lo farò. Il Governo aveva messo fuori legge il possesso di tartan. Un giovane nella prigione aveva conservato un ritaglio del tartan della sua famiglia, per conforto— era improbabile che qualcuno di noi rivedesse la sua famiglia. Venne scoperto, e Lord John chiese al ragazzo se fosse suo. Lui— il ragazzo, intendo— aveva solo quattordici o quindici anni, piccolo e rinsecchito per il freddo e la fame. Lo eravamo tutti.» Il ricordo gli fece allungare le mani verso il fuoco, raccogliendone il calore.
«Così ho allungato la mano sopra la sua spalla e ho detto che il pezzo di stoffa era il mio.» terminò semplicemente, «Questo è tutto.»

mercoledì 5 aprile 2023

Libro 10: Sogni

[Jamie e Roger sono seduti all’esterno del capanno del maltaggio, discutendo dell’imminente partenza di Jamie alla ricerca di Lord John.]
«Hai paura?» disse. Jamie diede a Roger un’occhiata tagliente, ma alzò le spalle e si sistemò prima di rispondere.
«Si vede?»
«Non su di te,» lo rassicurò Roger. «Su Claire.»
Jamie sembrò sorpreso, ma dopo un momento di riflessione, annuì leggermente.
«Aye, suppongo che sia così. Dorme con me, sai?» Evidentemente l’espressione di Roger non mostrava una totale comprensione, perché Jamie sospirò un poco e si stese all’indietro contro il muro del capanno del maltaggio.
«Sogno», disse semplicemente. Posso tenere a bada i miei pensieri abbastanza bene mentre sono sveglio, ma… sai che gli indiani dicono che il mondo dei sogni è reale quanto questo? A volte penso che sia vero – ma spesso spero che non sia così.»
«Parli a Claire dei tuoi sogni?»
Jamie fece una rapida smorfia.
«A volte. Alcuni… be’, probabilmente sai che a volte aiuta aprire la tua mente a qualcuno, quando sei inquieto, e alcuni sogni sono così; solo dire cosa è successo ti permette di fare un passo indietro. Riconosci che è solo un sogno, come si dice.»
«Solo», disse Roger a bassa voce, ma Jamie annuì, la sua bocca si rilassò un poco.
«Aye». Rimasero in silenzio per qualche momento, e il suono del vento e degli uccelli della zona gli tenne compagnia.
«Ho paura per William», disse Jamie all’improvviso. Ebbe un’esitazione, ma aggiunse a bassa voce, «E ho paura per John. Non voglio pensare alle cose che potrebbero – potrebbero fargli. Cose da cui non sarei in grado di salvarlo.»,
Roger gli lanciò un’occhiata, cercando di non sembrare allarmato. Ma poi realizzò che Jamie non evitava le cose né di accennare ad esse. Aveva semplicemente accettato il fatto che Roger sapeva le cose che erano state fatte a Jamie, e il motivo esatto per cui poteva temere per il suo amico.
«Vorrei poter venire con te,» disse. Fu istintivo, ma vero, e un sorriso genuino illuminò la faccia di Jamie in risposta.
«Anche io, _a Smeorach_. Ma la gente di qui ha bisogno di te – e avranno ancora più bisogno di te se io non dovessi tornare.»
Roger si ritrovò a desiderare che Jamie evitasse alcune cose di tanto in tanto, ma con riluttanza ammise che le cose dovevano essere dette ora, non importa quanto scomode. Così rispose alla domanda che Jamie non aveva fatto.
«Aye. Baderò loro al posto tuo. A Claire, e a Brianna e a Ian e a Rachel e ai bambini. E anche a tutti i tuoi dannati fittavoli. Comunque, non mungerò le tue mucche e non mi prenderò cura di quella dannata scrofa e della sua progenie.»
Jamie non rise, ma il sorriso era ancora lì.
«È confortante per me, Roger Mac, sapere che sarai qui, ad affrontare qualsiasi cosa succeda. È succederà.»
«Ora _io_ho paura,», disse Roger, con quanta leggerezza poteva. 
«Lo so.» Fortunatamente, Jamie non si dilungò su questo, ma tornò alle cose pratiche.
«Quella Deamhan Gael può badare a sé stessa,» rassicurò Roger. «E la piccola Frances baderà alle mucche. Oh—per quanto riguarda Frances—»
«Non lascerò che sposi nessuno finché non sarai tornato,» lo rassicurò Roger.
«Bene.» Jamie lasciò andare il fiato e le sue spalle si accasciarono. «Penso che tornerò. Ma i morti mi hanno parlato.» Colse il sopracciglio sollevato di Roger. «Non—be’, non solo—i miei morti. Spesso per me è un conforto, se vengono a trovarmi mio Padre o Murtagh e Ian Mor. Ogni tanto… mia Madre.» Questo lo rendeva timido; distolse lo sguardo.
Roger fece un piccolo suono vago e aspettò un attimo, poi chiese, «Hai detto, non solo i tuoi morti…?»
«Ah.» Jamie si raddrizzò e mise i piedi saldamente nella terra. «Gli altri. Uomini che ho ucciso. A volte uccisi per una giusta causa. Altri — in battaglia. Sconosciuti. Uomini che —» si interruppe e Roger vide tutto il suo corpo irrigidirsi. Jamie guardò da un’altra parte, lungo il sentiero che portava al lago, come se stesse arrivando qualcosa. La sensazione era così forte che anche Roger guardò, e fu sollevato nel vedere nient’altro un gruppetto di quaglie che facevano il bagno nella polvere sotto un cespuglio.
«Jack Randall è venuto da me, due notti fa.»

giovedì 16 marzo 2023

Richard Rankin protagonista nella nuova serie dell'Ispettore Rebus

La star di Outlander interpreta Rebus nella nuova versione di Ian Rankin
Richard Rankin interpreterà l’Ispettore Rebus nel nuovo adattamento per Viaplay.
Mesi dopo l’annuncio di un nuovo adattamento dei romanzi dell’Ispettore Rebus di Sir Ian Rankin, è stato scelto il protagonista – con Richard Rankin che raccoglie il testimone.
Rankin (nessuna relazione con Sir Ian), meglio conosciuto per aver interpretato Roger Wakefield in Outlander, sarà John Rebus nella serie di Viaplay, con questa che è il primo ordine di una serie drammatica britannica in UK della piattaforma streaming, e si intitolerà semplicemente Rebus.
Le riprese della serie in sei puntate inizieranno in Scozia il mese prossimo e sarà trasmessa su Viaplay nel 2024, e ulteriori casting saranno annunciati presto.
Richard Rankin ha detto: «Sono emozionato per essere stato scelto per il ruolo di Rebus. Sono un grande fan della serie e di Sir Ian Rankin. Mi sento molto fortunato per aver avuto l’onore di portare un personaggio tanto iconico di nuovo sugli schermi televisivi e darò tutto quello che ho per rendergli giustizia.»
Sir Ian Rankin ha aggiunto: «Rebus è stato una grande parte della mia vita per molto tempo e lavorare con Gregory Burke per creare una nuova storia che lo vede farsi strada da giovane in una Scozia contemporanea (e in continua evoluzione) è stato un processo davvero affascinante.»
«Non vedo l’ora di vedere Richard dare vita al personaggio – è perfetto per il ruolo, e non solo perché incidentalmente condividiamo lo stesso cognome!»
Questa nuova serie segue un precedente adattamento dei libri di Rebus andata in onda su ITV tra il 2000 e il 2007. Il ruolo principale fu interpretato la prima volta da John Hannah, anche se fu sostituito dal Ken Stott dalla stagione 2.
La sinossi ufficiale della nuova serie, che da quanto viene riferito, «sarà un’offerta nuova ed emozionante nel genere criminale di fascia alta», recita. «La nuova avvincente storia segue il detective quarantenne John Rebus (Richard Rankin), che si trova a un bivio psicologico a seguito di un alterco con un famigerato gangster di Edimburgo.

domenica 5 marzo 2023

Libro 10: Solo un giorno per prepararsi

Mi alzai con una lista in mente. Non era per niente insolito, ma questa lista era accompagnata da un fiotto di adrenalina. Avevo – al massimo – soltanto oggi per preparare non solo la partenza dal Ridge per un periodo di tempo indefinito, ma per preparare il Ridge a essere lasciato. 
Feci scivolare i piedi fuori dal letto, il cuore che già accelerava, e mi sedetti per un attimo, provando a concentrarmi su cosa dovesse essere fatto per primo. Be’, questo era semplice… pescai il vaso da notte da sotto al letto e vidi che era pulito e asciutto. Cosa che significava che Jamie si era alzato presto e premurosamente era andato fuori alla latrina, o che si era alzato durante la notte e aveva pisciato fuori dalla finestra. Per quanto personalmente non avessi mai sentito la mancanza di un pene, dovevo ammettere che era una cosa pratica da portare con sé durante un picnic…
Completate le mie necessità igieniche, ero abbastanza lucida per lavarmi i denti, spruzzarmi l’acqua sul viso e passarmi le mani umide tra i capelli. Era improbabile che i miei capelli migliorassero con l’esperienza, ma le mie mani erano sufficientemente asciutte per mettermi le calze.
Lista …
_Trovare qualcosa come caffè_
_Bere il caffè come sostanza_
_Mangiare qualsiasi cosa fosse rimasta dal banchetto di ieri, mentre esaminavo ripostigli, credenze, semplici armadi e grossi calderoni.
_Compilare una sottolista mentale di cose da trovare, da raccogliere o scavare, mettere nel calderone per essere cotte…
Sylvia e le sue figlie si erano trasferite, con tante cerimonie, nel capanno di Bobby la sera prima. Ero contenta per tutti loro, ma questo mi lasciava a corto di manodopera. Perciò… chiamare Fanny, Joanie e Fizzy e dargli la mia lista per cominciare a lavorarci. Trovare Bree e scorrere una lista separata di persone che potevano dare problemi — medici, politici o di altro genere — fino al prossimo… per quanto tempo?
«Dio lo sa», mormorai. William cercava Lord John da tre mesi, che sarebbe successo se Richardson avesse deciso di portarlo a Londra e denunciarlo alla Camera dei Lords o qualcosa del genere?
Trovare Roger… no, Jamie doveva aver già trovato Roger e informato che ora era lui, de facto, il Padrone per l’immediato futuro.
Tornando alla lista… ormai stavo scendendo a passo felpato al piano di sotto con le calze, le scarpe in mano.
Mandare Jem o Germain o le ragazze a chiamare Jenny e Rachel. Prima dargli da mangiare, intervenne il mio subconscio.
Inspirai speranzosa. Sì, potevo sentire il profumo di porridge e toast. E bacon? Sì, decisamente bacon. Probabilmente stavano già mangiando, allora. Ero affamata, nonostante tutto quello che avevo mangiato ieri.
Jenny e Rachel avrebbero voluto venire giù alla casa principale mentre Ian sarebbe venuto con noi? Compagnia e aiuto per Brianna… tutti quei bambini… ma c’erano le capre di Jenny da considerare…
Assommai in cucina, per trovare William seduto a tavola, circondato da bambini e attentamente servito da Fanny, armata di un piatto di bacon croccante e un barattolo di marmellata di pesche.
«Madre Claire!» William si alzò a metà per salutarmi, non potendo spingere indietro la panca per alzarsi a causa del peso dei bambini che condividevano detta panca. «Em… Come stai?»
«Leggermente meglio di te, probabilmente,» dissi, sedendomi su uno sgabello libero per mettermi le scarpe. «Hai dormito stanotte?» Era molto magro; i suoi zigomi erano come lame e la sua pelle era di un malsano giallo grigiastro sotto l'abbronzatura. Questo sembrava ancora più sgradevole in contrasto con la barba che spuntava, che era rossa.
«Non ricordo di aver dormito,» disse, strofinandosi una mano sulla barba corta, «ma alla fine mi sono svegliato, perciò devo aver dormito. Mi sento molto meglio,» mi assicurò, prendendo una manciata di bacon dal piatto di Fanny. «O sarà così non appena avrò mangiato. Grazie, Frances.»
«Dovresti anche bere del latte,» lo informò. «Per proteggere l’interno del tuo stomaco, dopo tutto quello che hai bevuto ieri sera.»
«Tutto quello che ho bevuto?» un’espressione di divertimento attraversò la sua faccia, nonostante i segni di stanchezza per il viaggio e i postumi della sbornia. «Stavi tenendo il conto, Frances? Molto premuroso da parte tua. Un giorno sarai una moglie eccellente per un uomo molto fortunato.»
Lei diventò cremisi, ma lui le sorrise, e ingoiò aria e riuscì a ricambiare un sorrisetto prima di andarsene barcollando a prendere altri toast.
«Cosa_ho_bevuto ieri sera?» mi chiese William, abbassando la voce. «Ammetto che non mi ricordo molto di ieri sera. Ero… talmente sollevato. Per—per aver…»
«Trovato un riparo?» Gli chiesi con comprensione. «Immagino che sia così. Sei stato solo per un bel po’.»
Fece una pausa, spalmando la marmellata su una fetta di toast, poi disse tranquillamente. «Sì. Grazie. Per--» indicò brevemente la vivace cucina, poi si schiarì la gola. «Pensi... ehm, che Mr. Fraser sarà…»
«Di ritorno presto? Sì» Mi offrì il toast e io lo presi. Stavo morendo di fame ed era delizioso, caldo e croccante e dolce. «Fanny?» dissi, ingoiando. «Mr. Fraser ha fatto colazione?»
«Sì, ma’am» disse. «Stava uscendo quando sono scesa, ma aveva un pezzo di pollo fritto in mano.»
«Ha detto dove stava andando?»
«No, ma’am. Non era armato,» aggiunse utilmente. «A parte il suo coltello.»
«Il pugnale o il coltello piccolo?» La sua fronte liscia si corrugò per la concentrazione, poi si rilassò.
«Entrambi.»
Stava lasciando la proprietà ma non stava andando lontano.

domenica 26 febbraio 2023

Brian&Ellen: Una colomba tra le mani

[Brian Fraser e Murtagh FitzGibbons Fraser si sono nascosti su uno dei parapetti del castello di Leoch, dove si sono intrufolati per partecipare alle celebrazioni funebri per la recente morte del Capo, Red Jacob Mackenzie. Brian sarebbe peggio che sgradito se qualcuno lo riconoscesse come il figlio della Vecchia Volpe, illegittimo o meno, e i due giovani si stanno tenendo alla larga mentre studiano la situazione. Ci sono diverse colombe appollaiate al sole sul muro vicino a loro, e Brian si avvicina molto lentamente. Ne ha appena convinta una a posarsi sulla sua mano (aveva fatto questo trucco in precedenza), quando una giovane donna alta esce a grandi passi da una porta alla fine della merlatura vicino a loro, ma si ferma bruscamente quando vede cosa sta succedendo.] 
Brian la vide con la coda dell’occhio –una bella ragazza, alta – molto alta– spalle quadrate e con l’aspetto di una in grado di badare a sé stessa se le cose dovessero mettersi male. Con la coda dell’occhio vide i capelli rossi al vento, sciolti per il lutto, pensò. Si era fermata quando li aveva visti, ma ora venne verso di loro, camminando lentamente e con attenzione.
Poteva sentire il cuore della colomba, palpitante nel suo palmo, tenue e rapido. Poteva sentire il suo stesso sangue pulsargli nelle orecchie, non molto più lentamente. La ragazza si bloccò, a tre passi da lui; non la guardò, ma sentì il fruscio delle sottogonne e sentì il suo cuore accelerare per accordarsi a quello della colomba.
Lei osservava con interesse, ferma come una quaglia nel nido, per non spaventare la colomba. Brian portò lentamente l’altra mano nella piega del suo plaid, staccò un angolo dal pezzo di pane che aveva messo da parte in caso di fame improvvisa, e muovendosi ancora più lentamente, lo portò su e se lo sistemò delicatamente tra le labbra. La colomba fece ondeggiare un po’ la testa, nervosa per questo nuovo sviluppo, ma i suoi occhi erano luminosi e fissi sul pane.
Emise un debole “tchi, tchi, tchi” tra i denti e l’uccello si avvicinò, interessato. Girò la mano, piano piano, affinché la colomba cambiasse il suo appoggio per stare dritta e terminò con lei sul dorso della sua mano, i suoi piccoli artigli affilati che affondavano un po’. Calmo e lento, la portò all’altezza della sua faccia, facendo ancora quel rumore sibilante, perché non fosse spaventata dal suo respiro. 
Un secondo… due secondi… la colomba girò la testa, in una direzione e poi nell’altra, fissando un occhio alla volta sulla briciola desiderata. Tre secondi… q‑‑.  La colomba fece scattare il collo come un serpente e beccò con precisione la briciola dalla sue labbra, volando dalla sua mano nello stesso movimento.
«Madre di Dio!» dissero, contemporaneamente Brian e la ragazza, colti di sorpresa. Si guardarono l’un l’altro e risero. Si stavano ancora guardando un momento dopo, quando un’acuta voce femminile si alzò esasperata da una finestra in alto attirando l’attenzione della ragazza in alto e lontano.
«Tha mi direach a’ tighinn!» urlò, aggiungendo – con un tono più basso e un sopracciglio alzato – «sta attenta a non ingoiare la tua saliva e morire, vecchia scopa.»
Lui rise ancora e lei lo guardò di nuovo, profondi occhi blu ancora aggrottati per il divertimento.
«Fatelo con un corvo, a charidh,» disse. «E sarò davvero impressionata.»
E poi se n’era andata in un turbinio di gonne, capelli sciolti che volavano come una pioggia d’oro, rovente dalla fucina.
Rimase immobile per un momento guardando la soglia vuota come se potesse farla riapparire lì. Invece, Murtagh usci dal riparo di una nicchia dove si era discretamente ritirato.
«Avrei dovuto prestare più attenzione quando lo hai fatto la prima volta,» disse, indicando con la testa la mano di Brian, dove gli artigli della colomba avevano lasciato piccoli graffi rossi. «Ma sono della stessa opinione di quella bella ragazza, a bhalaich – dovresti farlo con un corvo. E poi passare ai gufi, forse. Sai chi è?» chiese, abbandonando il tono canzonatorio.
«Vive nel castello,» disse Brian, alzando il mento in direzione della torre in alto, «altrimenti quella vacca lassù, non le avrebbe strillato addosso. E dato quello che ho sentito sull’aspetto di Red Jacob MacKenzie, scommetto due pinte di birra che è la figlia maggiore. Si chiama – Ellen?»
«Aye, Ellen.» ora anche Murtagh stava osservando la soglia scura. «E aye, era lei. Ero nel cortile poco fa e qualcuno me l’ha indicata; è scesa per accogliere un fittavolo con i suoi seguaci. Era vestita un pochino meglio, bada, ma non si può confondere una ragazza di quella taglia con qualcun'altra. Cristo, è alta quanto me!»
«Più alta,» disse Brian ridendo. Guardò gli stinchi sottili di Murtagh. «E probabilmente pesa il doppio.» Si sentiva come se avesse già bevuto le due pinte di birra – troppo veloce. La sua testa sembrava leggera e leggermente spumeggiante.
Murtagh scrollò le spalle. «Se stai sopra, che importa?»
«E se non ci stai?»
«Aye, be’, potrebbe anche schiacciarmi, è vero. Ma morirei felice.»
«Andiamo», disse Brian, mentre il suono di molti piedi e le voci degli uomini annunciavano l'imminente avvento di una grande festa. «Chiunque ci veda sa chi siamo, moriremo e basta.»
«Be’, aye, tu. Mia Zia Glenna non lascerà che mi uccidano.»
«Da quanto tempo non la vedi?»
«Och, dieci anni forse venti…»
«Non avevi la barba, vent’anni fa. Non ti distinguerà da un buco nel terreno. E tu non parlerai molto nemmeno con lei, con i denti spaccati. Andiamo!» Afferrò il braccio di Murtagh e lo tirò verso la porta all’altro capo del ballatoio.