mercoledì 19 marzo 2025

Per il Giorno di San Patrizio

Estratto da THE SCOTTISH PRISONER
Nonostante i segni di razzie passate, il monastero era indiscutibilmente abitato e movimentato. Jamie aveva sentito la campana dall’altra parte del lago e ora vedeva i monaci che uscivano dalla chiesa, sparpagliandosi verso i loro compiti. C’era un pascolo recintato dietro gli edifici, dove stava pascolando un piccolo gregge di pecore, e un arco di pietra mostrava le file ordinate dell’orto, dove due fratelli laici strappavano erbacce nella maniera rassegnata degli uomini che avevano accettato da tempo la loro sorte sisifea.
Uno di questi lo indirizzò verso il più grande degli edifici di pietra, dove un portiere dal naso lungo prese i suoi dati, e poi lo lasciò in un’anticamera. L’atmosfera del posto era calma, ma Jamie non lo era. Oltre al conflitto tra Grey e Quinn – uno più critico dell’altro e lui era seriamente tentato di spaccare le loro teste una contro l’altra– c’era l’incombente confronto con Siverly a cui pensare, e gli avvertimenti criptici della duchessa su Twelvetrees… e, da qualche parte lontano sotto le preoccupazioni più pressanti, una difficile consapevolezza che la coppa del Druido di Quinn era presumibilmente qui, e non aveva ancora deciso che chiedere o no di essa. E se fosse stata qui, che fare allora?
Nonostante queste inquietudini, il suo primo sguardo all’abate lo fece sorridere. Michael FitzGibbons era un leprecauno. Jamie lo riconobbe subito dalla descrizione di Quinn del tipo.
L’uomo arrivava forse al gomito di Jamie, ma stava in piedi dritto come una freccia segata, una severa barba bianca che si drizzava in maniera pugnace dal bordo della sua mascella e un paio di occhi verdi che brillavano per la curiosità.
Questi occhi si erano fissati subito su Jamie, e si accesero di cordialità mentre si presentava e menzionava suo zio come credenziale.
«Il nipote di Alexander!» esclamò l’abate Michael, in un buon inglese. «Aye, io ti tengo d’occhio, ragazzo. Ho sentito molte delle tue avventure, anni fa – tu e la tua moglie inglese.» Sogghignò nella sua barba, mostrando piccoli denti banchi.
«Rivoltò St. Anne da cima a fondo, da quello che ho sentito. È qui con te, per caso? In Irlanda, voglio dire.»
Jamie poteva capire dall’improvviso sguardo di consapevolezza e orrore sulla faccia dell’abate come doveva sembrare la sua. Sentì la mano dell’abate sul suo avambraccio, straordinariamente forte per le sue dimensioni. «No Padre,» sentì la sua voce dire, calma e lontana. «L’ho persa. Nella Sommossa.»
L’abate fece un respiro di udibile dolore, schioccò la lingua tre volte e portò Jamie verso una sedia. «Possa Dio dare riposo alla sua anima, povera cara donna. Vieni, ragazzo, siediti. Bevi un poco di whiskey.»
Non era stato pronunciato come un invito e Jamie non discusse quando un bicchierino ragguardevole fu versato e ficcato nella sua mano. Alzò il bicchiere meccanicamente verso l’abate in un brindisi, ma non parlò; era troppo indaffarato a ripetere all’infinito dentro di sé, Signore, fa che sia in salvo! Lei e il bambino! come temendo che le parole dell’abate l’avessero davvero mandata in paradiso.
Lo shock diminuì velocemente, comunque, e abbastanza presto la palla di ghiaccio nella sua pancia cominciò a sciogliersi sotto la debole vampa del whiskey. C’erano cose immediate di cui occuparsi; il dolore doveva essere messo da parte. L’abate Michael stava parlando di cose neutre: il tempo (insolitamente buono e una benedizione per gli agnelli), lo stato del tetto della cappella (buchi così grandi che sembrava che un maiale avesse camminato sul tetto, e un grosso maiale, per giunta), il giorno (così fortunato che fosse giovedì e non venerdì, dato che si sarebbe stata carne per pranzo, e certamente Jamie si sarebbe unito a loro; gli sarebbe piaciuta la versione di una salsa di Fratello Bertram; non aveva un nome particolare ed era di un indistinto colore… viola, avrebbe detto l’abate, ma era risaputo che lui non aveva il senso del colore e aveva dovuto chiedere al sacrestano con cui gestiva l’abbigliamento nel tempo ordinario, poiché non poteva distinguere il rosso dal verde e prendeva solo per fede il fatto che al mondo ci fossero simili colori, ma Fratello Daniel – aveva incontrato Fratello Daniel, il portiere all’esterno? – gli aveva assicurato che era così, e sicuramente un uomo con la faccia come quella non avrebbe mai mentito, bastava solo vedere la grandezza del suo naso per capirlo) e altre cose a cui Jamie poteva annuire, sorridere o fare un rumore. Per tutto il tempo, gli occhi verdi cercarono la sua faccia – gentili ma penetranti.
L’abate comprese il momento in cui Jamie si sentì di nuovo padrone di sé stesso e si rilassò un poco, invitandolo con la sua postura più che con le parole a illustrare le sue questioni.
«Se posso chiedere un momento del vostro tempo, Padre…» Prese il foglio di carta piegato dal petto e glielo porse. «So che avete la reputazione di uno studioso e uno storico, e sapevo che mio zio diceva che avete una collezione di racconti rari sugli Auld Ones. Apprezzerei la vostra opinione su questi pochi versi.»
Le sopracciglia dell’abate Michael erano spesse e bianche, con lunghi peli che si incurvavano all’impazzata alla maniera dei vecchi. Queste si animarono, vibrando di interesse, e lui portò la sua attenzione al foglio, gli occhi che si spostavano da un verso all’altro come un colibrì in una macchia di fiori.
Gli occhi di Jamie avevano girato per la stanza mentre l’abate Michael parlava. Era un posto interessante – ogni posto in cui veniva fatto del lavoro lo interessava – e si alzò con un mormorio di scuse e andò alla libreria, lasciando l’abate alla sua minuziosa ispezione della poesia.
La stanza era grande quanto la biblioteca del Duca di Pardloe e aveva almeno altrettanti libri, eppure la sensazione era più simile a quella del piccolo buco disordinato in cui Pardloe chiaramente faceva le sue riflessioni.
Si poteva capire dai libri se una biblioteca era fatta solo per mostra o no. I libri che venivano usati avevano un aspetto aperto e interessante, anche se chiusi e ordinatamente allineati su uno scaffale in un rigoroso ordine con i loro simili. Si aveva la sensazione che il libro avesse lo stesso interesse in te quanto tu n lui e fosse disposto ad aiutarti una volta raggiunto.
I libri dell’abate erano ancora più aperti. Una dozzina di volumi – almeno – giaceva aperta sul grande tavolo vicino alla finestra, metà dei quali stesi l’uno sull’altro, tutti aperti, e pagine di appunti che fuoriuscivano dalla pila, ondeggianti – invitanti – nella corrente proveniente dalla finestra.
Jamie sentì un forte desiderio di andare a vedere cosa fossero i libri aperti, di andare verso gli scaffali e far scorrere lentamente le sue nocche sulla pelle e sul legno e sul rovescio delle rilegature finché un libro non gli avesse parlato e non fosse andato di buon grado nella sua mano.
Era passato tanto tempo da quando aveva posseduto un libro.

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