giovedì 11 aprile 2019

Diana Gabaldon: la storia della First Lady di Lallybroch

Dalla finestra della suite dell’hotel di Diana Gabaldon a Edimburgo c’è una vista panoramica di Arthur’s Seat, ma lei non ha bisogno di fissare lo sguardo su di esso e memorizzare. Il panorama scozzese già fornisce lo scenario al suo universo multidimensionale Outlander, il fenomeno letterario che è cominciato con niente più di un racconto per esercizio.
Seduta su un divano di schintz, la sua camicia stravagante è più Arizona che Ardnamurchan, e la sua scelta di qualcosa per bagnarsi le labbra non è whisky, Irn Bru o anche acqua che scorre da un limpido ruscello delle Highlands.
Gabaldon potrebbe essere qui per ricevere un premio per il Contributo Internazionale al Turismo Scozzese da parte di VisitScotland, ma c’è una rinfrescante assenza di una trasognata sdolcinatezza quando parla della Scozia.
Lei non ha bisogno di convincerci – i numeri parlano da soli.
Il documento di VisitScotland 'Outlander Effect and Tourism' (n.d.r Effetto Outlander e Turismo) ha mostrato che le attrazioni usate nell’adattamento televisivo dei romanzi (otto e continuano a crescere) hanno visto i numeri crescere del 67% tra il 2013 e il 2017, da 887.000 a 1,5 milioni. Perciò qualsiasi cosa la Scozia le abbia dato in termini di ispirazione letteraria, lei ha ripagato con notti in hotel e biglietti venduti.
Come molti colossi culturali, Outlander ha cominciato in maniera modesta. La dottoressa Gabaldon, una professoressa universitaria con una laurea in Zoologia e Biologia Marina e un PhD in Quantitative Behavioural Ecology, stava pensando di scrivere un racconto.
Non avendo problemi a mettere insieme diverse migliaia di parole, decise di fare un po’ di pratica prima di imbarcarsi sulla cosa vera. Era orientata verso un racconto storico, ma quando e dove avrebbe dovuto ambientarlo?
Far entrare Frazer Hines in un kilt. PBS America stava trasmettendo gli episodi di Doctor Who, addirittura gli episodi con Patrick Troughton degli anni 60, quando il compagno viaggiatore del tempo era Jamie McCrimmon, un suonatore di cornamusa interpretato da Hines che incontra il Signore del Tempo all’indomani di Culloden.
Con il suo interesse risvegliato e alcune ricerche successive, sembrava che la Scozia del diciottesimo secolo potesse offrire i tempi turbolenti richiesti per il conflitto di cui ogni racconto ha bisogno.
L’unico contatto della Gabaldon con la cultura scozzese era scrivere fumetti per Walt Disney e affrontare il personaggio di Paperon de Paperoni.
“Mentre crescevo a Flagstaff, Arizona, la Scozia non era nel mio radar – per niente,” dice. “Non c’era niente di lontanamente scozzese e la mia famiglia non ha un retaggio scozzese. Non avevo visto neanche Brigadoon!”
Perciò il primo racconto di Outlander è stato creato tra i cactus, nel caldo ustionante del deserto.
La storia comincia subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando un’infermiera dell’esercito, chiamata Claire Randall, è in luna di miele nelle Highlands, ma dopo aver toccato delle pietre finisce indietro nel tempo e nel 1743. Senza vie di fuga, sposa un guerriero chiamato Jamie Fraser. Questa è la versione corta. Con il nono libro, la cui pubblicazione è in programma nel 2019, e una serie di racconti derivati e antologie, è una storia in espansione che, nell’uso contemporaneo, potrebbe essere descritta come una saga scozzese e va ben oltre la descrizione di Gabaldon come “un romanzo storico grande e grosso”.
Lei aggiunge che ha creato il personaggio di Claire una donna inglese come modo per arricchire quel conflitto, perciò forse sa più di quanto da a vedere…. Il primo libro di Outlander è stato scritto alla fine degli anni ’80, da ricerche in biblioteca e attingendo dal computer di amico oltremare, grazie all’embrionale strumento di comunicazione on line come CompuServe.
“Il mio amico David Stanley a Edimburgo mi indirizzò verso autori scozzesi che avrei potuto leggere. Che ci crediate o no il primo che lessi fu Irvine Welsh, che probabilmente è distante dalla mia scrittura, come puoi vedere."
“Avevo letto romanzi gialli e polizieschi per anni, così ero particolarmente attratta dalle procedure di polizia e questo mi portò a Rebus e Ian Rankin. C’è un negozio di libri chiamato The Poison Pen a Scottsdale, dove vivo ora. Io andavo e chievo se avevano qualcosa di Ian Rankin, e loro dicevano, “No, non abbiamo mai sentito di lui.” E io dicevo: “Be’, dovreste!” Abbiamo ordinato questi e molti altri libri. Penso che il proprietario si sia incuriosito sul perché stavo leggendo autori scozzesi di quasi ogni genere.”
Studiava personaggi scozzesi in televisione e continuava ad ascoltare musica tradizionale scozzese. “Scelsi registrazioni dal vivo di band, per sentire le parole tra le canzoni. Cercavo anche fonti di musica tradizionale più antica, particolarmente le ballate, mentre avevo a che fare con la Scozia nel diciottesimo secolo.”
“Quando decisi di ‘lavorare’ in Scozia, se si può dire così, andai a Phoenix perchè c’erano i Giochi delle Highlands. Questo mi ha dato un’idea di quella parte della cultura e sono andata in giro, solo per ascoltare. Se sentivo qualcuno che era davvero scozzese, andavo dritto da loro e chiedevo se potevamo chiacchierare”
Il “libro di prova” divenne realtà – e una cosa di successo, pure. Fu solo quando il secondo libro era in scrittura che Diana e suo marito Douglas pensarono che avrebbero dovuto visitare questa terra lontana che era diventata una parte così grande della loro vita.
“Avevamo preso un volo per Londra e guidato verso nord. Passammo il confine con la Scozia a Carter Bar e io rimasi in piedi davanti al monolite che dice Inghilterra da un lato e Scozia dall’altro. Quando sono arrivata nel lato scozzese e ho visto il panorama, era verde e avvolgente e familiare e sembrava davvero casa.”
Il secondo libro doveva rappresentare Edimburgo piuttosto pesantemente, ma arrivare ad agosto significava che non ci sarebbero state stanze in nessuna pensione. “Finimmo per stare a Dundee,” dice, “e a guidare avanti e indietro tutti i giorni. Immagino che le distanze che copriamo negli US possano essere così grandi che non sono tanto uno sacrifico. Sai come si dice, ‘Per un inglese 100 miglia sono una lunga strada ma per un americano 100 anni sono un lungo periodo’”.
Non dice se la lingua di Dundee fosse incomprensibile, forse per essere garbata dato che mi ha chiesto da dove venivo, ma ricorda di aver provato a trovare una cena a tarda notte in città – non la cosa più semplice da fare nei primi anni ’90.
“La cameriera ci disse che tecnicamente erano chiusi ma pensava di poter trovare qualcosa per noi. Noi dicemmo e dicemmo in segno di scusa, ‘Potete dire che siamo american,’ e lei disse, ‘Aye. Be’ immagino che dovrò lasciarvi fuori allora’.”
Il primo viaggio fu più di una vacanza per un giro turistico e un’occasione per cercare delle location. La gente era la chiave dei libri – i personaggi naturalmente ma anche gli schemi del linguaggio, qualcosa che Gabaldon era determinata a fare nel modo giusto.
“Ho avuto la possibilità di avere padronanza con la moderna struttura delle frasi, che è molto differente nello scozzese rispetto all’inglese.”
“Qualunque sia la disputa accademica se lo scozzese sia una lingua a sé, vedo che è irrilevante per i libri. Provo, per quanto posso, a rappresentare la parlata scozzese il più correttamente possibile, per renderla comprensibile da parte di tutti i lettori. C’è il giusto per renderlo autentico ma autentico per la storia.”
Le storie di amore, le battaglie, gli intrighi e i viaggi nel tempo significavano che Outlander era vincitore certo per lo schermo. Era certo che i libri avevano superato la scala del singolo film e la televisione era il mezzo migliore, con Gabaldon a portata di mano come consulente.
“Per cominciare, ho scritto un episodio, che è stato girato a Drumlanrig Castle. Questa è stata un’apertura di occhi. Ci fu una lunga, prolissa discussione su quale porta dovesse essere usata per un’entrata finché il regista disse, ‘Non mi importa, solo datemi un fuoco in questo caminetto!’
“Improvvisamente apparvero due persone con un metro e delle torce per esaminare il caminetto per essere sicuri di posizionare i fuochi portatili a gas che usano – è più semplice per controllare la fiamma all’esatto livello richiesto. Ero sorpresa nel vedere come ogni dettaglio era stato curato.”
La conoscenza di Gabaldon di ogni aspetto della storia è stato cruciale per tirare fuori la troupe dai buchi che le restrizioni alle riprese in luoghi storici possono portare. Quando Claire era tenuta prigioniera nel castello, prova ad aprire una massiccia porta di mogano con un uncino. Prima dovevano controllare che lo strumento che stava usando fosse storicamente accurato, ma poi c’era la piccola questione che anche la quarta macchina da presa non poteva entrare nello spazio e fare le riprese in primo piano delle mani di Claire che aprivano la porta.
“Mentre tutto questo stava succedendo, qualcuno mi disse che questa era la vera stanza in cui era stato Bonnie Prince Charles mentre era nel castello – e che aveva una porta segreta. Così dissi: ‘Be’, perché non facciamo in modo che Mary arrivi attraverso la porta segreta e la salvi?’ Risolvere questo piccolo dettaglio richiese circa 45 minuti.”
La crescita del numero di attrazioni usate in Outlander è chiaramente un enorme beneficio economico, ma bisogna fare attenzione quando pesanti attrezzature e grandi troupe arrivano in alcune fragili location storiche. “Sì, certamente c’è bisogno di precisi accordi con Historic Scotland si cosa si può o non si può fare.”
Il nono romanzo della serie principale di Outlander, Go Tell The Bees That I Am Gone, apparirà sugli scaffali durante quest’anno. Gabaldon ha detto in precedenza che la serie principale finirà con il Libro 10 – e le sa come finirà.
“Lo so da 15 anni,” dice. “Quando dico che so qual è la scena finale, ma non so esattamente come sarà il decimo libro.”
I fan, con cui Gabaldon comunica regolarmente sui social media, non devono piangere su loro cuscino di Jamie. La fine della serie principale dei libri potrebbe essere in vista, ma l’universo è molto esteso.
“Mentre la storia principale arriverà a una conclusione soddisfacente, non devo lasciare indietro quei personaggi. Ho scritto racconti collegati e racconti concentrati sul personaggio di Lord John – ci sarà almeno un altro romanzo. Ci sarà uno o forse tre libri su Master Raymond. Inoltre, mentre scriverò il libro 10, ci sarà un prequel sui genitori di Jamie Fraser.”
Gabaldon è ancora affascinata da questo periodo. “La Scozia sta certamente attraversando un diverso tipo di turbolenza al momento, ma penso che i grandi romanzi su questo siano lontani.”
Come JK Rowling, la gente prova sempre ad afferrare il suo segreto. Come si crea qualcosa che ha quasi una vita propria?
“Rick Rankin [Roger Wakefield di Outlander] ed io andammo a pranzo e lui mi disse che voleva scrivere, ma non aveva tempo. Gli dissi che nessuno ce l’ha, ma se scrivi per 10 minuti ogni giorno, alla fine dell’anno avrai un breve romanzo. Se non lo fai, non lo avrai. Se vuoi scrivere devi scrivere.”
Quando Outlander è stato sceneggiato per il piccolo schermo, Gabaldon dice che era determinata a far sì che la Scozia fosse la stessa cosa di Claire o Jamie o Murtagh.
Quando le chiesero cosa intendesse con questo, come avrebbe descritto la Scozia se fosse stata una persona, lei si fermo per un bel po’ di tempo. “Be’… qualcuno mi ha chiesto se posso vedere la Scozia riflessa nei miei libri, e io ho risposto che potevo vedere la sua personalità drammatica.”
“Alla sua radice, vedo la Scozia come estremamente onesta, non c’è nulla di infido. Gli scozzesi possono anche di sicuro farsi valere.”
“Tuttavia, ci sono alte montagne, che sono onore e gloria e nobiltà, e poi scendiamo nelle valli glaciali dove ci sono laghi profondi, bui, impenetrabili. La Scozia è una storia completa in sé”
A parte poche fiorettature linguistiche d’autore, Gabaldon va anche dritta al punto ed è incredibilmente realistica. Forse c’è qualcosa di scozzese in lei dopo tutto.
Le Signore di Lallybroch
Le Signore di Lallybroch è un gruppo di fan di Outlander che prende il suo nome dall’immaginaria proprietà dei Fraser nella serie. Contribuisce al restauro del Culloden Memorial Cairn, eretto nel 1881 sul luogo della famosa battaglia. La battaglia è rappresentata nei primi due libri di Gabaldon. Il sito è diventato enormemente popolare con i fan di Outlander che visitano la Scozia.

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