domenica 8 settembre 2024

The Historical Novel Society: Intervista a Diana Gabaldon

Rebekah Simmers : Siamo molto contenti del fatto che ti unirai a noi per la conferenza HNS 2024 UK! Cosa ti aspetti dalla conferenza?
Diana Gabaldon: Non ho mai partecipato a questo evento, perciò mi aspetto di incontrare persone nuove di esplorare un Paese dove non sono mai stata prima!

HNS ha lanciato il concorso First Chapters con la conferenza. Ho letto in precedenza che non scrivi in modo lineare: puoi condividere come decidi dove e come dovrebbero iniziare le tue storie?
No, scrivo dove posso vedere che sta succedendo qualcosa. Alla fine, i piccoli pezzi che fluttuano nella mia testa iniziano ad attaccarsi e a formare schemi, e poi la scrittura diventa… be’, né più veloce né più facile, ma posso lavorare di più nello stesso punto alla volta. Riconosco una prima riga o un finale quando ne appare uno, comunque!

La tua serie Outlander ha trovato un immenso successo come romanzo e sullo schermo, e sembra continuare a evolvere dal punto di vista creativo in nuove cose, come la conferenza a Glasgow e ora anche una serie prequel. Outlander è chiaramente un mondo e un fandom a sé stante – in che modo questo ti ha influenzata dal punto di vista creativo? In generale? Ritieni di essere capace di separarti dall’enormità di tutti questo e di tornare alla narrazione di base mentre scrivi?
Be’, sì, quando sto scrivendo, siamo solo io e il libro, non importa cosa succede intorno a me. I fan, la serie, le conferenze, le lauree honoris causa, la posta e le e-mail, ecc. sono una specie di fenomeni separati. La scrittura li causa, ma in sé non toccano affatto la scrittura.

Indipendentemente da dove vengono – dai tuoi romanzi, dalle serie o da entrambi – i tuoi fan spesso ti descrivono come generosa con il tuo tempo e la quantità di coinvolgimento con loro – come gestisci tutto? Puoi condividere le strategie che hai per mantenere lo slancio / evitare il burn out e organizzare i tuoi vari progetti?
Ho un laptop molto grande (una macchina per il gaming con un bellissimo schermo enorme, e una larga tastiera – che si illumina con colori differenti - e tantissima RAM), che si adatta alla mia scrittura iperattiva. Di solito ho fino a una dozzina di documenti aperti in un dato momento: due, tre o quattro (o cinque…) sono cose su cui sto lavorando attivamente all’interno del libro principale del momento; un altro è… mm… qualcosa come un’intervista…; un altro è un documento organizzativo, o il MFILE (per Master File) in cui elenco tutti i file per un dato romanzo (i grandi romanzi di Outlander hanno in media 400 file), con parole chiave e personaggi coinvolti, per avere qualche speranza di trovare quello che voglio quando mi serve, o una specie di documento con considerazioni provvisorie chiamato “Ciò che so”, che mi aiuta a concentrarmi quando torno da un viaggio o non posso fare un lavoro prolungato perché devo fare qualcos’altro, come scrivere o commentare copioni (i copioni utilizzano il loro software di formattazione specializzato, perciò sono gestiti separatamente). Inoltre, stampo ogni file completo o lettera, perché ho lavorato con i computer troppo a lungo per fidarmi di loro. Le cose stampate – talvolta – vanno in un raccoglitore, più spesso in una scatola (noto come “Dump”). Finché sono su carta e nel mio ufficio, alla fine li troverò.

Seguendoti sui SM (social media), nei tuoi post offri spesso (molto apprezzati) preziosi e vari consigli di scrittura. Guardando indietro alla tua carriera di scrittrice, quale diresti che è stato il consiglio di scrittura più influente che hai ricevuto da un altro autore? Come hai fatto a farlo funzionare per te?

Non posso dire di aver mai avuto consigli di scrittura da un altro autore (be’, non consigli utili; cfr “Prologhi” sotto…). Non sto dicendo che non ho mai preso qualcosa dai libri di un altro autore, perché lo faccio sempre.
Vedi, gli scrittori davvero non hanno segreti. Qualsiasi cosa sappiamo fare è proprio lì nella pagina. Tutto quello che devi fare e imparare a vedere gli schemi, e questo fortunatamente non è stato difficile per me – questo è ciò che fanno anche gli scienziati, solo che qui hai bisogno di raccogliere i dati da solo.

Cosa pensi che serva per avere longevità in una carriera di scrittore? Buonsenso? Divertimento? Qual è la gioia inaspettata che è entrata nella tua vita da una carriera di tale successo?
Be’, in pratica, non ci si ferma. Per quanto riguarda la gioia… Be’, i soldi sono stati buoni. Anche se, francamente, la gioia più grande e inaspettata è stata la serie TV. È stato un viaggio fantastico!

Da dove inizi di solito le tue ricerche? Hai una risorsa di riferimento? C'è stato qualcosa che hai ricercato per i tuoi scritti nel corso degli anni che ha avuto un enorme impatto su di te o su un romanzo o una serie che stavi scrivendo?
Bene, ho iniziato le mie ricerche nella biblioteca dell'università dove lavoravo (ero uno scienziato nella mia precedente vita professionale); non c'era molta scelta nel 1988, poiché Internet in quanto tale non esisteva ancora, e risorse online come DARPANET, Genie, CompuServe non erano realmente organizzate per la consultazione, anche se CompuServe si è rivelato molto prezioso nel tempo, poiché ho incontrato molte persone interessanti che potevano dirmi cose interessanti.

C’è una scena specifica che hai scritto nel corso degli anni alla quale ti senti particolarmente legata? Se non una scena specifica, una trama secondaria che è stata la tua preferita da scrivere?
Be’, c’è una frase in particolare: “La gente scompare di continuo.” (Che, a proposito, non è stata la prima frase che ho scritto.) Si è presentata due o tre mesi dopo aver iniziato a scrivere. L’ho scritta pensando che potesse essere l’inizio di una scena, ma non sembrava esserlo. Così ho alzato le spalle, e ho detto, “Ok, Prologo, allora?” e l’ho attaccato all’inizio della storia. Nonostante le infinite persone online che si consigliano a vicenda  in modo inflessibile di NON scrivere prologhi, perché “editori e agenti li odiano!” e/o “Nessuno legge i prologhi!”. Ricordo di aver pensato, “Oh, scommetto che leggono il mio,” ogni volta che vedevo qualcosa del genere. Sostenuta non solo dalla fiducia in me stessa <cough>, ma da trent’anni di lettura di libri, molti dei quali con eccellenti Prologhi.

Cosa puoi condividere su ciò che stai scrivendo ora? O una pubblicazione imminente?
Sto lavorando al Libro Dieci (ho un titolo, ma non voglio rivelarlo finché non saremo abbastanza vicino alla pubblicazione; non voglio togliergli tutta la novità!). Occasionalmente, sto lavorando al romanzo del primo prequel (la serie da la sua versione di questa storia – scritta essenzialmente sulla base del mio sunto del libro, ma con aggiunte interessanti da parte delle persone della serie – “Blood of My Blood”, che non è male, ma non so che sarà il titolo effettivo del romanzo o no). E di tanto in tanto, lavoro su cose che saltano fuori.

Qual è l’ultimo grande libro che hai letto?
Solo negli ultimi due mesi, Anxious People, di Fredrik Backman, per la narrativa, e per la saggistica The Lost Tomb di Doug Preston (Intendiamoci, leggo sempre, e quasi tutto, così dopodomani la risposta potrebbe essere diversa…).

(X)