La stanza era ampia e poco illuminata; qualcuno aveva attaccato con delle puntine un pezzo di un sacco di iuta sopra la grande finestra, ma la luce vi filtrava attraverso. Così faceva la brezza che portava il profumo terroso delle patate fresche attraverso la iuta. Staccò un paio di puntine e la brezza, così invitata, gli rinfrescò il viso e gli increspò i capelli, come il tocco di dita gentili
«Madre?» disse piano
Non succedeva da un po’ di tempo. Quando era più piccolo, lo sentiva spesso: il tocco passeggero di una mano, che gli accarezzava la testa, gli toccava la spalla, e spariva in un attimo. Non lo aveva mai raccontato a nessuno.
Forse lei era qui, perché_lui_era qui—Fraser?
Fraser si era rifiutato di raccontargli qualsiasi cosa riguardo alla sua relazione con Madre Geneva, e William con riluttanza fu costretto ad ammettere che era onorevole da parte sua.
«Voglio ancora sapere, comunque.»
«Sapere cosa?»
Si girò, sorpreso, per trovare sua sorella in piedi sulla soglia, il suo viso pieno di gioia e le braccia piene di coperte.
«Io–niente,» disse e sentì un improvviso balzo nel petto. «Sorella–è bello vederti.» Il sorriso sul viso di lei era anche sul suo e lei mise giù le lenzuola e lo abbraccio stretto. Il suo odore era diverso dall’ultima volta che l’aveva vista. Gli odori pungenti di trementina e di olio di semi di lino erano scomparsi, sostituiti da un profumo stranamente disorientante che lui, con esitazione, identificò come latte e cacca di neonato.
«Hai avuto un bambino?» disse d’impulso, lasciando la presa. «Un altro, voglio dire?» Non fu una sorpresa per la rivelazione, quanto per il fatto che i profumi della maternità erano indissolubilmente legati ad Amaranthus nella sua mente
«Hai un nuovo nipote,» disse, sorridendogli. «Davy. David William James Fraser MacKenzie, per essere precisi.»
«William?» Poté sentire le labbra contrarsi, non sicuro se dovesse supporre che…
«Sì, lo abbiamo chiamato così in tuo onore,» lo rassicurò. «In parte.»
«Be’, sono assolutamente grato,» disse, sorridendo. «E molto più consapevole dell’onore…
«Fratello,» disse piano, e allungò una mano per toccargli il viso. «È bello vederti. Ti fermerai per un poco?»
«Madre?» disse piano
Non succedeva da un po’ di tempo. Quando era più piccolo, lo sentiva spesso: il tocco passeggero di una mano, che gli accarezzava la testa, gli toccava la spalla, e spariva in un attimo. Non lo aveva mai raccontato a nessuno.
Forse lei era qui, perché_lui_era qui—Fraser?
Fraser si era rifiutato di raccontargli qualsiasi cosa riguardo alla sua relazione con Madre Geneva, e William con riluttanza fu costretto ad ammettere che era onorevole da parte sua.
«Voglio ancora sapere, comunque.»
«Sapere cosa?»
Si girò, sorpreso, per trovare sua sorella in piedi sulla soglia, il suo viso pieno di gioia e le braccia piene di coperte.
«Io–niente,» disse e sentì un improvviso balzo nel petto. «Sorella–è bello vederti.» Il sorriso sul viso di lei era anche sul suo e lei mise giù le lenzuola e lo abbraccio stretto. Il suo odore era diverso dall’ultima volta che l’aveva vista. Gli odori pungenti di trementina e di olio di semi di lino erano scomparsi, sostituiti da un profumo stranamente disorientante che lui, con esitazione, identificò come latte e cacca di neonato.
«Hai avuto un bambino?» disse d’impulso, lasciando la presa. «Un altro, voglio dire?» Non fu una sorpresa per la rivelazione, quanto per il fatto che i profumi della maternità erano indissolubilmente legati ad Amaranthus nella sua mente
«Hai un nuovo nipote,» disse, sorridendogli. «Davy. David William James Fraser MacKenzie, per essere precisi.»
«William?» Poté sentire le labbra contrarsi, non sicuro se dovesse supporre che…
«Sì, lo abbiamo chiamato così in tuo onore,» lo rassicurò. «In parte.»
«Be’, sono assolutamente grato,» disse, sorridendo. «E molto più consapevole dell’onore…
«Fratello,» disse piano, e allungò una mano per toccargli il viso. «È bello vederti. Ti fermerai per un poco?»