domenica 24 maggio 2020

Bees: Trafficanti

Trovai il Giovane Ian, non nel suo campo più in alto, ma nei boschi vicini, il fucile in mano.
“Non sparare!” Urlai, individuandolo attraverso la boscaglia. “Sono io!”
“Non potrei confonderti con niente eccetto un piccolo orso o un grosso maiale, zietta,” mi assicurò, mentre mi facevo strada attraverso un gruppo di cornioli verso di lui. “E oggi non voglio nessuno di questi.”
“Bene. Che ne dici di un paio di bei, grassi trafficanti d’armi?”
Spiegai meglio che potevo trottando dietro di lui mentre attraversava il campo per afferrare la sua falce, che ficcò nelle mie mani.
“Non penso che dovrai usarla, zietta,” dissi, facendo un grande sorriso alla vista della mia faccia. “Ma se ti fermi lì a bloccare il sentiero, potrebbe essere che un uomo disperato potrebbe provare a superarti.
Quando arrivammo, scoprimmo che il sentiero era già stato effettivamente bloccato dalla soma del primo mulo, che lui era riuscito a perdere del tutto. Quando Ian e io arrivammo un po’ sotto ai trafficanti, il primo mulo, godendosi la sua nuova leggerezza di spirito, stava agilmente scalando il mucchio di borse, scatole e oggetti di vimini verso di noi, intento a raggiungere il suo compagno, che non stava lasciando che il suo carico gli impedisse di brucare una grossa macchia di more che orlava il sentiero proprio in quel punto.
Evidentemente, eravamo arrivati quasi quasi nello stesso momento di Jamie Tom McLeod, perché i due trafficanti si erano girati a fissare inebetiti me e Ian proprio mentre Jamie e Tom si vedevano sul sentiero sopra di loro.
“Chi diavolo siete?” domandò uno degli uomini, guardando da me a Ian disorientato. Ian si era legato i capelli in una cresta per tenerli fermi mentre falciava, e senza la camicia, molto abbronzato e con i tatuaggi, somigliava davvero al Mohawk che era. Non volevo pensare a cosa dovevo somigliare io, completamente arruffata e con i capelli pieni di foglie e che scendevano, ma strinsi la mia falce e gli rivolsi uno sguardo severo.
“Sono Ian Õg Murray,” disse Ian gentilmente, e annuì verso di me. “E questa e mia zia. Oops.” Il primo mulo si stava facendo strada con il naso tra di noi in maniera determinata, facendoci uscire entrambi dal sentiero.
“Sono Ian Murray,” ripeté Ian, facendo un passo indietro e riportando il suo fucile in una posizione rilassata ma sicuramente pronta sul suo petto.
“E io,” disse una voce profonda dall’alto, “sono il Colonnello James Fraser, di Fraser’s Ridge, e quella è mia moglie.” Si mise in vista, con le spalle larghe e alto contro la luce, con Tom dietro di lui, la luce del sole che scintillava sul suo fucile.
“Predi quel mulo, ti spiace, Ian? Questa e la mia terra. E, se posso chiedere, voi chi siete signori?”
Gli uomini sobbalzarono per la sorpresa e si girarono a guardare verso l'alto - sebbene uno lanciasse uno sguardo apprensivo alle sue spalle, per tenere d'occhio la minaccia da dietro.
“Em... noi siamo…um…” Il giovane – non poteva avere più di venti anni – si scambiò uno sguardo impaurito con il suo compagno più vecchio. “Io sono il Tenente Felix Summers, sir. Del – della nave di Sua Maestà, Revenge.”
Tom emise un suono che avrebbe potuto essere sia di minaccia che di divertimento.
“Chi è il vostro amico, quindi?” chiese, facendo un cenno della testa verso l’uomo più anziano, che avrebbe potuto essere qualsiasi cosa, da un vagabondo di città a un cacciatore di boschi, ma che sembrava lievemente peggio a causa del bere, il suo naso e le sue guance costellate da capillari rotti.
“Io – credo che il suo nome sia Voules, sir,” disse il tenente. “Non è mio amico.” La sua faccia era passata da un bianco scioccato a un rosa altero. “L’ho assunto a Salisbury, per assistermi con – con i miei bagagli.”
“Capisco,” disse Jamie educatamente. “Forse vi siete … perso, tenente? Credo che l’oceano più vicino sia grosso modo a trecento miglia dietro di voi.”
“Sono in congedo dalla mia nave,” disse il giovane, recuperando la sua dignità. “Sono venuto a visitare… qualcuno.”
“Nessun premio per indovinare chi,” disse Tom a Jamie, e abbassò il fucile. “Cosa vogliamo fare con loro, Jamie?”
“Mia moglie e io porteremo in tenente e il suo… uomo… a casa per qualcosa da mangiare e da bere,” disse Jamie inchinandosi cortesemente a Summers. “Magari potresti aiutare Ian con -” fece un cenno della testa verso il caos sparpagliato tra le rocce, “- e Ian, una volta che hai la situazione in mano, va e porta il Capitano Cunningham perché si unisca a noi, per favore.”
Summers raccolse la sottile differenza tra “invitare” e “portare” proprio come Ian, e si irrigidì, ma non aveva scelta. Aveva una pistola e un pugnale da ufficiale nella cintura, ma potevo vedere che la prima non era innescata e probabilmente neanche carica, e dubitavo che avesse mai estratto il suo pugnale per qualsiasi motivo eccetto che per pulirlo. Jamie non guardò neanche le armi, figurarsi chiedere loro di arrendersi.
“Vi ringrazio, sir,” disse Summers, girandosi sui tacchi, e, scartando leggermente mentre superava me e la mia falce, cominciò a scendere lungo il sentiero, con la schiena rigida.

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