lunedì 24 aprile 2023

Libro 10: È venuto armato?

Jamie incontrò sua sorella a mezzo miglio dal capanno dei Murray e con un aspetto preoccupato. Le sue sopracciglia si sollevarono un po’ quando lo vide e di più quando adocchiò il cane.
«Eccoti qui, piccolo furfante!» Il cucciolo abbaiò felice vedendola e si arrampicò correndo sulla salita. Jenny lo intercettò prima che potesse saltarle sulla gonna con le zampe infangate, e lo spinse con decisione verso il basso, afferrandogli la collottola e strofinandogli le orecchie mentre lui si dimenava di gioia e cercava di leccarle le mani. «Che stai facendo con lui?» chiese al cane, agitando una mano in direzione di Jamie. «E che ne hai fatto dei tuo padrone, eh?»
«Il suo padrone? Vuoi dire il Giovane Ian?»
«Sì.» Allungò il collo per guardare intorno a lui, nell’evidente speranza che Ian fosse dietro di lui. «Non è ancora tornato a casa. Dato che Rachel ha le sue nausee e Oggy voleva il suo piccolo cu, ho pensato che il segugio fosse con Ian e il meglio che potevo fare era scendere e scovarli in qualunque posto abbiamo dormito la notte scorsa.
Jamie avvertì una sensazione di disagio tra le spalle.
«Questo è quello che volevo fare anche io. Ho trovato il cane che dormiva con Meyers, ma non c’era nemmeno l’ombra del Giovane Ian.» Jenny sollevò un lucido sopracciglio nero.
«Quando lo hai visto l’ultima volta?»
Tutte le donne che conosceva dicevano questo ogni volta che qualcosa andava perso. Lanciò a Jenny un'occhiata intesa a suggerire che non lo riteneva più utile delle ultime mille volte che l'aveva sentito. Comunque rispose. 
«Ieri, dopo il matrimonio, mentre ballava con Silvia Hardman e Patience—Higgins, voglio dire. Forse un’ora prima…» Si fermò all’improvviso. Stava per dire, «Prima di William», ma non voleva essere trascinato in una discussione su William proprio adesso. Jenny, Rachel e Oggy avevano lasciato la festa presto; Rachel si sentiva pallida e malaticcia e sua sorella aveva bisogno di mungere le sue capre. La notizia le aveva già raggiunte?
No, pensò, ben consapevole degli occhi di sua sorella, fissi con interesse sulla sua faccia. Se sapesse di lui, sarebbe stata la prima cosa che mi avrebbe detto.
E mi ucciderà se non glielo dico adesso, concluse.
«È arrivato mio figlio,», disse all’improvviso. «William.»
Il suo viso divenne assente per un secondo e poi passò attraverso una tale raffica di espressioni che lui non riuscì a seguire del tutto. Alla fine fu uno sguardo di pura gioia, però, e la sua gola si fece stretta a quella vista. Lei rise forte e lui sorrise, timido riguardo ai propri sentimenti.
«È venuto armato?» chiese poi, una leggera sfumatura di dubbio nella sua voce.

domenica 16 aprile 2023

Libro 10: Memorie dal passato

[In cui Jamie e William stanno attraversando una macchia di terra selvaggia.]
Jamie sentì strisciare e si schiaffeggiò forte sulle costole. Lo schiaffo gli intorpidì la pelle per un momento, ma passato l’istante, sentì solleticare di nuovo—e in diverse parti allo stesso tempo, incluso il—
[Imprecazione in gaelico]! Earbsa!
Stappò un lembo dei suoi calzoni e le spinse in basso lungo le gambe, in tempo per catturare la zecca che strisciava verso le sue palle prima che vi affondasse le zanne. La strappò via con un colpo d'unghia e si tirò il colletto della camicia sopra la testa.
«Non andare tra i cespugli!» urlò da dentro la camicia. «Sono pieni di zecche!» William disse qualcosa, ma Jamie non capì, la sua testa avvolta nella pesante camicia da caccia. La sua pelle era piena di sudore e di graffi.
Si strappò la camicia e la buttò via, grattandosi e schiaffeggiandosi. Con le orecchie ora libere, sentì la cosa successiva che William disse. Chiaramente.
«Oh, Gesù.» Non fu più di un sussurro, ma lo shock in esso bloccò Jamie per la comprensione. Di riflesso, si chinò, il braccio teso verso la camicia, ma era troppo tardi. Lentamente, si rialzò. Una zecca stava avanzando lungo la curva del suo petto, proprio sotto la cicatrice della sciabolata. Allungò una mano per scacciarla, e vide che le sue dita stavano tremando.
Strinse brevemente il pugno per fermarle, poi chinò la testa, si staccò altri tre piccoli bastardi dal collo e dalle costole, poi si grattò a fondo il sedere, per ogni evenienza, prima di tirarsi su i calzoni. Il suo cuore batteva all'impazzata e il suo stomaco era vuoto, ma non c'era niente da fare. Prese un respiro profondo e parlò con calma, senza voltarsi.
«Ne vedi altre sulla mia schiena?»
Un momento di silenzio, e un respiro lasciato andare. Passi scricchiolanti dietro di lui e una tenue sensazione di calore sulla sua schiena nuda.
«Sì,» disse William. «Non si muove, penso che si sia attaccata. Io—la toglierò»
Jamie aprì la bocca per dire no, ma poi la chiuse. Il fatto che William vedesse le sue cicatrici da vicino non avrebbe peggiorato la situazione. Invece chiuse gli occhi, sentendo lo swish di un coltello che veniva estratto dal suo fodero. Poi una grossa mano scese sulla sua spalla, e sentì il respiro di suo figlio caldo sulla parte posteriore del collo. Notò a malapena la puntura della lama o il solletico di una goccia di sangue che gli scorreva lungo la schiena.
La mano lasciò la sua spalla, e con sua sorpresa, sentì la mancanza di quel tocco confortante. Il tocco ritornò un attimo dopo, quando William premette un fazzoletto sotto la sua scapola per fermare il sangue.
Un momento, e il panno si sollevò, solleticandogli la schiena. Si sentì improvvisamente calmo, e indossò la camicia, dopo averla scossa con forza per rimuovere eventuali scalatori.
«Taing,» disse, girandosi verso William. «Sei sicuro di non averne nessuna addosso?»
William sollevò le spalle, la faccia attentamente inespressiva.
«Lo saprò presto.»
Continuarono a camminare senza parlare fino a quando il sole cominciò a toccare gli alberi nella parte più alta del crinale. Jamie stava cercando un posto decente per accamparsi, ma William si mosse all'improvviso, indicando un boschetto di querce intricate vicino alla cima di una piccola collinetta a destra.
«Là,» disse. «un riparo, avremo una buona visuale del sentiero e c’è acqua che viene giù dal lato di quel punto ghiaioso.
«Aye.» Jamie si girò in quella direzione, chiedendo dopo un momento. «Dunque, è stato l’esercito che ti ha insegnato la castrametazione, o Lord John?»
«Un po’ tutti e due.» William parlò con naturalezza, ma c’era una sfumatura di orgoglio nella sua voce, e Jamie sorrise tra sé.
Si accamparono — un processo rudimentale che comprendeva nient’altro che raccogliere legna per il fuoco, prendere l’acqua dal ruscello e trovare delle pietre abbastanza piatte su cui sedersi. Mangiarono il resto del pane e della carne fredda e un paio di piccole mele farinose bucherellate dai morsi degli insetti, e bevvero acqua, dato che non c’era nient’altro.
Non ci fu conversazione, ma tra loro c'era una consapevolezza che prima non c'era. Qualcosa di diverso dal loro solito garbato imbarazzo, ma altrettanto imbarazzante
Vuole chiedere, ma non sa come. Non voglio parlarne, ma lo faro. Se lo chiede.
Mentre l'oscurità si faceva più profonda, Jamie udì un suono lontano e voltò bruscamente la testa. Anche William l'aveva sentito; fruscii e strascichi di sotto, e ora un coro di grugniti e forti rumori gutturali che rendevano chiaro chi fossero i visitatori.
Vide William girare la testa, in ascolto, e allungare una mano in basso alla ricerca del suo fucile.
«Di notte?» chiese Jamie. «Ce ne sono almeno una dozzina. E se ne uccidessimo uno senza essere fatti a pezzi dagli altri, lasceremmo la maggior parte ai corvi. Hai davvero voglia di macellare un maiale in questo momento?»
William si raddrizzò, ma stava ancora ascoltando i maiali di sotto.
«Sapete se riescono a vedere al buio?»
«Non credo che se ne andrebbero in giro adesso, se non ci riuscissero. Ma non credo che la loro vista sia migliore della nostra, anche se altrettanto buona. Sono stato vicino a un branco di loro, a non più di dieci metri di distanza - controvento, bada - e non si sono accorti che ero lì finché non mi sono mosso. Non c'è niente che non vada nelle loro orecchie, pelose come sono, e tutto ciò che può sradicare dei tuberi ha un senso dell'olfatto migliore del mio.»
William emise un piccolo suono divertito, e attesero, ascoltando, finché i suoni dei maiali selvatici svanirono nei crescenti suoni notturni — un frastuono di grilli e rospi striduli, punteggiato dal richiamo degli uccelli notturni e dal bubolare dei gufi.
«Quando stavate a Savannah,» chiese William all’improvviso. «Avete mai incontrato un gentiluomo di nome Preston?»
Jamie si aspettava quasi una domanda, ma non quella.
«No,» disse, sorpreso. «O almeno non penso. Chi è?»
«Un…ehm… sottosegretario di basso livello nell’Ufficio della Guerra. Con un interesse particolare per il benessere dei prigionieri di guerra britannici. Ci siamo incontrati a un pranzo a casa del Generale Prevost, e poi più tardi quel pomeriggio, per discutere… la questione… più in dettaglio.»
«La questione,» ripeté Jamie, con cautela.
«Le condizioni dei prigionieri di guerra, principalmente,» disse William, con un breve gesto della mano. «Ma è stato da Mr. Preston che ho scoperto che mio padre una volta è stato governatore di una prigione in Scozia. Non lo sapevo.»
Oh, Gesù…
«Aye,» disse Jamie, e si fermò per respirare. «Un posto chiamato Ardsmuir. È stato là che ho conosciuto per la prima volta—» Si fermò, ricordando all’improvviso tutta la verità della questione. Glielo racconto? Aye, suppongo di sì…
«Aye, be’, ho incontrato tuo padre lì, questo è vero— tuttavia lo avevo incontrato alcuni anni prima, sai. Durante la Rivolta.»
Avvertì un improvviso formicolio nel sangue al ricordo.
«Dove?» chiese William, la curiosità evidente nella sua voce.
«Nelle Highlands. Io e i miei uomini eravamo accampati nei pressi del Passo di Carryarick— stavamo tenendo d’occhio le truppe che portavano un cannone al Generale Cope.»
«Cope. Non credo di ricordare il gentiluomo…»
«Aye, bene. Mettemmo fuori uso il suo cannone. Perse la sua battaglia. A Prestonpans.» Nonostante l’attuale situazione, in quel ricordo c’era ancora una profonda sensazione di piacere.
«Davvero,» disse William secco. «Non avevo sentito neanche quello.»
«Mmphm. Era tuo zio, Sua Grazia, che aveva il compito di trasportare il cannone, e si era portato dietro il suo fratello minore perché avesse un, um, assaggio dell’esercito, suppongo. Era Lord John.»
«Giovane. Quanti anni aveva?» chiese William curioso.
«Non più di sedici. Ma abbastanza audace da tentare di uccidermi, da solo, quando si è imbattuto in me seduto accanto a un fuoco con mia moglie.» Nonostante la sua convinzione che questa conversazione non sarebbe finita bene, aveva cominciato, e doveva finire, dovunque portasse.
«Aveva sedici anni,» ripeté Jamie. «Palle in abbondanza, ma non molto cervello, sai.»
La faccia di William si contrasse leggermente.
«E voi quanti anni avevate, se posso chiedere?»
«Ventiquattro,» disse Jamie e provò un'ondata di sensazioni così inaspettate che lo soffocò. Non aveva pensato a quei giorni per molti anni, pensando che avrebbe dimenticato, ma no— era tutto lì in un batter d'occhio: il viso di Claire alla luce del fuoco e i suoi capelli al vento, la sua passione per lei che eclissava tutto, i suoi uomini lì vicino, e poi il momento di stupore e rabbia istantanea e l'aver preso a pugni un adolescente a terra, il coltello caduto che luccicava sul terreno accanto al fuoco.
E tutto il resto—la guerra. Perdita, desolazione. La lunga morte del suo cuore.
«Gli ho rotto il braccio,» disse all’improvviso. «Quando mi attaccò. Non avrebbe parlato, quando gli ho chiesto dove fossero le truppe britanniche, ma lo indussi a parlare. Poi dissi ai miei uomini di legarlo a un albero dove gli uomini di suo fratello lo avrebbero trovato… e poi andai a occuparmi del cannone. Non rividi Sua Signoria fino a--» Alzò le spalle. «Molti anni dopo. Ad Ardsmuir.»
La faccia di William era chiaramente visibile alla luce del fuoco, e Jamie poteva vedere facilmente l’interesse lottare con la cautela, mentre il ragazzo— Cristo, ha… ventitré anni? Più vecchio di me quando…
«È stato lui?» chiese William all’improvviso.
«Cosa?»
William fece un piccolo movimento con una mano e fece un gesto verso di lui.
«La vostra… schiena. È stato Lord John a farvi… quello?
Jamie aprì la bocca per dire no, perché tutti i suoi ricordi erano stati concentrati su Jack Randall, ma ovviamente…
«Una parte,» disse, e cercò la sua borraccia a terrà, evitando gli occhi di William. «Non molto.»
«Perché?»
Jamie scosse la testa, non in negazione, ma provando a organizzare i suoi pensieri.
«L’ho costretto io,» disse, chiedendosi Cosa c’entro io? È la verità, ma—
«Perché?» William chiese di nuovo, in un tono di voce più duro. Jamie sospirò profondamente; poteva essere irritazione, ma non lo era; era rassegnazione.
«Avevo infranto le regole e lui mi ha punito per questo. Sessanta frustate. Non ebbe scelta in realtà.»
William fece il suo profondo sospiro ed era irritazione.
«Ditemelo o no,» disse e si alzò, lanciando uno sguardo truce in basse a Jamie. «Voglio sapere, ma non vi obbligherò, dannazione!»
Jamie annuì, la sua sensazione immediata di sollievo contaminata dai ricordi. La schiena gli prudeva come se milioni di piedini vi marciassero sopra, e la minuscola ferita bruciava. Sospirò.
«Ho detto che ti avrei raccontato tutto quello che volevi sapere, e lo farò. Il Governo aveva messo fuori legge il possesso di tartan. Un giovane nella prigione aveva conservato un ritaglio del tartan della sua famiglia, per conforto— era improbabile che qualcuno di noi rivedesse la sua famiglia. Venne scoperto, e Lord John chiese al ragazzo se fosse suo. Lui— il ragazzo, intendo— aveva solo quattordici o quindici anni, piccolo e rinsecchito per il freddo e la fame. Lo eravamo tutti.» Il ricordo gli fece allungare le mani verso il fuoco, raccogliendone il calore.
«Così ho allungato la mano sopra la sua spalla e ho detto che il pezzo di stoffa era il mio.» terminò semplicemente, «Questo è tutto.»

mercoledì 5 aprile 2023

Libro 10: Sogni

[Jamie e Roger sono seduti all’esterno del capanno del maltaggio, discutendo dell’imminente partenza di Jamie alla ricerca di Lord John.]
«Hai paura?» disse. Jamie diede a Roger un’occhiata tagliente, ma alzò le spalle e si sistemò prima di rispondere.
«Si vede?»
«Non su di te,» lo rassicurò Roger. «Su Claire.»
Jamie sembrò sorpreso, ma dopo un momento di riflessione, annuì leggermente.
«Aye, suppongo che sia così. Dorme con me, sai?» Evidentemente l’espressione di Roger non mostrava una totale comprensione, perché Jamie sospirò un poco e si stese all’indietro contro il muro del capanno del maltaggio.
«Sogno», disse semplicemente. Posso tenere a bada i miei pensieri abbastanza bene mentre sono sveglio, ma… sai che gli indiani dicono che il mondo dei sogni è reale quanto questo? A volte penso che sia vero – ma spesso spero che non sia così.»
«Parli a Claire dei tuoi sogni?»
Jamie fece una rapida smorfia.
«A volte. Alcuni… be’, probabilmente sai che a volte aiuta aprire la tua mente a qualcuno, quando sei inquieto, e alcuni sogni sono così; solo dire cosa è successo ti permette di fare un passo indietro. Riconosci che è solo un sogno, come si dice.»
«Solo», disse Roger a bassa voce, ma Jamie annuì, la sua bocca si rilassò un poco.
«Aye». Rimasero in silenzio per qualche momento, e il suono del vento e degli uccelli della zona gli tenne compagnia.
«Ho paura per William», disse Jamie all’improvviso. Ebbe un’esitazione, ma aggiunse a bassa voce, «E ho paura per John. Non voglio pensare alle cose che potrebbero – potrebbero fargli. Cose da cui non sarei in grado di salvarlo.»,
Roger gli lanciò un’occhiata, cercando di non sembrare allarmato. Ma poi realizzò che Jamie non evitava le cose né di accennare ad esse. Aveva semplicemente accettato il fatto che Roger sapeva le cose che erano state fatte a Jamie, e il motivo esatto per cui poteva temere per il suo amico.
«Vorrei poter venire con te,» disse. Fu istintivo, ma vero, e un sorriso genuino illuminò la faccia di Jamie in risposta.
«Anche io, _a Smeorach_. Ma la gente di qui ha bisogno di te – e avranno ancora più bisogno di te se io non dovessi tornare.»
Roger si ritrovò a desiderare che Jamie evitasse alcune cose di tanto in tanto, ma con riluttanza ammise che le cose dovevano essere dette ora, non importa quanto scomode. Così rispose alla domanda che Jamie non aveva fatto.
«Aye. Baderò loro al posto tuo. A Claire, e a Brianna e a Ian e a Rachel e ai bambini. E anche a tutti i tuoi dannati fittavoli. Comunque, non mungerò le tue mucche e non mi prenderò cura di quella dannata scrofa e della sua progenie.»
Jamie non rise, ma il sorriso era ancora lì.
«È confortante per me, Roger Mac, sapere che sarai qui, ad affrontare qualsiasi cosa succeda. È succederà.»
«Ora _io_ho paura,», disse Roger, con quanta leggerezza poteva. 
«Lo so.» Fortunatamente, Jamie non si dilungò su questo, ma tornò alle cose pratiche.
«Quella Deamhan Gael può badare a sé stessa,» rassicurò Roger. «E la piccola Frances baderà alle mucche. Oh—per quanto riguarda Frances—»
«Non lascerò che sposi nessuno finché non sarai tornato,» lo rassicurò Roger.
«Bene.» Jamie lasciò andare il fiato e le sue spalle si accasciarono. «Penso che tornerò. Ma i morti mi hanno parlato.» Colse il sopracciglio sollevato di Roger. «Non—be’, non solo—i miei morti. Spesso per me è un conforto, se vengono a trovarmi mio Padre o Murtagh e Ian Mor. Ogni tanto… mia Madre.» Questo lo rendeva timido; distolse lo sguardo.
Roger fece un piccolo suono vago e aspettò un attimo, poi chiese, «Hai detto, non solo i tuoi morti…?»
«Ah.» Jamie si raddrizzò e mise i piedi saldamente nella terra. «Gli altri. Uomini che ho ucciso. A volte uccisi per una giusta causa. Altri — in battaglia. Sconosciuti. Uomini che —» si interruppe e Roger vide tutto il suo corpo irrigidirsi. Jamie guardò da un’altra parte, lungo il sentiero che portava al lago, come se stesse arrivando qualcosa. La sensazione era così forte che anche Roger guardò, e fu sollevato nel vedere nient’altro un gruppetto di quaglie che facevano il bagno nella polvere sotto un cespuglio.
«Jack Randall è venuto da me, due notti fa.»