In molti se lo stavano domandando: ma quando esce il dvd della seconda stagione di Outlander?
Ancora nessuna info sulla versione italiana, essendo ancora in fase di trasmissione su FoxLife, ma per l'edizione in inglese c'è una data: dal 31 ottobre sarà disponibile il dvd della seconda stagione di Outlander.
Attualmente, su Amazon, è già possibile prenotare sia la versione dvd che la versione bluray (sotto troverete i link)
Formato: PAL
Lingua: Inglese
Regione: 2 (Questo dvd potrebbe non essere visibile fuori Europa)
Numbero di Dischi: 4
Studio: Sony Pictures Home Entertainment
Data di uscita del DVD: 31 Ottobre 2016
Ma non sono le uniche uscite riguardanti Outlander; infatti sempre ad Ottobre, il 18 per l'esattezza, sarà disponibile il libro del 'Making of' delle prime due stagioni.
Ecco la descrizione di Amazon fornisce di questo volume per cui Diana in persona ha scritto l'introduzione:
Date uno sguardo esclusivo al dietro le quinte delle prime due stagioni di Outlander con questa guida ufficiale e completamente illustrata della serie televisiva di successo targata Starz, basata sugli omonimi romanzi bestseller.
Era solo questione di tempo prima che la saga di Outlander di Diana Gabaldon facesse il salto dal libro allo schermo, e rapisse milioni di lettori della epica storia d'amore di Claire Beauchamp Randall e Jamie Fraser che l'hanno attesa.
Ora il la serie tv ha ispirato questa guida, che rivela cosa serve perchè un villaggio (o forse un isola scozzese) porti alla vita davanti ai vostri occhi il mondo mozzafiato di Outlander. Guardando alle prime due stagioni, il 'Making of Outlander' porta i lettori dietro le quinte e sul set mentre i membri del cast, scrittori, produttori, musicisti, costumisti, decoratori, tecnici, e altri condividono le molte avventure e sfide che devono affrontare per rendere questa saga viva sullo schermo.
Con delle interviste esclusive ai protagonisti dello show, tra cui Caitriona Balfe (Claire), Sam Heughan (Jamie), e Tobias Menzies (Frank Randall / Black Jack Randall), si discute dell'arduo compito di incarnare alcuni dei personaggi più amati del panorama letterario e soddisfare le alte aspettative dei devoti lettori di Outlander. Il produttore esecutivo e showrunner Ronald D. Moore esamina il funzionamento interno della stanza degli scrittori, parla dei viaggi del suo team verso i luoghi autentici d'oltremare, e racconta la costruzione e l'infinita energia che rendere tutta la struttura dello show e i perfetti abiti d'epoca. Inoltre, il libro prende in esame tutti gli episodi di Outlander con interviste esclusive agli scrittori e registi, fornendo curiosità affascinanti sulla realizzazione di ogni episodio.
Soprattutto, il 'Making of Outlander' offre una vera e propria festa di fotografie, tra cui una serie di immagini che mettono in luce la grandezza dei loro personaggi e bellissimi ritratti personali dei protagonisti. Con l'introduzione di Diana Gabaldon stessa, questo magnifico insider del mondo della serie TV Outlander è il compagno che tutti i fan vorranno avere al loro fianco.
domenica 31 luglio 2016
sabato 30 luglio 2016
Hal e Minnie: Tirando le Somme
"Il colonnello Quarry, signora", disse la cameriera entrando e facendosi da parte per far entrare il visitatore.
"Chi?" Disse Minerva con aria assente. Il signore alto che era apparso sulla soglia si era fermato ad osservarla con interesse; lei sollevò il mento e rispose al suo sguardo.
Indossava la divisa scarlatta della fanteria - ed era anche abbastanza bello, a modo suo. Scuro ed elegante - e ben consapevole di esserlo, pensò, celando un sorriso interiore. Sapeva come gestire un tipo del genere e permise al sorriso di venire in superfice.
"Al vostro servizio, signora", disse mostrando una buona dentatura. Le fece un inchino molto grazioso, si raddrizzò e disse: "Quanti anni avete?"
"Diciannove", disse lei senza esitazione. "E voi, signore?"
Sbatté le palpebre. "Ventuno. Perché?"
"Sono interessata alla numerologia", disse impassibile. "Avete familiarità con questa scienza?"
"Ehm... no." La stava ancora guardando con interesse, ma ora l'interesse era di tipo diverso.
"Qual è la vostra data di nascita, signore?" Chiese lei, scivolando dietro la piccola scrivania dorata e prendendo una penna d'oca. "Se non vi dispiace?", aggiunse educatamente.
"Il ventitre del mese di aprile", disse, le labbra leggermente contratte.
"Quindi," disse, grattandosi velocemente, "Due più tre, che è cinque, più quattro - per aprile dato che è il quarto mese, naturalmente - " lo informò gentilmente. "Che fa nove, e poi ci aggiungiamo le cifre del vostro anno di nascita, il che sarebbe... uno più sette più due più tre? Sì, proprio così... per un totale di ventidue. Poi uniamo i due due, e arriviamo a quattro".
"A quanto pare", annuì avvicinandosi alla scrivania per guardare il foglio oltre la sua spalla, dove aveva scritto un grande quattro cerchiato. Trasmetteva una notevole quantità di calore, in piedi così vicino. "Cosa significa?"
Lei si rilassò leggermente contro lo schienale della sedia. Ora lo aveva in pugno. Una volta diventati così curiosi, poteva farsi dire di tutto.
"Oh, il quattro è il più maschile dei numeri," lo rassicurò - cosa abbastanza vera. "Designa un individuo dalla marcata forza e stabilità. Serio ed estremamente affidabile."
Lui sollevò le spalle di qualche centimetro.
"Sono molto puntuali", disse, lanciandogli uno sguardo in tralice da sotto le ciglia. "Sano... forte...notano i dettagli e sono molto bravi nella gestione degli affari complessi. E sono fedeli, molto fedeli a coloro a cui tengono." Gli riservò un piccolo, ma ammirato sorriso mentre lo diceva.
I quattro erano capaci e persistenti, ma non pensatori veloci, e ancora una volta, rimase sorpresa di quanto spesso i numeri si è rivelavano corretti.
"Infatti," disse, e si schiarì la gola, guardandola leggermente imbarazzato, ma innegabilmente soddisfatto.
"Chi?" Disse Minerva con aria assente. Il signore alto che era apparso sulla soglia si era fermato ad osservarla con interesse; lei sollevò il mento e rispose al suo sguardo.
Indossava la divisa scarlatta della fanteria - ed era anche abbastanza bello, a modo suo. Scuro ed elegante - e ben consapevole di esserlo, pensò, celando un sorriso interiore. Sapeva come gestire un tipo del genere e permise al sorriso di venire in superfice.
"Al vostro servizio, signora", disse mostrando una buona dentatura. Le fece un inchino molto grazioso, si raddrizzò e disse: "Quanti anni avete?"
"Diciannove", disse lei senza esitazione. "E voi, signore?"
Sbatté le palpebre. "Ventuno. Perché?"
"Sono interessata alla numerologia", disse impassibile. "Avete familiarità con questa scienza?"
"Ehm... no." La stava ancora guardando con interesse, ma ora l'interesse era di tipo diverso.
"Qual è la vostra data di nascita, signore?" Chiese lei, scivolando dietro la piccola scrivania dorata e prendendo una penna d'oca. "Se non vi dispiace?", aggiunse educatamente.
"Il ventitre del mese di aprile", disse, le labbra leggermente contratte.
"Quindi," disse, grattandosi velocemente, "Due più tre, che è cinque, più quattro - per aprile dato che è il quarto mese, naturalmente - " lo informò gentilmente. "Che fa nove, e poi ci aggiungiamo le cifre del vostro anno di nascita, il che sarebbe... uno più sette più due più tre? Sì, proprio così... per un totale di ventidue. Poi uniamo i due due, e arriviamo a quattro".
"A quanto pare", annuì avvicinandosi alla scrivania per guardare il foglio oltre la sua spalla, dove aveva scritto un grande quattro cerchiato. Trasmetteva una notevole quantità di calore, in piedi così vicino. "Cosa significa?"
Lei si rilassò leggermente contro lo schienale della sedia. Ora lo aveva in pugno. Una volta diventati così curiosi, poteva farsi dire di tutto.
"Oh, il quattro è il più maschile dei numeri," lo rassicurò - cosa abbastanza vera. "Designa un individuo dalla marcata forza e stabilità. Serio ed estremamente affidabile."
Lui sollevò le spalle di qualche centimetro.
"Sono molto puntuali", disse, lanciandogli uno sguardo in tralice da sotto le ciglia. "Sano... forte...notano i dettagli e sono molto bravi nella gestione degli affari complessi. E sono fedeli, molto fedeli a coloro a cui tengono." Gli riservò un piccolo, ma ammirato sorriso mentre lo diceva.
I quattro erano capaci e persistenti, ma non pensatori veloci, e ancora una volta, rimase sorpresa di quanto spesso i numeri si è rivelavano corretti.
"Infatti," disse, e si schiarì la gola, guardandola leggermente imbarazzato, ma innegabilmente soddisfatto.
I Progetti di Diana Gabaldon
La serie tv è terminata con la sua seconda stagione, le riprese per la terza non sono ancora inziate e i lavori del prossimo libro della saga in pieno svolgimento. L'astinenza da Jamie e Claire si sente tantissimo e si può mitigare rileggendo tutti i volumi della saga e riguardando le varie puntate fino a sapere a memoria le battute dei personaggi.
Diana Gabaldon conosce i suoi fans e ci ha garantito che i lavori continuano a spron battuto e non solo sul prossimo libro, proseguzione di Written in My Own Heart (Legami di Sangue e Prigioniero di Nessuno in Italia) che avrà per titolo Go Tell The Bees That I Am Gone non sarà l'unico che vedrà la luce; infatti oltre a questo volume, la nostra Gabaldon sta lavorando anche su un paio di novelle.
Non ha rivelato quali siano, ma qualche informazione l'abbiamo grazie ai suoi estratti...
- La novella su Brian Fraser ed Ellen MacKenzie, i genitori di Jamie
- La novella su Mastro Raymond, misterioso personaggio che abbiamo incontrato durante il soggiorno parigino di Jamie e Claire
- La novella su Hal e Minnie, fratello di Lord John
Diana Gabaldon conosce i suoi fans e ci ha garantito che i lavori continuano a spron battuto e non solo sul prossimo libro, proseguzione di Written in My Own Heart (Legami di Sangue e Prigioniero di Nessuno in Italia) che avrà per titolo Go Tell The Bees That I Am Gone non sarà l'unico che vedrà la luce; infatti oltre a questo volume, la nostra Gabaldon sta lavorando anche su un paio di novelle.
Non ha rivelato quali siano, ma qualche informazione l'abbiamo grazie ai suoi estratti...
- La novella su Brian Fraser ed Ellen MacKenzie, i genitori di Jamie
- La novella su Mastro Raymond, misterioso personaggio che abbiamo incontrato durante il soggiorno parigino di Jamie e Claire
- La novella su Hal e Minnie, fratello di Lord John
giovedì 28 luglio 2016
Dalle Pagine allo Schermo 2x07: Faith
Bentornati Outlanders!
Il giro di boa di questa seconda stagione è la settima puntata, ribattezzata anche l'abisso della disperazione. Ho commesso l'errore di guardarla con il ciclo e ho pianto come una fontana dall'inizio alla fine, praticamente una valle di lacrime.
Con questa puntata, tra l'altro, termina il libro L'amuleto d'ambra e devo dire che - nonostante abbia avuto meno pagine corrispondenti rispetto alle puntate precedenti - è forse la più fedele fino ad ora: le scene sono praticamente tutte prese dal libro e l'accuratezza con la quale sono state adattate è stata fantastica. Insomma, davvero complimenti agli sceneggiatori.
Infatti i miei commenti saranno scarni proprio perché i contenuti delle scene - quando c'è una corrispondenza nel romanzo - sono esattamente gli stessi. Non aveva senso riassumere qualcosa che è già presente su carta.
E ora veniamo alla puntata.
Inizio puntata - fine minuto 3:10
La puntata si apre con un breve flashforward di Claire assieme a Brianna da piccola. Ogni tanto ci buttano un sassolino su ciò che avverrà, per stuzzicarci e per ricordarci che - in base ai romanzi - Brianna avrebbe già dovuto essere presente.
Inizio minuto 3:11 - fine minuto 7:23, pagine 426, 427, 428
Claire si trova all'Hopital dove viene operata da Forez e assistita da Madre Hildegard, perde il bambino e, quando si sveglia, chiede di poterla vedere. Raga' io sono una che si commuove facilmente ma qui ero in uno stato pietoso.
Inizio minuto 7:24 - fine minuto 15:45, pagine da 429 a 433
Madre Hildegarde dice a Claire di aver battezzato la bambina e, siccome Claire non accenna a riprendersi dalla febbre, chiama un prete per darle l'estrema unzione. Mastro Raymond va da lei di notte e l'aiuta - in sostanza le toglie un pezzo di placenta che stava causando la febbre.
La febbre passa (minuto 13:20) e Claire chiede di Jamie ma Madre Hildegard le dice che è stato arrestato (pagina 447, minuto 13:41). Viene aggiunto un pezzo in cui Claire parla a Madre Hildegard dell'anno di tregua chiesto a Jamie, ma tutto il resto è assolutamente fedele fin nelle più piccole frasi dei dialoghi.
E le lacrime continuano a scorrere a fiumi.
La febbre passa (minuto 13:20) e Claire chiede di Jamie ma Madre Hildegard le dice che è stato arrestato (pagina 447, minuto 13:41). Viene aggiunto un pezzo in cui Claire parla a Madre Hildegard dell'anno di tregua chiesto a Jamie, ma tutto il resto è assolutamente fedele fin nelle più piccole frasi dei dialoghi.
E le lacrime continuano a scorrere a fiumi.
Inizio minuto 15:46 - fine minuto 18:37
Claire torna a casa accompagnata da Fergus. Questa è una scena aggiunta in cui non succede praticamente niente ma che mi ha - ancora - lasciata in lacrime.
Inizio minuto 18:38 - fine minuto 25:08, pagine da 469 a 471
Claire si trova a casa da sola, e durante la notte sente Fergus piangere mentre dorme. Il bambino le racconta della violenza di Randall e di come Jamie lo abbia sfidato in duello. Questa scena è modificata: prima di tutto nel libro Claire si trova a Fontainebleau e poi il dialogo con Fergus avviene in un altro momento.
Inizio minuto 25:09 - fine minuto 26:30, pagine 451, 452
Dopo aver scoperto le motivazioni di Jamie e aver sbollito la rabbia, Claire chiede a Madre Hildegarde di farle avere un'udienza con il re per chiedere la grazia. La scena è riassunta al limite ma fedele.
Inizio minuto 26:31 - fine minuto 32:35, pagine da 454 a 458
Claire si reca a Versailles e incontra il re. A parte qualche piccola aggiunta - quella in cui il re le chiede degli anelli e le dice che capisce perché la chiamano Dame Blanche per la pelle chiara - tutto il resto è identico al romanzo.
Inizio minuto 32:36 - fine minuto 46:25, pagine da 459 a 466
Subito segue la scena del processo a St.Germain e a Mastro Raymond. Ci sono alcune modifiche e tagli consistenti ma la sostanza non cambia: il veleno messo da Raymond, qualche frase detta da St.Germain (che è figoh anche mentre piange o esala l'ultimo respiro), ma i presenti sono solo cinque e i processati parlano poco o niente (Mastro Raymond non dice una parola, quando nel romanzo si spertica in spiegazioni).
Anche questa scena viene presa pari pari dal romanzo: Claire paga la grazia a Jamie con un accoppiamento con il re. Nonostante la scena nel romanzo sia una sorta di flashback (Claire lo ricorda mentre si è riconciliata con Jamie), secondo me fila molto meglio così: c'è continuità e coerenza con tutto il resto.
Inizio minuto 49:11 - fine episodio, pagine da 473 a 479
E qui siamo alla scena finale. Le modifiche sono tante ma non si sentono. O meglio, non si sente la mancanza del cambio di location, così come non si sente la necessità che la riconciliazione avvenga in diversi momenti, eppure l'ho trovata un filo affrettata. Jamie si cava il cuore dal petto per farsi perdonare ma qui è silenzioso. Non so, avrei preferito che ci fosse un dialogo meno incentrato su Claire o sui ricordi e più su di loro come coppia.
Quindi, Jamie torna a casa e Claire gli racconta cos'è successo.
Quindi, Jamie torna a casa e Claire gli racconta cos'è successo.
La parte finale sono quasi certa avvenga più avanti nei libri - confermatemelo - ed è la scena in cui Jamie e Claire vanno alla tomba di Faith prima di lasciare la Francia.
E così chiudiamo la parte della Francia - che non mi mancherà - e proiettiamoci verso l'ottava puntata, verso la Scozia e verso la parte finale della stagione.
Come sempre, se ci sono osservazioni, aggiunte, commenti, correzioni, lasciatemi un commento!
E così chiudiamo la parte della Francia - che non mi mancherà - e proiettiamoci verso l'ottava puntata, verso la Scozia e verso la parte finale della stagione.
Come sempre, se ci sono osservazioni, aggiunte, commenti, correzioni, lasciatemi un commento!
Alla prossima puntata!
domenica 24 luglio 2016
Hal e Minnie: un brutto quarto d'ora
Dopo un po’ di tempo, Hal si alzò e vagò per il corridoio fino all’angolino che usava come studio. Era grande come un guscio d’uovo, ma lui non aveva bisogno di molto spazio – e sembrava che confini ristretti lo aiutassero a pensare meglio,
Prese una penna dal vaso e la morse assente, sentendo il gusto aspro dell’inchiostro secco. Avrebbe dovuto tagliarne un’altra ma non riusciva a raccogliere le energie per cercare il suo coltellino, ma dopo tutto che importava? A John non sarebbe importata qualche macchia.
Carta…c’era in mezzo quaderno di fogli che aveva usato per rispondere alle espressioni di condoglianze per Esmé. Erano arrivate in grande quantità - a differenza della spruzzata di note imbarazzanti che avevano seguito il suicidio di suo padre tre anni prima. Aveva scritto lui stesso le risposte, nonostante l’offerta di aiuto da parte di sua madre. Era stato riempito da qualcosa di simile al fluido elettrico di cui parlavano i filosofi naturalisti, qualcosa che intorpidiva qualsiasi necessità fisica come mangiare o dormire, che riempiva il suo cervello e il suo corpo con un maniacale bisogno di muoversi, di fare qualcosa – anche se Dio sapeva che non c’era niente di più che lui potesse fare dopo aver ucciso Nathaniel Twelvetrees. Non che non ci avesse provato…
La carta sembrava ruvida per la polvere; non lasciava che nessuno toccasse la sua scrivania. Prese un foglio e soffiò, lo scosse un poco, e lo mise giù, poi bagnò la sua penna.
J – scrisse, e si fermò. Cosa c’era da dire? - Prego Dio che non sia morto? Hai visto qualche estraneo fare domande? Come trovi Aberdeen? Eccetto che fredda, umida, triste e grigia.
Dopo aver giocherellato con la penna per un po’, si arrese, scrisse, _Buona fortuna. – H_ Lo passò con la sabbia, lo piegò, e, prendendo la candela, fece sgocciolare la cera color fumo sul foglio e la timbrò deciso con il suo sigillo. Un cigno, in volo, il collo disteso verso la luna piena.
Un’ora dopo Hal era ancora seduto alla scrivania. C’era stato un progresso: la lettera di John stava lì, disposta nell’angolo della scrivania, sigillata con l’indicazione di Armstrong ad Aberdeen scritta ordinatamente con una penna appena tagliata. Il gruppo di fogli di pergamena era stato liberato dalla polvere, allineato e messo via in un cassetto. E lui aveva trovato l’origine dell’odore di fiori morti; un mazzo di garofani fradici lasciati in un vaso di ceramica sul davanzale. Era riuscito ad aprire la finestra e a buttarli fuori e aveva chiamato un valletto per portare via il vaso per essere lavato. Era esausto.
Si rese conto di rumori in lontananza; il rumore della porta d’ingresso che veniva aperta, voci. Era tutto a posto; Sylvester si sarebbe preso cura di chiunque fosse.
Con sua sorpresa il maggiordomo sembrava essere stato oltrepassato dall’intruso; c’erano voci alte e un passo determinato che procedeva rapidamente verso il suo studio privato.
“Che diavolo stai facendo Melton?”. La porta si spalancò e la faccia di Harry Quarry lo guardò in cagnesco.
“Scrivo lettere” disse Hal, con tutta la dignità a cui poteva fare appello. “Cosa ti sembra?”
Harry avanzò a grandi passi nella stanza, accese una candela dal fuoco e accese il candelabro sulla scrivania. Hal non aveva fatto caso che era sempre più scuro, doveva essere almeno l’ora del tè. Il suo amico abbassò il candelabro e lo esaminò in maniera critica alla sua luce.
“Non vuoi sapere cosa sembri” disse Harry scuotendo la testa. Mise giù le candele. “Non ti sei ricordato che ti eri proposto di incontrare Washburn questo pomeriggio, l’ho fatto io”
“Wash – oh Gesù” Si alzò a metà dalla sedia a quel nome e vi sprofondò, sentendosi svuotato all’accenno del suo avvocato.
Ho passato l’ultima ora con lui dopo l’incontro con Anstruther e Josper – tu ricordi l’aiutante di campo del 14simo?” Parlò con una forte nota di sarcasmo.
“Si” Disse Hal brevemente e si strofinò le mani sul viso energicamente, provando a risvegliare le sue facoltà mentali.
“Mi dispiace, Harry” disse e scosse la testa. Si alzò, tirando il suo fico del Banyan verso di lui. “Chiama Nasonby, vuoi? Deve portarci il tea nella libreria. Devo cambiarmi e lavarmi.”
Lavato, vestito, spazzolato e sentendo una parvenza di capacità, andò nella libreria un quarto d’ora dopo, trovando il tavolino da tè già pronto e un filo di vapore aromatico che saliva dal beccuccio della teiera, mescolandosi con i profumi speziati di prosciutto e sarde e l’untuosa dolcezza di una torta di ribes che trasudava burro.
“Quando è stata l’ultima volta che hai mangiato qualcosa?” Domandò Harry, guardando Hal mangiare sarde sui toast con la caparbietà di un gatto affamato.
“Ieri. Forse. Mi sono dimenticato” Prese la sua tazza e annaffiò le sarde abbastanza da rendere la torta fattibile come passo successivo.
Harry divorò la sua torta, deglutendo e replicò.
“Dunque, non puoi effettivamente essere processato in un’udienza pubblica. Qualunque cosa pensi del tuo dannato titolo – no non dirmelo, l’ho sentito.“Tese il palmo di una mano per prevenire, prendendo un cetriolino con l’altra.
“Se scegli di chiamarti duca, conte o semplicemente Harold Gray, sei ancora un pari. Non puoi essere processato da nessuno salvo una giuria di tuoi pari, cioè dalla Camera dei Lords. E non c’era bisogno che Washburn mi dicesse che le probabilità che centinaia di nobiluomini concordino che tu dovresti essere imprigionato o appeso per aver sfidato a duello l’uomo che ha sedotto tua moglie e per averlo ucciso, sono approssimativamente mille a uno – ma lui me lo ha detto.
“Oh”. Hal non aveva dedicato alla questione un attimo di riflessione, ma se lo avesse fatto sarebbe arrivato probabilmente alla stessa conclusone, nondimeno sentiva un po’ sollievo, sentendo che l’Onorevole Lawrence Washburn, KC, la condivideva.
“Bada – hai intenzione di mangiare l’ultima fetta di prosciutto?”
“Si”. Hal la prese e raggiunse il vasetto di mostarda. Harry, invece, prese un sandwich all’uovo.
“Bada” ripeté con la bocca mezza piena di uova ripiene e una sottile fetta di pane bianco “questo non significa che tu non sia nei guai.”
“Intendi Reginald Twelvetees, immagino” Hal abbassò gli occhi nel suo piatto, tagliando attentamente il prosciutto a pezzi.
“Non ci avrei mai pensato, no” Ammise Harry “Io intendevo il re”
Hal posò la forchetta e fissò Harry
“Il re?”
“O per essere più esatti, l’esercito” Harry afferrò delicatamente un biscotto alle mandorle da ciò che rimaneva del tavolino da tea.“Reginald Twelvetrees ha portato una petizione al Generale [ ] chiedendo che tu venga portato davanti a una corte marziale per l’omicidio illegale di suo fratello e inoltre che tu sia rimosso dalla carica di colonnello del 46-simo, sulla base del fatto che il tuo comportamento è così preoccupante da costituire un pericolo per la prontezza e la capacità di detto regimento. È qui che arriva Sua Maestà.”
“Sciocchezze” Disse Hal brevemente. Ma la sua mano tremò leggermente mentre sollevava la teiera e il coperchio tintinnò. Vide Harry osservarlo e la posò con attenzione.
Quello che il re da, il re anche toglie. C’erano voluto mesi di diligente lavoro per avere ri-commissionato il reggimento di suo padre e molto – moltissimo - per trovare ufficiali decenti che volessero unirsi a esso.
“Gli scribacchini” Harry cominciò, ma Hal fece un rapido gesto violento, interrompendolo.
“lo so”
“No non lo sai”
“Si! Non parlare di questo, dannazione”
Harry emise un leggero grugnito. Prese la teiera e riempì entrambe le tazze spingendo quella di Hal verso di lui.
“Zucchero?”
“Per favore”
Il regimento – nella sua forma resuscitata – non aveva ancora prestato servizio da nessuna parte: aveva appena la metà degli uomini e la maggior parte di loro non distingueva l’estremità di un moschetto dall’altra. Aveva solo uno staff ridotto e mentre la maggior parte dei suoi ufficiali erano uomini buoni e fidati, solo pochi, come Harry Quarry, portavano una fedeltà personale a lui. Una pressione, un accenno di scandalo – bene, più che uno scandalo – e l’intera struttura sarebbe crollata. I resti avidamente raccolti o calpestati da Reginald Twelvetrees, la memoria oscurata del padre di Hal lasciata per sempre disonorata come traditore e il suo stesso nome trascinato ulteriormente nel fango e dipinto dalla stampa non solo come cornuto ma anche come pazzo.
Il manico della tazza di porcellana si ruppe improvvisamente e volò attraverso il tavolo, colpendo il piatto con un tink! La stessa tazza si inclinò di traverso e il tea scorse lungo il suo braccio, inzuppandogli il polsino.
Prese una penna dal vaso e la morse assente, sentendo il gusto aspro dell’inchiostro secco. Avrebbe dovuto tagliarne un’altra ma non riusciva a raccogliere le energie per cercare il suo coltellino, ma dopo tutto che importava? A John non sarebbe importata qualche macchia.
Carta…c’era in mezzo quaderno di fogli che aveva usato per rispondere alle espressioni di condoglianze per Esmé. Erano arrivate in grande quantità - a differenza della spruzzata di note imbarazzanti che avevano seguito il suicidio di suo padre tre anni prima. Aveva scritto lui stesso le risposte, nonostante l’offerta di aiuto da parte di sua madre. Era stato riempito da qualcosa di simile al fluido elettrico di cui parlavano i filosofi naturalisti, qualcosa che intorpidiva qualsiasi necessità fisica come mangiare o dormire, che riempiva il suo cervello e il suo corpo con un maniacale bisogno di muoversi, di fare qualcosa – anche se Dio sapeva che non c’era niente di più che lui potesse fare dopo aver ucciso Nathaniel Twelvetrees. Non che non ci avesse provato…
La carta sembrava ruvida per la polvere; non lasciava che nessuno toccasse la sua scrivania. Prese un foglio e soffiò, lo scosse un poco, e lo mise giù, poi bagnò la sua penna.
J – scrisse, e si fermò. Cosa c’era da dire? - Prego Dio che non sia morto? Hai visto qualche estraneo fare domande? Come trovi Aberdeen? Eccetto che fredda, umida, triste e grigia.
Dopo aver giocherellato con la penna per un po’, si arrese, scrisse, _Buona fortuna. – H_ Lo passò con la sabbia, lo piegò, e, prendendo la candela, fece sgocciolare la cera color fumo sul foglio e la timbrò deciso con il suo sigillo. Un cigno, in volo, il collo disteso verso la luna piena.
Un’ora dopo Hal era ancora seduto alla scrivania. C’era stato un progresso: la lettera di John stava lì, disposta nell’angolo della scrivania, sigillata con l’indicazione di Armstrong ad Aberdeen scritta ordinatamente con una penna appena tagliata. Il gruppo di fogli di pergamena era stato liberato dalla polvere, allineato e messo via in un cassetto. E lui aveva trovato l’origine dell’odore di fiori morti; un mazzo di garofani fradici lasciati in un vaso di ceramica sul davanzale. Era riuscito ad aprire la finestra e a buttarli fuori e aveva chiamato un valletto per portare via il vaso per essere lavato. Era esausto.
Si rese conto di rumori in lontananza; il rumore della porta d’ingresso che veniva aperta, voci. Era tutto a posto; Sylvester si sarebbe preso cura di chiunque fosse.
Con sua sorpresa il maggiordomo sembrava essere stato oltrepassato dall’intruso; c’erano voci alte e un passo determinato che procedeva rapidamente verso il suo studio privato.
“Che diavolo stai facendo Melton?”. La porta si spalancò e la faccia di Harry Quarry lo guardò in cagnesco.
“Scrivo lettere” disse Hal, con tutta la dignità a cui poteva fare appello. “Cosa ti sembra?”
Harry avanzò a grandi passi nella stanza, accese una candela dal fuoco e accese il candelabro sulla scrivania. Hal non aveva fatto caso che era sempre più scuro, doveva essere almeno l’ora del tè. Il suo amico abbassò il candelabro e lo esaminò in maniera critica alla sua luce.
“Non vuoi sapere cosa sembri” disse Harry scuotendo la testa. Mise giù le candele. “Non ti sei ricordato che ti eri proposto di incontrare Washburn questo pomeriggio, l’ho fatto io”
“Wash – oh Gesù” Si alzò a metà dalla sedia a quel nome e vi sprofondò, sentendosi svuotato all’accenno del suo avvocato.
Ho passato l’ultima ora con lui dopo l’incontro con Anstruther e Josper – tu ricordi l’aiutante di campo del 14simo?” Parlò con una forte nota di sarcasmo.
“Si” Disse Hal brevemente e si strofinò le mani sul viso energicamente, provando a risvegliare le sue facoltà mentali.
“Mi dispiace, Harry” disse e scosse la testa. Si alzò, tirando il suo fico del Banyan verso di lui. “Chiama Nasonby, vuoi? Deve portarci il tea nella libreria. Devo cambiarmi e lavarmi.”
Lavato, vestito, spazzolato e sentendo una parvenza di capacità, andò nella libreria un quarto d’ora dopo, trovando il tavolino da tè già pronto e un filo di vapore aromatico che saliva dal beccuccio della teiera, mescolandosi con i profumi speziati di prosciutto e sarde e l’untuosa dolcezza di una torta di ribes che trasudava burro.
“Quando è stata l’ultima volta che hai mangiato qualcosa?” Domandò Harry, guardando Hal mangiare sarde sui toast con la caparbietà di un gatto affamato.
“Ieri. Forse. Mi sono dimenticato” Prese la sua tazza e annaffiò le sarde abbastanza da rendere la torta fattibile come passo successivo.
Harry divorò la sua torta, deglutendo e replicò.
“Dunque, non puoi effettivamente essere processato in un’udienza pubblica. Qualunque cosa pensi del tuo dannato titolo – no non dirmelo, l’ho sentito.“Tese il palmo di una mano per prevenire, prendendo un cetriolino con l’altra.
“Se scegli di chiamarti duca, conte o semplicemente Harold Gray, sei ancora un pari. Non puoi essere processato da nessuno salvo una giuria di tuoi pari, cioè dalla Camera dei Lords. E non c’era bisogno che Washburn mi dicesse che le probabilità che centinaia di nobiluomini concordino che tu dovresti essere imprigionato o appeso per aver sfidato a duello l’uomo che ha sedotto tua moglie e per averlo ucciso, sono approssimativamente mille a uno – ma lui me lo ha detto.
“Oh”. Hal non aveva dedicato alla questione un attimo di riflessione, ma se lo avesse fatto sarebbe arrivato probabilmente alla stessa conclusone, nondimeno sentiva un po’ sollievo, sentendo che l’Onorevole Lawrence Washburn, KC, la condivideva.
“Bada – hai intenzione di mangiare l’ultima fetta di prosciutto?”
“Si”. Hal la prese e raggiunse il vasetto di mostarda. Harry, invece, prese un sandwich all’uovo.
“Bada” ripeté con la bocca mezza piena di uova ripiene e una sottile fetta di pane bianco “questo non significa che tu non sia nei guai.”
“Intendi Reginald Twelvetees, immagino” Hal abbassò gli occhi nel suo piatto, tagliando attentamente il prosciutto a pezzi.
“Non ci avrei mai pensato, no” Ammise Harry “Io intendevo il re”
Hal posò la forchetta e fissò Harry
“Il re?”
“O per essere più esatti, l’esercito” Harry afferrò delicatamente un biscotto alle mandorle da ciò che rimaneva del tavolino da tea.“Reginald Twelvetrees ha portato una petizione al Generale [ ] chiedendo che tu venga portato davanti a una corte marziale per l’omicidio illegale di suo fratello e inoltre che tu sia rimosso dalla carica di colonnello del 46-simo, sulla base del fatto che il tuo comportamento è così preoccupante da costituire un pericolo per la prontezza e la capacità di detto regimento. È qui che arriva Sua Maestà.”
“Sciocchezze” Disse Hal brevemente. Ma la sua mano tremò leggermente mentre sollevava la teiera e il coperchio tintinnò. Vide Harry osservarlo e la posò con attenzione.
Quello che il re da, il re anche toglie. C’erano voluto mesi di diligente lavoro per avere ri-commissionato il reggimento di suo padre e molto – moltissimo - per trovare ufficiali decenti che volessero unirsi a esso.
“Gli scribacchini” Harry cominciò, ma Hal fece un rapido gesto violento, interrompendolo.
“lo so”
“No non lo sai”
“Si! Non parlare di questo, dannazione”
Harry emise un leggero grugnito. Prese la teiera e riempì entrambe le tazze spingendo quella di Hal verso di lui.
“Zucchero?”
“Per favore”
Il regimento – nella sua forma resuscitata – non aveva ancora prestato servizio da nessuna parte: aveva appena la metà degli uomini e la maggior parte di loro non distingueva l’estremità di un moschetto dall’altra. Aveva solo uno staff ridotto e mentre la maggior parte dei suoi ufficiali erano uomini buoni e fidati, solo pochi, come Harry Quarry, portavano una fedeltà personale a lui. Una pressione, un accenno di scandalo – bene, più che uno scandalo – e l’intera struttura sarebbe crollata. I resti avidamente raccolti o calpestati da Reginald Twelvetrees, la memoria oscurata del padre di Hal lasciata per sempre disonorata come traditore e il suo stesso nome trascinato ulteriormente nel fango e dipinto dalla stampa non solo come cornuto ma anche come pazzo.
Il manico della tazza di porcellana si ruppe improvvisamente e volò attraverso il tavolo, colpendo il piatto con un tink! La stessa tazza si inclinò di traverso e il tea scorse lungo il suo braccio, inzuppandogli il polsino.
venerdì 22 luglio 2016
Estratto 9° libro: A Caccia Noi Andiamo
Mentre salivano più in alto e la radura si apriva, si alzò una brezza rinfrescante e Ian si fermò, facendole cenno con un piccolo movimento delle dita.
"Li hai sentiti?" le sussurrò in un orecchio.
Lei disse di si e le si incresparono i peli lungo la spina dorsale. Piccoli guaiti quasi come un cane che abbaia. E più in là, una sorta di ronzio intermittente, qualcosa tra un grande gatto e un piccolo motore.
"Meglio se ti togli le calze e ti sporchi le gambe con della terra" sussurrò Ian, facendo segno verso le calze di lana. "Anche le mani e la faccia."
Lei annuì, appoggiando la pistola contro un albero, e prese con delle foglie secche un pezzo di terra abbastanza umido da strofinarselo sulla pelle. Ian, la cui pelle era quasi il colore dei suoi vestiti di daino, non aveva bisogno di tale camuffamento. Si allontanò in silenzio mentre lei si stava sporcando mani e viso, e quando alzò gli occhi, per un attimo non riuscì più a vederlo.
Poi ci furono una serie di suoni come un cardine arrugginito di una porta che oscilla avanti e indietro, e improvvisamente lo vide, in piedi dietro un albero a circa cinquanta metri di distanza.
Il bosco sembrava essersi fossilizzato per un istante, il morbido fruscio e il rumore delle foglie si erano fermati. Poi ci fu un glu-glu arrabbiato e lei girò la testa il più lentamente che potè, per vedere un grosso tacchino sbucare con la sua testa azzurra dall'erba che guardava furiosamente da un lato all'altro, con i bargigli rosso brillanti che che oscillavano alla ricerca del suo sfidante.
Spostò lo sguardo su Ian, le sue mani a coppa sulla bocca, ma non si muoveva o emetteva alcun suono. Lei trattenne il respiro e si voltò a guardare il tacchino, che emise un altro forte glu-glu - questo in risposta ad un altro esemplare lontano. Il tacchino si stava interessando a quel suono, sollevò la testa e gridò, ascoltò per un attimo, e poi si abbassò di nuovo nell'erba. Brianna guardò Ian; lui vide il suo movimento e scosse la testa, leggermente.
Aspettò per lo spazio di sedici lenti respiri - li aveva conati - e poi Ian fece di nuovo quel suono. Il tacchino spuntò fuori dall'erba e attraversò una zona aperta, ricca di foglie, il sangue negli occhi, le piume del petto arruffate e la coda aperta a ventaglio con fare di sfida. Si fermò un attimo per permettere ai boschi di ammirare la sua magnificenza, poi cominciò impettito ad andare lentamente avanti e indietro emettendo dure grida aggressive.
Muovendo solo i bulbi oculari, guardò avanti e indietro tra il tacchino impettito e Ian, che aveva sincronizzato i suoi movimenti con quelli del tacchino, facendo scorrere l'arco giù dalla spalla, fermandosi, portando una freccia alla mano, fermandosi, e, infine, incoccandola mentre l'uccello faceva il suo ultimo giro.
O quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo giro. Ian tese il suo arco e nello stesso movimento, scoccò la sua freccia ed emise un urlo spaventato fin troppo umano mentre un grande oggetto scuro scendeva dall'albero sopra di lui. Si tirò indietro e il tacchino appena perso gli atterrò sulla testa.Ora riuscì a vedere una gallina, le piume arruffate dalla paura, che correva con il collo proteso sul terreno verso il tacchino altrettanto spaventato, che si era sgonfiato per lo shock.
Di riflesso, lei afferrò il suo fucile da caccia, lo posizionò e sparò. Li mancò ed entrambi i tacchini scomparvero in una macchia di felci, facendo rumori che suonavano come un piccolo martello che colpisce un blocco di legno.
Gli echi si spensero e le foglie degli alberi tornarono nuovamente al loro mormorio. Guardò suo cugino, che guardò il suo arco e poi il terreno dove la sua freccia sporgeva assurdamente tra due rocce. Lui la guardò, e lei scoppiò a ridere.
"Li hai sentiti?" le sussurrò in un orecchio.
Lei disse di si e le si incresparono i peli lungo la spina dorsale. Piccoli guaiti quasi come un cane che abbaia. E più in là, una sorta di ronzio intermittente, qualcosa tra un grande gatto e un piccolo motore.
"Meglio se ti togli le calze e ti sporchi le gambe con della terra" sussurrò Ian, facendo segno verso le calze di lana. "Anche le mani e la faccia."
Lei annuì, appoggiando la pistola contro un albero, e prese con delle foglie secche un pezzo di terra abbastanza umido da strofinarselo sulla pelle. Ian, la cui pelle era quasi il colore dei suoi vestiti di daino, non aveva bisogno di tale camuffamento. Si allontanò in silenzio mentre lei si stava sporcando mani e viso, e quando alzò gli occhi, per un attimo non riuscì più a vederlo.
Poi ci furono una serie di suoni come un cardine arrugginito di una porta che oscilla avanti e indietro, e improvvisamente lo vide, in piedi dietro un albero a circa cinquanta metri di distanza.
Il bosco sembrava essersi fossilizzato per un istante, il morbido fruscio e il rumore delle foglie si erano fermati. Poi ci fu un glu-glu arrabbiato e lei girò la testa il più lentamente che potè, per vedere un grosso tacchino sbucare con la sua testa azzurra dall'erba che guardava furiosamente da un lato all'altro, con i bargigli rosso brillanti che che oscillavano alla ricerca del suo sfidante.
Spostò lo sguardo su Ian, le sue mani a coppa sulla bocca, ma non si muoveva o emetteva alcun suono. Lei trattenne il respiro e si voltò a guardare il tacchino, che emise un altro forte glu-glu - questo in risposta ad un altro esemplare lontano. Il tacchino si stava interessando a quel suono, sollevò la testa e gridò, ascoltò per un attimo, e poi si abbassò di nuovo nell'erba. Brianna guardò Ian; lui vide il suo movimento e scosse la testa, leggermente.
Aspettò per lo spazio di sedici lenti respiri - li aveva conati - e poi Ian fece di nuovo quel suono. Il tacchino spuntò fuori dall'erba e attraversò una zona aperta, ricca di foglie, il sangue negli occhi, le piume del petto arruffate e la coda aperta a ventaglio con fare di sfida. Si fermò un attimo per permettere ai boschi di ammirare la sua magnificenza, poi cominciò impettito ad andare lentamente avanti e indietro emettendo dure grida aggressive.
Muovendo solo i bulbi oculari, guardò avanti e indietro tra il tacchino impettito e Ian, che aveva sincronizzato i suoi movimenti con quelli del tacchino, facendo scorrere l'arco giù dalla spalla, fermandosi, portando una freccia alla mano, fermandosi, e, infine, incoccandola mentre l'uccello faceva il suo ultimo giro.
O quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo giro. Ian tese il suo arco e nello stesso movimento, scoccò la sua freccia ed emise un urlo spaventato fin troppo umano mentre un grande oggetto scuro scendeva dall'albero sopra di lui. Si tirò indietro e il tacchino appena perso gli atterrò sulla testa.Ora riuscì a vedere una gallina, le piume arruffate dalla paura, che correva con il collo proteso sul terreno verso il tacchino altrettanto spaventato, che si era sgonfiato per lo shock.
Di riflesso, lei afferrò il suo fucile da caccia, lo posizionò e sparò. Li mancò ed entrambi i tacchini scomparvero in una macchia di felci, facendo rumori che suonavano come un piccolo martello che colpisce un blocco di legno.
Gli echi si spensero e le foglie degli alberi tornarono nuovamente al loro mormorio. Guardò suo cugino, che guardò il suo arco e poi il terreno dove la sua freccia sporgeva assurdamente tra due rocce. Lui la guardò, e lei scoppiò a ridere.
Sam Heughan e l'invecchiamento di Jamie
Il protagonista di Outlander Sam Heughana proposito dell’interpretazione di un Jamie invecchiato: 'Sto pensando di diventare davvero grasso'
Grazie al flash-forward nella stagione finale di Outlander, abbiamo avuto modo di vedere come appare e come agisce una Claire invecchiata - ma non sapremo come l'invecchiamento agirà su Jamie,suo il marito del 18 ° secolo, finché non arriveremo nella terza stagione. Quando Vulture ha incontrato l'attore Sam Heughan ad una proiezione di Star Trek Beyond lunedì notte, gli abbiamo chiesto come si sta preparando ad interpretare un Jamie più vecchio. "Sto pensando di diventare davvero grasso", ha scherzato. "Sto pensando che mangiare moltissimo e non allenarmi sarebbe davvero divertente." Ma Heughan sa che non sarebbe una cosa buona per il suo personaggio. "Vogliamo davvero vederlo così?" aggiunge velocemente, scuotendo la testa.
"Ma non riguarda tanto il suo aspetto, quanto il fatto che sia senza Claire", ha detto Heughan. Ha letto le prime sceneggiature della terza stagione (scritte dal produttore esecutivo Ron D. Moore), e si è anche immerso nella lettura della serie di Outlander, dilettandosi sia con Voyager che con i libri dello spin-off su John Grey, come The Scottish Prisoner.
"Sarà uno spettacolo completamente diverso", ha detto Heughan. "Ciò che vedremo il prossimo anno saranno probabilmente le cose più interessanti, in un certo senso. L’abbiamo organizzato, abbiamo preparato il terreno, introducendo questi personaggi, e ora si va verso nuovi e differenti mondi." Per citarne uno, i Caraibi, che sarà un cambiamento di luoghi importante per la storia quando i personaggi salperanno, anche se è ancora da determinare dove la produzione girerà effettivamente quelle scene. Hawaii? Giamaica? Heughan vota per il secondo: "Andare in Giamaica sarebbe bello! Piñacolada!"
Grazie al flash-forward nella stagione finale di Outlander, abbiamo avuto modo di vedere come appare e come agisce una Claire invecchiata - ma non sapremo come l'invecchiamento agirà su Jamie,suo il marito del 18 ° secolo, finché non arriveremo nella terza stagione. Quando Vulture ha incontrato l'attore Sam Heughan ad una proiezione di Star Trek Beyond lunedì notte, gli abbiamo chiesto come si sta preparando ad interpretare un Jamie più vecchio. "Sto pensando di diventare davvero grasso", ha scherzato. "Sto pensando che mangiare moltissimo e non allenarmi sarebbe davvero divertente." Ma Heughan sa che non sarebbe una cosa buona per il suo personaggio. "Vogliamo davvero vederlo così?" aggiunge velocemente, scuotendo la testa.
"Ma non riguarda tanto il suo aspetto, quanto il fatto che sia senza Claire", ha detto Heughan. Ha letto le prime sceneggiature della terza stagione (scritte dal produttore esecutivo Ron D. Moore), e si è anche immerso nella lettura della serie di Outlander, dilettandosi sia con Voyager che con i libri dello spin-off su John Grey, come The Scottish Prisoner.
"Sarà uno spettacolo completamente diverso", ha detto Heughan. "Ciò che vedremo il prossimo anno saranno probabilmente le cose più interessanti, in un certo senso. L’abbiamo organizzato, abbiamo preparato il terreno, introducendo questi personaggi, e ora si va verso nuovi e differenti mondi." Per citarne uno, i Caraibi, che sarà un cambiamento di luoghi importante per la storia quando i personaggi salperanno, anche se è ancora da determinare dove la produzione girerà effettivamente quelle scene. Hawaii? Giamaica? Heughan vota per il secondo: "Andare in Giamaica sarebbe bello! Piñacolada!"
Traduzione di VeroNica
mercoledì 20 luglio 2016
I Costumi: St. Germain
Nominato agli Emmy nella categoria dei Migliori Costumi, il gruppo di costumisti di Outlander ha creato un gran numero di bellissimi abiti, tra cui quello del Conte di St. Germain.
Terry Dresbach ne parla nel suo blog e ci regala moltissime immagini dei particolari.
Questo è uno di quei costumi che vorrei davvero si fosse potuto vedere di più, così come per gli abiti che ci hanno permesso di introdurre Jamie e Claire nel nuovo mondo.
Questo è stato indossato da St. Germaine a Le Havre.
Elegante e pericoloso.
Era importante per presentare una nuova idea di come fosse l'abbigliamento maschile nel 18° secolo.
Credo che questi siano stati i primi bottoni ricamati che abbiamo fatto.
Anche se Terry non ha fornito alcuna curiosità su un altro magnifico costume del conte francese, gli scatti dei dettagli dell'abito che St. Germain sfoggia al banchetto organizzato da Jamie e Claire in onore di Prince Charlie non hanno bisogno di alcun commento
[x]
Terry Dresbach ne parla nel suo blog e ci regala moltissime immagini dei particolari.
Questo è uno di quei costumi che vorrei davvero si fosse potuto vedere di più, così come per gli abiti che ci hanno permesso di introdurre Jamie e Claire nel nuovo mondo.
Questo è stato indossato da St. Germaine a Le Havre.
Elegante e pericoloso.
Era importante per presentare una nuova idea di come fosse l'abbigliamento maschile nel 18° secolo.
Credo che questi siano stati i primi bottoni ricamati che abbiamo fatto.
Anche se Terry non ha fornito alcuna curiosità su un altro magnifico costume del conte francese, gli scatti dei dettagli dell'abito che St. Germain sfoggia al banchetto organizzato da Jamie e Claire in onore di Prince Charlie non hanno bisogno di alcun commento
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lunedì 18 luglio 2016
Il ritorno di Claire e la trasformazione di Jamie nella S3
Come va, Sassenach?
Sono passati solo due giorni dallo struggente meraviglioso finale della seconda stagione di Outlander, ma sappiamo che i nostri compagni ragazzi e ragazze sono già sprofondati nella depressione da astinenza da Outlander. Per fortuna, abbiamo una buona notizia!
Per contribuire a placare la sete di Fraser e sollevare il vostro morale di viaggiatori nel tempo, abbiamo chiamato il produttore esecutivo Maril Davis per ottenere lo scoop esclusivo su ciò che ci aspetterà nella terza stagione.
In più, ora che abbiamo svelato tutti i segreti retroscena romantici dell’addio tra Jamie (Sam Heughan) e Claire (Caitriona Balfe) è il momento di affrontare altri momenti più scioccanti del Finale. (Ahem. Sì stiamo guardando te Gillian Edgars!)
ET: Vedere Bree e Geillis – meglio conosciuta come Gillian Edgars - incontrarsi nel finale è stata una sorpresa inaspettata! Perché avete deciso che ciò accadesse e c'è mai stata qualche discussione nella stanza degli sceneggiatori circa un faccia a faccia tra Claire e Geillis?
Maril Davis: Ne abbiamo parlato. [Il Produttore esecutivo/scrittore] Toni [Graphia] e [il coproduttore esecutivo/scrittore] Matt [Roberts] hanno avuto questa idea davvero divertente di far effettivamente incontrare Brianna e Geillis e abbiamo pensato che fosse davvero interessante perché questo non è presente nei libri. E’ sembrata essere la migliore alternativa al far incontrare Claire e Geillis, perché se Claire e Geillis si fossero viste, sarebbe cambiato tutto, sia che Geillis fosse tornata indietro o meno. La nostra piccola ode a quella parte è stata se Geillis dovesse sentire o meno qualcosa prima di attraversare le pietre. Stavamo solo cercando di escogitare un modo per collegarle senza che si vedessero, cosa alquanto difficile. Ci sono volute molte coreografie affinché Geillis non li vedesse correre su per la collina. Abbiamo pensato [ad un loro incontro] ma c’erano troppe cose, una sorta di domino, se Claire e Geillis si fossero viste e questo avrebbe avuto effetti sul modo in cui avevamo interpretato la prima stagione, quindi questo non poteva accadere. Ma il nostro cenno a tutto ciò è stato far incontrare Geillis con Brianna e Roger, questo ci è sembrato divertente.
Siamo rimasti sorpresi nel vedere che Bree ha creduto ai racconti dei viaggi nel tempo di sua madre nel finale. C'è mai stata qualche discussione sull’eventualità di mantenere questa rivelazione fino alla terza stagione?
Abbiamo pensato che, alla fine, lei ha creduto a sua madre, ma che debba ancora venire a patti con questa situazione. Nella terza stagione, stiamo discutendo sulla decisione di Claire di tornare o meno indietro e lì ci sono altre sfide, quindi credo che la porta sia ancora aperta in questo senso. Abbiamo intenzionalmente voluto che Bree alla fine credesse a sua madre, ma ancora non sappiamo se Claire vorrà o meno tornare indietro lasciando sua figlia. Come nei libri, abbiamo sentito di dover concedere a Brianna una sorta di prova visiva che sua madre aveva ragione, perché è una storia pazzamente fantasiosa. Se mia madre mi raccontasse questa storia non sono certa che le crederei.
Guardando avanti alla terza stagione, quanto tempo i fan devono aspettare prima di arrivare all’attesissimo ricongiungimento di Claire e Jamie?
Sai cosa, stiamo ancora lavorandoci sopra. Stiamo delineando la cosa, ma credo che rimarremo abbastanza vicini ai libri.
Ce lo farete sudare, non è vero?
[Ride] Sì, perché si deve sentire. Mi dispiacerebbe vederli insieme immediatamente. Come ho detto, stiamo ancora cercando di immaginarlo, ma si deve sentire che sono passati vent’anni e non deve essere facile. E’ un enorme distacco per loro e pensano che non si rivedranno mai più.
E' stato così interessante vedere Caitriona invecchiata per poter sembrare vent’anni più grande. Qual è stato il processo mentale dietro il nuovo look di Claire e come vi state avvicinando all'evoluzione di Jamie?
Con Caitriona, abbiamo avuto molte discussioni su come volevamo che lei apparisse e su quello che faremo. Abbiamo tutti pensato di non voler fare troppo con il suo aspetto esteriore, perché, in tutta onestà, vent’anni è un tempo lungo, ma a quarant’anni non si è affatto vecchi. Non sarebbe invecchiata in modo così drammatico, e penso che Caitriona se la sia cavata davvero bene. C'è una solennità nella sua performance nel finale e lei gestisce quel salto di età in un modo straordinario. La sua performance è un’impresa. Per quanto riguarda Jamie, ne stiamo ancora discutendo, perché si, vorremmo fare una cosa simile con lui. Lui è in realtà più giovane di Claire, quindi stiamo ancora discutendone. Non posso dire esattamente dove siamo arrivati, ma non riesco a immaginare che non sarà enormemente diverso da quello che abbiamo fatto con Caitriona nel senso che molto passerà attraverso la recitazione.
Quali sfide per la produzione vi aspettate ora che state adattando Voyager dalla sceneggiatura allo schermo?
In realtà, siamo davvero entusiasti di Voyager. Sarà un po’ più facile - ma quando dico "facile" lo metto tra virgolette. Outlander, per noi, è stato un lavoro di adattamento abbastanza facile, perché credo che la storia piaccia molto a tutti noi. Credo che Dragonfly [in Amber] è stato molto difficile per noi e per gli scrittori, perché accadono davvero molte cose fuori dallo schermo di cui parla Claire, ma voi non le vedete accadere. Questo secondo libro è stato sicuramente una sfida per noi, e Voyager per noi è un po' come un ritorno a casa. Le storie vengono fuori molto più facilmente - vediamo ciò che loro sono, vediamo quali sono i conflitti ed i momenti drammatici. Finora, sono davvero felice di quello che stiamo facendo, ma la seconda parte sarà più impegnativa. Andranno in Giamaica, accadranno molte cose sulle navi, e le sfide per la produzione di tutto ciò metteranno alla prova anche le nostre capacità, ma direi che finora sono davvero entusiasta di quello che stiamo facendo e progettando.
Nella prima stagione, abbiamo avuto un totale di 16 episodi – un’interruzione di due anni, ovviamente - e un totale di 13 episodi nella stagione due. Quanti episodi possiamo aspettarci di adorare nella terza stagione?
Penso che ci atterremo a 13 andando avanti. Ciò che le persone non capiscono è che nella prima stagione, i 16 episodi sono venuti da me e Ron da soli, senza una “stanza degli sceneggiatori”, cercando più o meno di capire quanti episodi ci sarebbero voluti. Una volta che abbiamo assunto gli sceneggiatori, ci siamo accorti che era la giusta quantità di episodi per quella stagione. Non abbiamo pensato che nella seconda stagione fossero necessari così tanti episodi. Anche se, lo so che i fan penseranno "Perché non possiamo avere più episodi per vedere più momenti intimi e più momenti con le citazioni dai libri?" A volte semplicemente non funziona esattamente in questo modo in TV e si deve mettere insieme un episodio che sia un’ora di grande TV. Inoltre, a livello produttivo, è molto dura tirare fuori 16 episodi ed è pesante anche per gli attori. Ci è voluto più di un anno di riprese la prima volta e 13 episodi richiedono 10 mesi di riprese – senza considerare il tempo di preparazione o il tempo per gli scrittori - così alla fine risulta essere un ciclo temporale molto lungo. Pensiamo che 13 sia una quantità adeguata e se provassimo a fare di più, si metterebbe a dura prova la produzione e ci sarebbero tempi più lunghi anche tra una stagione e l’altra.
Si è vociferato che la terza stagione inizierà il prossimo anno prima del solito. State puntando ad un mese specifico?
Non credo che ne abbiamo ancora parlato ma non è tanto quando noi vorremmo che iniziasse, quanto piuttosto quando sarà pronta. Ma andremo in produzione entro la fine dell’anno e dobbiamo solo iniziare a sfornare gli episodi.
Cosa vuoi dire ai fan di Outlander ora che siamo ufficialmente di nuovo in “astinenza da Outlander”?
Voglio che sappiano che fortunatamente l’astinenza non sarà così lunga, ma che vogliamo che guardino avanti. Nella terza stagione, vedranno quei personaggi che conoscono ed amano e con i quali partiranno per un viaggio. Spero che stiano con noi durante l’attesa. Nel frattempo, possono tornare indietro e riguardare la prima e la seconda stagione!
Traduzione di VeroNica
sabato 16 luglio 2016
Ron Moore, la S2 e la S3 di Outlander
Il tredicesimo episodio di Outlander, “L’amuleto d’ambra,” segna la fine della seconda stagione della serie firmata Starz. (Sigh!) EW ha chiesto al produttore esecutivo Ronald D. Moore di raccontarci quali sono state le sfide nell’adattamento del secondo libro di Diana Gabaldon al piccolo schermo e cosa dobbiamo aspettarci dalla terza stagione.
Da quanto tempo sapevi che avresti usato Time has come today dei Chamber Brothers per il finale?
RONALD D. MOORE: Più o meno da sempre. Penso che fosse proprio nel copione: credo che gli sceneggiatori Matt Roberts e Toni Graphia abbiano finito per sceglierla come colonna sonora. Tutti l’hanno amata fin dall’inizio.
E pure la scena iniziale tratta da The Avengers!
Ha iniziato tutto Matt. Stavamo parlando di fare qualcosa con una vecchia tv ed un filmato. Di primo acchito mi disse che poteva essere Star Trek. Ho ridacciato e pensato che potesse essere divertente, immaginando una scena con Scotty, una di quelle in cui indossa il kilt. Poi ho controllato quando venne mandato in onda Star Trek nel Regno Unito e ho scoperto che nel 1968 non era ancora uscito. Però volevamo lo stesso iniziare con un filmato che ci trasportasse esattamente in quell’epoca.Ci voleva qualcosa che fosse immediatamente riconoscibile, ma cosa? Penso sia stata Marina Campbell, la nostra assistente, a suggerirci The Avengers.
Tornando all’inizio di stagione, avete deciso di ambientare la storia negli anni ’40 invece degli anni ’60 come nel libro. È un modo per dare piùspazio a Tobias?
No, solo che iniziare nel 1968 sarebbe stato un salto temporale troppo ampio per il pubblico, considerando che l’ultima volta che li abbiamo visti, Jamie e Claire stavano tornando dalla Francia. Ho pensato che ritrovarsi nel 1968, con Claire che non solo è ritornata nel 20° secolo ma ha anche una figlia adulta, sarebbe stato troppo: bastava sapere che era tornata nella sua epoca. Così ho potuto mostrarvi meglio il suo ritorno, che è già abbastanza sconvolgente, e rimandare tutta quella roba del 1968 a fine stagione.
La rete di intrighi politici era molto fitta in Francia. Quanto si sono impegnati gli autori per rendere chiara la storia per il pubblico?
E’ stato molto complicato. Nel libro la sezione Parigina è divisa in molti episodi: c’è la storia del Conte St Germain qui, l’ amicizia con il Maestro Raymond là e poi il Duca di Sandringham: noi abbiamo cercato un modo per rendere la linea narrativa meno frammentata. Ad esempio l’episodio del cenone dove poi tutto va storto…nel romanzo non sono presenti né il Principe Charles né il Duca, e la scena è completamente scollegata dalla trama: volevamo girare quella scena perché nel libro era un momento chiave e abbiamo cercato di far rientrare anche questo nella storia dei Giacobiti. Le nostre sfide sono state queste: cercare di unire diverse trame per narrare i tanti eventi in maniera molto più scorrevole e veloce.
Che cosa pensa Diana Gabaldon di come sono state narrate le avventure in Francia?
Ci ha detto: “Penso che abbiate fatto veramente un ottimo lavoro. La storia era decisamente complicata”. Ci è stata molto vicina.
Avevate già deciso molto prima di dedicare più spazio a Prestonpans e meno alla Battaglia di Culloden?
Si, ma questo succede anche nel libro: l’autrice stessa non ci trasporta nel mezzo della Battaglia di Culloden, per questo è stata una decisione facile da prendere. Il romanzo descrive dettagliatamente Prestonpans. Affronta anche la Battaglia di Falkirk ma noi abbiamo deciso di non raccontarla, abbiamo preferito mostrare una sola grande battaglia. Prestonpans ci è sembrata la più adatta per tutta una serie di ragioni.
Credo di aver capito che avete girato Prestonpans sotto un tendone con molto fumo.
Siamo stati molto fedeli alla storia: si trattava infatti di un attacco a sorpresa nelle prime ore del mattino. Molti soldati erano avvolti nella nebbia : questo li ha aiutati a seminare il panico tra gli Inglesi che non sapevano quanti fossero e da dove venissero gli Scozzesi. Quindi si trovarono molto disorientati quando gli Highlanders spuntarono urlando dalla nebbia.
Eravate felici di riportare l’azione fuori da Parigi?
Penso che tutti volessero tornare in Scozia perché è come una casa per la serie. La prima stagione era quasi una lettera d’amore alla Scozia. Quando giravamo in Francia, ci sembrava quasi che non fosse veramente Outlander, anche se i protagonisti erano gli stessi.
Un’ultima domanda sulle scene in Francia- i vibratori esistevano già ed erano veramente come quelli?
Esistevano sul serio, e penso fossero come quello: penso che i vibratori siano esistiti fin dal tempo degli Egizi.
È stato più facile trovare un’attrice che potesse interpretare Brianna, dopo aver trovato Jamie e Claire?
No, è stato difficile. Sono tutti ruoli importanti, specialmente quello della figlia oramai adulta dei due protagonisti: il pubblico deve riconoscere in lei entrambi al primo sguardo, quindi ci sono molte aspettative su come sarà l’attrice. Deve interpretare la figlia di Claire, deve esserci una certa chimica con il personaggio di Roger e anche se ha molto spazio nell’episodio, non ne avrà nella prossima stagione. I personaggi di Roger e Brianna crescono pian piano nel corso dei romanzi, all’inizio li vedi solo per brevissimi periodi: mettete insieme tutto questo e capite perché il casting è stato così difficile.
Brianna è cresciuta a Boston: come mai eravate molto decisi su Sophie Skeleton, che viene dal Regno Unito? Avete pensato di scegliere un’attrice americana?
Ne abbiamo discusso molto. Abbiamo anche cercato delle Americane, penso anche delle Canadesi. È stata una scelta molto, molto dura.
Si suppone che Brianna abbia l’ accento tipico di Boston ma Sophie non lo usa affatto. Come mai?
Gli accenti bostoniani sono difficili ed è ancora più facile farli diventare una caricatura. Dall’altra parte abbiamo già molti accenti presenti nella serie, non ci sembrava il caso di aggiungerne un altro.
È stato importante trovare un uomo sexy per interpretare Roger?
Doveva essere affascinante e divertente; soprattutto doveva piacere immediatamente al pubblico ed far capire di essere l’uomo giusto per Brianna. Richard Rankin ha tutto questo. È piaciuto a tutti dalla primo incontro.
Comincerete presto la lavorazione della terza stagione?
Ci stiamo preparando ora. Stiamo lavorando sulle trame ed il copione. Daremo una rapida impostazione iniziale ora che abbiamo due stagioni da registrare. Possiamo iniziare a lavorare attivamente anche sulla quarta stagione invece di attendere l’inizio delle riprese. La terza stagione è caratterizzata prettamente dal viaggio: comincia in Scozia e poi si viaggia per mare. Ci sono i pirati. È la Jamiaca, il Nuovo Mondo. Anche il quarto libro è nel Nuovo Mondo ma in Nord Carolina: avere la possibilità di pianificare effettivamente dove girare certe scene e a cosa dedicare certe risorse è fondamentale per la produzione della serie.
Puoi anticiparci dove verrà girata la terza stagione?
La nostra base sarà la Scozia. Stiamo valutando poi diverse opzioni su dove girare le scene in nave e dove trovare spiagge tropicali e giungle per ricreare l’ambientazione dei Caribi. Speriamo di trovare un luogo che abbia tutto questo insieme, così da organizzare un solo lungo viaggio per lo staff.
Ti entusiasma l’idea di una stagione di Outlander in stile Waterworld? [Film del 1995 per la regia di Kevin Kostner]
Sarebbe fantastico. Le scene con l’acqua sono sempre una sfida, per ogni produzione. La mia casa produttrice si chiama TallShip (la grande nave, ndt) e questo è molto divertente per me. Bisogna però considerare che ci sono molti problemi logistici.
Per quanto ancora vedremo Tobias?
Sfortunatamente la sua parte terminerà molto presto. Non ora però, lo vedremo ancora nella terza stagione. Ma se non fosse per alcuni occasionali flashback di Frank o di Black Jack, la sua storia finisce praticamente nel terzo libro.
Di tutti i personaggi che sono morti in questa stagione, chi avresti voluto mantenere in vita?
E’ difficile da dire. Penso che a tutti manchi il Duca di Sandringham. È un gran personaggio, rimpiango la sua morte.
Da quanto tempo sapevi che avresti usato Time has come today dei Chamber Brothers per il finale?
RONALD D. MOORE: Più o meno da sempre. Penso che fosse proprio nel copione: credo che gli sceneggiatori Matt Roberts e Toni Graphia abbiano finito per sceglierla come colonna sonora. Tutti l’hanno amata fin dall’inizio.
E pure la scena iniziale tratta da The Avengers!
Ha iniziato tutto Matt. Stavamo parlando di fare qualcosa con una vecchia tv ed un filmato. Di primo acchito mi disse che poteva essere Star Trek. Ho ridacciato e pensato che potesse essere divertente, immaginando una scena con Scotty, una di quelle in cui indossa il kilt. Poi ho controllato quando venne mandato in onda Star Trek nel Regno Unito e ho scoperto che nel 1968 non era ancora uscito. Però volevamo lo stesso iniziare con un filmato che ci trasportasse esattamente in quell’epoca.Ci voleva qualcosa che fosse immediatamente riconoscibile, ma cosa? Penso sia stata Marina Campbell, la nostra assistente, a suggerirci The Avengers.
Tornando all’inizio di stagione, avete deciso di ambientare la storia negli anni ’40 invece degli anni ’60 come nel libro. È un modo per dare piùspazio a Tobias?
No, solo che iniziare nel 1968 sarebbe stato un salto temporale troppo ampio per il pubblico, considerando che l’ultima volta che li abbiamo visti, Jamie e Claire stavano tornando dalla Francia. Ho pensato che ritrovarsi nel 1968, con Claire che non solo è ritornata nel 20° secolo ma ha anche una figlia adulta, sarebbe stato troppo: bastava sapere che era tornata nella sua epoca. Così ho potuto mostrarvi meglio il suo ritorno, che è già abbastanza sconvolgente, e rimandare tutta quella roba del 1968 a fine stagione.
La rete di intrighi politici era molto fitta in Francia. Quanto si sono impegnati gli autori per rendere chiara la storia per il pubblico?
E’ stato molto complicato. Nel libro la sezione Parigina è divisa in molti episodi: c’è la storia del Conte St Germain qui, l’ amicizia con il Maestro Raymond là e poi il Duca di Sandringham: noi abbiamo cercato un modo per rendere la linea narrativa meno frammentata. Ad esempio l’episodio del cenone dove poi tutto va storto…nel romanzo non sono presenti né il Principe Charles né il Duca, e la scena è completamente scollegata dalla trama: volevamo girare quella scena perché nel libro era un momento chiave e abbiamo cercato di far rientrare anche questo nella storia dei Giacobiti. Le nostre sfide sono state queste: cercare di unire diverse trame per narrare i tanti eventi in maniera molto più scorrevole e veloce.
Che cosa pensa Diana Gabaldon di come sono state narrate le avventure in Francia?
Ci ha detto: “Penso che abbiate fatto veramente un ottimo lavoro. La storia era decisamente complicata”. Ci è stata molto vicina.
Avevate già deciso molto prima di dedicare più spazio a Prestonpans e meno alla Battaglia di Culloden?
Si, ma questo succede anche nel libro: l’autrice stessa non ci trasporta nel mezzo della Battaglia di Culloden, per questo è stata una decisione facile da prendere. Il romanzo descrive dettagliatamente Prestonpans. Affronta anche la Battaglia di Falkirk ma noi abbiamo deciso di non raccontarla, abbiamo preferito mostrare una sola grande battaglia. Prestonpans ci è sembrata la più adatta per tutta una serie di ragioni.
Credo di aver capito che avete girato Prestonpans sotto un tendone con molto fumo.
Siamo stati molto fedeli alla storia: si trattava infatti di un attacco a sorpresa nelle prime ore del mattino. Molti soldati erano avvolti nella nebbia : questo li ha aiutati a seminare il panico tra gli Inglesi che non sapevano quanti fossero e da dove venissero gli Scozzesi. Quindi si trovarono molto disorientati quando gli Highlanders spuntarono urlando dalla nebbia.
Eravate felici di riportare l’azione fuori da Parigi?
Penso che tutti volessero tornare in Scozia perché è come una casa per la serie. La prima stagione era quasi una lettera d’amore alla Scozia. Quando giravamo in Francia, ci sembrava quasi che non fosse veramente Outlander, anche se i protagonisti erano gli stessi.
Un’ultima domanda sulle scene in Francia- i vibratori esistevano già ed erano veramente come quelli?
Esistevano sul serio, e penso fossero come quello: penso che i vibratori siano esistiti fin dal tempo degli Egizi.
È stato più facile trovare un’attrice che potesse interpretare Brianna, dopo aver trovato Jamie e Claire?
No, è stato difficile. Sono tutti ruoli importanti, specialmente quello della figlia oramai adulta dei due protagonisti: il pubblico deve riconoscere in lei entrambi al primo sguardo, quindi ci sono molte aspettative su come sarà l’attrice. Deve interpretare la figlia di Claire, deve esserci una certa chimica con il personaggio di Roger e anche se ha molto spazio nell’episodio, non ne avrà nella prossima stagione. I personaggi di Roger e Brianna crescono pian piano nel corso dei romanzi, all’inizio li vedi solo per brevissimi periodi: mettete insieme tutto questo e capite perché il casting è stato così difficile.
Brianna è cresciuta a Boston: come mai eravate molto decisi su Sophie Skeleton, che viene dal Regno Unito? Avete pensato di scegliere un’attrice americana?
Ne abbiamo discusso molto. Abbiamo anche cercato delle Americane, penso anche delle Canadesi. È stata una scelta molto, molto dura.
Si suppone che Brianna abbia l’ accento tipico di Boston ma Sophie non lo usa affatto. Come mai?
Gli accenti bostoniani sono difficili ed è ancora più facile farli diventare una caricatura. Dall’altra parte abbiamo già molti accenti presenti nella serie, non ci sembrava il caso di aggiungerne un altro.
È stato importante trovare un uomo sexy per interpretare Roger?
Doveva essere affascinante e divertente; soprattutto doveva piacere immediatamente al pubblico ed far capire di essere l’uomo giusto per Brianna. Richard Rankin ha tutto questo. È piaciuto a tutti dalla primo incontro.
Comincerete presto la lavorazione della terza stagione?
Ci stiamo preparando ora. Stiamo lavorando sulle trame ed il copione. Daremo una rapida impostazione iniziale ora che abbiamo due stagioni da registrare. Possiamo iniziare a lavorare attivamente anche sulla quarta stagione invece di attendere l’inizio delle riprese. La terza stagione è caratterizzata prettamente dal viaggio: comincia in Scozia e poi si viaggia per mare. Ci sono i pirati. È la Jamiaca, il Nuovo Mondo. Anche il quarto libro è nel Nuovo Mondo ma in Nord Carolina: avere la possibilità di pianificare effettivamente dove girare certe scene e a cosa dedicare certe risorse è fondamentale per la produzione della serie.
Puoi anticiparci dove verrà girata la terza stagione?
La nostra base sarà la Scozia. Stiamo valutando poi diverse opzioni su dove girare le scene in nave e dove trovare spiagge tropicali e giungle per ricreare l’ambientazione dei Caribi. Speriamo di trovare un luogo che abbia tutto questo insieme, così da organizzare un solo lungo viaggio per lo staff.
Ti entusiasma l’idea di una stagione di Outlander in stile Waterworld? [Film del 1995 per la regia di Kevin Kostner]
Sarebbe fantastico. Le scene con l’acqua sono sempre una sfida, per ogni produzione. La mia casa produttrice si chiama TallShip (la grande nave, ndt) e questo è molto divertente per me. Bisogna però considerare che ci sono molti problemi logistici.
Per quanto ancora vedremo Tobias?
Sfortunatamente la sua parte terminerà molto presto. Non ora però, lo vedremo ancora nella terza stagione. Ma se non fosse per alcuni occasionali flashback di Frank o di Black Jack, la sua storia finisce praticamente nel terzo libro.
Di tutti i personaggi che sono morti in questa stagione, chi avresti voluto mantenere in vita?
E’ difficile da dire. Penso che a tutti manchi il Duca di Sandringham. È un gran personaggio, rimpiango la sua morte.
Traduzione di Federica F
Outlander e le location scozzesi
Il cast e gli addetti di Outlander rivelano le loro location favorite durante la lavorazione
Le maestranze della hit della Starz hanno parlato a Travel Leisure dei luoghi migliori dove hanno lavorato.
Outlander il sexy drama dei viaggi nel tempo con il maggiore pubblico, debutta con il finale della stagione 2 domani sul canale Starz e milioni di persone stanno cancellando i loro programmi per scoprire cosa aspetta Jamie e Claire.
Mentre l’intesa tra i due attori Caitriona Balfe e Sam Heughan è certamente una dei principali attrazioni dello show, le Highlands scozzesi – dove si svolge la maggior parte di Outlander – sono un personaggio piuttosto dinamico di per se. Per celebrare la fine di un’altra stagione incredibile e dato che Outlander dà risalto a molte località mozzafiato – dai castelli nella vita reale ai set dettagliati in maniera impeccabile – abbiamo chiesto al cast e agli addetti di scegliere il loro posto preferito per filmare.
Sam Heughan – James Fraser
Non voglio scegliere davvero il mio posto preferito dato che mi piacerebbe tenerlo per me…anche se la sequenza iniziale quasi la rivela con “Over the sea to Skye!”. L’isola di Skye (anche se in realtà non è più un’isola) è il mio luogo preferito in Scozia. Il Quiraing, l’Hold Man of Storr, le spiagge, la Piscina delle Fate, la Catena montuosa di Cuillin e anche le acque mutevoli. È un posto magico con tanto da esplorare e un meraviglioso posto per riposare e ricaricare il corpo.
Maril Davis – Produttore esecutivo
Abbiamo ripreso le Pietre ai piedi di Kinloch Rannoch e io ho una leggera preferenza per questo magico luogo. Veramente è all’altezza di “quattro stagioni in un solo giorno” fenomeno comune in Scozia. Mentre giravamo qui per la stagione 2, abbiamo sperimentato il cielo blu, la neve, la pioggia e venti di burrasca – nel giro di un’ora.
Il secondo potrebbe essere Falkland la deliziosa cittadina che rappresentava Inverness nel 1940 nella nostra storia. È un esemplare e pittoresca cittadina scozzese e ognuno in città è stato molto ospitale con la troupe. La Campbell’s Coffee House fa i migliori toast in una fredda mattina scozzese!
Stephen Walters – Angus Mhor
Avieimore. È una città e un resort turistico, situato vicino al Parco Nazionale di Cairngorms, nelle Highlands scozzesi.
Toni Graphia – Produttore esecutivo, Scrittore
Il mio luogo preferito è la cattedrale di Glasgow, dove abbiamo girato le scene per “Faith”. L’ammiravo ogni volta che guidavo lì vicino nella stagione 1 ed è stato emozionante quando siamo riusciti ad averla come location. Gary Steele ha fatto un bel lavoro nel trasformare la chiesa nel nostro HopitaldesAnges e si possono davvero percepire gli spiriti in questa costruzione che è stata costruita nel 12-simo secolo.Glasgow è una città sbalorditiva e la gente è stata molto gentile con noi. Avvertivo una reale magia in quelle strade.
Rosie Day – Mary Hawkins
Drumlanring Castle a Dumfiers era semplicemente fantastico. Il paesaggio era uno dei più belli che avessi mai visto, specialmente di prima mattina con le nuvole che venivano dalle montagne e l’erba congelata. Il mercato cittadino è adorabile e i gli abitanti del luogo sono molto amichevoli.
Nicki McCallum – Supervising Art Director
Culross Palace e i giardini; le stanze risuonano di storia e il giardino è molto bello e un posto rilassante dove passeggiare.
Andrew Gower – Prince Charles Stuart
Il mio posto preferito in Scozia è il Castello di Stirling
Domick Hill – Stunt Coordinator
Essendo il coordinatore degli stunt, il mio luogo preferito era un ampio padiglione in un campo umido, vicino Torbrex Farm, che si trova a poche miglia dallo studio. Il motivo è che lì abbiamo girato la maggior parte della battaglia di Prestonpans – non molto affascinante ma ci siamo divertiti molto in quel padiglione pieno di fumo e infangato.
Terry Dresbach – Costume Designer
Il mio set preferito è l’appartamento di Jamie e Claire. È il set più bello che abbia mai visto; così bello e così autentico che resto stupida per come molti spettatori pensino che sia un luogo vero. I set che Gary Steele ha disegnato per Parigi sono assolutamente incredibili. È dura per me scegliere quale sia il mio preferito! L’appartamento, la farmacia, il bordello...
Danny Sumsion – Construction Manager
Penso che le Pietre a Kinloch Rannoch siano state la mia location preferita per la stagione 1 dato che sono stato abbastanza fortunato a essere l’unica persona lì in alcune occasioni, essendo arrivato prima per un sopraluogo o una ripresa. È un posto davvero speciale con una vista a 360 gradi, vederla trasformata quando abbiamo installato le pietre. E come sempre il circo arriva!. Per la stagione 2, penso che sia sicuramente Wilton House vicino Salisbury. È stata la prima grande dimora che abbiamo filmato e in questo aveva un aspetto molto differente rispetto a quelle dove avevamo lavorato in precedenza e il parco e il ponte erano incredibili.
Stuart Bryce – Assistant Set Decorator
Per la stagione 2, è il porto di Dysart, che abbiamo utilizzato per Le Havre. È stato l’esterno più grande che abbiamo creato fino a oggi ed era grandioso portarci le navi e farle vedere in quel contesto. Io adoro le navi.
Per la stagione 1 la mia località preferita è stato Blackness Castle. Non importa com’è il tempo, all’interno è sempre gelido. Ti fa chiedere come fosse tristevenire incarcerato lì. Si trova anche nei pressi di uno dei migliori negozi di fish and chips della Scozia.
Gina Cromwell – Set Decorator
Nella realtà i giardini sono una riproduzione di un giardino del 17-simo secolo. Situata presso Culross Palace i giardini sono stati organizzati per mostrare i tipi di piante che crescono per usi culinari, medicali e ornamentali. Inoltre c’erano galline scozzesi che razzolavano liberamente.
Le maestranze della hit della Starz hanno parlato a Travel Leisure dei luoghi migliori dove hanno lavorato.
Outlander il sexy drama dei viaggi nel tempo con il maggiore pubblico, debutta con il finale della stagione 2 domani sul canale Starz e milioni di persone stanno cancellando i loro programmi per scoprire cosa aspetta Jamie e Claire.
Mentre l’intesa tra i due attori Caitriona Balfe e Sam Heughan è certamente una dei principali attrazioni dello show, le Highlands scozzesi – dove si svolge la maggior parte di Outlander – sono un personaggio piuttosto dinamico di per se. Per celebrare la fine di un’altra stagione incredibile e dato che Outlander dà risalto a molte località mozzafiato – dai castelli nella vita reale ai set dettagliati in maniera impeccabile – abbiamo chiesto al cast e agli addetti di scegliere il loro posto preferito per filmare.
Sam Heughan – James Fraser
Non voglio scegliere davvero il mio posto preferito dato che mi piacerebbe tenerlo per me…anche se la sequenza iniziale quasi la rivela con “Over the sea to Skye!”. L’isola di Skye (anche se in realtà non è più un’isola) è il mio luogo preferito in Scozia. Il Quiraing, l’Hold Man of Storr, le spiagge, la Piscina delle Fate, la Catena montuosa di Cuillin e anche le acque mutevoli. È un posto magico con tanto da esplorare e un meraviglioso posto per riposare e ricaricare il corpo.
Maril Davis – Produttore esecutivo
Abbiamo ripreso le Pietre ai piedi di Kinloch Rannoch e io ho una leggera preferenza per questo magico luogo. Veramente è all’altezza di “quattro stagioni in un solo giorno” fenomeno comune in Scozia. Mentre giravamo qui per la stagione 2, abbiamo sperimentato il cielo blu, la neve, la pioggia e venti di burrasca – nel giro di un’ora.
Il secondo potrebbe essere Falkland la deliziosa cittadina che rappresentava Inverness nel 1940 nella nostra storia. È un esemplare e pittoresca cittadina scozzese e ognuno in città è stato molto ospitale con la troupe. La Campbell’s Coffee House fa i migliori toast in una fredda mattina scozzese!
Stephen Walters – Angus Mhor
Avieimore. È una città e un resort turistico, situato vicino al Parco Nazionale di Cairngorms, nelle Highlands scozzesi.
Toni Graphia – Produttore esecutivo, Scrittore
Il mio luogo preferito è la cattedrale di Glasgow, dove abbiamo girato le scene per “Faith”. L’ammiravo ogni volta che guidavo lì vicino nella stagione 1 ed è stato emozionante quando siamo riusciti ad averla come location. Gary Steele ha fatto un bel lavoro nel trasformare la chiesa nel nostro HopitaldesAnges e si possono davvero percepire gli spiriti in questa costruzione che è stata costruita nel 12-simo secolo.Glasgow è una città sbalorditiva e la gente è stata molto gentile con noi. Avvertivo una reale magia in quelle strade.
Rosie Day – Mary Hawkins
Drumlanring Castle a Dumfiers era semplicemente fantastico. Il paesaggio era uno dei più belli che avessi mai visto, specialmente di prima mattina con le nuvole che venivano dalle montagne e l’erba congelata. Il mercato cittadino è adorabile e i gli abitanti del luogo sono molto amichevoli.
Nicki McCallum – Supervising Art Director
Culross Palace e i giardini; le stanze risuonano di storia e il giardino è molto bello e un posto rilassante dove passeggiare.
Andrew Gower – Prince Charles Stuart
Il mio posto preferito in Scozia è il Castello di Stirling
Domick Hill – Stunt Coordinator
Essendo il coordinatore degli stunt, il mio luogo preferito era un ampio padiglione in un campo umido, vicino Torbrex Farm, che si trova a poche miglia dallo studio. Il motivo è che lì abbiamo girato la maggior parte della battaglia di Prestonpans – non molto affascinante ma ci siamo divertiti molto in quel padiglione pieno di fumo e infangato.
Terry Dresbach – Costume Designer
Il mio set preferito è l’appartamento di Jamie e Claire. È il set più bello che abbia mai visto; così bello e così autentico che resto stupida per come molti spettatori pensino che sia un luogo vero. I set che Gary Steele ha disegnato per Parigi sono assolutamente incredibili. È dura per me scegliere quale sia il mio preferito! L’appartamento, la farmacia, il bordello...
Danny Sumsion – Construction Manager
Penso che le Pietre a Kinloch Rannoch siano state la mia location preferita per la stagione 1 dato che sono stato abbastanza fortunato a essere l’unica persona lì in alcune occasioni, essendo arrivato prima per un sopraluogo o una ripresa. È un posto davvero speciale con una vista a 360 gradi, vederla trasformata quando abbiamo installato le pietre. E come sempre il circo arriva!. Per la stagione 2, penso che sia sicuramente Wilton House vicino Salisbury. È stata la prima grande dimora che abbiamo filmato e in questo aveva un aspetto molto differente rispetto a quelle dove avevamo lavorato in precedenza e il parco e il ponte erano incredibili.
Stuart Bryce – Assistant Set Decorator
Per la stagione 2, è il porto di Dysart, che abbiamo utilizzato per Le Havre. È stato l’esterno più grande che abbiamo creato fino a oggi ed era grandioso portarci le navi e farle vedere in quel contesto. Io adoro le navi.
Per la stagione 1 la mia località preferita è stato Blackness Castle. Non importa com’è il tempo, all’interno è sempre gelido. Ti fa chiedere come fosse tristevenire incarcerato lì. Si trova anche nei pressi di uno dei migliori negozi di fish and chips della Scozia.
Gina Cromwell – Set Decorator
Nella realtà i giardini sono una riproduzione di un giardino del 17-simo secolo. Situata presso Culross Palace i giardini sono stati organizzati per mostrare i tipi di piante che crescono per usi culinari, medicali e ornamentali. Inoltre c’erano galline scozzesi che razzolavano liberamente.
Traduzione di Iolanda
venerdì 15 luglio 2016
Estratto 9°libro: A Caccia
"Oh, aye," disse Ian, e sorrise, ma i suoi occhi erano concentrati sulle mani di lei. "Da quanto tempo non spari con una pistola, cugina?"
"Non così tanto", disse laconicamente. Non si era aspettata di tornare. "Forse sei, sette mesi."
"Da quanto non vai a caccia, allora?" Chiese, inclinando la testa di lato.
Lei lo guardò, prese la decisione e sistemando con cura lo scovolo, si girò verso di lui.
"Un gruppo di uomini che si era nascosto in casa mia, aspettando di uccidere me e prendere i miei figli", disse.
Entrambe le sue sopracciglia si sollevarono.
"Li hai presi?" Il suo tono era così interessato che lei si mise a ridere, nonostante i ricordi. Poteva sembrare che le avesse chiesto se aveva preso un grande pesce.
"No, purtroppo. Ho sparato al pneumatico del loro camion e ad una delle finestre in casa mia. Non li ho presi. Ma comunque", aggiunse con interessata disinvoltura, "non hanno preso me o i bambini."
Lui annuì, accettando quello che aveva detto con una rapidità che l'avrebbe stupita...se fosse stato un altro uomo.
"E' per questo che sei qui, eh?" Si guardò intorno, del tutto inconsciamente, come se scandagliasse la foresta in cerca di eventuali nemici, e si chiese all'improvviso che come sarebbe stato vivere con Ian, non sapendo se si stava parlando con lo scozzese o con il Mohawk - e adesso era davvero curiosa su Rachel.
"Per lo più, sì", rispose lei, un po' concisa. Sollevò lla testa a quel tono e guardò bruscamente verso di lei, ma annuì di nuovo.
"Non tornerai indietro, quindi, per ucciderli?" Questo venne detto seriamente e fu con uno sforzo che lei tenne lo sguardo verso il basso, la rabbia che le bruciava dentro quando pensava a Rob Cameron e ai suoi dannati complici. Non era paura o ricordi di ciò che aveva fatto le sue mani ad agitarla; era il ricordo della fortissima voglia di uccidere che l'aveva posseduta, quando aveva toccato il grilletto.
"Vorrei," disse brevemente. Agitò una mano, allontanando il pensiero. "Te lo dirò più avanti; siamo arrivati solo ieri sera." Come se se ne fosse ricordata, indicò verso l'alto attraverso i passi di montagna, sbadigliò improvvisamente, enormemente.
Ian rise e scosse la testa, sbattendo le palpebre.
"Ricordo che papà mi ha detto che hai avuto un bambino" Chiese, con fermezza cambiando argomento.
L'enorme sorriso tornò.
"Ce l'ho", disse, il volto tanto splendente di una tale gioia da sorridere. "Ho un bambino piccolo. Non ha ancora un vero nome, ma noi lo chiamiamo Oggy. Per Oglethorpe", spiegò, vedendo il suo sorriso ampliarsi al pronunciare quel nome. "Eravamo a Savannah quando ha iniziato a mostrare la sua esistenza. Non vedo l'ora che tu lo veda!"
"Nemmeno io", disse, anche se la connessione tra Savannah e il nome Oglethorpe le sfuggì. "Dovremmo..."
Il suono di un rumore lontano li interruppe e Ian si alzò immediatamente, in ascolto.
"Era papà?" Chiese.
"Credo di sì." Ian le allungò una mano e la tirò in piedi, afferrando il suo arco quasi nello stesso movimento. "Vieni!"
Afferrò la pistola appena caricata e corse, incurante delle foglie, pietre, rami degli alberi, torrenti, o qualsiasi altra cosa. Ian scivolò attraverso il bosco come un serpente in una rapida evoluzione; lei seguì la strada proprio dietro di lui, rompendo i rami e sfregandosi il viso con la manica per pulirsi gli occhi.
Due volte Ian si fermò all'improvviso, afferrandole il braccio mentre si precipitava verso di lui. Insieme stavano in ascolto, cercando di calmare il cuore martellante e i respiri ansimanti abbastanza a lungo per sentire qualcosa al di sopra dei suoni della foresta.
La prima volta, dopo quello che sembravano minuti interminabili, sentirono una sorta di rumore urlante al di sopra del vento che si stavano trasformando in grugniti.
"Maiale?" Chiese, tra una boccata d'aria e l'altra. Era autunno; c'erano branchi di maiali selvatici nella foresta, che mangiavano tra gli alberi di castagno. Alcuni erano grandi, e molto pericolosi.
Ian scosse il capo.
"Orso", decretò e afferrandole la mano, la invitò a correre.
"Non così tanto", disse laconicamente. Non si era aspettata di tornare. "Forse sei, sette mesi."
"Da quanto non vai a caccia, allora?" Chiese, inclinando la testa di lato.
Lei lo guardò, prese la decisione e sistemando con cura lo scovolo, si girò verso di lui.
"Un gruppo di uomini che si era nascosto in casa mia, aspettando di uccidere me e prendere i miei figli", disse.
Entrambe le sue sopracciglia si sollevarono.
"Li hai presi?" Il suo tono era così interessato che lei si mise a ridere, nonostante i ricordi. Poteva sembrare che le avesse chiesto se aveva preso un grande pesce.
"No, purtroppo. Ho sparato al pneumatico del loro camion e ad una delle finestre in casa mia. Non li ho presi. Ma comunque", aggiunse con interessata disinvoltura, "non hanno preso me o i bambini."
Lui annuì, accettando quello che aveva detto con una rapidità che l'avrebbe stupita...se fosse stato un altro uomo.
"E' per questo che sei qui, eh?" Si guardò intorno, del tutto inconsciamente, come se scandagliasse la foresta in cerca di eventuali nemici, e si chiese all'improvviso che come sarebbe stato vivere con Ian, non sapendo se si stava parlando con lo scozzese o con il Mohawk - e adesso era davvero curiosa su Rachel.
"Per lo più, sì", rispose lei, un po' concisa. Sollevò lla testa a quel tono e guardò bruscamente verso di lei, ma annuì di nuovo.
"Non tornerai indietro, quindi, per ucciderli?" Questo venne detto seriamente e fu con uno sforzo che lei tenne lo sguardo verso il basso, la rabbia che le bruciava dentro quando pensava a Rob Cameron e ai suoi dannati complici. Non era paura o ricordi di ciò che aveva fatto le sue mani ad agitarla; era il ricordo della fortissima voglia di uccidere che l'aveva posseduta, quando aveva toccato il grilletto.
"Vorrei," disse brevemente. Agitò una mano, allontanando il pensiero. "Te lo dirò più avanti; siamo arrivati solo ieri sera." Come se se ne fosse ricordata, indicò verso l'alto attraverso i passi di montagna, sbadigliò improvvisamente, enormemente.
Ian rise e scosse la testa, sbattendo le palpebre.
"Ricordo che papà mi ha detto che hai avuto un bambino" Chiese, con fermezza cambiando argomento.
L'enorme sorriso tornò.
"Ce l'ho", disse, il volto tanto splendente di una tale gioia da sorridere. "Ho un bambino piccolo. Non ha ancora un vero nome, ma noi lo chiamiamo Oggy. Per Oglethorpe", spiegò, vedendo il suo sorriso ampliarsi al pronunciare quel nome. "Eravamo a Savannah quando ha iniziato a mostrare la sua esistenza. Non vedo l'ora che tu lo veda!"
"Nemmeno io", disse, anche se la connessione tra Savannah e il nome Oglethorpe le sfuggì. "Dovremmo..."
Il suono di un rumore lontano li interruppe e Ian si alzò immediatamente, in ascolto.
"Era papà?" Chiese.
"Credo di sì." Ian le allungò una mano e la tirò in piedi, afferrando il suo arco quasi nello stesso movimento. "Vieni!"
Afferrò la pistola appena caricata e corse, incurante delle foglie, pietre, rami degli alberi, torrenti, o qualsiasi altra cosa. Ian scivolò attraverso il bosco come un serpente in una rapida evoluzione; lei seguì la strada proprio dietro di lui, rompendo i rami e sfregandosi il viso con la manica per pulirsi gli occhi.
Due volte Ian si fermò all'improvviso, afferrandole il braccio mentre si precipitava verso di lui. Insieme stavano in ascolto, cercando di calmare il cuore martellante e i respiri ansimanti abbastanza a lungo per sentire qualcosa al di sopra dei suoni della foresta.
La prima volta, dopo quello che sembravano minuti interminabili, sentirono una sorta di rumore urlante al di sopra del vento che si stavano trasformando in grugniti.
"Maiale?" Chiese, tra una boccata d'aria e l'altra. Era autunno; c'erano branchi di maiali selvatici nella foresta, che mangiavano tra gli alberi di castagno. Alcuni erano grandi, e molto pericolosi.
Ian scosse il capo.
"Orso", decretò e afferrandole la mano, la invitò a correre.
Dalle pagine allo schermo 2x06: La Promessa Infranta
Hello Outlanders!
Siamo ufficialmente a metà stagione e gli animi cominciano a scaldarsi. Non so cosa ne pensate voi, ma per me questa è stata una puntata per la maggior parte noiosetta. Gli ultimi minuti e qualche momento qua e là l'hanno resa interessante ed emozionante, ma per il resto non so, mi sembrava che mancasse qualcosa.
Piccola nota prima di iniziare. Ma solo io trovo St.Germain un figo pazzesco? C'è del disagio quando lo guardo, perché è un personaggio cattivo, ma è anche sexy e il mio cervello fonde per il conflitto!
In generale, questa puntata ha avuto una buona parte di scene aggiunte o con i contenuti riadattati, mentre quelle fedeli al romanzo sono non solo di meno, ma anche modificate in modo da avere, per esempio, una frase, un dialogo, un contenuto e il resto è totalmente creato.
Prevedo che la prossima puntata sarà pesantissima da vedere, perciò godiamoci questi momenti di relax e prepariamoci alla mazzata.
Inizio puntata - fine minuto 4:38
Jamie e Murtagh parlano del duello finché Jamie confessa di aver mandato un messaggio a Randall per annullarlo. Murtagh, non sapendo del litigio con Claire, si arrabbia parecchio.
Inizio minuto 4:39 - fine minuto 7:52, pagine da 407 a 410
Claire si trova all'Hopital, il medico Forez le dice che è stato richiamato dal re per tenersi pronto per un eventuale condanna di un gruppo di sospettati di occultismo. Le spiega come si procede alla condanna di squartamento e poi fa apertamente riferimento a Mastro Raymond, facendole capire che la loro amicizia non è ben vista. Questa scena a me sembra modificata: è come se avessero preso dei piccoli pezzettini di qua e di là, facendo un mischiotto nell'ormai classico stile riassumi e riadatta. Sembra funzionare, comunque, anche se fino alle puntate successive non saprò farmi un'idea più precisa.
Inizio minuto 7:53 - fine minuto 9:45, pagina 337 le prime righe, e pagina 340 le prime righe
Claire si reca da Mastro Raymond e gli fa promettere di lasciare Parigi per evitare di essere coinvolto nella caccia ai satanisti da parte del re. Anche questa scena è molto modificata. In realtà le dicerie di stregoneria di M.R. spuntano a caso nei capitoli del romanzo e non c'è - o meglio, io non ho trovato - una scena precisa in cui parlino apertamente di questi eventi.
Inizio minuto 9:47 - fine minuto 13:16, pagine da 378 a 383
Jamie e Claire sono a casa e lui le fa un massaggio ai piedi. In questa scena, che è fedele al romanzo anche se ha qualche differenza, Jamie fa promettere a Claire che se gli dovesse succedere qualcosa, lei tornerà da Frank.
Inizio minuto 13:17 - fine minuto 17:24, pagine 399, 400 le prime righe, pagine 401 e 402
Murtagh, Jamie e Claire mettono in atto il piano di boicottare l'accordo di Charles con St.Germain. Claire prepara un intruglio da somministrare agli uomini del Comte, per inscenare il vaiolo. Dopo un piccolo battibecco con Murtagh, Jamie e Claire decidono di raccontargli tutto.
Personalmente, non ricordo che a Murtagh Jamie raccontasse alcunché, e non in queste circostanze. In ogni caso in questi capitoli non c'è nessun riferimento a questa cosa.
Inizio minuto 17:25 - fine minuto 19:20
Entrambe queste scene sono chiaramente aggiunte.
Inizio minuto 19:21 - fine minuto 22:09
Jamie e Fergus partono per mettere in atto il piano dell'avvelenamento del vino a Le Havre. Nel frattempo Claire e Murtagh parlano del suo viaggio nel tempo e lui le chiede se sa quando e come moriranno.
Inizio minuto 22:10 - fine minuto 24:20
Jamie e Fergus riescono nell'impresa e rientrano a casa a Parigi.
Inizio minuto 24:21 - fine minuto 25:02
Claire e Jamie parlano del piano, mentre sono a letto.
Inizio minuto 25:03 - fine minuto 28:11
Jamie si reca al bordello dove incontra Charles e St.Germain. Il principe gli spiega che il carico è in pericolo per una strana malattia e in pratica lo obbliga ad andare a ritirarlo subito per evitare ulteriori controlli. St.Germain, che dubita di Jamie, decide di andare con lui.
Inizio minuto 28:12 - fine minuto 30:03
Jamie e Murtagh organizzano una finta rapina per bloccare il carico.
Inizio minuto 31:36 - fine minuto 32:05
Claire fa salotto con le altre dame.
Inizio minuto 32:06 - fine minuto 33:54
Inizio minuto 33:55 - fine minuto 35:52
Ancora Claire con le dame. Però se ne va quando loro scherzano sui poveri.
Inizio minuto 35:53 - fine minuto 37:37, pagine 396, 397
Claire si reca subito all'Hopital, ma è molto stanca e Madre Hildegard la obbliga a rimanere a riposarsi per la notte perché sta perdendo del sangue.
Inizio minuto 37:38 - fine minuto 40
Jamie, Charles e St.Germain sono al bordello e parlano della perdita del carico e dei soldi. Per la tristezza Charles piange.
Inizio minuto 40:01 - fine minuto 42:32
Jamie fa colazione con Fergus, quando Suzette gli dice che Charles sta avendo problemi con Madame Louise perché non vuole pagare i debiti del bordello.
Inizio minuto 42:33 - fine minuto 43:33, pagina 418
Al bordello, mentre Jamie si occupa di Charles, Fergus vaga per le stanze rubacchiando, finché non si trova di fronte Randall.
Inizio minuto 43:34 - fine episodio, pagina 416, da 419 a 425
Claire torna a casa ma la servitù è strana. Suzette le dice che Jamie è al Bois de Boulogne perché ha sfidato a duello un comandante. Claire, nonostante stia sempre più male, si reca subito al Bois in carrozza. Lì vede i due duellare ma non interviene per paura di distrarre Jamie, finché ha una forte perdita di sangue proprio mentre arrivano i gendarmi e arrestano tutti. Lei sviene e finisce la puntata.
A parte qualche piccola modifica, questa è forse la parte della puntata più fedele in assoluto al romanzo.
E siamo alla fine. Pensieri? Commenti? Suggerimenti?
Fateci sapere e, nel frattempo, buona visione a tutti!