Roger sollevò il mento e allungai il braccio con attenzione, appoggiando le mie dita al collo, appena sotto la mascella. Si era appena rasato; la sua pelle era fresca e leggermente umida e raccolsi uno sbuffo del sapone da barba che Brianna aveva fatto per lui, profumato con bacche di ginepro. Mi commosse il senso di cerimonia in quel piccolo gesto - e mi toccò ancora di più la speranza nei suoi occhi che aveva cercato di nascondere.
"Sai..." dissi esitante e sentii il pomo d'Adamo muoversi sotto la mia mano.
"Lo so", disse in tono burbero. "Nessuna aspettativa. Se deve succedere qualcosa... beh, accadrà. Se no, non starò peggio di così."
Annui in accordo con lui. L'avevo fatto prima, dopo il suo infortunio, prendermi cura del gonfiore e della bruciatura della corda, ora una cicatrice bianca e irregolare. La tracheotomia che avevo eseguito per salvargli la vita aveva lasciato una cicatrice più piccola nell'incavo della gola, una leggera depressione verticale di qualche centimetro di lunghezza. Gli passai sopra il mio pollice, sentendo gli anelli della cartilagine sopra e sotto. La leggerezza del tocco lo fece rabbrividire improvvisamente, una leggerissima pelle d'oca gli punteggiava il collo e lo fece sbuffare con una risata.
"L'oca cammina sulla mia tomba", disse.
"Schiaccia la mia gola ,direi più che altro" dissi sorridendo. "Parlami ancora una volta di quello che ha detto il dottor MacEwen."
Non avevo ancora spostato la mia mano e sentii il movimento del pomo d'Adamo mentre si schiariva forte la gola.
"Ha punzecchiato la gola...più o meno come stai facendo tu", aggiunse sorridendo di rimando. "E mi ha chiesto se sapevo cosa fosse un osso ioide. Disse..." La mano di Roger si alzò involontariamente verso la gola, ma si fermò a pochi centimetri dal toccarla, "che il mio era di un centimetro o poco più alto del solito, e che se fosse stato nella sua normale posizione, sarei morto."
"Davvero," dissi, interessata. Misi un pollice appena sotto la mascella e dissi, "deglutisci, per favore."
Lo fece e toccai la mia gola deglutendo, toccando ancora la sua.
"Che io sia dannata", dissi. "E' di piccole dimensioni e ovviamente, ci possono essere differenze imputabili al sesso...ma potrebbe anche aver ragione. Forse sei un uomo di Neanderthal."
"Un cosa?" Lui mi fissò.
"Scherzo," lo rassicurai. "Ma è vero che una delle differenze tra i Neanderthal e l'Uomo Moderno è che il loro osso ioide era molto più in alto; per molto tempo, gli scienziati hanno pensato che non ne avessero uno...si trattava di un osso piccolo e facilmente trascurabile date le sepolture dell'epoca...e quindi conclusero che dovevano essere muti. Devi averne uno per parlare correttamente", aggiunsi vedendo il suo sguardo perso. "E' l'àncora del lingua."
"Estremamente affascinante", disse Roger educatamente.
Mi schiarii la gola e gli circondai il collo ancora una volta.
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