William aprì gli occhi e giacque immobile. Si era abituato a non sapere esattamente dove fosse appena sveglio, eccetto quando dormiva nei boschi. Di notte i boschi erano luoghi misteriosi, e il suo orecchio interno sentiva suoni tutta la notte, una parte profonda del suo cervello evidentemente riconosceva e ignorava cose come il vento tra le foglie, e la caduta delle ghiande o il picchiettio della pioggia sulla tela del suo rifugio, ma ancora abbastanza sensibile da avvisarlo del passo lento e pesante di un orso che camminava nelle vicinanze – per non parlare dei rami che si spezzavano sul suo cammino.
Il risultato di questo comportamento da parte del suo cervello era renderlo consapevole della sua situazione tutta la notte e quindi non colto di sorpresa dall’alba, anche se non si svegliava mai completamente.Comunque, la notte prima aveva dormito come un sasso, spossato dal suo viaggio, rimpinzato di buon cibo caldo e di quanto più l’alcool potesse bere. Il suo ricordo di essere andato a letto era confuso, ma ora giaceva sul pavimento di una stanza vuota—sentiva le assi lisce sotto la sua mano, qualcosa di caldo sopra di lui. La luce filtrava attraverso una finestra coperta con della iuta…
E quasi di colpo, il pensiero era lì nella sua mente, senza preavviso
_Sono in casa di mio padre_
«Gesù,» disse ad alta voce, e si tirò su a sedere, sbattendo gli occhi. Tutto il giorno precedente tornò come una marea, un miscuglio di sforzi, sudore e preoccupazione, arrampicandosi attraverso foreste e dirupi, e vedendo finalmente emergere una grande e bella casa, le sue finestre con i vetri — vetri. In questa landa selvaggia? – che luccicavano nel sole, incongrue tra gli alberi.
Aveva spinto sé stesso e il cavallo oltre la paura e la fatica, e poi --eccolo lì, seduto sulla veranda. James Fraser.
C’erano altre persone sulla veranda e nel cortile, ma non aveva prestato attenzione a nessuno. Solo lui. Fraser. Aveva passato miglia e giorni decidendo cosa dire, come descrivere la situazione, formulare la sua richiesta — e alla fine, aveva semplicemente cavalcato dritto verso a veranda, senza fiato, e aveva detto, _ «Sir, ho bisogno del vostro aiuto.»_
_ Prese un respiro profondo e si passò le mani tra i capelli disordinati, rivivendo quel momento. Fraser si era alzato subito, aveva sceso i gradini, lo aveva preso per un braccio, E aveva detto _«Ce l’hai.»_
«Ce l’hai,» ripeté a bassa voce, tra sé. Ieri, era stato sufficiente – il sollievo di sapere che l’aiuto era a portata di mano. Il sollievo era ancora con lui, ma altre cose si erano insinuate mentre dormiva.
Il pensiero di Papà era ancora con una lama nel suo petto e una pietra nel suo ventre. Non l’aveva dimenticato, neanche sotto l’assalto delle persone e il conforto di un sacco di whisky.
C'era stata una valanga di persone che si erano riversate fuori dalla casa, correndo dal cortile e da quella che sembrava essere una festa in corso sotto un enorme albero. Aveva notato solo tre persone nella massa vorticosa: Madre Claire, la piccola Fanny e, pochi istanti dopo, sua sorella.
_Sorella_. Non si era aspettato di trovare Brianna qui. Era stato troppo stordito dalla paura, dal timore, dalla preoccupazione, dalla furia e della disperazione, che accadevano tutti insieme, per provare anche solo a immaginare la sua accoglienza a Fraser's Ridge. _E_, ammise tra sé, _perché riuscivo a malapena a stare in sella, e se avessi provato a fare il discorso che avevo pensato, sarei caduto di faccia prima di pronunciare la prima frase_.
Ma ce l’aveva fatta, e aveva avuto la sua risposta.
L'incoraggiamento di ciò fu sufficiente per rimetterlo in piedi. La cosa che lo aveva ricoperto era un semplice pezzo di maglia color vomito, e lo piegò con cura e lo mise da parte. Cercò un utensile di qualche tipo e trovò un vaso da notte di latta malconcio, posto vicino alla porta con una grossa bottiglia accanto, con un'etichetta legata al collo, con la scritta "Bevimi". Staccò il tappo e annusò. Acqua. Proprio quello di cui aveva bisogno, e bevve avidamente, tenendo la bottiglia con una mano e sbottonandosi i calzoni con l'altra
Aveva quasi finito quando la porta si aprì. Si strozzò, spruzzando acqua, e provando a coprirsi con l’altra mano.
«Buongiorno, William,» disse Fanny. «Ti ho portato qualcosa per rompere il tuo digiuno. Ma ci sono porridge e pancetta di sotto. Quando sei pr-_ pronto_.» Stava reggendo una fetta spessa di pane imburrato e una coppa di legno che odorava di birra e sembrava divertita.
«Grazie, Fanny,» disse, abbottonandosi i pantaloni con tutta la dignità che poté raccogliere. «Ah… come stai?»
«Molto bene, grazie,» disse, e raddrizzò la schiena, mettendo in evidenza un paio di nuovi piccoli seni. «Ho imparato a parlare. Correttamente,» disse, arrotando leggermente la ‘r’.
«Me ne sono accorto,» disse lui, sorridendo. «La tua voce è piacevole, Frances. È birra?»
«Sì. L’ho fatta io,» disse orgogliosamente, e gli passò la coppa.
Era birra leggera, e notevolmente aspra, ma lui aveva ancora sete e andò giù senza sforzi. Lo stesso fece il pane e burro, che divorò in pochi morsi. Frances lo guardò con approvazione.
«Perché alle donne piace nutrire gli uomini?» chiese, ingoiando l’ultimo boccone. «Siamo molto grati, ovviamente, ma sembra un grande sforzo per un piccolo guadagno.»
Era diventata un po’ rosa in viso, e lui pensò che sembrasse un piccolo fiore, di quelli che si trovano nascosti nell’erba in un prato primaverile.
«Mrs. Fraser dice che le donne vogliono mantenere le cose in vita e gli uomini vogliono uccidere le cose,» disse, prendendo la coppa vuota. «Ma noi abbiamo bisogno che gli uomini facciano questo per noi, perciò li nutriamo.»
«Già,» disse, piuttosto sorpreso sentendo questo genere di opinione attribuita a Madre Claire.
«Ucciderai l’uomo che ha rapito Lord John?» chiese gravemente. Il suo rossore stava sparendo, e i suoi occhi erano seri. «Ho ascoltato. Ho sentito quello che hai detto a Mith-Mister Fraser.»
Prese un respiro profondo, e sentì l’aria fresca e profumata del bosco purificarlo delle ultime tracce di fatica.
«Sì, Frances,» disse. «Lo farò.»
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