IMETAY RAVELERSTAY ANUALMAY, ONSERVATIONCAY OFWAY ASSMAY N NRG
“Un manuale per viaggiatori nel tempo?” chiese Roger, guardandola di sbieco. Brianna aveva il viso arrossato e mostrava una linea profonda tra le sopracciglia, ma nessuno dei due sminuiva il suo fascino.
Lei annuì, guardando la pagina ancora accigliata.
“Ho avuto un’idea e volevo metterla giù prima di dimenticarla, ma-”
“Non vuoi rischiare che qualcuno la trovi per caso e la legga,”, finì lui per lei.
“Sì. Ma deve essere anche qualcosa che i bambini – Jemmy, almeno – possano leggere, se necessario.”
“Quindi raccontami la tua preziosa idea,” propose, e si sedette, molto lentamente. Era stato in sella dall’alba al tramonto negli ultimi tre giorni, e provava dolore dal collo alle ginocchia.
“Così non sai niente del Pig Latin,” disse, guardandolo scettica. “Cosa ne sai del principio di conservazione della massa?”
Chiuse gli occhi, e minò la scrittura su una lavagna.
“La materia non si crea e non si distrugge,” disse e aprì gli occhi. “È questo?”
“Ben fatto.” Gli diede un colpetto sulla mano; poi notò il suo stato: sudicia e curva in un mezzo pugno, le sue dita rigide per aver stretto le redini. L’attirò sul suo grembo, distese le dita e cominciò a massaggiarle.
“La definizione completa dice, “La legge di conservazione della massa afferma che per ogni sistema chiuso a ogni trasferimento di materia ed energia, la massa del sistema deve rimanere costante nel tempo, dato che la massa del sistema non può cambiare, così la quantità non può essere né aggiunta né sottratta.”
Gli occhi di Roger erano mezzi chiusi in un misto di stanchezza ed estasi.
“Dio, è piacevole.”
“Bene. Perciò quello che stavo pensando è questo: i viaggiatori nel tempo sicuramente hanno una massa, giusto? Perciò che si muovono da un’epoca all’altra, questo non significa che il sistema è temporaneamente sbilanciato in termini di massa? Voglio dire, il 1779 ha 192 chili di massa in più di quanto dovrebbe avere – e di converso il 1983 ha 192 chili in meno?
“Pesiamo tanto tutti insieme?” Roger aprì gli occhi. “Ho sempre pensato che ognuno dei bambini pesasse tanto, da solo.”
“Sono sicura di sì” disse sorridendo, ma non volendo perdere il filo dei suoi pensieri. “E ovviamente sto facendo l’ipotesi che la dimensione del tempo sia parte della definizione di ‘sistema’. Ecco, dammi l’altra.”
“È anche sudicia.” Lo era, ma lei semplicemente prese un fazzoletto dal petto e pulì la mistura di grasso e sporco dalle sue dita. “Perché hai le dita tanto unte?”
“Se stai spedendo qualcosa come un fucile attraverso un oceano, lo imballi nel grasso per evitare che il sale e l’acqua lo corrodano.”
“Beato Michele difendici,” disse, e nonostante il fatto che lo intendesse davvero, lui rise del suo accento gaelico bostoniano.
“Va tutto bene,” la rassicurò, trattenendo uno sbadiglio. Sono al sicuro. Va avanti con la conservazione della massa; sono affascinato.”
“Certo che lo sei.” Le sue dita lunghe e forti esploravano e strofinavano, tirando le sue articolazioni ed evitando – per la maggior parte – le sue vesciche. “Quindi – ricordi il grimorio di Geillis, giusto? E la registrazione che fece dei corpi che furono trovati dentro o vicino ai cerchi di pietre?”
Questo lo svegliò.
“Lo ricordo.”
“Bene. Se sposti un pezzo di massa in un periodo di tempo diverso, forse dovresti bilanciarlo rimuovendo un pezzo differente?”
Lui la fissò, e lei distolse lo sguardo, tenendo ancora la sua mano, ma non massaggiandola più. I suoi occhi erano fissi, in attesa.
“Stai dicendo che se qualcuno attraversa un – un portale – qualcun altro di questa epoca deve morire, per mantenere l’equilibrio, giusto?”
“Non esattamente.” Fece una sintesi del suo messaggio, più lentamente ora. “Perché anche se muoiono, la loro massa è ancora qui. Sto quasi pensando che forse è questo che impedisce loro di passare, tuttavia; sono diretti in un’epoca che… che non ha spazio per loro, in termini di massa.”
“E… non possono attraversare e questo li uccide?” Sembrava esserci qualcosa di illogico, ma il suo cervello non era in condizione di dire cosa.
“Neanche quello, esattamente.” Brianna alzò la testa, in ascolto, ma qualsiasi cosa ascoltasse, il suono non si ripeté, e lei andò avanti, piegando la testa per guardare il suo palmo. “Amico, hai – grosse – vesciche. Ma pensaci; la maggior parte dei corpi nei ritagli di notizie di Geillis non erano identificati e per lo più indossavano abiti strani.
Lui la fissò per un momento, poi, sottrasse la mano e la fletté con attenzione
“Quindi tu pensi che loro vengano da qualche altra parte – qualche altra epoca – e hanno superato le pietre ma poi sono morti?
“O,” disse dolcemente. “Sono arrivati da questa epoca, ma sapevano dove stavano andando. O dove pensavano di andare, perché chiaramente non ce l’hanno fatta. Perciò, capisci…”
“Come hanno scoperto che era possible?” finì per lei. Guardò il suo quaderno. “Forse più gente di quanto pensi legge il Pig Latin.”
“Un manuale per viaggiatori nel tempo?” chiese Roger, guardandola di sbieco. Brianna aveva il viso arrossato e mostrava una linea profonda tra le sopracciglia, ma nessuno dei due sminuiva il suo fascino.
Lei annuì, guardando la pagina ancora accigliata.
“Ho avuto un’idea e volevo metterla giù prima di dimenticarla, ma-”
“Non vuoi rischiare che qualcuno la trovi per caso e la legga,”, finì lui per lei.
“Sì. Ma deve essere anche qualcosa che i bambini – Jemmy, almeno – possano leggere, se necessario.”
“Quindi raccontami la tua preziosa idea,” propose, e si sedette, molto lentamente. Era stato in sella dall’alba al tramonto negli ultimi tre giorni, e provava dolore dal collo alle ginocchia.
“Così non sai niente del Pig Latin,” disse, guardandolo scettica. “Cosa ne sai del principio di conservazione della massa?”
Chiuse gli occhi, e minò la scrittura su una lavagna.
“La materia non si crea e non si distrugge,” disse e aprì gli occhi. “È questo?”
“Ben fatto.” Gli diede un colpetto sulla mano; poi notò il suo stato: sudicia e curva in un mezzo pugno, le sue dita rigide per aver stretto le redini. L’attirò sul suo grembo, distese le dita e cominciò a massaggiarle.
“La definizione completa dice, “La legge di conservazione della massa afferma che per ogni sistema chiuso a ogni trasferimento di materia ed energia, la massa del sistema deve rimanere costante nel tempo, dato che la massa del sistema non può cambiare, così la quantità non può essere né aggiunta né sottratta.”
Gli occhi di Roger erano mezzi chiusi in un misto di stanchezza ed estasi.
“Dio, è piacevole.”
“Bene. Perciò quello che stavo pensando è questo: i viaggiatori nel tempo sicuramente hanno una massa, giusto? Perciò che si muovono da un’epoca all’altra, questo non significa che il sistema è temporaneamente sbilanciato in termini di massa? Voglio dire, il 1779 ha 192 chili di massa in più di quanto dovrebbe avere – e di converso il 1983 ha 192 chili in meno?
“Pesiamo tanto tutti insieme?” Roger aprì gli occhi. “Ho sempre pensato che ognuno dei bambini pesasse tanto, da solo.”
“Sono sicura di sì” disse sorridendo, ma non volendo perdere il filo dei suoi pensieri. “E ovviamente sto facendo l’ipotesi che la dimensione del tempo sia parte della definizione di ‘sistema’. Ecco, dammi l’altra.”
“È anche sudicia.” Lo era, ma lei semplicemente prese un fazzoletto dal petto e pulì la mistura di grasso e sporco dalle sue dita. “Perché hai le dita tanto unte?”
“Se stai spedendo qualcosa come un fucile attraverso un oceano, lo imballi nel grasso per evitare che il sale e l’acqua lo corrodano.”
“Beato Michele difendici,” disse, e nonostante il fatto che lo intendesse davvero, lui rise del suo accento gaelico bostoniano.
“Va tutto bene,” la rassicurò, trattenendo uno sbadiglio. Sono al sicuro. Va avanti con la conservazione della massa; sono affascinato.”
“Certo che lo sei.” Le sue dita lunghe e forti esploravano e strofinavano, tirando le sue articolazioni ed evitando – per la maggior parte – le sue vesciche. “Quindi – ricordi il grimorio di Geillis, giusto? E la registrazione che fece dei corpi che furono trovati dentro o vicino ai cerchi di pietre?”
Questo lo svegliò.
“Lo ricordo.”
“Bene. Se sposti un pezzo di massa in un periodo di tempo diverso, forse dovresti bilanciarlo rimuovendo un pezzo differente?”
Lui la fissò, e lei distolse lo sguardo, tenendo ancora la sua mano, ma non massaggiandola più. I suoi occhi erano fissi, in attesa.
“Stai dicendo che se qualcuno attraversa un – un portale – qualcun altro di questa epoca deve morire, per mantenere l’equilibrio, giusto?”
“Non esattamente.” Fece una sintesi del suo messaggio, più lentamente ora. “Perché anche se muoiono, la loro massa è ancora qui. Sto quasi pensando che forse è questo che impedisce loro di passare, tuttavia; sono diretti in un’epoca che… che non ha spazio per loro, in termini di massa.”
“E… non possono attraversare e questo li uccide?” Sembrava esserci qualcosa di illogico, ma il suo cervello non era in condizione di dire cosa.
“Neanche quello, esattamente.” Brianna alzò la testa, in ascolto, ma qualsiasi cosa ascoltasse, il suono non si ripeté, e lei andò avanti, piegando la testa per guardare il suo palmo. “Amico, hai – grosse – vesciche. Ma pensaci; la maggior parte dei corpi nei ritagli di notizie di Geillis non erano identificati e per lo più indossavano abiti strani.
Lui la fissò per un momento, poi, sottrasse la mano e la fletté con attenzione
“Quindi tu pensi che loro vengano da qualche altra parte – qualche altra epoca – e hanno superato le pietre ma poi sono morti?
“O,” disse dolcemente. “Sono arrivati da questa epoca, ma sapevano dove stavano andando. O dove pensavano di andare, perché chiaramente non ce l’hanno fatta. Perciò, capisci…”
“Come hanno scoperto che era possible?” finì per lei. Guardò il suo quaderno. “Forse più gente di quanto pensi legge il Pig Latin.”
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