“Un orso? Oh, ecco di cosa si tratta. Claire se lo stava chiedendo.” Jenny liberò le capre impazienti che si gettarono a capofitto nell’erba spessa come le anatre in uno stagno.
“Ma davvero.” Lui mantenne un tono di voce casuale.
“Non ha detto proprio così,” disse sua sorella sinceramente. “Ma si è accorta che la tua pistola non c’era, mentre facevamo colazione, e si è immobilizzata, solo per un istante.”
Gli si strinse un po’ il cuore. Non aveva voluto svegliare Claire quando era uscito nella notte ma avrebbe dovuto dirle la sera prima che aveva intenzione di mettersi sulle tracce dell’orso che Jo Beardsley aveva visto. C’era stato poco tempo per cacciare mentre lavoravano per costruire il tetto prima dell’inverno e avevano disperatamente bisogno di carne e grasso. E una bella pelliccia d’orso sarebbe stata di conforto a Claire nelle profonde e fredde notti d’inverno; pativa il freddo più adesso che l’ultima volta che avevano trascorso l’inverno al Ridge.
“Sta bene,” disse sua sorella, e lui percepì lo sguardo interessato di lei sul suo viso. “Si domandava soltanto, sai.”
Lui annuì, senza parlare, Ci sarebbe voluto ancora un po’prima che Claire si svegliasse e scoprisse che era uscito con la pistola, e non dicesse niente.
Fece un respiro e lo vide addensarsi bianco, svanendo immediatamente, anche se il sole appena sorto era già caldo sulle sue spalle.
“Aye, e tu invece cosa stai facendo qui? È un bel pezzo di strada per il foraggio.” Una delle capre si era avvicinata in cerca d’aria e stava annusando un pezzo penzolante della sua cintura di pelle con molto interesse. Lui la mise fuori dalla portata e spinse gentilmente via la capra.
“Le sto facendo ingrassare per sopravvivere all’inverno,” rispose lei, facendo cenno alla capra rumorosa. “Magari farle accoppiare, se sono pronte. Preferiscono l’erba al foraggio nei boschi ed è più facile tenerle d’occhio.”
“Sai molto bene che Jem e Germain e Fanny se ne occuperebbero per te. È il piccolo Oggy che ti sta facendo diventare matta?” Il bambino stava di nuovo mettendo i denti e aveva polmoni vigorosi. Lo si poteva sentire dalla Casa Grande quando il vento soffiava nella direzione giusta. “O sei tu che stai facendo ammattire Rachel?”
“Mi piacciono le capre,” rispose lei, ignorando la domanda ed evitando un paio di labbra curiose che mordicchiavano le frange del suo scialle. “[Shoo, capra- Gaelico] le pecore sono animali dal buon cuore, quando non cercano di farti cadere, ma non sono zelanti. Le capre hanno un’intelligenza propria.”
“Aye, e anche tu. Ian diceva sempre che ti piacciono le capre perché sono testarde quanto te.”
Lei gli lanciò un lungo sguardo da pari.
“Vaso,” disse lei brevemente.
“Bollitore”, rispose lui, agitando verso il suo naso un filo d’erba che aveva raccolto. Lei glielo afferrò dalle mani e lo diede da mangiare alla capra.
“Mphm,” disse lei. “Beh, se proprio vuoi saperlo, vengo qui a riflettere di tanto in tanto,” disse. “E a pregare.”
“Oh, davvero?” rispose lui, ma lei serrò le labbra per un momento per poi voltarsi ad osservare il pascolo, proteggendosi gli occhi dal riverbero del sole mattutino.
_Molto bene_, pensò lui._ Qualsiasi cosa sia, me lo dirà quando sarà pronta.
-Traduzione Federica-
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