Non ci saranno solo kilt nella seconda stagione di Outlander.
Nella preparazione della seconda stagione dello show della Starz, la costumista Terry Dresbach mette da parte i pesanti tartan per far posto a moltissime sete sontuose, come quelle che Claire (Caitriona Balfe) e Jamie (Sam Heughan) indossano nelle scuderie del Re in Francia. Qui, Dresbach parla del perché è stato necessario spendere molto denaro per i costumi di Claire e Jamie, che in questa stagione, si infiltrano nella opulenta società francese nel tentativo di fermare la battaglia di Culloden.
È una stagione imponente. Abbiamo realizzato di recente di aver creato oltre 10.000 articoli per la stagione 2 e acquistato oltre 5.000 scarpe. Sapere che sono qui davanti a noi... è stato un compito monumentale. Abbiamo iniziato a pensarci a metà della stagione 1. Si tratta di un tipo completamente diverso di abbigliamento. In Scozia, non ci sono grandi documentazioni su ciò che si indossava. Era un luogo semplice. Ma la Francia [del 18° secolo] è stato uno dei periodi meglio documentati riguardo alla moda in tutto il mondo, quindi è meglio farlo per bene. Non c'è spazio di manovra. Tutto deve essere sontuoso e ricco e ogni centimetro è ricamato. È per questo che sono tornata in questo ambiente per lavorare a questo spettacolo. Arrivare a rappresentare la corte francese del 18° secolo è il sogno di ogni designer. È favoloso.
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mercoledì 30 dicembre 2015
martedì 29 dicembre 2015
Il Q&A di Sam per Natale
In occasione del Natale e per ringraziare i fan di essere arrivato a oltre 200.000 followers su Twitter, Sam ha risposto a 20 domande dei fan. Qui di seguito trovate la traduzione dei tweet dei fan e delle risposte di Sam.
D: Quando uscirà il film che hai fatto con la figlia del Dr. Oz?
R: Il titolo del film è "When the Starlight ends". La postproduzione è finita. Ma la politica sul final cut fa ritardare.
D: Cosa fai nelle pause fra una ripresa e l'altra? Semplicemente ti riposi, ripassi la scena successiva?
R: Ripasso la scena successiva, bevo un caffè, memorizzo le battute, bevo un altro caffè, twitto, faccio la prova costume, parlo di sciocchezze con Miss Balfe.
D: Cosa ti ha portato Babbo Natale in regalo?
R: Dei costumi da bagno, un sacco di whisky, alcuni graziosi regali dei fan (troppi per menzionarli!X) altoparlanti per la roulotte e una vacanza!!
D: Pensi che Jon Snow sia vivo o morto?
R: E' vivo. Lo spero. Ma io "non so nulla"..? Sono così eccitato per la prossima stagione!!! Ma mi sta piacendo #MrRobot, al momento.
D: Quando inizieranno le riprese di Oxford & sapevi che Melissa Benoist & Cait sono nate lo stesso giorno?
R: Le riprese del nuovo film dipendono dagli impegni, nelle pause. E' pazzesco!! Potrebbero essere gemelle! (Stesso marito, Strano?)
D: Ciao da Seattle! Dove ti piace andare e cosa ti piace fare in vancanza? Grazie
R: Sono in vacanza ora, non sono molto bravo a rilassarmi quindi mi mantengo attivo. Attualmente faccio kickboxing due volte al giorno, mangio buon cibo e dormo.
D: Quali 3 parole descrivono la tua vita adesso?
R: Riflessiva, rigenerante, fortunata.
D: Se potessi, vorresti mai tornare alla vita pre-Outlander o ti piace tutta l'attenzione?
R: Non è l'attenzione che mi piace. Tutto il contrario. Ma è una grande opportunità e sono fortunato nel fare quello che mi piace. Vado avanti.
D: Qual è il tuo cibo preferito da mangiare a Natale/Hogmanay??
R: ADORO le mince pies. (Tipiche del Regno Unito?) Dolci, ben farcite mmm. Fredde o calde. Non importa. #vizio #dimenticateIlTacchino Mi piacciono anche i cavoletti di Bruxelles.
D: Quale sarà il tuo obiettivo fisico per il @MyPeakChallange stavolta?
R: Sarà grande quest'anno! Un sacco di modi per tutti di essere coinvolti. Partecipate! @bloodwise_uk mypeakchallange.co.uk
D: Qual è il tuo gioco da tavolo preferito? Chi è il miglior compagno di gioco, se te ne serve uno?
R: Risiko o Monopoli. Cait bara, McT è troppo competitivo, LaCroix è il miglior compagno di gioco. Silenzioso e letale. O il Twister da ubriachi.
D: Ti interessa molto scalare le montagne! Hai mai pensato di affrontare l'Everest un giorno?
R: Ho pensato al Campo Base... Comunque, ho organizzato un "Peak (picco)" per il @MyPeakChallange e lo annuncerò presto.
D: E' il momento della fotoroulette! Scorri le tue foto e scegline una da mostrarci!
R: @samxcait selfie appena sveglio :P
D: Ciao Sam! Qualche possibilità che torni a lavorare a teatro? Cosa ti piacerebbe fare?
R: Mi piacerebbe e lo farò. Dipende dagli impegni. C'era una possibilità con McT ma è saltata. Voglio recitare il MacBeth. Amo Shakespeare
D: In che momento comincerai a rimpiangere questo? :P
R: Proprio ora..! Haha
D: Ti piacciono i capelli lunghi? Io li amo ma sono solo curiosa.
R: Sono parte del personaggio. Perderli sarebbe un duro colpo per Jamie e me. Staremo a vedere...
D: Non ho usato l'hashtag prima. Ti ritrovi ad usare alcune espressioni che usa "Jamie"?
R: Ci sono alcune cose fisiche che mi ritrovo a fare. Vedremo nella seconda stagione. Ma mi ritrovo a farli nella vita di tutti i giorni.
D: Qualche proposito per l'anno nuovo?
R: @MyPeakChallange è uno di questi, ingloba molte sfide. Una di queste è essere vegetariano per gennaio. Molte altre ancora.
D: Qualche consiglio per @RikRankin quando verrà per tua "figlia"? ;)
R: @RikRankin tieni le mani LONTANO da lei!!! Ti conviene trattarla bene... ;P #FiguraPaterna
D: Hai comprato qualcosa per Caitriona per Natale?
R: Sì! Sto ancora aspettando il mio...!? #nellaPosta
D: Ti vedremo ai Golden Globes?
R: Sì! Lo show è stato nominato! Una piccola parte della famiglia Outlander sarà lì + devo supportare la mogliettina (e Toby!!) Ci vediamo lì!
D: (da parte di Cait) Qual è la tua cosa preferita della tua moglie televisiva??
R: La mia cosa preferita?... Che ha promesso di comprarmi un orologio molto costoso se vince il GG.. Giusto?!? #Cait4PerLaVittoria
D: La cosa migliore che ti è capitata nella vita grazie a Oulander?
R: I fan. Sono il motivo per cui lavoriamo. I fan di Outlander sono stati magnifici e dinamici. E devo ancora a tutti loro un drink...
Qui trovate il Q&A originale.
D: Quando uscirà il film che hai fatto con la figlia del Dr. Oz?
R: Il titolo del film è "When the Starlight ends". La postproduzione è finita. Ma la politica sul final cut fa ritardare.
D: Cosa fai nelle pause fra una ripresa e l'altra? Semplicemente ti riposi, ripassi la scena successiva?
R: Ripasso la scena successiva, bevo un caffè, memorizzo le battute, bevo un altro caffè, twitto, faccio la prova costume, parlo di sciocchezze con Miss Balfe.
D: Cosa ti ha portato Babbo Natale in regalo?
R: Dei costumi da bagno, un sacco di whisky, alcuni graziosi regali dei fan (troppi per menzionarli!X) altoparlanti per la roulotte e una vacanza!!
D: Pensi che Jon Snow sia vivo o morto?
R: E' vivo. Lo spero. Ma io "non so nulla"..? Sono così eccitato per la prossima stagione!!! Ma mi sta piacendo #MrRobot, al momento.
D: Quando inizieranno le riprese di Oxford & sapevi che Melissa Benoist & Cait sono nate lo stesso giorno?
R: Le riprese del nuovo film dipendono dagli impegni, nelle pause. E' pazzesco!! Potrebbero essere gemelle! (Stesso marito, Strano?)
D: Ciao da Seattle! Dove ti piace andare e cosa ti piace fare in vancanza? Grazie
R: Sono in vacanza ora, non sono molto bravo a rilassarmi quindi mi mantengo attivo. Attualmente faccio kickboxing due volte al giorno, mangio buon cibo e dormo.
D: Quali 3 parole descrivono la tua vita adesso?
R: Riflessiva, rigenerante, fortunata.
D: Se potessi, vorresti mai tornare alla vita pre-Outlander o ti piace tutta l'attenzione?
R: Non è l'attenzione che mi piace. Tutto il contrario. Ma è una grande opportunità e sono fortunato nel fare quello che mi piace. Vado avanti.
D: Qual è il tuo cibo preferito da mangiare a Natale/Hogmanay??
R: ADORO le mince pies. (Tipiche del Regno Unito?) Dolci, ben farcite mmm. Fredde o calde. Non importa. #vizio #dimenticateIlTacchino Mi piacciono anche i cavoletti di Bruxelles.
D: Quale sarà il tuo obiettivo fisico per il @MyPeakChallange stavolta?
R: Sarà grande quest'anno! Un sacco di modi per tutti di essere coinvolti. Partecipate! @bloodwise_uk mypeakchallange.co.uk
D: Qual è il tuo gioco da tavolo preferito? Chi è il miglior compagno di gioco, se te ne serve uno?
R: Risiko o Monopoli. Cait bara, McT è troppo competitivo, LaCroix è il miglior compagno di gioco. Silenzioso e letale. O il Twister da ubriachi.
D: Ti interessa molto scalare le montagne! Hai mai pensato di affrontare l'Everest un giorno?
R: Ho pensato al Campo Base... Comunque, ho organizzato un "Peak (picco)" per il @MyPeakChallange e lo annuncerò presto.
D: E' il momento della fotoroulette! Scorri le tue foto e scegline una da mostrarci!
R: @samxcait selfie appena sveglio :P
D: Ciao Sam! Qualche possibilità che torni a lavorare a teatro? Cosa ti piacerebbe fare?
R: Mi piacerebbe e lo farò. Dipende dagli impegni. C'era una possibilità con McT ma è saltata. Voglio recitare il MacBeth. Amo Shakespeare
D: In che momento comincerai a rimpiangere questo? :P
R: Proprio ora..! Haha
D: Ti piacciono i capelli lunghi? Io li amo ma sono solo curiosa.
R: Sono parte del personaggio. Perderli sarebbe un duro colpo per Jamie e me. Staremo a vedere...
D: Non ho usato l'hashtag prima. Ti ritrovi ad usare alcune espressioni che usa "Jamie"?
R: Ci sono alcune cose fisiche che mi ritrovo a fare. Vedremo nella seconda stagione. Ma mi ritrovo a farli nella vita di tutti i giorni.
D: Qualche proposito per l'anno nuovo?
R: @MyPeakChallange è uno di questi, ingloba molte sfide. Una di queste è essere vegetariano per gennaio. Molte altre ancora.
D: Qualche consiglio per @RikRankin quando verrà per tua "figlia"? ;)
R: @RikRankin tieni le mani LONTANO da lei!!! Ti conviene trattarla bene... ;P #FiguraPaterna
D: Hai comprato qualcosa per Caitriona per Natale?
R: Sì! Sto ancora aspettando il mio...!? #nellaPosta
D: Ti vedremo ai Golden Globes?
R: Sì! Lo show è stato nominato! Una piccola parte della famiglia Outlander sarà lì + devo supportare la mogliettina (e Toby!!) Ci vediamo lì!
D: (da parte di Cait) Qual è la tua cosa preferita della tua moglie televisiva??
R: La mia cosa preferita?... Che ha promesso di comprarmi un orologio molto costoso se vince il GG.. Giusto?!? #Cait4PerLaVittoria
D: La cosa migliore che ti è capitata nella vita grazie a Oulander?
R: I fan. Sono il motivo per cui lavoriamo. I fan di Outlander sono stati magnifici e dinamici. E devo ancora a tutti loro un drink...
Qui trovate il Q&A originale.
lunedì 28 dicembre 2015
Sam Heughan...sulla Montagna Magica
Il 29 dicembre uscirà The Box Magazine la cui copertina è dedicata al nostro Sam Heughan; qui sotto possiamo leggere un estratto dell'intervista al nostro Jamie Fraser televisivo che si potrà trovare sul giornale (acquistabile online in edizione digitale QUI)
In questa esclusiva per il web, Sam Heughan, star di "Outlander" ed esperto scalatore di Munro (tipiche alture scozzesi), parla del fascino dell'alpinismo.
"Sono un po' ossessionato da Everest. C'è qualcosa di mistico nell'essere in quella situazione così vicina alla morte. L'ho davvero trovato molto interessante. E' tipo l'ultimo posto in cui possiamo andare ed essere ancora degli esploratori - ad esclusione del mare.
Quando vado in arrampicata qui in Scozia, le montagne sono belle e mozzano il fiato in estate, e ci vado anche in pantaloncini e maglietta. E' piuttosto freddo, ma in inverno, sono andato vicino ad un vero pericolo. In realtà, ero andato fino a Ben Lomond - credo fosse aprile dello scorso anno - c'era ancora della neve lassù, e stavo salendo con un mio amico. Non avevamo nessuna giacca imbottita e tutto è andato bene, ma improvvisamente siamo finiti in una bufera di neve - non si riusciva a vedere oltre a 10 metri.
Sapevamo la strada e abbiamo iniziato l'arrampicata, in mezzo alla neve. Poi, nello stesso momento, siamo scivolati entrambi. Siamo scivolati giù per la montagna per circa 30 metri e c'era della neve che si era appena staccata dalla montagna. Per fortuna siamo andati verso il basso e abbiamo evitato un precipizio, ma eravamo tipo, cosa stiamo facendo??
La cosa divertente è che sono molto sicuro in montagna. Gli amici con cui vado lo sono di meno. Io sono sempre quello che "Non torniamo indietro." Sono tornato indietro un paio di volte. Ma c'è questa cosa quando si arriva così vicino [alla morte] - questa è la ragione per l'Everest, vanno lì e lo desiderano così tanto e apparentemente si spingono troppo oltre e quindi si trovano nei guai."
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In questa esclusiva per il web, Sam Heughan, star di "Outlander" ed esperto scalatore di Munro (tipiche alture scozzesi), parla del fascino dell'alpinismo.
"Sono un po' ossessionato da Everest. C'è qualcosa di mistico nell'essere in quella situazione così vicina alla morte. L'ho davvero trovato molto interessante. E' tipo l'ultimo posto in cui possiamo andare ed essere ancora degli esploratori - ad esclusione del mare.
Quando vado in arrampicata qui in Scozia, le montagne sono belle e mozzano il fiato in estate, e ci vado anche in pantaloncini e maglietta. E' piuttosto freddo, ma in inverno, sono andato vicino ad un vero pericolo. In realtà, ero andato fino a Ben Lomond - credo fosse aprile dello scorso anno - c'era ancora della neve lassù, e stavo salendo con un mio amico. Non avevamo nessuna giacca imbottita e tutto è andato bene, ma improvvisamente siamo finiti in una bufera di neve - non si riusciva a vedere oltre a 10 metri.
Sapevamo la strada e abbiamo iniziato l'arrampicata, in mezzo alla neve. Poi, nello stesso momento, siamo scivolati entrambi. Siamo scivolati giù per la montagna per circa 30 metri e c'era della neve che si era appena staccata dalla montagna. Per fortuna siamo andati verso il basso e abbiamo evitato un precipizio, ma eravamo tipo, cosa stiamo facendo??
La cosa divertente è che sono molto sicuro in montagna. Gli amici con cui vado lo sono di meno. Io sono sempre quello che "Non torniamo indietro." Sono tornato indietro un paio di volte. Ma c'è questa cosa quando si arriva così vicino [alla morte] - questa è la ragione per l'Everest, vanno lì e lo desiderano così tanto e apparentemente si spingono troppo oltre e quindi si trovano nei guai."
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domenica 27 dicembre 2015
Estratto 9° libro: Piccolo regalo di Natale
Il mio respiro apparve come vapore bianco nella penombra del capannone del fumo. Nessun fuoco era stato acceso all'interno da più di un mese, e l'aria odorava di cenere e di sangue vecchio.
"Quanto pensi che pesi questa cosa?" Brianna mise le mani sulla spalla dell'enorme maiale bianco e nero adagiato sul tavolo contro la parete di fondo e si chinò per valutare il proprio peso in rapporto. La spalla si mosse leggermente - il rigor era già passato da tempo, nonostante il freddo - ma il maiale in sé non si mosse di un centimetro.
"A occhio e croce, in origine pesava poco più di tuo padre. Forse 140 chili?" Jamie aveva dissanguato e sviscerato il maiale quando l'aveva ucciso; cosa che probabilmente aveva alleggerito il suo carico di circa una cinquantina di chili o giù di lì, ma c'era ancora un sacco di carne. Un pensiero piacevole per il cibo per l'inverno, ma una prospettiva scoraggiante al momento.
Srotolai la tela in cui erano contenuti i miei strumenti chirurgici; questo non era un lavoro per un normale coltello da cucina.
"Cosa ne pensi degli intestini?" Chiesi. "Utilizzabili, cosa dici?"
Lei arricciò il naso all'idea. Jamie non era stato in grado di portare molto altro al di fuori della carcassa stessa - e in effetti l'aveva trascinata - ma era stato abbastanza furbo da recuperare dieci o quindici chili di intestino. L'aveva più o meno spogliato del contenuto, ma due giorni in un sacco di tela non aveva migliorato la condizione delle viscere non ripulite e non salate. Le guardavo in modo dubbioso, ma le avrei messe a bagno per la notte in una vasca di acqua salata, nella remota possibilità che il tessuto non si fosse rotto troppo da impedirne l'utilizzo come involucro per le salsicce.
"Non lo so, mamma", disse Bree con riluttanza. "Credo che siano abbastanza andati. Ma potremmo provare a salvarne un po'".
"Se non possiamo, non possiamo." Tirai fuori la più grande delle mie seghe da amputazione e controllai i denti. "Possiamo fare delle salsicce quadrate, dopo tutto." La salsiccia inscatolata era molto più facile da conservare; una volta correttamente affumicata, poteva durare a tempo indeterminato. Le polpette erano buone, ma dovevano essere trattate con più attenzione e dovevano essere conservate in botti di legno o in scatole con strati di lardo...
"Lardo!" Esclamai, guardando in alto. "Maledizione! Me ne stavo dimenticando. Non abbiamo un bollitore, tranne il paiolo della cucina e non possiamo usare quello." Preparare il lardo avrebbe richiesto molto tempo e il paiolo della cucina forniva almeno la metà dell nostro cibo cotto, per non parlare dell'acqua calda.
"Possiamo prenderne in prestito uno?" Bree guardò verso la porta, dove vide un guizzo di movimento. "Jem, sei tu?"
"No, sono io, zia." Germain infilò la testa annusando con cautela. "Mandy è voluta andare a visitare il petit bonbon di Rachel, e Grand-père ha detto che poteva andare se Jem o io l'avessimo accompagnata. Abbiamo buttato gli ossi e lui ha perso."
"Oh. Bene, allora. Vuoi andare fino in cucina a prendere il sacchetto di sale dall'ambulatorio della nonna? "
"Non ce n'è", dissi, afferrando il maiale da un orecchio e sistemando la sega nella piega del collo. "Non era molto, e lo abbiamo usato tutto, tranne una manciata per mettere in ammollo gli intestini. Dovremo prendere in prestito anche quello. "
"Quanto pensi che pesi questa cosa?" Brianna mise le mani sulla spalla dell'enorme maiale bianco e nero adagiato sul tavolo contro la parete di fondo e si chinò per valutare il proprio peso in rapporto. La spalla si mosse leggermente - il rigor era già passato da tempo, nonostante il freddo - ma il maiale in sé non si mosse di un centimetro.
"A occhio e croce, in origine pesava poco più di tuo padre. Forse 140 chili?" Jamie aveva dissanguato e sviscerato il maiale quando l'aveva ucciso; cosa che probabilmente aveva alleggerito il suo carico di circa una cinquantina di chili o giù di lì, ma c'era ancora un sacco di carne. Un pensiero piacevole per il cibo per l'inverno, ma una prospettiva scoraggiante al momento.
Srotolai la tela in cui erano contenuti i miei strumenti chirurgici; questo non era un lavoro per un normale coltello da cucina.
"Cosa ne pensi degli intestini?" Chiesi. "Utilizzabili, cosa dici?"
Lei arricciò il naso all'idea. Jamie non era stato in grado di portare molto altro al di fuori della carcassa stessa - e in effetti l'aveva trascinata - ma era stato abbastanza furbo da recuperare dieci o quindici chili di intestino. L'aveva più o meno spogliato del contenuto, ma due giorni in un sacco di tela non aveva migliorato la condizione delle viscere non ripulite e non salate. Le guardavo in modo dubbioso, ma le avrei messe a bagno per la notte in una vasca di acqua salata, nella remota possibilità che il tessuto non si fosse rotto troppo da impedirne l'utilizzo come involucro per le salsicce.
"Non lo so, mamma", disse Bree con riluttanza. "Credo che siano abbastanza andati. Ma potremmo provare a salvarne un po'".
"Se non possiamo, non possiamo." Tirai fuori la più grande delle mie seghe da amputazione e controllai i denti. "Possiamo fare delle salsicce quadrate, dopo tutto." La salsiccia inscatolata era molto più facile da conservare; una volta correttamente affumicata, poteva durare a tempo indeterminato. Le polpette erano buone, ma dovevano essere trattate con più attenzione e dovevano essere conservate in botti di legno o in scatole con strati di lardo...
"Lardo!" Esclamai, guardando in alto. "Maledizione! Me ne stavo dimenticando. Non abbiamo un bollitore, tranne il paiolo della cucina e non possiamo usare quello." Preparare il lardo avrebbe richiesto molto tempo e il paiolo della cucina forniva almeno la metà dell nostro cibo cotto, per non parlare dell'acqua calda.
"Possiamo prenderne in prestito uno?" Bree guardò verso la porta, dove vide un guizzo di movimento. "Jem, sei tu?"
"No, sono io, zia." Germain infilò la testa annusando con cautela. "Mandy è voluta andare a visitare il petit bonbon di Rachel, e Grand-père ha detto che poteva andare se Jem o io l'avessimo accompagnata. Abbiamo buttato gli ossi e lui ha perso."
"Oh. Bene, allora. Vuoi andare fino in cucina a prendere il sacchetto di sale dall'ambulatorio della nonna? "
"Non ce n'è", dissi, afferrando il maiale da un orecchio e sistemando la sega nella piega del collo. "Non era molto, e lo abbiamo usato tutto, tranne una manciata per mettere in ammollo gli intestini. Dovremo prendere in prestito anche quello. "
venerdì 25 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
Virgins: Quarta Domenica d'Avvento
Ian aveva portato con sè Jamie alla cattedrale di Sant'Andrea e aveva insistito affinchè si confessasse. Jamie aveva esitato...non una grande sorpresa.
"No. Non posso."
"Andremo insieme." Ian lo aveva afferrato saldamente per un braccio e letteralmente lo trascinò oltre la soglia. Una volta dentro, contava molto sull'atmosfera del luogo per tenere lì Jamie.
Il suo amico si fermò, vide il bianco dei suoi occhi mostrando mentre si guardava intorno con circospezione.
La pietra del soffitto a volta saliva nell'ombra, ma le macchie di luce colorata delle vetrate cadevano morbide sulle colonne usurate della navata.
"Non dovrei essere qui" mormorò Jamie sottovoce.
"Quale posto migliore, idiota? Andiamo" mormorò Ian di rimando e si tirò Jamie lungo la navata laterale fino alla cappella di Santo Stefano. La maggior parte delle cappelle laterali erano sontuosamente arredate, dei monumenti imponenti alle famiglie benestanti. Questa era una piccola nicchia di pietra decorata, contenente poco più di un altare, un arazzo sbiadito di un santo senza volto e un piccolo angolo dove si potevano collocare le candele.
"Resta qui". Ian lasciò un Jamie impietrito davanti all'altare e si sporse verso l'esterno, andò a comprare una candela dalla vecchia donna che li vendeva vicino alla porta principale. Aveva cambiato idea sul convincere Jamie ad andare a confessarsi, sapeva bene quando si riusciva a far fare qualcosa ad un Fraser e quando non si riusciva.
Si preoccupava un po' di aver lasciato Jamie e si affrettò a tornare nella cappella, ma Jamie era ancora lì, in piedi al centro del minuscolo spazio, a testa bassa che fissava il pavimento.
"Ecco, allora," disse Ian tirandolo verso l'altare. Posizionò la candela - una costosa e grande di cera d'api - sul cavalletto e tirò fuori dalla manica la carta che la vecchia signora gli aveva dato, offrendola a Jamie. "Per accenderla. Diremo una preghiera per tuo padre. E...e per lei."
Poteva vedere le lacrime che tremavano sulle ciglia di Jamie, scintillanti nella luce rossa della luce del santuario che pendeva sopra l'altare, ma Jamie le ricacciò indietro e strinse la mascella.
"Va bene" disse a bassa voce, ma esitò. Ian sospirò, prese la carta dalla mano, in punta di piedi, illuminato dalla lampada.
"Fallo" sussurrò, consegnandola a Jamie , "o te ne darò uno buono nel rene, proprio qui."
Jamie emise un suono che avrebbe potuto essere lo sbuffo di una risata e abbassò la carta per accendere lo stoppino della candela. Il fuoco si alzò, un'alta fiamma pura con il blu nel cuore, poi si fermò mentre Jamie allontanava la carta e la spegneva con una linea di fumo.
Rimasero per qualche tempo, le mani intrecciate davanti a loro, guardando la candela bruciare. Ian pregava per sua madre e suo padre, per sua sorella e i suoi bambini...con qualche esitazione (era rispettoso pregare per un ebreo?), per Rebekah Bat-Leah, e con uno sguardo di sottecchi a Jamie, per essere sicuro che non stesse guardando, per Jenny Fraser. Poi per l'anima di Brian Fraser...e poi, con gli occhi chiusi, per l'amico accanto a lui.
I suoni della chiesa erano sbiaditi, i sussurri tra le pietre e gli echi del legno, lo scalpitio dei piedi e il rumore dei piccioni sul tetto. Ian smise di parlare, ma stava ancora pregando. E poi si fermarono anche loro, e c'era solo la pace e il battito soffice del suo cuore.
Sentì Jamie sospirare, da qualche parte nel profondo, e aprì gli occhi. Senza parlare, uscirono, lasciando vegliare la candela.
"No. Non posso."
"Andremo insieme." Ian lo aveva afferrato saldamente per un braccio e letteralmente lo trascinò oltre la soglia. Una volta dentro, contava molto sull'atmosfera del luogo per tenere lì Jamie.
Il suo amico si fermò, vide il bianco dei suoi occhi mostrando mentre si guardava intorno con circospezione.
La pietra del soffitto a volta saliva nell'ombra, ma le macchie di luce colorata delle vetrate cadevano morbide sulle colonne usurate della navata.
"Non dovrei essere qui" mormorò Jamie sottovoce.
"Quale posto migliore, idiota? Andiamo" mormorò Ian di rimando e si tirò Jamie lungo la navata laterale fino alla cappella di Santo Stefano. La maggior parte delle cappelle laterali erano sontuosamente arredate, dei monumenti imponenti alle famiglie benestanti. Questa era una piccola nicchia di pietra decorata, contenente poco più di un altare, un arazzo sbiadito di un santo senza volto e un piccolo angolo dove si potevano collocare le candele.
"Resta qui". Ian lasciò un Jamie impietrito davanti all'altare e si sporse verso l'esterno, andò a comprare una candela dalla vecchia donna che li vendeva vicino alla porta principale. Aveva cambiato idea sul convincere Jamie ad andare a confessarsi, sapeva bene quando si riusciva a far fare qualcosa ad un Fraser e quando non si riusciva.
Si preoccupava un po' di aver lasciato Jamie e si affrettò a tornare nella cappella, ma Jamie era ancora lì, in piedi al centro del minuscolo spazio, a testa bassa che fissava il pavimento.
"Ecco, allora," disse Ian tirandolo verso l'altare. Posizionò la candela - una costosa e grande di cera d'api - sul cavalletto e tirò fuori dalla manica la carta che la vecchia signora gli aveva dato, offrendola a Jamie. "Per accenderla. Diremo una preghiera per tuo padre. E...e per lei."
Poteva vedere le lacrime che tremavano sulle ciglia di Jamie, scintillanti nella luce rossa della luce del santuario che pendeva sopra l'altare, ma Jamie le ricacciò indietro e strinse la mascella.
"Va bene" disse a bassa voce, ma esitò. Ian sospirò, prese la carta dalla mano, in punta di piedi, illuminato dalla lampada.
"Fallo" sussurrò, consegnandola a Jamie , "o te ne darò uno buono nel rene, proprio qui."
Jamie emise un suono che avrebbe potuto essere lo sbuffo di una risata e abbassò la carta per accendere lo stoppino della candela. Il fuoco si alzò, un'alta fiamma pura con il blu nel cuore, poi si fermò mentre Jamie allontanava la carta e la spegneva con una linea di fumo.
Rimasero per qualche tempo, le mani intrecciate davanti a loro, guardando la candela bruciare. Ian pregava per sua madre e suo padre, per sua sorella e i suoi bambini...con qualche esitazione (era rispettoso pregare per un ebreo?), per Rebekah Bat-Leah, e con uno sguardo di sottecchi a Jamie, per essere sicuro che non stesse guardando, per Jenny Fraser. Poi per l'anima di Brian Fraser...e poi, con gli occhi chiusi, per l'amico accanto a lui.
I suoni della chiesa erano sbiaditi, i sussurri tra le pietre e gli echi del legno, lo scalpitio dei piedi e il rumore dei piccioni sul tetto. Ian smise di parlare, ma stava ancora pregando. E poi si fermarono anche loro, e c'era solo la pace e il battito soffice del suo cuore.
Sentì Jamie sospirare, da qualche parte nel profondo, e aprì gli occhi. Senza parlare, uscirono, lasciando vegliare la candela.
Miraphora in Scozia - 2° Tappa, Dunkeld e Birnam, Pitlochry e il Queen's View
Giorni: 15 - 16 Agosto
Soggiorno: Derrybeg Bed & Breakfast
Spostamenti: a piedi, macchina
Budget medio: 50£ al giorno
Attrazione più bella: Queen's View
Biggest regret: avrei voluto stare almeno un giorno in più
Durante la pianificazione delle tappe e degli spostamenti, la strada da Edimburgo a Inverness ci era sembrata troppo lunga e, francamente, era anche uno spreco evitare di visitare qualcosa in quella zona dovendoci passare proprio in mezzo. Abbiamo deciso, quindi, di evitare di fare ore di macchina come primo tratto di guida e, cartina e guida alla mano, abbiamo cercato un punto dove fermarci.
Ci sono capitate sotto gli occhi Dunkeld e Birnam e, successivamente come ultima fermata dove dormire, Pitlochry.
Ci sono capitate sotto gli occhi Dunkeld e Birnam e, successivamente come ultima fermata dove dormire, Pitlochry.
Ragazzi, date retta a me, questa è una zona sottovalutata. In giro c'era pochissima gente, di turisti ne abbiamo visto solo 3 (una famiglia), e gli abitanti erano tutti sorridenti, rilassati e per niente scocciati di vedersi togliere da sotto il naso l'ultimo parcheggio del paesello.
Birnam e Dunkeld sono paesini talmente piccoli da stare su una strada, hanno tea house da fiaba e panorami con nuvoloni tipo zucchero filato e tantissime cose da vedere e da fare. Come zona merita di sicuro più di due giornate scarse, ed è perfetta per un turismo slow fatto di passeggiate, qualche degustazione di whisky e una bella fetta di torta.
Birnam e Dunkeld sono paesini talmente piccoli da stare su una strada, hanno tea house da fiaba e panorami con nuvoloni tipo zucchero filato e tantissime cose da vedere e da fare. Come zona merita di sicuro più di due giornate scarse, ed è perfetta per un turismo slow fatto di passeggiate, qualche degustazione di whisky e una bella fetta di torta.
Cominciamo con la prima fermata: Dunkeld e Birnam.
Le due cittadine - o paesini - del Pertshire sono chiamati gemelli: sorgono sulle due sponde del fiume Tay e sono speculari. Da un lato Dunkeld, dall'altro Birnam, e basta attraversare un ponte per passare da una cittadina all'altra. Il colore dominante è il verde: alberi ovunque, fiori ovunque, tantissime zone di verde, tanti cespugli e un bellissimo mini parco - o mini foresta? - dedicata a Beatrix Potter.
A Birnam, infatti, c'è il Beatrix Potter Park, piccolo ma interessante con a fianco un centro che ospita una mostra sull'autrice. Se vi interessa più il lato serio della letteratura, Birnam è anche il luogo dov'è ambientato il Macbeth.
Vi farà piacere sapere che noi - nella nostra immensa abilità di turiste indipendenti - abbiamo provato a raggiungere Dunkeld attraverso il famoso ponticello...e non ci siamo riuscite. Dopo oltre 15 minuti di camminata lungo questa stradina sterrata dove non c'era assolutamente nessuno, del ponte non c'era nemmeno l'ombra e, alla fine, siamo tornate indietro scoraggiate visto che ormai era arrivata l'ora di metterci in marcia.
A Birnam abbiamo mangiato in questa piccolissima tea house, di quelle che a vederle da fuori non ti fidi ad entrare, che faceva sia da tavola calda sia da negozio di articoli misti - cancelleria, edicola, ecc. - con cameriere gentilissime dai tratti tipicamente british e tantissimi abitanti del luogo che ci guardavano sorridenti. Sempre a Birnam, mentre camminavamo lungo il marciapiede deserto, abbiamo incontrato il vecchino più tenerello ever: ci siamo incrociati e lui, zoppicante con il suo bastone, si è fermato e ci ha augurato una buona giornata. Lo avrei abbracciato.
Da Dunkeld e Birnam abbiamo proseguito il viaggio verso Pitlochry. Al contrario delle due piccole cittadine, Pitlochry è già più turistica, ci sono molti visitatori (anche se quasi tutti di una certa età) ed è decisamente più viva. La strada che ci ha portato al nostro B&B sembrava una mulattiera di montagna - a prova di stress da guida, con quelle curve a gomito in salita! - ma, una volta a destinazione, ne vale assolutamente la pena! Al Derrybeg ci siamo trovate benissimo, qui la proprietaria Ildiko - di cui ho già parlato - ci ha aiutate illustrandoci le cose più belle da vedere in poco tempo e ci ha suggerito un itinerario che finiva al centro città giusto in tempo per la cena.
Pitlochry |
Dal punto di vista naturalistico, Pitlochry è fantastica: sorge lungo un solo lato del fiume Tummel, mentre dall'altro c'è verde ovunque. Il percorso da seguire è lineare: attraversi la strada, segui il ponte, prosegui per circa 1 ora di camminata, arrivi alla diga dove - dicono - si possono vedere i salmoni risalire la corrente (noi non ne abbiamo visto nemmeno uno), la attraversi (io ho fatto l'ultimo tratto di corsa perché avevo una paura nera) e ritorni in città dove ti fermi per cenare. Noi abbiamo seguito alla lettera questo giro, aggiungendo una visita alla distilleria Blair Athol.
Per cena ci siamo fermate in un posto piuttosto famoso - di cui non ricordo nemmeno il nome - che, però, ci ha deluse: niente di veramente speciale o tipico.
Per cena ci siamo fermate in un posto piuttosto famoso - di cui non ricordo nemmeno il nome - che, però, ci ha deluse: niente di veramente speciale o tipico.
Vista dalla diga |
Il giorno dopo, una volta caricata la macchina e presa la strada, abbiamo seguito il consiglio della nostra nuova amica del B&B e ci siamo dirette verso il famoso Queen's View.
La strada da percorrere per arrivare al punto panoramico è, per chi non è abituato, un incubo. Stretta, tortuosa, impegnativa - povera Eleonora - una vera prova di resistenza lunga almeno 1 ora che vi porterà direttamente al parcheggio per il Queen's View.
Non c'è grande distanza da percorrere a piedi e, una volta lì, sperate nel bel tempo perché la vista è veramente uno spettacolo! Noi, non solo abbiamo trovato nuvolo - con pioggerellina - ma abbiamo anche fatto conoscenza dei famosi moscerini delle highlands!
Non c'è grande distanza da percorrere a piedi e, una volta lì, sperate nel bel tempo perché la vista è veramente uno spettacolo! Noi, non solo abbiamo trovato nuvolo - con pioggerellina - ma abbiamo anche fatto conoscenza dei famosi moscerini delle highlands!
Queen's View |
Da qui siamo partite direttamente per Inverness, ma questo ve lo racconterò un'altra volta.
Come sempre, se avete suggerimenti, commenti o se anche voi avete visitato queste zone e volete lasciare il vostro contributo lasciate un messaggio al post. Noi ci rileggiamo tra una settimana!
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Alla prossima!
venerdì 18 dicembre 2015
Perché Richard Rankin è un perfetto Roger Wakefield
La Starz ha rivelato che Richard Rankin è stato scelto per la parte di Roger Wakefield nella seconda stagione di Outlander e qui di seguito la blogger Connie Verzak ci dice perché è perfetto per questo ruolo.
Come sono sicura anche voi abbiate fatto, ho passato la maggior parte dello scorso anno ad osservare l'ascesa dell'attore scozzese Richard Rankin. L'annuncio di lunedì da parte della Starz che lui è entrato a far parte del cast della seconda stagione di Outlander come Roger Wakefield, figlio adottivo del reverendo Wakefield, ha portato questo attore non solo sotto i riflettori da cui in realtà non è mai uscito, ma ha anche coronato la crescita della sua carriera nell'ultimo anno dando nuova energia ai suoi fans di lunga data.
Personalmente, Roger Wakefield è l'uomo dei miei sogni. Ho sempre amato Jamie per il suo amore per Claire, ma mi è piaciuto Roger perché per me lui è la versione maschile di Claire: riflessivo, emotivo, a volte stupido e profondamente, profondamente legato a coloro che ama. Roger nasce come nuova generazione narrativa che gli spettatori ancora non conoscono, e sono molto eccitata per loro.
Pur essendo un attore fisso della commedia Burnistoun, Rankin ha attirato l'attenzione per il suo chirurgo sognatore, il capitano Thomas Gillian nello show ambientato nella prima guerra mondiale The Crimson Field. Anche se la serie è stata tragicamente annullata dopo la prima stagione, rimane una bella raccolta delle sue capacità di recitazione. Ve la raccomando. Mi sono subito unita al suo gruppo di fan e cominciato attivamente la campagna affinché ottenesse la parte. Nella mia mente non ci poteva essere un miglior candidato per Roger Wakefield. Direi che gli do pollici in su, ma non mi bastano i pollici. Avrei bisogno di averne di più.
Ecco cinque ragioni per cui penso che Rankin sarà il Roger Mac perfetto.
Piccoli spoiler (nulla di drammatico, lo giuro) dei libri.
1. L'ASPETTO
Nei libri, Roger ha gli occhi verdi, per ragioni che non dirò. A causa delle piccole differenza della serie rispetto al libro, Roger doveva essere più simile all'adorabile bambino dagli occhi blu che è apparso nella prima stagione. La sua costituzione, l'altezza e l'aspetto devono avere una presenza sufficiente da condividere lo schermo con i principali attori maschili di Outlander, pur dando l'impressione che la forza di Jamie sia superiore. Outlander non ha sempre proposto i suoi attori in modo che fossero completamente uguali alle descrizioni del libro, ma ciò che ha fatto è partire da ottimi attori per ruoli per loro perfetti. Questo non sarà diverso, e il tempo lo dimostrerà.
2. EMOZIONE
Come un anime giapponese o un gatto dei cartoni animati con cappa e spada, pochi attori sono in grado di far sembrare i loro occhi raddoppiati di dimensioni per il pathos o ogni singolo follicolo barba ritto per la rabbia. La capacità espressiva di Rankin di proiettare le emozioni senza parlare gli servirà in una serie dove i personaggi sono sottoposti a circostanze tragiche. Senza rivelare troppo, è uno dei pochi personaggi con voce narrante dei libri a parte Claire stessa, quindi il modo in cui Roger vede il mondo di Outlander è importante. Con l'ampliamento del cast e un dialogo selettivo tratto dai libri, diventerà più importante che mai per proiettare le sfumature emotive.
3. CURIOSITA' INTELLETTUALE
Roger non è solo il figlio adottivo di un pastore appassionato di storia, ma uno studioso di Oxford. C'è una seria schiettezza nel personaggio che contrasta con il suo fascino quasi schivo. Roger è curioso e posato, ma anche emotivamente intelligente. La capacità di Rankin di proiettare sia la decisione che il dubbio nello stesso momento viene mostrato nell'episodio 3 di The Crimson Field, quando il suo personaggio, il chirurgo in tempo di guerra, si occupa ed infine scende a patti con le dolorose conseguenze di un trattamento sperimentale. In Outlander, l'intelletto non può proteggere per sempre il suo portatore, ma fa in modo che le cose diventino interessanti. Non vedo l'ora di vedere cosa farà Rankin con ciò che aspetta a Roger.
4. MUSICALITA'
Nei romanzi, Roger Wakefield è un cantante, in grado di suonare il bodhran e cantare le canzoni popolari. Anche se sono sicura che la voce possa essere doppiata o modificata, è molto meglio scegliere un attore in grado di farlo davvero, se necessario. Rankin ha una bella voce e suona bene la chitarra. La sua voce da tenore ha una vulnerabilità utile non solo per la caratterizzazione del suo personaggio, ma il suo accento si sente molto chiaramente, cosa che aggiunge un ulteriore livello di credibilità al suo ruolo.
Bonus: più musica per Outlander significa più Bear McCreary e più musicalità suggestive delle classiche melodie popolari scozzesi. Sto già piangendo.
5. BONUS PER I FANS
Quest'ultimo punto non è un motivo legato allo show, ma per il fandom. Sam Heughan è molto attivo sui social media, spesso portando via il grosso dell'interazione alle altre stelle del cast che sono più private. Rankin è un attivo partecipante alla vita dei social ed è molto gentile e divertente e le sue interviste rivelano una vera introspezione dei suoi personaggi. Il suo fandom è sicuramente in fase di ampliamento esponenziale dopo l'annuncio del suo casting e possiamo solo sperare che continui a rimanere socievole come lo è stato sino ad ora e ci regali interviste meravigliosamente divertenti che continuino a rivelare quanto Outlander sia una produzione di prim'ordine.
[x]
Come sono sicura anche voi abbiate fatto, ho passato la maggior parte dello scorso anno ad osservare l'ascesa dell'attore scozzese Richard Rankin. L'annuncio di lunedì da parte della Starz che lui è entrato a far parte del cast della seconda stagione di Outlander come Roger Wakefield, figlio adottivo del reverendo Wakefield, ha portato questo attore non solo sotto i riflettori da cui in realtà non è mai uscito, ma ha anche coronato la crescita della sua carriera nell'ultimo anno dando nuova energia ai suoi fans di lunga data.
Personalmente, Roger Wakefield è l'uomo dei miei sogni. Ho sempre amato Jamie per il suo amore per Claire, ma mi è piaciuto Roger perché per me lui è la versione maschile di Claire: riflessivo, emotivo, a volte stupido e profondamente, profondamente legato a coloro che ama. Roger nasce come nuova generazione narrativa che gli spettatori ancora non conoscono, e sono molto eccitata per loro.
Pur essendo un attore fisso della commedia Burnistoun, Rankin ha attirato l'attenzione per il suo chirurgo sognatore, il capitano Thomas Gillian nello show ambientato nella prima guerra mondiale The Crimson Field. Anche se la serie è stata tragicamente annullata dopo la prima stagione, rimane una bella raccolta delle sue capacità di recitazione. Ve la raccomando. Mi sono subito unita al suo gruppo di fan e cominciato attivamente la campagna affinché ottenesse la parte. Nella mia mente non ci poteva essere un miglior candidato per Roger Wakefield. Direi che gli do pollici in su, ma non mi bastano i pollici. Avrei bisogno di averne di più.
Ecco cinque ragioni per cui penso che Rankin sarà il Roger Mac perfetto.
Piccoli spoiler (nulla di drammatico, lo giuro) dei libri.
1. L'ASPETTO
Nei libri, Roger ha gli occhi verdi, per ragioni che non dirò. A causa delle piccole differenza della serie rispetto al libro, Roger doveva essere più simile all'adorabile bambino dagli occhi blu che è apparso nella prima stagione. La sua costituzione, l'altezza e l'aspetto devono avere una presenza sufficiente da condividere lo schermo con i principali attori maschili di Outlander, pur dando l'impressione che la forza di Jamie sia superiore. Outlander non ha sempre proposto i suoi attori in modo che fossero completamente uguali alle descrizioni del libro, ma ciò che ha fatto è partire da ottimi attori per ruoli per loro perfetti. Questo non sarà diverso, e il tempo lo dimostrerà.
2. EMOZIONE
Come un anime giapponese o un gatto dei cartoni animati con cappa e spada, pochi attori sono in grado di far sembrare i loro occhi raddoppiati di dimensioni per il pathos o ogni singolo follicolo barba ritto per la rabbia. La capacità espressiva di Rankin di proiettare le emozioni senza parlare gli servirà in una serie dove i personaggi sono sottoposti a circostanze tragiche. Senza rivelare troppo, è uno dei pochi personaggi con voce narrante dei libri a parte Claire stessa, quindi il modo in cui Roger vede il mondo di Outlander è importante. Con l'ampliamento del cast e un dialogo selettivo tratto dai libri, diventerà più importante che mai per proiettare le sfumature emotive.
3. CURIOSITA' INTELLETTUALE
Roger non è solo il figlio adottivo di un pastore appassionato di storia, ma uno studioso di Oxford. C'è una seria schiettezza nel personaggio che contrasta con il suo fascino quasi schivo. Roger è curioso e posato, ma anche emotivamente intelligente. La capacità di Rankin di proiettare sia la decisione che il dubbio nello stesso momento viene mostrato nell'episodio 3 di The Crimson Field, quando il suo personaggio, il chirurgo in tempo di guerra, si occupa ed infine scende a patti con le dolorose conseguenze di un trattamento sperimentale. In Outlander, l'intelletto non può proteggere per sempre il suo portatore, ma fa in modo che le cose diventino interessanti. Non vedo l'ora di vedere cosa farà Rankin con ciò che aspetta a Roger.
4. MUSICALITA'
Nei romanzi, Roger Wakefield è un cantante, in grado di suonare il bodhran e cantare le canzoni popolari. Anche se sono sicura che la voce possa essere doppiata o modificata, è molto meglio scegliere un attore in grado di farlo davvero, se necessario. Rankin ha una bella voce e suona bene la chitarra. La sua voce da tenore ha una vulnerabilità utile non solo per la caratterizzazione del suo personaggio, ma il suo accento si sente molto chiaramente, cosa che aggiunge un ulteriore livello di credibilità al suo ruolo.
Bonus: più musica per Outlander significa più Bear McCreary e più musicalità suggestive delle classiche melodie popolari scozzesi. Sto già piangendo.
5. BONUS PER I FANS
Quest'ultimo punto non è un motivo legato allo show, ma per il fandom. Sam Heughan è molto attivo sui social media, spesso portando via il grosso dell'interazione alle altre stelle del cast che sono più private. Rankin è un attivo partecipante alla vita dei social ed è molto gentile e divertente e le sue interviste rivelano una vera introspezione dei suoi personaggi. Il suo fandom è sicuramente in fase di ampliamento esponenziale dopo l'annuncio del suo casting e possiamo solo sperare che continui a rimanere socievole come lo è stato sino ad ora e ci regali interviste meravigliosamente divertenti che continuino a rivelare quanto Outlander sia una produzione di prim'ordine.
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lunedì 14 dicembre 2015
Benvenuto Roger / Richard
Con delle grandissime aspettative, alla fine l'attesa è giunta il termine, anche Roger Wakefield ha un volto, quello dell'attore scozzese Richard Rankin.
Roger Wakefield viene descritto come "la versione cresciuta dell'adorabile figlio adottivo del reverendo Wakefield che abbiamo incontrato nella Stagione 1. Dopo che i suoi genitori sono morti nella seconda guerra mondiale, Roger viene allevato dal Reverendo (con l'aiuto della governante, la signora Graham) ed è uno fiero scozzese in tutto e per tutto. Attualmente professore di Oxford, Roger ha un vivo interesse per la storia, e per tutti i segreti che porta".
Rankin è un noto per le sue esperienze in teatro, al cinema e come attore televisivo sia in Scozia (dove è girato Outlander) che in Inghilterra. Gli americani lo conosceranno dal suo recente lavoro accanto a Bradley Cooper, Uma Thurman e Sienna Miller nel film, "Il Sapore del Successo". In TV, lo abbiamo visto nelle serie tv 'Crimson Field' e 'The Syndicate' e lo vedremo interpretare prossimamente un detective nella serie originale BBC, "Tredici".
Roger Wakefield viene descritto come "la versione cresciuta dell'adorabile figlio adottivo del reverendo Wakefield che abbiamo incontrato nella Stagione 1. Dopo che i suoi genitori sono morti nella seconda guerra mondiale, Roger viene allevato dal Reverendo (con l'aiuto della governante, la signora Graham) ed è uno fiero scozzese in tutto e per tutto. Attualmente professore di Oxford, Roger ha un vivo interesse per la storia, e per tutti i segreti che porta".
Rankin è un noto per le sue esperienze in teatro, al cinema e come attore televisivo sia in Scozia (dove è girato Outlander) che in Inghilterra. Gli americani lo conosceranno dal suo recente lavoro accanto a Bradley Cooper, Uma Thurman e Sienna Miller nel film, "Il Sapore del Successo". In TV, lo abbiamo visto nelle serie tv 'Crimson Field' e 'The Syndicate' e lo vedremo interpretare prossimamente un detective nella serie originale BBC, "Tredici".
In cucina... con nonna Claire
Biscotti alla melassa di Claire
“Sì, è proprio quello che temo”, osservai, abbandonandolo con una certa riluttanza. “Solo un assaggio… e lasciane un po’ per papà e nonno.”
Annuì, muto, e leccò il cucchiaino con un movimento lungo e lento della lingua, gli occhi chiusi, in estasi.
Trovai un altro cucchiaio e cominciai a trasferire i biscotti sui fogli di latta che usavo per cuocere le pietanze al forno. Alla fine eravamo accaldatissimi: le piastre erano piene e la scodella quasi vuota, quando sentimmo dei passi percorrere il corridoio verso la porta della cucina. Riconobbi la camminata di Brianna. Tolsi il cucchiaio dalle mani di Jemmy e gli passai velocemente l’asciugamano sulla bocca sporca.
Bree si fermò sula soglia, e il suo sorriso lasciò il posto a un’espressione sospettosa.
“Che state facendo ragazzi?”
“I biscotti alla melassa”, risposi, sollevando i fogli di latta come prova, prima di farli scivolare el forno di mattoni ricavato nella parete del camino. “Jemmy mi ha dato una mano.”
Bree sollevò un sopracciglio rosso. Spostò lo sguardo da me a Jemmy, la cui espressione innocente appariva sublimemente innaturale. Dedussi che la mia non doveva essere più convincente.
Ammetto di non essermi mai immaginata Claire come una nonna indulgente, fino a questa scena. Ma d’altra parte sarebbe dura non viziare un pel di carota come Jemmy.
Probabilmente saremmo anche noi colpevoli di indulgenza se fossimo nei suoi panni.
Biscotti alla melassa di Claire
Scuri, deliziosi, semplici biscotti, con una sofisticata miscela di spezie natalizie.
Per circa 2 dozzine
Ingredienti:
260 g farina 0
9 g bicarbonato
4 g cannella
4 g sale grosso
4 g pepe nero macinato al momento
2 g cardamomo macinato
2 g chiodi di garofano macinati
115 g burro fuso
125 g melassa*
80 g zucchero semolato
75 g zucchero bruno*
1 uovo grande
85 g zucchero a velo, setacciato
Procedimento:
Posizionate le griglie una nella parte alta del forno, l’altra in quella medio bassa e preriscaldare a 190°. Rivestite due teglie con carta da forno.
In una ciotola di media grandezza mescolate insieme la farina, il bicarbonato, la cannella, il sale, il pepe, il cardamomo e i chiodi di garofano, finché saranno ben amalgamati. In un’altra ciotola, sbattete il burro fuso con la melassa, lo zucchero semolato, lo zucchero bruno e l’uovo, fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungete la farina e mescolate fino al completo assorbimento. Coprite la ciotola con un piatto o con la pellicola e mettete in frigo per 15 minuti.
Prelevate un po’ d’impasto con un cucchiaino, formate delle palline e passatele nello zucchero a velo. Togliete lo zucchero in eccesso e sistematele sulle teglie, schiacciando appena ogni pallina con la punta delle dita.
Cuocete finché i biscotti non saranno gonfi e con delle crepe in superficie, circa 8-10 minuti. Raffreddateli su una gratella. Conservateli in un contenitore ermetico fino a 5 giorni.
Note di Theresa:
- Io e il mio Inglese amiamo davvero questi biscotti con l’aggiunta di un po’ di pepe agli ingredienti, ma certamente alla fine ti danno una bella botta.
Note di Chloé:
- Anche se usate un cucchiaino, non fate delle palline troppo piccole, altrimenti i biscotti risulteranno un po’ troppo sottili;
- Durante la cottura si espandono parecchio, quindi lasciate abbastanza spazio fra l’uno e l’altro quando li sistemate sulla teglia;
- Basta un minuto di troppo per bruciarli, quindi, la prima volta, controllateli spesso e quando vedete che sono gonfi e spaccati, tirateli fuori dal forno. Saranno ancora morbidi, ma si rassoderanno a sufficienza una volta freddi;
- Li ho fatti senza pepe, in questo modo sono adatti anche ai bambini;
- Per quanto riguarda lo zucchero bruno, qui da me non si trova, per cui l’ho sostituito con dello zucchero di canna chiaro, che non è proprio la stessa cosa, ma si fa con quel che si ha XD;
- Per la melassa, l’ho trovata in un negozio di una nota catena Bio. Non ci sono tutte le varietà che si possono trovare negli States o in Canada (vedi riquadro sotto), ma il risultato è buonissimo, quindi va bene così.
La melassa
Con la melassa siamo di fronte ad un particolare paradosso: il prodotto di scarto di una lavorazione, quella dello zucchero, è un alimento molto prezioso per la nostra salute, mentre il prodotto primario, lo zucchero, è assolutamente inutile se non dannoso.
La melassa viene prodotta sia dalla canna da zucchero che dalla barbabietola. In entrambe i casi viene dapprima spremuto il succo, dal quale, mediante successivi passaggi viene estratto lo zucchero bianco raffinatissimo.
Ma sia la barbabietola che la canna da zucchero sono piante ricchissime di minerali: calcio, ferro, magnesio, ecc… e che fine fanno?
Solitamente la melassa di entrambe le lavorazioni viene riutilizzata all'interno del circuito industriale. La melassa che rimane dopo l’estrazione dalla canna da zucchero viene convogliata verso la produzione di Rum e qualche tipo di Vodka, mentre dalla lavorazione della barbabietola si ricavano diversi sottoprodotti: le barbabietole spremute vengono trasformate per lo più in pellets ed invece il succo residuato dall'estrazione dello zucchero passa in parte ai birrifici per la produzione del lievito di birra ed in parte viene utilizzata per integrare i mangimi animali (cavalli, maiali, mucche, ecc.).
Le lavorazioni che avvengono nella filiera dei prodotti biologici, oltre a partire da materie prime prive di residui chimici, garantiscono una maggior qualità del prodotto finale anche perché i succhi vengono lavorati a basse temperature e non vengono utilizzate sostanze chimiche come ad esempio i solfiti durante il processo di lavorazione.
La melassa in vendita, per lo più presso i negozi di alimenti naturali, si presenta come un liquido denso e scuro, all'incirca della consistenza e del colore di un miele di castagno ma dal spore meno dolce. Ha un sapore molto aromatico che si presta bene alla preparazione di alcuni dolci speziati di tradizione nordica oppure per insaporire yogurt e ricotte, ma è buonissima anche se spalmata sul pane per la prima colazione o per una merenda energetica prima dell’attività sportiva.
La melassa apporta buone quantità di ferro, calcio e magnesio, soprattutto la melassa nera di canna da zucchero. Ma grazie proprio all'elevato contenuto di minerali la melassa può diventare un ottimo integratore alimentare vediamone alcuni utilizzi extranutrizionali.
Alcalinizzante: l’eccesso di acidi nel nostro organismo è all'origine di molti disturbi che vanno dai crampi muscolari all'osteoporosi, dal mal di testa ai disturbi del sistema immunitario e dai dolori articolari (sia reumatici che artritici); i minerali contenuti nella melassa aiutano a ridurre l’acidosi del nostro organismo.
Antianemica: grazie al buon contenuto di ferro la melassa, usata quotidianamente aiuta a migliorare gli stati anemici, basta pensare che 1 cucchiaio di melassa contiene da 1 mg (se di barbabietola) fino a 3,5 mg di ferro (se di canna) molto più di molti alimenti considerati ricchi di ferro come gli spinaci.
Antispastica: la melassa nera è molto ricca sia di potassio che di calcio ed aiuta a ridurre la comparsa di crampi muscolari dovuti all'eccessiva sudorazione in estate o alla pratica sportiva, aiuta anche ad alleviare i crampi intestinali e uterini ed aiuta infine la corretta funzionalità del muscolo cardiaco.
Rilassante: la melassa svolge un’azione distensiva sul sistema nervoso grazie all'elevato contenuto di calcio e magnesio ed inoltre, per lo stesso motivo, può diminuire la fame nervosa e la qualità del sonno; indicata ad esempio nei bambini iperattivi per il ridotto contenuto di zucchero e il buon contenuto di minerali.
Regolazione della glicemia: il corretto metabolismo dello zucchero contenuto nella melassa viene favorito dal buon contenuto di cromo, fattore indispensabile al funzionamento dell’insulina.
Entrambe le melasse sono ricche di ferro e minerali e se se ne consuma in piccola quantità le differenze sono irrisorie. Scegliete quindi in base al gusto prevalentemente. Se invece dovete integrare per un periodo il ferro, magnesio o calcio, meglio rivolgersi alla melassa nera, sicuramente più ricca. [Fonte: www.spigadoro.org]
“Sì, è proprio quello che temo”, osservai, abbandonandolo con una certa riluttanza. “Solo un assaggio… e lasciane un po’ per papà e nonno.”
Annuì, muto, e leccò il cucchiaino con un movimento lungo e lento della lingua, gli occhi chiusi, in estasi.
Trovai un altro cucchiaio e cominciai a trasferire i biscotti sui fogli di latta che usavo per cuocere le pietanze al forno. Alla fine eravamo accaldatissimi: le piastre erano piene e la scodella quasi vuota, quando sentimmo dei passi percorrere il corridoio verso la porta della cucina. Riconobbi la camminata di Brianna. Tolsi il cucchiaio dalle mani di Jemmy e gli passai velocemente l’asciugamano sulla bocca sporca.
Bree si fermò sula soglia, e il suo sorriso lasciò il posto a un’espressione sospettosa.
“Che state facendo ragazzi?”
“I biscotti alla melassa”, risposi, sollevando i fogli di latta come prova, prima di farli scivolare el forno di mattoni ricavato nella parete del camino. “Jemmy mi ha dato una mano.”
Bree sollevò un sopracciglio rosso. Spostò lo sguardo da me a Jemmy, la cui espressione innocente appariva sublimemente innaturale. Dedussi che la mia non doveva essere più convincente.
Da Cannoni per la libertà, cap. 23 Pidocchi
Ammetto di non essermi mai immaginata Claire come una nonna indulgente, fino a questa scena. Ma d’altra parte sarebbe dura non viziare un pel di carota come Jemmy.
Probabilmente saremmo anche noi colpevoli di indulgenza se fossimo nei suoi panni.
Biscotti alla melassa di Claire
Scuri, deliziosi, semplici biscotti, con una sofisticata miscela di spezie natalizie.
Per circa 2 dozzine
Ingredienti:
260 g farina 0
9 g bicarbonato
4 g cannella
4 g sale grosso
4 g pepe nero macinato al momento
2 g cardamomo macinato
2 g chiodi di garofano macinati
115 g burro fuso
125 g melassa*
80 g zucchero semolato
75 g zucchero bruno*
1 uovo grande
85 g zucchero a velo, setacciato
Procedimento:
Posizionate le griglie una nella parte alta del forno, l’altra in quella medio bassa e preriscaldare a 190°. Rivestite due teglie con carta da forno.
In una ciotola di media grandezza mescolate insieme la farina, il bicarbonato, la cannella, il sale, il pepe, il cardamomo e i chiodi di garofano, finché saranno ben amalgamati. In un’altra ciotola, sbattete il burro fuso con la melassa, lo zucchero semolato, lo zucchero bruno e l’uovo, fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungete la farina e mescolate fino al completo assorbimento. Coprite la ciotola con un piatto o con la pellicola e mettete in frigo per 15 minuti.
Prelevate un po’ d’impasto con un cucchiaino, formate delle palline e passatele nello zucchero a velo. Togliete lo zucchero in eccesso e sistematele sulle teglie, schiacciando appena ogni pallina con la punta delle dita.
Cuocete finché i biscotti non saranno gonfi e con delle crepe in superficie, circa 8-10 minuti. Raffreddateli su una gratella. Conservateli in un contenitore ermetico fino a 5 giorni.
Note di Theresa:
- Io e il mio Inglese amiamo davvero questi biscotti con l’aggiunta di un po’ di pepe agli ingredienti, ma certamente alla fine ti danno una bella botta.
Note di Chloé:
- Anche se usate un cucchiaino, non fate delle palline troppo piccole, altrimenti i biscotti risulteranno un po’ troppo sottili;
- Durante la cottura si espandono parecchio, quindi lasciate abbastanza spazio fra l’uno e l’altro quando li sistemate sulla teglia;
- Basta un minuto di troppo per bruciarli, quindi, la prima volta, controllateli spesso e quando vedete che sono gonfi e spaccati, tirateli fuori dal forno. Saranno ancora morbidi, ma si rassoderanno a sufficienza una volta freddi;
- Li ho fatti senza pepe, in questo modo sono adatti anche ai bambini;
- Per quanto riguarda lo zucchero bruno, qui da me non si trova, per cui l’ho sostituito con dello zucchero di canna chiaro, che non è proprio la stessa cosa, ma si fa con quel che si ha XD;
- Per la melassa, l’ho trovata in un negozio di una nota catena Bio. Non ci sono tutte le varietà che si possono trovare negli States o in Canada (vedi riquadro sotto), ma il risultato è buonissimo, quindi va bene così.
La melassa
Con la melassa siamo di fronte ad un particolare paradosso: il prodotto di scarto di una lavorazione, quella dello zucchero, è un alimento molto prezioso per la nostra salute, mentre il prodotto primario, lo zucchero, è assolutamente inutile se non dannoso.
La melassa viene prodotta sia dalla canna da zucchero che dalla barbabietola. In entrambe i casi viene dapprima spremuto il succo, dal quale, mediante successivi passaggi viene estratto lo zucchero bianco raffinatissimo.
Ma sia la barbabietola che la canna da zucchero sono piante ricchissime di minerali: calcio, ferro, magnesio, ecc… e che fine fanno?
Solitamente la melassa di entrambe le lavorazioni viene riutilizzata all'interno del circuito industriale. La melassa che rimane dopo l’estrazione dalla canna da zucchero viene convogliata verso la produzione di Rum e qualche tipo di Vodka, mentre dalla lavorazione della barbabietola si ricavano diversi sottoprodotti: le barbabietole spremute vengono trasformate per lo più in pellets ed invece il succo residuato dall'estrazione dello zucchero passa in parte ai birrifici per la produzione del lievito di birra ed in parte viene utilizzata per integrare i mangimi animali (cavalli, maiali, mucche, ecc.).
Le lavorazioni che avvengono nella filiera dei prodotti biologici, oltre a partire da materie prime prive di residui chimici, garantiscono una maggior qualità del prodotto finale anche perché i succhi vengono lavorati a basse temperature e non vengono utilizzate sostanze chimiche come ad esempio i solfiti durante il processo di lavorazione.
La melassa in vendita, per lo più presso i negozi di alimenti naturali, si presenta come un liquido denso e scuro, all'incirca della consistenza e del colore di un miele di castagno ma dal spore meno dolce. Ha un sapore molto aromatico che si presta bene alla preparazione di alcuni dolci speziati di tradizione nordica oppure per insaporire yogurt e ricotte, ma è buonissima anche se spalmata sul pane per la prima colazione o per una merenda energetica prima dell’attività sportiva.
La melassa apporta buone quantità di ferro, calcio e magnesio, soprattutto la melassa nera di canna da zucchero. Ma grazie proprio all'elevato contenuto di minerali la melassa può diventare un ottimo integratore alimentare vediamone alcuni utilizzi extranutrizionali.
Alcalinizzante: l’eccesso di acidi nel nostro organismo è all'origine di molti disturbi che vanno dai crampi muscolari all'osteoporosi, dal mal di testa ai disturbi del sistema immunitario e dai dolori articolari (sia reumatici che artritici); i minerali contenuti nella melassa aiutano a ridurre l’acidosi del nostro organismo.
Antianemica: grazie al buon contenuto di ferro la melassa, usata quotidianamente aiuta a migliorare gli stati anemici, basta pensare che 1 cucchiaio di melassa contiene da 1 mg (se di barbabietola) fino a 3,5 mg di ferro (se di canna) molto più di molti alimenti considerati ricchi di ferro come gli spinaci.
Antispastica: la melassa nera è molto ricca sia di potassio che di calcio ed aiuta a ridurre la comparsa di crampi muscolari dovuti all'eccessiva sudorazione in estate o alla pratica sportiva, aiuta anche ad alleviare i crampi intestinali e uterini ed aiuta infine la corretta funzionalità del muscolo cardiaco.
Rilassante: la melassa svolge un’azione distensiva sul sistema nervoso grazie all'elevato contenuto di calcio e magnesio ed inoltre, per lo stesso motivo, può diminuire la fame nervosa e la qualità del sonno; indicata ad esempio nei bambini iperattivi per il ridotto contenuto di zucchero e il buon contenuto di minerali.
Regolazione della glicemia: il corretto metabolismo dello zucchero contenuto nella melassa viene favorito dal buon contenuto di cromo, fattore indispensabile al funzionamento dell’insulina.
Entrambe le melasse sono ricche di ferro e minerali e se se ne consuma in piccola quantità le differenze sono irrisorie. Scegliete quindi in base al gusto prevalentemente. Se invece dovete integrare per un periodo il ferro, magnesio o calcio, meglio rivolgersi alla melassa nera, sicuramente più ricca. [Fonte: www.spigadoro.org]
Miraphora in Scozia - 1° Tappa, Edimburgo
Giorni: 12 - 13 - 14 - 15 Agosto
Soggiorno: appartamento affittato tramite Air B&B
Spostamenti: a piedi, taxi
Budget medio: 40/50£ al giorno
Attrazione più bella: Greyfriars Kirk, Royal Mile
Biggest regret: ho fatto pochissime foto, accidenti a me!
E così, dopo molto blaterare, comincia il vero viaggio.
La prima tappa è stata Edimburgo. Punto di arrivo con l'aereo e primo vero assaggio di Scozia.
Non so se voi condividete il mio stesso amore per tutto ciò che è british, ma se lo fate sappiate che appena uscite dall'aeroporto respirerete l'aria inglese quasi come se foste a Londra, con la differenza che lì è tutto più moderato. Durante il tragitto in taxi dall'aeroporto all'appartamento abbiamo passato intere vie con casette basse tipicamente inglesi, che quasi sembravano cottages, e più in centro palazzine di pietra scura con cespugli di fiori in piena fioritura. Bellissimo.
Edimburgo è una cittadina piccola, contenuta, che si gira tranquillamente a piedi o, se vi avventurate più all'esterno, è raggiungibile con i taxi in pochi minuti. Il centro è la parte più turistica e pittoresca, mentre alcune zone della periferia non sono niente di che, sembra una qualsiasi città inglese.
Il primo consiglio che vi do, e vi suggerisco di seguirlo a meno che non siate appassionati seri, evitate i giorni del Fringe come se ci fosse la peste bubbonica. Noi abbiamo vissuto Edimburgo senza e con Fringe e la differenza è stata abissale. Una città così piccola, già normalmente congestionata di turisti, con il Fringe diventa un carnaio infernale: il Royal Mile è un pigia pigia, non si vede niente, non si passa da nessuna parte, non si trova spazio nemmeno per fermarsi sui marciapiedi. Il livello di caos e di rumore è talmente alto che sono scappata più volte dal centro per infilarmi in qualche stradina per sbucare in una zona deserta.
Senza un ordine di visita - perché onestamente non me lo ricordo - elencherò le cose che abbiamo visto e vi darò qualche dritta. In modo molto casuale parto con il Castello di Edimburgo.
Il Castello è stata un po' una delusione: è sicuramente bello e ricco di cose da vedere ma non corrisponde alla nostra idea di castello e la visita, se non è fatta secondo un ordine preciso, rischia di diventare dispersiva. Ci sono veramente tante cose da vedere già dall'entrata (nel cortile dove fanno il Military Tattoo) con le statue di William Wallace e Robert the Bruce, fino al belvedere dove c'è una bellissima vista della città - inutile dire, è quasi impossibile fare una foto panoramica senza che ci sia qualche intruso. Molto interessanti da vedere sono le prigioni sotterranee e il National War Museum dove potrete vedere, oltre alle armi, anche le divise dei soldati.
Comprate il biglietto online per evitare le code e usate l'audioguida, organizzatevi in modo da entrare appena apre la mattina per evitare la ressa che si crea a metà giornata.
Comprate il biglietto online per evitare le code e usate l'audioguida, organizzatevi in modo da entrare appena apre la mattina per evitare la ressa che si crea a metà giornata.
Il Royal Mile è la famosa strada del centro, ricca di attrazioni e di negozi, che porta dal centro - nella parte bassa - al castello ed è la più frequentata. Se volete vedere la 'cartolina' di Edimburgo questa è la zona più famosa. Ci sono suonatori di cornamuse - lasciate qualche monetina - che sopportano stoicamente i turisti che si affiancano per fare foto, negozi di souvenirs, ristoranti e pub. Ma, se fate attenzione, perpendicolari al Royal Mile ci sono tante stradine che portano ad angoli nascosti della città. Per esempio la Lady's Stairs Close porta a delle scale e poi al Writers' Museum - gratis, ricco di cimeli di Stevenson, Scott e Burns.
Il Royal Botanic Garden sono i giardini pubblici a entrata gratuita, si pagano solamente alcune zone, e racchiudono moltissime piante rare e una serra in stile vittoriano. Quando il Fringe ci ha fatto salire l'odio per l'umanità ci siamo rifugiate in questo angolo di Paradiso: ci vanno gli abitanti, le famiglie, le persone che vogliono fare una passeggiata nel verde ed è sicuramente un bel modo per passare il pomeriggio fuori dal caos turistico.
Decorazione floreale nel centro |
Greyfriars Kirkyard e Greyfriars Kirk. Forse vi sembrerà strano, ma io sono appassionata di cimiteri, soprattutto di quelli antichi. Mi piace visitarli, mi piace guardare le lapidi e mi piace la tranquillità che c'è. Nessuno fa casino nei cimiteri (tranne a La Chapelle, lì ci sono dei cafoni fotonici). Il Greyfriars è piccolo, su una collinetta erbosa di fianco alla chiesa e si arriva tramite degli scalini o dalla salita principale. Ci sono alcune tombe famose, ma in pochi danno grande importanza al prestigio dei suoi defunti. Sembra essere più che altro un luogo di ritrovo e di relax per gli abitanti: molti si fermano sul prato, alcuni passeggiano, altri fanno foto, è sì un cimitero ma si respira aria di pace e serenità.
Sempre in zona si trova la statua di Greyfriars Bobby, il cagnetto famoso per essere rimasto sulla tomba del padrone per 14 anni. E' un angolo di strada preso d'assalto da chi vuole farsi il selfie con la statua. Io sono scappata.
Se siete Potterheads non ci sarà bisogno di altra spiegazione, ma se non lo siete - vergogna! - vi dirò che una tappa fondamentale se visitate Edimburgo è l'Elephant House, il café dove J. K. Rowling ha scritto buona parte di Harry Potter e la Pietra Filosofale. Visto da fuori non è niente di speciale, dentro potete sedervi a bere un thé, ma la magia è nei bagni! Appena entrate vi troverete dentro milioni di scritte sulle pareti, sul soffitto, sul pavimento, sullo scarico del water, sulle porte, sulle serrature, sulle tubature. Potterheads di tutto il mondo hanno lasciato il loro segno, e io con loro. Emozionante.
Non troppo lontano dal centro e dal castello c'è una zona che sembra non appartenere ad una città. Si tratta del complesso di Holyrood, il parco e il palazzo, che sorgono ai piedi dell'Arthur'seat una collina ripida dalla quale si può avere una visione della città dall'alto. Noi non siamo salite sul vulcano, sono circa 50 minuti di camminata in salita, perché quel giorno pioveva, in compenso abbiamo visitato il palazzo - non il parco, non era visitabile con il nostro biglietto.
Holyroodhouse è la residenza ufficiale della famiglia reale in Scozia. Cioè William, Kate, la regina...sì tutti loro la usano come residenza estiva e fare il giro delle stanze pensando che di lì è passata pure Elisabetta mi ha fatto una certa impressione. Gli interni sono bellissimi, curati, con un percorso obbligatorio girerete tutte le stanze - comprese le camere private di Maria Stuart - e con l'audioguida (indispensabile) vi godrete la visita al 100%.
L'esterno è altrettanto bello e suggestivo. Come parte finale della visita passerete dentro Holyrood Abbey, un'abbazia ormai in rovina - ma le rovine sono così emozionanti da visitare e belle da fotografare! - che, si dice, prenda il nome dalla presenza nel passato di un frammento della vera croce.
Queste sono solo alcune cose da vedere di questa bellissima città. Ogni angolino, ogni scorcio, ogni cosa particolare non sono possibili da elencare, perché sono ricordi che rimangono in ognuno di noi. Edimburgo è una città bellissima, piccola ma ricca, ed è sicuramente una tappa necessaria per iniziare o finire il viaggio in Scozia. Vi consiglio, oltre a programmarvi le cose da vedere, di passeggiare senza meta, andare dove capita e godervi la giornata. Certi angolini li abbiamo scoperti proprio così, e a volte è anche il metodo migliore per visitare una città!
Bene, questa prima tappa - lunghissima, ma mi sembra di non avervi detto niente - è finita.
Con la prossima si va verso Nord!
Holyroodhouse è la residenza ufficiale della famiglia reale in Scozia. Cioè William, Kate, la regina...sì tutti loro la usano come residenza estiva e fare il giro delle stanze pensando che di lì è passata pure Elisabetta mi ha fatto una certa impressione. Gli interni sono bellissimi, curati, con un percorso obbligatorio girerete tutte le stanze - comprese le camere private di Maria Stuart - e con l'audioguida (indispensabile) vi godrete la visita al 100%.
L'esterno è altrettanto bello e suggestivo. Come parte finale della visita passerete dentro Holyrood Abbey, un'abbazia ormai in rovina - ma le rovine sono così emozionanti da visitare e belle da fotografare! - che, si dice, prenda il nome dalla presenza nel passato di un frammento della vera croce.
Queste sono solo alcune cose da vedere di questa bellissima città. Ogni angolino, ogni scorcio, ogni cosa particolare non sono possibili da elencare, perché sono ricordi che rimangono in ognuno di noi. Edimburgo è una città bellissima, piccola ma ricca, ed è sicuramente una tappa necessaria per iniziare o finire il viaggio in Scozia. Vi consiglio, oltre a programmarvi le cose da vedere, di passeggiare senza meta, andare dove capita e godervi la giornata. Certi angolini li abbiamo scoperti proprio così, e a volte è anche il metodo migliore per visitare una città!
Bene, questa prima tappa - lunghissima, ma mi sembra di non avervi detto niente - è finita.
Con la prossima si va verso Nord!
Vi aspetto!
venerdì 11 dicembre 2015
Ron Moore: reazioni alle nomination dei GG
Outlanders, è il momento di tirar fuori un po'di whisky scozzese e brindare alla notizia che Outlander si è portato a casa una nomination ai Golden Globe come miglior serie drammatica e due nomination separate per gli attori Caitriona Balfe e Tobias Menzies. E' un grande traguardo per lo showrunner Ronald D. Moore, che dormiva ed era sotto le coperte nella sua casa di Los Angeles quando ha ricevuto questa grandissima notizia.
"Dormivo. Mi ero dimenticato che erano oggi e il mio telefono ha cominciato a suonare e ho pensato, 'Chi diavolo continua a chiamarmi?' Era il mio agente", dice Moore ridendo. "Era tipo 'Hai avuto una nomination ai Golden Globe!' Oh mio Dio."
Moore, che prevede di festeggiare con una colazione gigantesca - in particolare, "con alcune ottime uova alla benedict", - dice di essere orgoglioso che Caitriona Balfe sia stata nominata insieme alle candidate Viola Davis, Eva Green, Taraji P. Henson e Robin Wright.
"Se si pensa a ciò che ha fatto, essere presente in ogni scena, oltre alla sua voce fuori campo, non si può fare a meno di essere colpiti da Cait", dice Moore dell'attrice irlandese, che interpreta Claire Beauchamp nella serie storica ambientata in Scozia. "E' una performance unica ed è una grande responsabilità...si è guadagnata il suo posto in quella categoria."
Anche se non ha ancora avuto la possibilità di parlare con Menzies - ha inviato le sue congratulazioni alla Balfe via e-mail - Moore è altrettanto entusiasta che Tobias Menzies abbia guadagnato una nomination per la sua interpretazione nel doppio ruolo di Frank Randall e Jonathan "Black Jack" Randall. Come i fan sanno, i due personaggi non potrebbero essere più diversi - uno è un mite professore di storia, l'altro un sanguinario ufficiale dell'esercito - ed è la gestione del materiale sensibile di quest'ultimo da parte di Menzies che Moore dice essere degna della considerazione da parte del HFPA.
"Tobias non ha mai reso Jack Randall un mostro," riflette Moore. "Era un essere umano che stava facendo qualcosa di orribile. C'era umanità in quel personaggio che è sempre stata presente. Questo è un enorme riconoscimento a ciò che è stato in grado di fare con quel ruolo".
Mentre un enorme Sláinte è doveroso sia per le Balfe che per Menzies, i fan non sono stati esattamente timidi nell'esprimere la loro indignazione per l'esclusione di Sam Heughan - e Moore condivide la loro delusione.
"E' una grande fetta del successo dello spettacolo. Abbiamo sempre pensato a lui, Cait e Tobias come il nostro grandi trio", dice Moore. "E' un anno molto competitivo, una categoria molto difficile. Vorrei che Sam fosse stato incluso, ma nei nostri cuori lo è assolutamente perché se lo merita incredibilmente."
Detto questo, c'è sempre il prossimo anno - e Moore dice che la performance di Heughan nella prossima stagione porterà sicuramente un gran numero di premi.
"Ha una parte molto più grande nella seconda stagione. Se si pensa all'arco del suo personaggio in questa prima stagione, ha avuto una costruzione molto più lenta", afferma Moore. "E' stata davvero la storia di Claire che comprendeva alcune situazioni e personaggi lungo la strada. Ha certamente molto più materiale su cui basarsi nella seconda stagione rispetto alla prima."
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"Dormivo. Mi ero dimenticato che erano oggi e il mio telefono ha cominciato a suonare e ho pensato, 'Chi diavolo continua a chiamarmi?' Era il mio agente", dice Moore ridendo. "Era tipo 'Hai avuto una nomination ai Golden Globe!' Oh mio Dio."
Moore, che prevede di festeggiare con una colazione gigantesca - in particolare, "con alcune ottime uova alla benedict", - dice di essere orgoglioso che Caitriona Balfe sia stata nominata insieme alle candidate Viola Davis, Eva Green, Taraji P. Henson e Robin Wright.
"Se si pensa a ciò che ha fatto, essere presente in ogni scena, oltre alla sua voce fuori campo, non si può fare a meno di essere colpiti da Cait", dice Moore dell'attrice irlandese, che interpreta Claire Beauchamp nella serie storica ambientata in Scozia. "E' una performance unica ed è una grande responsabilità...si è guadagnata il suo posto in quella categoria."
Anche se non ha ancora avuto la possibilità di parlare con Menzies - ha inviato le sue congratulazioni alla Balfe via e-mail - Moore è altrettanto entusiasta che Tobias Menzies abbia guadagnato una nomination per la sua interpretazione nel doppio ruolo di Frank Randall e Jonathan "Black Jack" Randall. Come i fan sanno, i due personaggi non potrebbero essere più diversi - uno è un mite professore di storia, l'altro un sanguinario ufficiale dell'esercito - ed è la gestione del materiale sensibile di quest'ultimo da parte di Menzies che Moore dice essere degna della considerazione da parte del HFPA.
"Tobias non ha mai reso Jack Randall un mostro," riflette Moore. "Era un essere umano che stava facendo qualcosa di orribile. C'era umanità in quel personaggio che è sempre stata presente. Questo è un enorme riconoscimento a ciò che è stato in grado di fare con quel ruolo".
Mentre un enorme Sláinte è doveroso sia per le Balfe che per Menzies, i fan non sono stati esattamente timidi nell'esprimere la loro indignazione per l'esclusione di Sam Heughan - e Moore condivide la loro delusione.
"E' una grande fetta del successo dello spettacolo. Abbiamo sempre pensato a lui, Cait e Tobias come il nostro grandi trio", dice Moore. "E' un anno molto competitivo, una categoria molto difficile. Vorrei che Sam fosse stato incluso, ma nei nostri cuori lo è assolutamente perché se lo merita incredibilmente."
Detto questo, c'è sempre il prossimo anno - e Moore dice che la performance di Heughan nella prossima stagione porterà sicuramente un gran numero di premi.
"Ha una parte molto più grande nella seconda stagione. Se si pensa all'arco del suo personaggio in questa prima stagione, ha avuto una costruzione molto più lenta", afferma Moore. "E' stata davvero la storia di Claire che comprendeva alcune situazioni e personaggi lungo la strada. Ha certamente molto più materiale su cui basarsi nella seconda stagione rispetto alla prima."
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giovedì 10 dicembre 2015
Outlander e i Golden Globes
Dopo tanta attesa, finalmente Outlander ha ottenuto le nomination ai Golden Globes:
Outlander ha guadagnato la nomination come Best Drama insieme a Empire, Il Trono di Spade, Mr. Robot e Narcos.
Anche gli attori hanno ricenuto delle nominations infatti Caitriona Balfe è in lista per ricevere il premio di Miglior Attrice in una serie TV insieme a Viola Davis (How to get away with murder), Eva Green (Penny Dreadful), Taraji P. Henson (Empire) e Robin Wright (House of Cards) e Tobias Menzies come Miglior Attore Non Protagonista insieme a Alan Cumming (The Good Wife), Damian Lewis (Wolf Hall), Ben Mendelson (Bloodline) e Christian Slater (Mr. Robot).
Purtroppo l'unico a non aver ottenuto la nomination è il protagionista maschile di Outlander che tutti amiamo, Sam Heughan con il suo Jamie Fraser.
Outlander ha guadagnato la nomination come Best Drama insieme a Empire, Il Trono di Spade, Mr. Robot e Narcos.
Anche gli attori hanno ricenuto delle nominations infatti Caitriona Balfe è in lista per ricevere il premio di Miglior Attrice in una serie TV insieme a Viola Davis (How to get away with murder), Eva Green (Penny Dreadful), Taraji P. Henson (Empire) e Robin Wright (House of Cards) e Tobias Menzies come Miglior Attore Non Protagonista insieme a Alan Cumming (The Good Wife), Damian Lewis (Wolf Hall), Ben Mendelson (Bloodline) e Christian Slater (Mr. Robot).
Purtroppo l'unico a non aver ottenuto la nomination è il protagionista maschile di Outlander che tutti amiamo, Sam Heughan con il suo Jamie Fraser.
martedì 8 dicembre 2015
In arrivo il libro Colora Outlander!
Festeggiamo insieme, miei Outlanders!
Anche se con un filino di ritardo rispetto allo slancio dell'edizione originale, The Official Outlander Coloring Book uscirà anche in Italia.
Meglio tardi che mai, anche se mi sarebbe piaciuto averlo prima.
Già mi vedevo a Natale, a colorare mentre sgranocchiavo torrone dopo un pranzo di ottomila portate. Altro che digestione impegnativa, mi sarei messa a colorare il petto nudo di Jamie con una devozione che neanche alla tombolata di famiglia. Vorrà dire che da qui a Marzo mi organizzerò a recuperare pastelli degni di passare sui nostri personaggi preferiti.
Se siete curiosi e, prima di comprarlo, volete farvi un'idea di com'è fatto dentro - le tavole, il disegno, ecc. - su Amazon ci sono delle belle recensioni (di cui una anche video) e una preview di alcune tavole.
Non so voi, ma io lo prenderò di sicuro!
RadioTimesAwards: I ringraziamenti di Diana e Sam
Le star di Outlander ringraziano i fan dopo aver vinto i RadioTimesAwards nella sezione Sci-fi e Fantasy.
L'autrice americana Diana Gabaldon e l'attore scozzese Sam Heughan, che interpreta Jamie Fraser nello show, hanno usato twitter per ringraziare i fans per il loro supporto.
Lo show sul viaggio nel tempo, che si basa sui romanzi di successo di Diana Gabaldon, è stato incoronato Sci-Fi and Fantasy Show Champion del 2015, dopo aver vinto la finale con oltre il 70 per cento dei voti contro Jessica Jones della Marvel Jessica Jones.
Gran parte della seconda stagione di Outlander, che si basa sul secondo romanzo di Diana, Dragonfly in Amber (L'Amuleto d'Ambra e Il Ritorno in Italia) , avrà la sua ambientazione in Francia.
La storia vede Claire (Caitriona Balfe) e Jamie (Sam Heughan) provare a cambiare il corso della storia nel tentativo di fermare la rivolta giacobita in arrivavo cercando Bonnie Prince Charlie.
Lo spettacolo tornerà sugli schermi la prossima primavera, ma le riprese in Scozia continuano.
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L'autrice americana Diana Gabaldon e l'attore scozzese Sam Heughan, che interpreta Jamie Fraser nello show, hanno usato twitter per ringraziare i fans per il loro supporto.
Lo show sul viaggio nel tempo, che si basa sui romanzi di successo di Diana Gabaldon, è stato incoronato Sci-Fi and Fantasy Show Champion del 2015, dopo aver vinto la finale con oltre il 70 per cento dei voti contro Jessica Jones della Marvel Jessica Jones.
Gran parte della seconda stagione di Outlander, che si basa sul secondo romanzo di Diana, Dragonfly in Amber (L'Amuleto d'Ambra e Il Ritorno in Italia) , avrà la sua ambientazione in Francia.
La storia vede Claire (Caitriona Balfe) e Jamie (Sam Heughan) provare a cambiare il corso della storia nel tentativo di fermare la rivolta giacobita in arrivavo cercando Bonnie Prince Charlie.
Lo spettacolo tornerà sugli schermi la prossima primavera, ma le riprese in Scozia continuano.
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lunedì 7 dicembre 2015
Estratto 9° libro
Mangia Tartarughe ingoiò la sua ultima porzione di pasticcio di tacchino e fece un forte rutto di apprezzamento in direzione di Rachel, poi le porse il suo piatto, dicendo: "Ancora", prima di riprendere la storia che stava raccontando tra un boccone e l'altro. Per fortuna, era per lo più in Mohawk, mentre le parti in inglese parevano avere a che fare con uno dei suoi cugini che aveva subito un parziale sventramento molto comico a seguito di un incontro con un alce infuriato.
Rachel prese il piatto e lo riempì, fissando molto duramente la parte posteriore della testa di Mangia Tartarughe e immaginando che la luce di Cristo lo colpisse. A causa di un'infanzia da orfana e di privazioni, aveva una notevole pratica in tale discernimento ed era in grado di sorridere piacevolmente a Tartarughe mentre gli porgeva il piatto appena riempito ai suoi piedi per non interromperne i gesti.
Il lato positivo, rifletté guardando la culla, era che la conversazione degli uomini aveva cullato Oggy in uno stato di torpore. Con un'occhiata catturò l'attenzione di Ian e con un cenno del capo verso la culla, uscì a godersi il piacere più raro per una madre: dieci minuti da solo nella latrina.
Uscendone rilassata nel corpo e nella mente, non era molto incline a tornare nella stanza. Pensò brevemente di raggiungere a piedi la Grande Casa e far visita a Brianna e Claire, ma la stessa Jenny vi era già andata quando era diventato evidente che i Mohawk avrebbero passato la notte nella casa dei Murray. Rachel era molto affezionata a sua suocera, ma adorava Oggy ed amava follemente Ian - e non voleva la compagnia di nessuno di loro in quel momento.
La serata era fredda, ma non rigida e aveva uno spesso scialle di lana. Una luna gibbosa stava sorgendo in mezzo ad un campo di stelle gloriose e la pace del Cielo sembrava traspirare dalla foresta d'autunno, pungente per le conifere e delicato per le foglie morte. Percorse con attenzione la strada che portava al pozzo, si fermò per bere un sorso d'acqua fredda e poi continuò, arrivando un quarto d'ora più tardi sul bordo di uno sperone roccioso che regalava una vista infinita di montagne e valli, di giorno. Di notte, era come stare seduti sul bordo dell'eternità.
La pace filtrava nella sua anima con il freddo della notte e la cercò, la accolse. Ma c'era ancora una parte della sua mente che era inquieta e un bruciore nel suo cuore era in contrasto con la grande tranquillità che la circondava.
Ian non le avrebbe mai mentito. Aveva detto così, e lei gli aveva creduto. Ma non era così sciocca da pensare che ciò significasse che le avrebbe detto tutto ciò che desiderasse sapere. E lei avrebbe fortemente voluto sapere qualcosa di più su Wakyo'tenyensnohnsa, la donna Mohawk che Ian aveva chiamato Emily... e che aveva amato.
Forse era ancora viva, forse no. Se lei era ancora viva... in che situazione si sarebbe trovata?
Per la prima volta, le venne in mente di chiedersi quanti anni potesse avere Emily, e come fosse il suo aspetto. Ian non lo aveva mai detto; lei non lo aveva mai chiesto. Non le era sembrato importante, ma ora...
Bene. Quando l'avrebbe trovato da solo, glielo avrebbe chiesto, ecco tutto. E con determinazione, rivolse il viso alla luna e il suo cuore alla sua luce interiore e si impose di aspettare.
Rachel prese il piatto e lo riempì, fissando molto duramente la parte posteriore della testa di Mangia Tartarughe e immaginando che la luce di Cristo lo colpisse. A causa di un'infanzia da orfana e di privazioni, aveva una notevole pratica in tale discernimento ed era in grado di sorridere piacevolmente a Tartarughe mentre gli porgeva il piatto appena riempito ai suoi piedi per non interromperne i gesti.
Il lato positivo, rifletté guardando la culla, era che la conversazione degli uomini aveva cullato Oggy in uno stato di torpore. Con un'occhiata catturò l'attenzione di Ian e con un cenno del capo verso la culla, uscì a godersi il piacere più raro per una madre: dieci minuti da solo nella latrina.
Uscendone rilassata nel corpo e nella mente, non era molto incline a tornare nella stanza. Pensò brevemente di raggiungere a piedi la Grande Casa e far visita a Brianna e Claire, ma la stessa Jenny vi era già andata quando era diventato evidente che i Mohawk avrebbero passato la notte nella casa dei Murray. Rachel era molto affezionata a sua suocera, ma adorava Oggy ed amava follemente Ian - e non voleva la compagnia di nessuno di loro in quel momento.
La serata era fredda, ma non rigida e aveva uno spesso scialle di lana. Una luna gibbosa stava sorgendo in mezzo ad un campo di stelle gloriose e la pace del Cielo sembrava traspirare dalla foresta d'autunno, pungente per le conifere e delicato per le foglie morte. Percorse con attenzione la strada che portava al pozzo, si fermò per bere un sorso d'acqua fredda e poi continuò, arrivando un quarto d'ora più tardi sul bordo di uno sperone roccioso che regalava una vista infinita di montagne e valli, di giorno. Di notte, era come stare seduti sul bordo dell'eternità.
La pace filtrava nella sua anima con il freddo della notte e la cercò, la accolse. Ma c'era ancora una parte della sua mente che era inquieta e un bruciore nel suo cuore era in contrasto con la grande tranquillità che la circondava.
Ian non le avrebbe mai mentito. Aveva detto così, e lei gli aveva creduto. Ma non era così sciocca da pensare che ciò significasse che le avrebbe detto tutto ciò che desiderasse sapere. E lei avrebbe fortemente voluto sapere qualcosa di più su Wakyo'tenyensnohnsa, la donna Mohawk che Ian aveva chiamato Emily... e che aveva amato.
Forse era ancora viva, forse no. Se lei era ancora viva... in che situazione si sarebbe trovata?
Per la prima volta, le venne in mente di chiedersi quanti anni potesse avere Emily, e come fosse il suo aspetto. Ian non lo aveva mai detto; lei non lo aveva mai chiesto. Non le era sembrato importante, ma ora...
Bene. Quando l'avrebbe trovato da solo, glielo avrebbe chiesto, ecco tutto. E con determinazione, rivolse il viso alla luna e il suo cuore alla sua luce interiore e si impose di aspettare.
by Diana Gabaldon
domenica 6 dicembre 2015
Estratto 9° libro: Cugina Amaranthus
"Me lo passeresti?" Amaranthus spostò sapientemente il bambino da una spalla all'altra e fece un cenno verso un altro panno imbottito che giaceva a terra vicino ai suoi piedi. William lo raccolse con circospezione, ma si rivelò essere pulito, per il momento.
"Non aveva una tata?" Chiese, consegnandole il panno.
"Ce l'aveva", disse Amaranthus, aggrottando leggermente le sopracciglia mentre asciugava il viso del bambino. "L'ho mandata via."
"Ubriachezza?" Chiese, ricordando ciò che Lord John aveva detto del cuoco.
"Tra le altre cose. Ubriaca, a volte - troppe volte - e sporca a modo suo"
"Sporca nel senso di sporcizia, o ... ehm ...di mancanza di oculatezza nei rapporti con l'altro sesso?"
Lei rise, nonostante l'argomento.
"Entrambe le cose. Se non sapessi già che sei figlio di Lord John, questa domanda l'avrebbe chiarito. O meglio" si corresse, raccogliendo attorno a sè il suo abito, "il vostro fraseggio piuttosto che la domanda sin sè. Tutti i Grey, tutti quelli che ho incontrato finora, parlano così ".
"Sono il figliastro di Sua Signoria," rispose tranquillamente. "Ogni somiglianza d'espressione deve quindi essere una questione di vicinanza, piuttosto che di eredità."
Fece un piccolo rumore interessato e lo guardò, un sopracciglio alzato fieramente. I suoi occhi erano di quel colore tra il grigio ed il blu, notò.
"E' possibile", disse. "Mio padre dice che una specie di fringuello impara le canzoni dai propri genitori; se si prende un uovo da un nido e lo si mette in un altro ad alcune miglia di distanza, l'intruso imparerà le canzoni dei nuovi genitori, invece di quelli che hanno fatto l'uovo."
Reprimendo cortesemente il desiderio di chiedere perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi dei fringuelli, lui si limitò ad annuire.
"Non avete freddo, signora?" Chiese. Erano seduti sotto il sole e la panca di legno era calda sotto le sue gambe, ma la brezza che gli sfiorava la nuca era fredda e sapeva che lei non indossava nient'altro che la sottoveste sotto il vestito. Il pensiero gli riportò un ricordo vivido della prima volta che l'aveva vista, il seno latteo in mostra e distolse lo sguardo cercando di pensare subito ad altro.
"Qual è la professione di vostro padre?" Chiese a caso.
"E' un naturalista...quando può permettersi di esserlo," rispose lei. "E no, non ho freddo. Fa sempre troppo caldo in casa e non credo che il fumo del focolare faccia bene a Trevor; lo fa tossire."
"Forse il camino non ha un buon tiraggio. Avete detto, 'quando può permettersi di esserlo.' Cosa fa vostro padre quando non può permettersi di perseguire i suoi... ehm ... interessi particolari?"
"E' un libraio," disse con un leggero tono di sfida. "A [New York? New Jersey? Philadelphia?] Ecco dove ho incontrato Benjamin", aggiunse con un tono fermo nella voce. "Nel negozio di mio padre." Voltò leggermente la testa per vedere la reazione a queste parole. Avrebbe disapprovato la relazione ora che la vedeva come la figlia di un commerciante? Probabilmente no, pensò ironicamente, date le circostanze.
"Vi porgo le mie più sentite condoglianze per la perdita di vostro marito, signora," disse. Domandandosi cosa sapesse - cosa le era stato detto, invece, sulla morte di Benjamin, ma gli sembrava indelicato chiederlo. E sarebbe stato meglio per lui scoprire cosa sapevano Papà e zio Hal prima di avventurarsi in un territorio sconosciuto.
"Grazie." Lei distolse lo sguardo, gli occhi bassi, ma vide la sua bocca, una bocca piuttosto bella, stretta in un modo che suggeriva avesse i denti serrati.
"Dannati continentali!" Disse con improvvisa violenza. Sollevò la testa, e vide che, lungi dall'essere pieni di lacrime, i suoi occhi erano delle scintille di rabbia. "Accidenti a loro e ai loro stupidi ideali! Con tutte le teste confuse, le chiacchiere di tradimento... io" Si interruppe improvvisamente percependo il suo sbalordimento.
"Chiedo scusa, mio signore", disse rigidamente. "Io ... ero sopraffatta dalle emozioni".
"Molto...adatto", disse goffamente. "Voglio dire, abbastanza comprensibile, date le ... ehm ... circostanze." Guardò di traverso verso la casa, ma non c'era alcun rumore d'apertura di porte o vociare in segno di saluto. "Chiamatemi William, siamo cugini, vero?"
Sorrise apertamente. Aveva un bel sorriso.
"Lo siamo. Mi devi chiamare cugina Amaranthus, allora...si tratta di una pianta ", aggiunse con un'aria un po' rassegnata di una che è spesso costretta a dare questa spiegazione. "Amaranthus palmeri. Della famiglia delle Amaranthaceae. Comunemente conosciuta come amaranto."
"Non aveva una tata?" Chiese, consegnandole il panno.
"Ce l'aveva", disse Amaranthus, aggrottando leggermente le sopracciglia mentre asciugava il viso del bambino. "L'ho mandata via."
"Ubriachezza?" Chiese, ricordando ciò che Lord John aveva detto del cuoco.
"Tra le altre cose. Ubriaca, a volte - troppe volte - e sporca a modo suo"
"Sporca nel senso di sporcizia, o ... ehm ...di mancanza di oculatezza nei rapporti con l'altro sesso?"
Lei rise, nonostante l'argomento.
"Entrambe le cose. Se non sapessi già che sei figlio di Lord John, questa domanda l'avrebbe chiarito. O meglio" si corresse, raccogliendo attorno a sè il suo abito, "il vostro fraseggio piuttosto che la domanda sin sè. Tutti i Grey, tutti quelli che ho incontrato finora, parlano così ".
"Sono il figliastro di Sua Signoria," rispose tranquillamente. "Ogni somiglianza d'espressione deve quindi essere una questione di vicinanza, piuttosto che di eredità."
Fece un piccolo rumore interessato e lo guardò, un sopracciglio alzato fieramente. I suoi occhi erano di quel colore tra il grigio ed il blu, notò.
"E' possibile", disse. "Mio padre dice che una specie di fringuello impara le canzoni dai propri genitori; se si prende un uovo da un nido e lo si mette in un altro ad alcune miglia di distanza, l'intruso imparerà le canzoni dei nuovi genitori, invece di quelli che hanno fatto l'uovo."
Reprimendo cortesemente il desiderio di chiedere perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi dei fringuelli, lui si limitò ad annuire.
"Non avete freddo, signora?" Chiese. Erano seduti sotto il sole e la panca di legno era calda sotto le sue gambe, ma la brezza che gli sfiorava la nuca era fredda e sapeva che lei non indossava nient'altro che la sottoveste sotto il vestito. Il pensiero gli riportò un ricordo vivido della prima volta che l'aveva vista, il seno latteo in mostra e distolse lo sguardo cercando di pensare subito ad altro.
"Qual è la professione di vostro padre?" Chiese a caso.
"E' un naturalista...quando può permettersi di esserlo," rispose lei. "E no, non ho freddo. Fa sempre troppo caldo in casa e non credo che il fumo del focolare faccia bene a Trevor; lo fa tossire."
"Forse il camino non ha un buon tiraggio. Avete detto, 'quando può permettersi di esserlo.' Cosa fa vostro padre quando non può permettersi di perseguire i suoi... ehm ... interessi particolari?"
"E' un libraio," disse con un leggero tono di sfida. "A [New York? New Jersey? Philadelphia?] Ecco dove ho incontrato Benjamin", aggiunse con un tono fermo nella voce. "Nel negozio di mio padre." Voltò leggermente la testa per vedere la reazione a queste parole. Avrebbe disapprovato la relazione ora che la vedeva come la figlia di un commerciante? Probabilmente no, pensò ironicamente, date le circostanze.
"Vi porgo le mie più sentite condoglianze per la perdita di vostro marito, signora," disse. Domandandosi cosa sapesse - cosa le era stato detto, invece, sulla morte di Benjamin, ma gli sembrava indelicato chiederlo. E sarebbe stato meglio per lui scoprire cosa sapevano Papà e zio Hal prima di avventurarsi in un territorio sconosciuto.
"Grazie." Lei distolse lo sguardo, gli occhi bassi, ma vide la sua bocca, una bocca piuttosto bella, stretta in un modo che suggeriva avesse i denti serrati.
"Dannati continentali!" Disse con improvvisa violenza. Sollevò la testa, e vide che, lungi dall'essere pieni di lacrime, i suoi occhi erano delle scintille di rabbia. "Accidenti a loro e ai loro stupidi ideali! Con tutte le teste confuse, le chiacchiere di tradimento... io" Si interruppe improvvisamente percependo il suo sbalordimento.
"Chiedo scusa, mio signore", disse rigidamente. "Io ... ero sopraffatta dalle emozioni".
"Molto...adatto", disse goffamente. "Voglio dire, abbastanza comprensibile, date le ... ehm ... circostanze." Guardò di traverso verso la casa, ma non c'era alcun rumore d'apertura di porte o vociare in segno di saluto. "Chiamatemi William, siamo cugini, vero?"
Sorrise apertamente. Aveva un bel sorriso.
"Lo siamo. Mi devi chiamare cugina Amaranthus, allora...si tratta di una pianta ", aggiunse con un'aria un po' rassegnata di una che è spesso costretta a dare questa spiegazione. "Amaranthus palmeri. Della famiglia delle Amaranthaceae. Comunemente conosciuta come amaranto."
Miraphora in Scozia - 5. Gli scozzesi
Questo non sarà un post su quanto sono belli, virili, Sam-like gli scozzesi che ho incontrato in 11 giorni di viaggio. Non farò un poema sui loro muscoli, sui pettorali o sui bicipiti. Non parlerò di nessun giovane e aitante highlander per il semplice motivo...che non ne ho incontrato neanche uno questo post è dedicato agli scozzesi in generale, grandi e piccini, uomini e donne. Tutti.
Quindi questo sarà un inno al popolo, alla civiltà, all'educazione, alla gentilezza, alla pazienza e alla comprensione. Un inno alla popolazione più meravigliosamente fantastica con cui ho avuto a che fare nella mia vita.
Partiamo da un presupposto: la civiltà - cioè, l'essere civile - non è una qualità scontata. Non tutti sono civili all'interno della loro comunità e meno che mai verso gli stranieri o i turisti. Da italiana, vedendo come gli stranieri percepiscono la nostra cafoneria, la nostra arroganza e furbizia verso i turisti, mi aspettavo di rimanere isolata nonostante le difficoltà, come in una bolla dove il turista stesso non interagisce quasi mai con i locali. Che poi, siamo onesti, a parte le necessità primarie, si interagisce pochissimo con i cittadini dei posti che visitiamo.
Quest'anno, per forza di cose, sono stata costretta a confrontarmi spessissimo con gli scozzesi e non intendo solo i camerieri, i commessi, o chi svolge un lavoro che ha contatti continui con il pubblico.
Intendo polizia, assicuratori, gommisti, meccanici, assistenza stradale, centralinisti...intendo tutto quel settore che in circostanze normali - dove si parla la stessa lingua - sono già complicate e che, con due lingue diverse, diventano non solo complicate ma anche stressanti.
Spendiamo due righe sui ruoli che più capita di incrociare: i proprietari degli hotel, i commessi, i camerieri, quelle persone che servono più di tutte il turista. Tra tutti mi sento di nominare due persone, due donne, che hanno trasformato completamente i nostri soggiorni. Senza nulla togliere alle altre persone, gentili e disponibili, queste due rappresentano più di tutto quello che è, secondo me, lo spirito scozzese.
Ildiko, proprietaria del Derrybeg Bed&Breakfast di Pitlochry, una vera sagoma di simpatia, disponibilità e gentilezza. Nel momento in cui siamo arrivate al b&b, bellissimo tra l'altro, ci ha fornito una mappa e ci ha dato una serie di informazioni e di consigli per sfruttare al meglio il poco tempo che avremmo passato a Pitlochry. In più ci ha pazientemente servito un porridge in tutte le varianti che poteva proporci finché ho trovato la soluzione perfetta per me. Insomma, ci ha davvero fatto un'ottima impressione e con il suo fortissimo accento scozzese è stata la prima persona che mi ha fatto pensare ma allora l'accento esiste!
La seconda persona degna di nota e salvatrice della sottoscritta è stata la proprietaria della guesthouse Ardross & Glencairn di Inverness. Questa donna mi ha salvata nel momento di stress maggiore, quando solo l'idea di telefonare ancora alla compagnia di noleggio mi mandava in ansia. Non solo ha chiamato al posto mio la compagnia, ma ha anche gestito l'uscita dell'assistenza stradale per noi, scrivendoci un messaggio da mettere sul parabrezza per evitare multe e lasciando il suo riferimento per eventuali chiamate (che ci sono state). Insomma, questa persona ha fatto molto più che affittarci la stanza, molto più che una semplice telefonata, ha ammortizzato una difficoltà e un disagio rendendoli più semplici e gestibili.
Perché noi, nel giro di tre giorni, abbiamo bucato due gomme e la trafila che c'è dietro è una cosa dell'altro mondo...solo perché devi parlare sempre e solo in inglese. Sembra semplice, io l'inglese lo capisco benissimo e lo parlo, ma quando sei in mezzo al nulla con solo le mucche al pascolo, una linea telefonica gracchiante e l'ansia dell'essere in panne, vi posso assicurare che uscirsene con termini come flat tire, road assistance, insurance e tutto quello che è collegato, nonché spiegare la tua posizione, i dati della macchina e della polizza...diventa un incubo. Quando non ti capiscono, quando tu non li capisci, l'unica cosa che vorresti fare è mollare la macchina e tornartene indietro a piedi. Piangendo.
Ma ce l'abbiamo fatta. E' uscito l'omino - dopo 1 ora e mezzo - ci ha cambiato la gomma con il ruotino di scorta e ci ha portate dritte dal gommista. Parlare con i gommisti scozzesi è stata un'esperienza quasi mistica. Mi fissavano con un sorrisino sulle labbra tipo ma guarda sta' ragazzetta annuivano e facevano quello che volevano nonostante girassi attorno alla macchina come mamma chioccia. Per ben due volte mi sono trovata da un gommista e in tutte e due le volte ci hanno trattate benissimo, abituati come sono a trattare con i turisti (non eravamo le uniche con le gomme a terra).
Quando abbiamo trovato la seconda gomma a terra, la macchina era parcheggiata davanti alla guesthouse dove per tutta la notte il parcheggio è libero e diventa a pagamento o riservato ai bus durante la giornata. Bene, la nostra macchina era proprio nel parcheggio riservato ai bus, e mi sono accorta per caso che ci stavano girando attorno due poliziotti che ci stavano facendo la multa. Quando sono uscita per parlare con loro, facendo vedere la gomma e spiegando che non potevamo spostarla, la poliziotta non solo ha tramutato la multa in warning (a valore zero £) ma mi ha anche dimostrato una partecipazione sorprendente: mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto per chiamare l'assistenza, se erano già in viaggio, se potevano aiutarmi in qualche modo, tutto condito da un che sfortuna, poverina che mi ha dato un sacco di conforto. Lo so che penserete è il loro lavoro, ma dall'essere professionali all'essere umani e professionali c'è un abisso a volte incolmabile.
Quindi ecco, credo di amare gli scozzesi. Credo che un livello tale di generosità, di gentilezza e di civiltà non lo troverò tanto presto e mi manca tantissimo. Mi manca così tanto che ci tornerei solo per sentirmi così benvoluta e rispettata. Tornare a Milano in mezzo agli italiani è stato traumatico.
Certo, così come abbiamo incontrato tante brave persone, ci sono state anche quelle meno gentili ma è piuttosto normale, da turista, trovarsi di fronte un cameriere annoiato, un tassista scazzato e commessi molto poco pazienti. Va bene così, i miei ricordi positivi superano di gran lunga quelli negativi.
Chiudo questo post lungo e serioso con che il karma mi faccia rinascere scozzese!
Alla prossima!