domenica 11 ottobre 2015

Estratto dal 9° libro. Titoli nobiliari e duelli.

"Ti manca l'Inghilterra?" Chiese Hal bruscamente.
"A volte," rispose onestamente William. "Ma non ci penso molto", aggiunse con poca onestà.
"Sì." Il volto di suo zio sembrava rilassato, quasi malinconico nella luce morente. "Ma non hai una moglie lì o bambini. Nè qualcosa di tutto tuo, per ora."
"No."
I suoni del campo erano ancora udibili, ma attutiti ​​dal ritmo della risacca ai loro piedi, il passaggio delle nuvole silenziose sopra le loro teste.
Il problema con il silenzio era che permetteva ai pensieri nella sua testa di diventare faticosamente insistenti, come il ticchettio di un orologio in una stanza vuota. La compagnia di Cinnmon, per quanto disturbasse di tanto in tanto, gli aveva consentito di sfuggir loro quando ne aveva bisogno.
"Come si fa a rinunciare a un titolo?"
Non aveva effettivamente l'intenzione di chiederlo ed si era sorpreso nel sentire quelle parole uscirgli dalla bocca. Zio Hal, al contrario, non sembrava affatto sorpreso.

"Non è possibile."
William guardò verso suo zio, che stava ancora guardando imperturbabile verso il mare, il vento che gli accarezzava le ciocche di capelli scuri sfuggiti dalla coda.

"Che significa, non posso? A chi interessa se rinuncio al mio titolo o no?"
Lo Zio Hal guardò William con amorevole impazienza.
"Non sto parlando retoricamente, testone. Intendo letteralmente. Non si può rinunciare a un titolo nobiliare. Non c'è un modo stabilito dalla legge o dagli usi per farlo, ergo, non può essere fatto."
"Ma tu..." William si fermò, sorpreso.
"No, non l'ho fatto," disse suo zio seccamente. "Se avessi potuto, ai tempi, l'avrei fatto, ma non potevo, quindi non l'ho fatto. Il meglio che sono riuscito a fare è stato smettere di usare il titolo di 'Duca' e minacciare di mutilare fisicamente chiunque lo usasse per riferirsi o rivolgersi a me. Mi ci sono voluti diversi anni per chiarire che lo intendevo davvero," aggiunse bruscamente.
"Davvero?" Chiese William cinicamente, fissando suo zio. "Chi hai mutilato?"
In realtà aveva supposto che lo zio stesse parlando retoricamente e fu preso alla sprovvista quando l'allora e attuale Duca corrucciò la fronte nello sforzo di ricordare.
"Oh... diversi scribacchini - sono come gli scarafaggi, sai; ne schiacci uno e gli altri scappano tutti nell'ombra, ma appena ti giri tornano in massa, che banchettano allegramente sulla tua carcassa e sputano lerciume sulla tua vita."
"Ti ha mai detto nessuno che ci sai fare con le parole, zio?"
"Sì," rispose lo zio. "Ma oltre a picchiare qualche giornalista, ho sfidato George Washcourt - adesso è Marchese di Clermont, ma non lo era a quei tempi - Herbert Villiers, Visconte di Brunton, e un gentiluomo di nome Radcliffe. Oh, e un certo Colonnello Phillips, del 34esimo - cugino del Conte di Wallenberg."
"Intendi a duello? E hai combattuto con tutti loro?"
"Certamente. Beh, non con Villiers, perché si prese un colpo di freddo al fegato e morì prima che potessi, ma altrimenti... ma non è questo il punto."

**estratto aggiornato il 19 febbraio 2016**

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