lunedì 23 luglio 2012

V° Estratto da Written In My Own Heart's Blood

Brianna chiuse la mano sul tagliacarte, ma anche se aveva calcolato la distanza, l'ostacolo della scrivania e l'inadeguatezza della lama di legnoa malincuore aveva concluso che non poteva uccidere il bastardo. Non ancora.
"Dov'è mio figlio?"
"E' ok".
Si alzò di scatto e lui si allontanò un po all'indietro in risposta. Il suo viso arrossì indurì la sua espressione.
"Deve stare maledettamente meglio di 'ok' " scattò lei. "Ho detto, dove si trova?"
"Oh, no, tesoro", disse dondolandosi un po' sui talloni fingendo nonchalance. "Non è il modo in cui stiamo giocando. Non stasera ".
Dio, perché Roger non teneva un martello o uno scalpello o qualcosa di utile nel cassetto della scrivania? Si aspettava che graffettasse questo idiota? Si impose, entrambe le mani appoggiate sulla scrivania, di non saltargli addosso e alla gola.

"Io non sto giocando", disse tra denti. "E nemmeno tu. Dov'è Jemmy? "
Allungò un dito verso di lei. I suoi occhi erano molto luminosi e vedeva il sudore imperlinargli le basette.

"Non siete più la padrona, signora MacKenzie. Sono io che detto legge ora."
"Oh, lo credi, vero?" Chiese più gentilmente che poteva. I suoi pensieri stavano scivolando verso il passato come granelli di sabbia in una clessidra, una cascata strisciante di cosa sarebbe accaduto e se io? No, sì...
"Lo credo, sì." Il suo colorito, già acceso, aumentò di più e si leccò le labbra. "Stai per scoprire come ci si sente ad avere il culo a terra, tesoro. Alzati".

 Traduzione amatoriale e quindi non ufficiale, fatta senza scopo di lucro

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