martedì 29 luglio 2025

Libro 10: Ardo per te, Sassenach

[Jamie, William e Claire nell'atrio vicino alla porta d'ingresso aperta, gli uomini in procinto di partire.]
«Vai avanti e saluta Frances, aye?» disse Jamie. «Sta aspettando vicino ai cavalli». William sembrò momentaneamente sorpreso, ma i suoi occhi si spostarono verso Claire e di nuovo verso Jamie. Il ragazzo fece un passo avanti, prese la mano di Claire e si inchinò su di essa.
«Grazie per la tua gentilezza, Madre Claire», disse, e le baciò leggermente le nocche. «Non preoccuparti; lo riporterò indietro sano e salvo». Senza guardare Jamie, si voltò e scese i gradini, due alla volta.
Claire stava sorridendo della sua impudenza, un vero sorriso, e Jamie benedisse il ragazzo per questo. Prima che lo sguardo di terrore potesse tornare in lei, la strinse a sé, le tolse la cuffia e la baciò. Il suo corpo gli venne subito incontro, e le cose furono come dovevano essere, anche se solo per un momento.
«Tha mi a ' losgadh dhut, a Sassunaich», disse. La sua mano era sulla nuca di lei e i suoi capelli, liberati dalla cuffia, gli cadevano sulle nocche, caldi e pesanti. «Agus bidh mi an-còmhnaidh.»
«Hai appena detto che i miei capelli hanno un odore strano?» chiese, tirandosi indietro per guardarlo. Si toccò i capelli, aggrottando un po' le sopracciglia.
«Davvero?» La strinse di nuovo a sé e inspirò ostentatamente. I suoi capelli sapevano del fumo della colazione e dell’odore muschiato delle lenzuola. Fece scorrere delicatamente la mano su di essi, lisciandoli - per quanto era possibile - e infilandoli dietro le orecchie.. Le sue orecchie non sporgevano, ma lui le notò: erano delicate ed eleganti e improvvisamente avrebbe voluto mordicchiarne una e farla squittire, ma non lo fece, dato che sentì la porta del suo ambulatorio aprirsi, a pochi metri di distanza.
Era Frances, che non era fuori con i cavalli. Lei lo guardò, e la cuffia di Claire che aveva in mano, ma poi si guardò oltre la sua spalla e si illuminò al suono dei passi di William sotto il portico.
«Mr. Fraser?» L'ombra di William cadde attraverso la luce del mattino, allungata sulle assi del pavimento, e Jamie chinò la testa e baciò di nuovo sua moglie, prima che potesse pensare che era un addio.
[fine sezione]

Frances ed io stavamo insieme sotto il portico, salutando mentre Jamie e Willie se ne andavano, con il cappello, gli stivali e gli speroni, alti sulle loro selle, armati fino ai denti e con l'aria di essere capaci  di quasi tutto.
Frances sospirò. Anch'io, ma non del tutto, per la stessa ragione. Da tempo avevo perso il conto delle occasioni in cui era partito per fare qualcosa di pericoloso, e allo stesso modo di quante volte ero stata presa dal terrore quando lo aveva fatto. Un terrore che di tanto in tanto era stato giustificato, ma scacciai quel pensiero.
«Be', c'è del sapone da fare», dissi, sperando di sembrare vivace e allegro.
«Che schifo» disse Frances, ma distrattamente, continuando a fissare il sentiero vuoto. Sospirò di nuovo. «Spero che mio marito mi dica cose del genere. Quando ne avrò uno, intendo», aggiunse.
«Cose come cosa?»
Mi guardò, sorpresa.
«Quello che vi ha appena detto Mr. Fraser nell'atrio. In gaelico».
«Cosa…? Che i miei capelli puzzavano di salsiccia bruciata?»
Rise e le sue guance divennero rosa.
«Non è quello che ha detto».
La guardai pensierosa. Ovviamente, Cyrus le aveva insegnato più di quanto pensassi.
«Che cosa ha detto, allora?»
Le sue guance divennero notevolmente più rosa, ma rispose prontamente.
«Ha detto: 'Ardo per te, donna inglese'». Emise un piccolo suono in gola e si guardò i piedi, aggiungendo dolcemente: «E lo farò sempre».
[fine sezione]

Fu solo quando uscii all'aperto per accendere il grande bollitore per fare il sapone che il vento mi soffiò i capelli negli occhi e sentii la mancanza della mia cuffia.
«Frances!» Chiamai. «Andresti a dare un'occhiata all'ingresso? Devo aver lasciato cadere la cuffia sul pavimento».
«No, non lo avete fatto» disse, sbuffando mentre posava un carico di piccoli tronchi. «Mr. Fraser se l'è messa in tasca».
[fine sezione]
*Ritratto di Jean-Baptiste-Simeon Chardin, ca. 1733.

lunedì 14 luglio 2025

Libro 10: Claire & Minnie

[No, non vi dirò dove - o precisamente – quando ha luogo questo estratto. Fuirich agus chi thu che significa “Aspettate e vedrete”, in Gaelico]

«Ho conosciuto vostro marito, tempo fa,» disse la duchessa, con naturalezza, porgendomi un bicchiere di cristallo con del vino rosso frizzante. «Era bello e affascinante, ed ero pazzamente innamorata di lui. O così pensavo.»
Non mi ero mai imbattuta nello champagne rosso prima, se si trattava di questo, ma il bicchiere era pesante nella mia mano, e il contenuto aveva un profumo divino.
«Ho conosciuto vostro marito poco tempo fa,» risposi tranquillamente. «Era un completo idiota, ma non senza un certo fascino.»
Si diede un colpetto della mano sulla bocca, e uno spruzzo di bollicine rosse le uscì dal naso.
Risi anch’io, ma trovai un fazzoletto in tempo per raccogliere il vino che mi scorreva lungo il mento. «Ecco,» dissi, porgendoglielo. Fece un cenno della testa in ringraziamento, tossendo un poco, si tamponò la faccia e me lo restituì.
«Grazie,» disse, «Sì, lo è, cosa che è un vantaggio a metà. Fastidiosamente testardo, ma smuoverebbe cielo e terra per fare ciò che pensa sia giusto, a prescindere da quanto gli costi personalmente. O a chiunque altro.»
«So perfettamente cosa intendete,» dissi mestamente. «Uomini del genere sono pericolosi.»
«Vero,» disse. «Ma mai noiosi. » Ebbi la chiara impressione, dal suo tono di voce, che non vedesse di buon occhio gli uomini noiosi.
«Devo ammettere che un uomo noioso non è molto bravo in un salotto,» dissi, lanciando un’occhiata a un grande vaso di rose rosse su un tavolino con il ripiano di marmo vicino alla porta. 
«E neanche in camera da letto,» concordò
«Fortunatamente non ne ho mai incontrato uno in simili circostanze,» dissi educatamente, «ma quello che voglio dire è che l’essere noioso non è di per sé senza valore. Un uomo noioso mi ha salvato la vita una volta.»
«In virtù dell’essere noioso?» Si sporse in avanti interessata, e versò altro vino nel suo bicchiere, poi sollevò un sopracciglio, e al mio cenno di assenso, riempì anche il mio.
«Esattamente. Rischiavo di essere bruciata come strega – in Scozia,» aggiunsi, e lei annuì come se questo spiegasse tutto, e così fu. «Era un avvocato. Respinse le accuse degli inquisitori della Chiesa, parola per parola, frase per frase, letteralmente per ore. Io stessa, sono quasi morta per la noia,» aggiunsi sinceramente. «ma li trattenne abbastanza  a lungo perché mio marito arrivasse e, ehm, si rendesse conto della cosa.»
«Oh, avrei volute vederlo! Sia la performance del vostro galante avvocato che l’arrivo giusto in tempo di vostro marito.» Sembrava sinceramente dispiaciuta. Sorrisi, ma per un istante sentii il vento freddo del lago e trasalii, aspettandomi un altro colpo sulla schiena nuda.
«Quando è successo?» chiese. «Non siete veramente una strega, suppongo?» Sembrava speranzosa e io risi.
«Alcuni anni fa,» dissi, «e quanto all’essere una strega, sembra essere discutibile, ma no.» Bevvi un sorso piuttosto abbondante. Andò giù liscio, ma con un tocco di insolita acidità. Mi schiarii la gola. «Ehm. Avete visto mio marito di recente?»
«L’ho visto proprio là, ieri pomeriggio,» disse, indicando il tappeto con il motivo a margherite. «Gli ho offerto un letto, naturalmente.»
«Ovviamente,» con un’attenta mancanza di enfasi. «Molto ospitale da parte vostra.»
Mi rivolse un largo sorriso, e mio malgrado, sorrisi a mia volta. La Duchessa di Pardloe era piccola, bionda, elegante – e senza dubbio, una peste. Inoltre, era evidente – non lo stava nascondendo – che amava suo marito ed era preoccupata per lui.
«E dal momento che immagino che attualmente mio marito non sia in nessuno dei vostri letti, vi ha per caso detto dove stava andando?»
[fine dell’estratto]

*Ritratto: Pierre-Auguste Renoir: Confidenze, 1878