domenica 18 maggio 2025

Libro 10: Buona Festa della Mamma 2025

Quando William entrò nel boschetto di pioppi dove si trovava il capanno dei Murray, vide subito Rachel, seduta su una sedia a dondolo nella veranda in camicia con uno scialle in grembo. Lei sentì i suoi passi e alzò lo sguardo, la faccia illuminata. Poi vide chi era, e mentre la luce non lasciò i suoi occhi, il suo sorriso cambiò completamente e allungò una mano verso le estremità pendenti dello scialle.
«William!» disse, e si alzò a metà, lo scialle stretto al petto. «Da dove diamine arrivi?» Il sorriso era caldo e sincero – ma lui sapeva di non essere l’uomo che lei stava aspettando.
«Mrs. Murray», disse, e si inchinò rispondendo al sorriso. «Servo vostro, ma’am».
Rise
«Nessun uomo è il servo di un altro, William e so che tu ne sei consapevole.»
«Sono al corrente che gli Amici pensano questo, sì. Ma certamente non mi priverete del piacere di offrirvi i miei miseri servizi –come amico?» Si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare; il suo cuore aveva fatto un salto quando l’aveva vista, e non era tornato del tutto al suo posto. Un cestino di baccelli di piselli verdi appena raccolti stava vicino alla sua sedia a dondolo con una ciotola di terracotta gialla, piena per metà di piselli sgranati.
«Sedetevi,» disse, facendo un cenno con la testa verso la sedia a dondolo. «Ci penso io.»
Si sedette vicino a lei, le gambe che penzolavano oltre il bordo della veranda, e tirò il cestino verso di sé.
Era consapevole di un mucchio di cose al momento, tutte riguardo a Rachel. I suoi capelli scuri erano sciolti, piuttosto scompigliati, e le sue lunghe gambe erano nude e abbronzate sotto l’orlo della sottoveste. Incrociò le caviglie – molto eleganti – quando vide la sua occhiata e lui distolse lo sguardo non volendola mettere in imbarazzo, anche se voleva ancora guardare.
Era sola; la porta del capanno era aperta e non c’era segno di nessuno all’interno.
Durante la lunga scalata verso il capanno, non aveva ammesso con sé stesso che sperava di trovarla da sola… ma così era. Quando l’aveva incontrata sulla strada per Philadelphia, lei lo aveva schiaffeggiato, gli aveva dato un calcio nello stinco e lanciato la sua cuffia. La volta successive non c’era stato tempo per conversare, data la presenza di un maniaco che brandiva un’ascia, e nel loro incontro più recente lei lo aveva chiamato galletto. Lei aveva dichiarato che si trattava di un complimento, ma non era sicuro.
Inoltre, era stato quasi tre anni prima, e sembrava abbastanza ben disposta verso di lui al momento… e ora era tranquillamente sposata.
«Le mie scuse,» disse, «Avrei dovuto pensare di portarvi qualcosa dal banchetto — c’era un’immensa quantità di cibo; abbastanza da evitare la fame a tutto il Ridge per tre mesi, almeno. Un sacco di pollo fritto, pasticci di tutti i tipi, qualcosa che mi hanno detto era corn fufu — e dal momento che è stata mia sorella a dirmelo, sono incline a crederle — patate dolci con mele e cipolle, e un maiale gigantesco. Hanno detto che è stato arrostito sottoterra per giorni, fino a che la carne non si è staccata dall’osso — l’odore copriva tutto il fianco della collina e il resto della carcassa avrebbe sfamato…»
Rachel si alzò in piedi all’improvviso, afferrò il palo che reggeva il tetto del capanno e vomitò fuori dal bordo della veranda.
«Miss Hunter! Voglio dire…Mrs.…Mrs.…» Nell’agitazione del momento il suo nome da sposata era sparito. «Rachel!» Era scattato quando lei si era alzata, e ora le afferrò il gomito per evitare che cadesse oltre la veranda.
Lei emise un suono inarticolato, facendo un gesto della mano per tenerlo lontano, e poi vomitò di nuovo, in abbondanza. Sembrava malferma anche se stava aggrappata al palo con entrambe le mani ora, e lui le mise un braccio intorno alla vita per stabilizzarla.
«Oh, Gesù!» disse, allo stesso tempo sollevato e sconvolto dal piccolo rigonfiamento rotondo che aveva toccato sotto la sua sottoveste. «Siete incinta!»
 Nonostante la sua evidente infermità, gli lanciò un’occhiata che fortunatamente non venne tradotta in inglese.
«Perdonatemi, madam,» disse togliendo con cautela la mano dalla sua cintola.
Lei agitò la mano e fece un passo indietro, collassando sulla sedia con una forza che la fece oscillare avanti e indietro brevemente. I suoi occhi erano chiusi, la sua faccia lucida per il sudore ed era diventata del colore del latte cagliato.
«C’è…qualcosa…?» disse, anche se la situazione sembrava completamente oltre le sue capacità.
La sua gola lunga e delicata si mosse mentre deglutiva e fece una smorfia.
«Sottaceti», disse. «Sottaceti…Latticello» Fece un gesto con una mano molle verso la porta aperta.
L’allusione ai sottaceti con il latticello lo fece sentire quasi nauseato, ma andò subito dentro e rovistò nella dispensa, dove c’era un piccolo vaso di cetriolini che, dall’odore, erano stati conservati in aceto, aneto, aglio e pepe nero. Sembravano difficilmente adatti a qualcuno con una digestione a soqquadro, ma Amaranthus una volta gli aveva raccontato le cose che aveva trovato commestibili durante la gravidanza, tutte peggiori dei cetrioli che sapevano di aglio. E i sottaceti con l’aneto funzionavano contro il mal di mare…
Il latticello era in una brocca sul tavolo, uno straccio appesantito che lo copriva. Dibatté brevemente se portarla tutta, ma poi scosse la testa e cercò una tazza. Portò il vaso di sottaceti, però, incerto su quanti ne servissero. 
Lei prese uno dei sottaceti forti dal vaso prima che lui potesse sedersi, e se lo ficcò in bocca, succhiando con forza, come un gentiluomo che cerca di aspirare un sigaro.
Non sapendo che altro fare, le piegò le dita della mano libera intorno alla tazza di latticello, e si sedette con cautela affianco a lei.
«Non me ne andrò finché non vi sentirete abbastanza bene da dirmi di andare, o non sarete nel vostro letto con le coperte ben rimboccate,» disse in tono di conversazione. «Avete in effetti intenzione di – oh, mio Dio.» Lei aveva preso un grosso boccone di sottaceto , lo aveva masticato velocemente e aveva ingoiato il latticello per mandarlo giù.
«Sì,», borbottò, e prese un altro boccone croccante e altro latticello.
«Vado a prendere la brocca,» disse portando i piedi sotto di sé, ma lei agitò una mano in rifiuto, poi deglutì.
«No, Ti ringrazio. È… è passato.»
«Siete sicura?»
Deglutì, prese un profondo respiro, e scosse la testa.
«L’unica cosa di cui sono sicura è che sto davvero aspettando un bambino. Se non fossi convinta di questo, penserei di essere mortalmente malata di crampi allo stomaco o hockle-grockle. Questo non succedeva quando… quando ho avuto Hunter.»
«Cosa sono i crampi allo stomaco?» chiese, divertito. «Ho sentito parlare di hockle-grockle, anche se temo di non poterne descrivere i sintomi. Sembra che i sottaceti aiutino, comunque.»
«Hockle-grockle è qualcosa di cui soffrono i marinai, o così mi hanno detto. Crampi allo stomaco è un termine generico per violente convulsioni interne.» Sembrava stare un po' meglio, ma il pensiero di violente convulsioni interne evidentemente ne aveva provocata una, perché chiuse gli occhi e si aggrappò ai braccioli della sedia a dondolo come se fosse una piccola barca in un mare agitato.
William la osservò, ma a meno che lei non volesse un altro sottaceto… «Be’ credo che hockles (nodi) – su una nave – sia qualcosa che ha a che fare con le catene,» disse, sperando di offrire una distrazione «Grockle… non è una sorta di uccello?»
Lei respirò attraverso il naso per un momento, ma poi aprì gli occhi con attenzione, e allungò cautamente una mano per prendere un altro sottaceto.
«Forse. Possiamo parlare di qualcos’altro che non siano le mie viscere?»
«Naturalmente,» disse William con grande entusiasmo. «Avete in mente un argomento di conversazione in particolare?»
«Be’, per cominciare – che ci fai qui?»

Immagine: Madonna del parto di Piero della Francesca, 1450 - 1465

sabato 3 maggio 2025

Libro 10: A Blessing for a Warrior Going Out

Nota dell'autrice:
[…]
Il titolo del Libro Dieci della serie OUTLANDER (e sì, questo è il libro finale della serie principale, anche se potrebbero esserci altri libri integrativi e storie secondarie, dipende da questo tempo vivrò…) è:
[…]

A BLESSING FOR A WARRIOR GOING OUT
(NO, questo non significa che Jamie morirà. Non è una benedizione di morte, è la Benedizione  di San Michele, recitata per un guerriero che sta per andare a fare qualcosa di importante e probabilmente pericoloso. Ci sono parecchie altre persone in questo libro che hanno i requisiti per questa benedizione, credetemi…)

[…]

[Estratto da A BLESSING FOR A WARRIOR GOING OUT, Copyright 2025 Diana Gabaldon]

Solo alcune persone avevano notato l’arrivo di William. I festeggiamenti dopo il matrimonio erano ben avviati, e la maggior parte degli ospiti si era radunata in gruppi vicino ai tavoli con il cibo, il volume delle chiacchiere e delle risate si alzava e si abbassava mentre il vento cambiava direzione tra gli alberi.
Una di quelli che l’avevano notato era Fanny, in piedi accanto al mio gomito.
«A Dhia» disse flebilmente. O Dio.
Io stessa non avrei potuto dirlo meglio.
Jamie si alzò lentamente dalla sua sedia – senza usare il bastone, vidi – e si avvicinò, gli occhi fissi su William. 
William stesso era ancora a cavallo entrambi sporchi di fango, scarmigliati e con il respiro pesante. Vidi la sua gola muoversi mentre deglutiva, evidentemente preparandosi a ripetere quello che aveva detto un attimo prima.
Sir – Ho bisogno del vostro aiuto.
Ma Jamie stava avanzando, scendendo gli scalini. Potevo sentire il suo ginocchio sinistro schioccare a ogni passo ma lui non sussultava o zoppicava. Raggiunse William e gli mise una mano sul braccio.
«Ce l’hai,» disse semplicemente. «Entra.»
[Fine della sezione]

William salì gli scalini dopo Jamie, il cappello ficcato sotto il braccio. Il suo volto era ancora segnato da rughe di ansiosa determinazione, ma si distese per un attimo quando mi vide. Si fermò e una sfumatura di calore gli sfiorò gli occhi.
«Madre Claire», disse. «Non mi aspettavo – anche se avrei dovuto – te.» Il suo sguardo mi sfiorò, osservando la porta aperta dietro di me, la porta bella e pesante e il lungo e ampio corridoio al di là, fiancheggiato dagli schizzi e dai dipinti di Brianna.
«Lo so,» dissi sorridendo. «È un po’ uno shock vedere qualcuno fuori posto, per così dire.»
L’angolo della sua bocca si contrasse brevemente.
«Per così dire,» disse, riconoscendo e liquidando subito le circostanze in cui era abituato a vedermi: come moglie di Lord John. E con la stessa rapidità con cui era arrivato, il calore svanì e la sua mascella si irrigidì di nuovo. Jamie lo stava aspettando sulla porta del suo studio.
William aveva appena messo il piede sulla soglia, quando Fanny parlò alle sue spalle.
«Will-yum?» disse, la sua voce chiara ma incerta.
Lui si girò per guardare in dietro, sorpreso, e poi sorrise e arretrò sulla veranda, allungando un braccio per prendere le sue mani.
«Frances,» disse dolcemente, abbassando lo sguardo verso di lei. «Eccoti qui.»
«Eccomi qui,» disse, sorridendo. Era arrossita quando lui si era girato verso di lei ma i suoi occhi castani brillavano. «Devo prendermi cura del tuo cavallo al posto tuo?»
«Oh.» Guardo giù per i gradini; il cavallo, un grosso baio nero e robusto, stava masticando rumorosamente l’erba accanto al sentiero, le redini avvolte senza riguardi sul recinto. William mi guardò e io feci un piccolo cenno in direzione di Fanny.
«È molto gentile da parte tua, Frances,» disse e strinse brevemente le sue mani prima di lasciarla andare. «Il suo nome è Trajan e sono sicuro che sarà grato per il tuo benvenuto come lo sono io.»
Lei si voltò subito e saltò giù per i gradini, raggiante. William la seguì con lo sguardo, il sorriso ancora sul volto.
«Stavo per dire, ‘Come sei cresciuta, Frances!’» commentò, sottovoce, verso di me. «Ma non sarebbe andato bene, vero? Lo odiavo sempre quando gli amici di Papà lo dicevano a me.»
«Sarebbe stato un fiasco totale,» lo rassicurai. «Comunque, sì. E la sua pronuncia è quasi perfetta adesso.» Guardai oltre la mia spalla, Jamie era andato nel suo studio. «E —em— come sta Lord John I questo periodo?»
«Vorrei saperlo,» disse, la faccia e la voce entrambe cupe. Prese un respiro profondo e mi superò lungo il corridoio.
Non sapevo se dovessi essere presente alla conversazione che stava per avere con Jamie, ma nessuno dei due aveva chiuso la porta, così entrai silenziosamente e andai subito alla credenza dove si trovava il vassoio per i visitatori, un semplice oggetto di peltro, ma dotato di diversi bicchierini, una bottiglia di whisky abbastanza buono e una brocca d'acqua
Jamie incontrò i mei occhi, ma non disse niente mentre appoggiavo il vassoio. Mise un bicchiere davanti a William, versò un goccio e disse con naturalezza, «Aye, quindi?»
«Riguarda mio p—è per Lord John, sir.»
«A Dhia,» disse Jamie, con un po' più di forza di quella usata da Fanny. Inspirò profondamente dal naso. «Dov’è? E sedetevi, my lord,» aggiunse, facendo un cenno della testa verso la sedia.
«Non lo so,» William si sedette, aggiungendo, «Non chiamatemi così,» poi aggiunse un veloce, «per favore, sir,» in un secondo momento.
Jamie alzò un sopracciglio.
«Sapete dove potrebbe essere, Mr. Ransom?» chiese in maniera garbata.
«No! Dannazione, se avessi saputo dove si trova, lo avrei già riportato indietro!»
L’esplosione sorprese tutti, compreso William, che strinse le labbra.
«Vi chiedo scusa, sir,» disse rigidamente. «Ho cercato… sua signoria… per un po’ tempo— per mesi. Sono alquanto…» fece un breve gesto che indicava il disordine emotivo, la mancanza di sonno e/o la profonda paura, e Jamie annuì.
« Dèrangè», disse, in buon francese. «Mi aspetto di sì. Suppongo che non sarebbe utile chiedere dove lo avete visto l’ultima volta?»
«No,» disse William seccamente. Aveva orai quasi ripreso il controllo, comunque, ed aiutò il processo con un sorso di whisky. «Comunque, per quello che vale, l’ultima volta l’ho visto nel salotto di casa sua a Savannah, il [data]. Più tardi, quel giorno, dopo che me n’ero andato, ha ricevuto un messaggio scritto, e qualunque cosa dicesse, a quanto pare lo ha spinto ad andare immediatamente al molo. Me lo ha detto la cuoca. Era presente quando ha ricevuto il messaggio», aggiunse, «ma non ha visto cosa dicesse né da chi provenisse».
«Ha detto alla cuoca che stava andando al molo?» chiesi, e lui scosse la testa.
«No. Ma è andato lì. Una venditrice di molluschi su una delle banchine ha detto di aver visto un uomo biondo, che indossava un cappotto buono, con una fila di soldati, che le ha chiesto se c’era una nave chiamata “Palace” nel porto.»
«Ma se non sai che era andato al molo, perché lo hai cercato lì?» Presi la bottiglia e versai un altro po’ di whisky a tutti; era chiaro che ci sarebbe voluto del tempo.
Willie mi lanciò un'occhiata un po' strana, come se volesse chiedermi di uscire dalla stanza, ma invece prese un altro boccone e lo ingoiò.
«Qualcuno di voi conosce un uomo di nome Percival Wainwright? O, se è per questo, il Chevalier St. Honorè?»
Jamie restò inespressivo, ma io sentii un leggero tocco freddo sulla nuca, come la carezza di un fantasma.
«Sì,» dissi. «Lord John lo ha nominato un paio di volte. Era il … fratellastro di John, credo avesse detto. Il suo nome non è Percival, comunque; è Perseverance. E —»
«Perseverance?» Jamie si piegò in avanti, interessato. «Un Quacchero?»
William si schiarì la gola e abbassò lo sguardo.
«Decisamente no,» disse.
«È morto, comunque,» dissi a Jamie e William alzò lo sguardo su di me.
«Lo è adesso,» disse.
[Fine della sezione]