Non riconobbi nessuno degli uomini, e non aspettai per presentarmi. Me ne andai via insieme alle mie asclepiadi, più velocemente possibile.
Fortunatamente, trovai Jamie nel giro di mezzora, che trascorreva tempo con Tom MacLeod, il costruttore di bare.
«Chi è morto?» ansimai senza fiato per l’arrampicata lungo la montagna.
«Nessuno, ancora,» disse Jamie guardandomi. «Ma tu sembri sul punto di esserlo, Sassenach. Che è successo?»
Posai il mio cesto su un cavalletto, mi sedetti su un altro e gli raccontati, fermandomi per respirare affannosamente o ingoiare l’acqua da una borraccia che mi aveva dato Tom.
«Niente su quel sentiero a parte la casa del Capitano Cunningham, è lì?» osservò Tom
«Vuoi dire che non sono saliti per quella strada per caso, aye?» Jamie mise la testa fuori dal casotto delle bare e guardò in alto verso il cielo. «Pioverà presto. Sarebbe un peccato se i nostri amici si trovassero bloccati nel fango.»
Tom grugnì in approvazione, e senza ulteriori consultazioni entrò in casa, tornando in meno di un minuto con un cappello di pelle in testa un buon fucile in mano, una pistola nella cintura e una cartucciera a tracolla. Nell’altra mano aveva una seconda pistola che diede a Jamie. Jamie annuì, controllò l’innesco e se la infilò nella cintura. Toccando distrattamente il suo pugnale mi fece un cenno con la testa.
«Va a prendere il Giovane Ian, per favore, Sassenach. L’ho visto falciare l’erba nel suo campo più in alto, non più di un’ora fa.»
«Ma cosa-»
«Va, » disse comunque gentilmente. «Dinna fash, Sassenach. Andrà tutto bene.»
Trovai il Giovane Ian, non nel suo campo in alto, ma nei boschi vicini, il fucile in mano.
«Non sparare!» urlai, individuandolo tra i cespugli. «Sono io!»
«Non potrei confonderti con niente eccetto un piccolo orso o un grosso maiale, zietta,» mi assicurò, mentre mi facevo strada attraverso un gruppo di cornioli verso di lui. «E oggi non voglio nessuno di questi.»
«Bene. Che ne dici di un paio di bei, grassi trafficanti d’armi?»
Spiegai meglio che potevo trottando dietro di lui mentre attraversava il campo per afferrare la sua falce, che ficcò nelle mie mani.
«Non penso che dovrai usarla, zietta,» disse, facendo un grande sorriso alla vista della mia faccia. «Ma se ti fermi lì a bloccare il sentiero, potrebbe essere che un uomo disperato provi a superarti.»
Quando arrivammo, scoprimmo che il sentiero era già stato effettivamente bloccato dalla soma del primo mulo, che lui era riuscito a perdere del tutto. Quando Ian e io arrivammo un po’ sotto ai trafficanti, il primo mulo, godendosi la sua nuova leggerezza di spirito, stava agilmente scalando il mucchio di borse, scatole e oggetti di vimini nella nostra direzione, intento a raggiungere il suo compagno, che non stava lasciando che il suo carico gli impedisse di brucare una grossa macchia di more che orlava il sentiero proprio in quel punto.
Evidentemente, eravamo arrivati quasi quasi nello stesso momento di Jamie e Tom McLeod, perché i due trafficanti si erano girati a fissare inebetiti me e Ian proprio mentre Jamie e Tom si vedevano sul sentiero sopra di loro.
«Chi diavolo siete?» domandò uno degli uomini, guardando da me a Ian disorientato. Ian si era legato i capelli in una cresta per tenerli fermi mentre falciava, e senza la camicia, molto abbronzato e con i tatuaggi, somigliava davvero al Mohawk che era. Non volevo pensare a cosa dovevo somigliare io, completamente arruffata e con i capelli pieni di foglie e che scendevano, ma strinsi la mia falce e gli rivolsi uno sguardo severo.
«Sono Ian Õg Murray,» disse Ian gentilmente, e annuì verso di me. «E questa è mia zia. Oops.» Il primo mulo si stava facendo strada con il naso tra di noi in maniera determinata, facendoci uscire entrambi dal sentiero.
«Io sono Ian Murray,» ripeté Ian, facendo un passo indietro e riportando il suo fucile in una posizione rilassata ma decisamente pronta sul suo petto.
«E io,» disse una voce profonda dall’alto, «sono il Colonnello James Fraser, di Fraser’s Ridge, e quella è mia moglie.»
Fortunatamente, trovai Jamie nel giro di mezzora, che trascorreva tempo con Tom MacLeod, il costruttore di bare.
«Chi è morto?» ansimai senza fiato per l’arrampicata lungo la montagna.
«Nessuno, ancora,» disse Jamie guardandomi. «Ma tu sembri sul punto di esserlo, Sassenach. Che è successo?»
Posai il mio cesto su un cavalletto, mi sedetti su un altro e gli raccontati, fermandomi per respirare affannosamente o ingoiare l’acqua da una borraccia che mi aveva dato Tom.
«Niente su quel sentiero a parte la casa del Capitano Cunningham, è lì?» osservò Tom
«Vuoi dire che non sono saliti per quella strada per caso, aye?» Jamie mise la testa fuori dal casotto delle bare e guardò in alto verso il cielo. «Pioverà presto. Sarebbe un peccato se i nostri amici si trovassero bloccati nel fango.»
Tom grugnì in approvazione, e senza ulteriori consultazioni entrò in casa, tornando in meno di un minuto con un cappello di pelle in testa un buon fucile in mano, una pistola nella cintura e una cartucciera a tracolla. Nell’altra mano aveva una seconda pistola che diede a Jamie. Jamie annuì, controllò l’innesco e se la infilò nella cintura. Toccando distrattamente il suo pugnale mi fece un cenno con la testa.
«Va a prendere il Giovane Ian, per favore, Sassenach. L’ho visto falciare l’erba nel suo campo più in alto, non più di un’ora fa.»
«Ma cosa-»
«Va, » disse comunque gentilmente. «Dinna fash, Sassenach. Andrà tutto bene.»
Trovai il Giovane Ian, non nel suo campo in alto, ma nei boschi vicini, il fucile in mano.
«Non sparare!» urlai, individuandolo tra i cespugli. «Sono io!»
«Non potrei confonderti con niente eccetto un piccolo orso o un grosso maiale, zietta,» mi assicurò, mentre mi facevo strada attraverso un gruppo di cornioli verso di lui. «E oggi non voglio nessuno di questi.»
«Bene. Che ne dici di un paio di bei, grassi trafficanti d’armi?»
Spiegai meglio che potevo trottando dietro di lui mentre attraversava il campo per afferrare la sua falce, che ficcò nelle mie mani.
«Non penso che dovrai usarla, zietta,» disse, facendo un grande sorriso alla vista della mia faccia. «Ma se ti fermi lì a bloccare il sentiero, potrebbe essere che un uomo disperato provi a superarti.»
Quando arrivammo, scoprimmo che il sentiero era già stato effettivamente bloccato dalla soma del primo mulo, che lui era riuscito a perdere del tutto. Quando Ian e io arrivammo un po’ sotto ai trafficanti, il primo mulo, godendosi la sua nuova leggerezza di spirito, stava agilmente scalando il mucchio di borse, scatole e oggetti di vimini nella nostra direzione, intento a raggiungere il suo compagno, che non stava lasciando che il suo carico gli impedisse di brucare una grossa macchia di more che orlava il sentiero proprio in quel punto.
Evidentemente, eravamo arrivati quasi quasi nello stesso momento di Jamie e Tom McLeod, perché i due trafficanti si erano girati a fissare inebetiti me e Ian proprio mentre Jamie e Tom si vedevano sul sentiero sopra di loro.
«Chi diavolo siete?» domandò uno degli uomini, guardando da me a Ian disorientato. Ian si era legato i capelli in una cresta per tenerli fermi mentre falciava, e senza la camicia, molto abbronzato e con i tatuaggi, somigliava davvero al Mohawk che era. Non volevo pensare a cosa dovevo somigliare io, completamente arruffata e con i capelli pieni di foglie e che scendevano, ma strinsi la mia falce e gli rivolsi uno sguardo severo.
«Sono Ian Õg Murray,» disse Ian gentilmente, e annuì verso di me. «E questa è mia zia. Oops.» Il primo mulo si stava facendo strada con il naso tra di noi in maniera determinata, facendoci uscire entrambi dal sentiero.
«Io sono Ian Murray,» ripeté Ian, facendo un passo indietro e riportando il suo fucile in una posizione rilassata ma decisamente pronta sul suo petto.
«E io,» disse una voce profonda dall’alto, «sono il Colonnello James Fraser, di Fraser’s Ridge, e quella è mia moglie.»